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Autore: Cossiopea    03/09/2019    1 recensioni
Strinsi le chiavi nella mano e l'emozione che provai fu più che soddisfacente.
Alzai gli occhi su Tony, che mi squadrava attraverso gli occhiali da sole con il tipico fare sospettoso e per niente convinto.
-Ti sto affidando una grossa responsabilità, Parker- mi fece, gli occhi che sembravano volermi scavare nell'animo per farne emergere i segreti più cupi della mia vita -Non mi deludere.
Deglutii.
-Tenterò di non farlo, signore- gli dissi mentre le chiavi che stringevo nel pugno sembravano diventare incredibilmente roventi.
Il signor Stark alzò un dito.
-È qui che sbagli, ragazzo- mi disse, serio -Non devi TENTARE di non farlo, tu devi proprio NON FARLO.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morgan Stark, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8. L'estenuente attesa


Fury posò la propria tazza sul tavolo e si appoggiò allo schienale della sedia con un sospiro rassegnato.

-Ho capito- disse annuendo lentamente e mantenendo lo sguardo sul caffè ormai freddo -In parole povere hai fatto un casino.

Deglutii, fissando la ciambella glassata di azzurro che Monica mi aveva appoggiato davanti qualche minuto prima, ma che non avevo avuto il coraggio di mangiare. Lo stomaco mi si era come annodato mentre sentivo proferire dalla mia stessa bocca tutto il percorso che mi aveva portato fino a quel bar, mentre ascoltavo la mia stessa voce narrare quanto fossi stato idiota.

Nick alzò l'occhio scuro e immobile verso di me e quell'occhiata severa mi fece irrigidire.

-Quindi cosa vuoi che faccia?- mi chiese, incrociando le braccia sul petto.

Lo fissai e battei le palpebre.

-Me lo dovrebbe dire lei- gli feci. Scossi il capo, rassegnato -Non posso dire a Tony di aver perso l'armatura...

Fury sospirò nuovamente e si massaggiò l'attaccatura del naso con un gesto stanco ed esasperato. Sembrava che quella situazione in qualche modo lo annoiasse. Da furioso e fermo era passato ad un atteggiamento più... scocciato.

-Perciò era tutto qui- mi guardò -Gira tutto intorno ad una delle creature di Stark.

Feci una smorfia.

-Beh... sì- mi morsi un labbro -Devo solo... trovare una soluzione.

-Sai che questo non è uno dei problemi che normalmente lo S.H.I.E.L.D. è abituato a gestire?- alzò le sopracciglia -Diciamo che è più un insulto alla serietà dell'organizzazione.

Alzai gli occhi al cielo senza riuscire a trattenermi.

-Quindi?- lo fissai -Non è che questo mi rassicuri.

-Facciamo così- mise le mani sul tavolo -io ti aiuterò a sistemare questa cosa ad una condizione.

Mi accigliai.

-Sarebbe?

-Che tu mi dia quella ciambella- indicò il piattino che avevo davanti dove il dolce era appoggiato, in un'attesa paziente di essere divorato da qualcuno.

Inarcai un sopracciglio.

Sta scherzando?

Studiai l'uomo con la benda per un istante, cercando un senso per quanto aveva appena detto.

Indicai il cerchietto celeste decorato da zuccherini, quasi con titubanza.

-Questa ciambella?

-Vedi altre ciambelle qui?- intervenne Morgan, acida.

Le lanciai un'occhiata seccata e lei rispose con un sorrisino superiore.

Tornai a Fury, perplesso.

-Mi sta dicendo che lei mi aiuterà a recuperare la Mark.95 se io le do questa ciambella?

-Esattamente- rispose lui -Questa è l'offerta. Prendere o lasciare?

Fissai il dolce.

Una situazione più assurda non poteva capitarmi...

Ma praticamente non avevo scelta.

Deglutii e mi concessi un altro istante. Forse per riflettere su quanto ciò che mi chiedeva Fury fosse strano; oppure perché, in fondo in fondo, avevo davvero fame...

Sospirai e tornai a guardare l'uomo. L'espressione a metà strada tra il dubbio e la risolutezza.

-Accetto.

Ore: 13:45.

 

L'attesa era snervante.

Lo è già di per sé in qualunque momento della vita, ma quando le tue ore sono contate e sai che anche solo pochi minuti di ritardo ti costeranno l'intera esistenza, ogni singolo secondo pare il più prezioso dei tesori... e perdere anche solo un istante è un'orrenda agonia.

Era come se nella testa un orologio inesistente ticchettasse al ritmo agitato dei miei pensieri; e per ogni maledetto rintocco era come se il martello di Thor mi desse un colpo dritto in fronte.

Tic, tac. Tic, tac...

Con la ciambella tra le mani, Fury ci aveva ordinato di aspettare fuori dal bar finché un suo autista non fosse passato a prenderci e ci avesse trasportato a Newport, la città più vicina alla nostra destinazione e, quindi, alla beata salvezza.

Avevo accennato un sorriso che sembrava disegnato con il pennarello mentre il pirata vestito di nero, come niente fosse, saltava su una macchina magicamente apparsa fuori dal locale e, a bordo di essa, si allontanava lungo la strada deserta senza proferire parola.

Ecco. Vi presento lo S.H.I.E.L.D.

Un'organizzazione che vive nell'ombra e che si rifiuta categoricamente di fornire informazioni che i comuni mortali possono anche solo sognarsi di comprendere... Wow, sì, fantastico. Non potevo sperare in qualcuno migliore di Nick Fury per sfuggire al disastro in cui mi ero cacciato, scavandomi la fossa da solo e spingendomici dentro a calci.

Il vento freddo mi feriva la pelle e avevo la fastidiosa sensazione che qualcuno avesse potuto afferrare il mio naso e staccarlo dalla faccia, tanto era congelato.

Dieci maledetti minuti. Minuti in cui stavamo lì, piantati sul marciapiede senza altro da fare che non fosse attendere qualcosa per cui valesse la pena aspettare... magari una macchina calda e confortevole che mi avrebbe risparmiato i ghiaccioli aggrappati alle narici.

Purtroppo Monica era uscita insieme a Fury dal locale, abbassando le saracinesche e chiudendo il bar a doppia mandata.

Ci aveva lanciato un'occhiata e ci aveva salutato con un cenno della testa prima di incamminarsi a lato della strada opposto al nostro. Le mani nelle tasche del parca e i corti capelli corvini che guizzavano come ombre nel vento freddo di Saint Albans.

Morgan tremava accanto a me senza ritegno. La piccola testa appoggiata al mio fianco che per la prima volta non percepivo come una nemica ma più come qualcosa da proteggere...

Sospirai e il mio fiato si condensò nell'aria gelida.

La temperatura si era terribilmente abbassata da quella mattina. Sapevo che, essendo più a nord di New York, la situazione meteorologica non poteva essere esattamente uguale... ma qui dovevamo essere prossimi allo zero assoluto!

Alzai lo sguardo solo quando il suono famigliare di un motore ruggente interruppe gli insulti silenziosi che stavo lanciando a Nick Fury e al resto dello S.H.I.E.L.D.

Nell'immobilità di quel paesino perso per i boschi una Volvo nera avanzava rombando lungo la strada congelata nel tempo; i finestrini a specchio, però, non lasciavano intravedere chi ci fosse alla guida.

Seguii la vettura con lo sguardo finché essa non si fermò a ridosso del marciapiede mantenendo il motore acceso e furente.

Il vetro oscurato si abbassò lentamente e una persona che mai mi sarei sognato di vedere mi apparve davanti come un miraggio.

-Happy?- esclamò Morgan, fissando l'uomo con gli occhi sbarrati.

Quello fece una smorfia e si rivolse a me.

-Credevo che per una volta avrei potuto passare un giorno senza che tu facessi qualcosa di stupido- disse, con una profonda aria di disapprovazione -Evidentemente mi sbagliavo.

Battei le palpebre.

-Ma da quando lavori con lo S.H.I.E.L.D.?- gli chiesi, confuso.

-Da quando Tony mi ha ordinato di rendermi disponibile per qualsiasi evenienza mentre lui era fuori- rispose Happy alzando gli occhi al cielo. Poi fece un cenno con la testa -Dai, salite.

Obbedimmo senza fiatare e lo sbalzo termico che ebbi tra l'esterno e quell'abitacolo riscaldato mi tolse il respiro per un secondo.

Mi accomodai su quel morbido sedile di pelle e allacciai la cintura a me e a Morgan.

Hogan si voltò verso di noi dal sedile anteriore e ci rivolse un sorriso storto.

-Allora? Dove si va?

-Newport- risposi, feci una pausa -E... grazie.

La sua espressione si addolcì di colpo.

-Dillo a Tony. Se non fosse per lui non penso che Fury avrebbe a cuore la tua situazione.

-Se non fosse per lui io non sarei neanche qui...- borbottai, accigliandomi.

-Se non fosse per me tu non avresti neanche la posizione dell'armatura!- intervenne la piccola Stark con un ghigno.

Le scoccai un'occhiata glaciale.

-Se non fosse per te io non mi ritroverei in questo pasticcio!

-Se non fosse per te che obbedisci agli occhiali io non avrei rischiato di morire assiderata!

-Ah, sì? E se non fosse per me...

-Ok, adesso basta!- la voce profonda di Happy ci fece immobilizzare -Sembrate una coppia di pensionati- aggiunse, esasperato.

Mi morsi l'interno delle guance per non ribattere e mi limitai a tacere mentre Morgan metteva il broncio.

Hogan sospirò e si volse verso il volante.

-Spero di non pentirmene- commentò fra sé prima che la macchina si mettesse in moto silenziosamente.

Posai lo sguardo sul finestrino. La strada che correva via e la mente carica di dubbi.

Eravamo vicini.

Ore: 14:03.

   
 
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