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Autore: AntoGoesToLondon    03/09/2019    1 recensioni
"Cecilia, ventottenne alle prese con il suo primo lavoro in una multinazionale, trascorre un'esistenza particolarmente piatta, in cui tutti i giorni cominciava a somigliarsi.
Perennemente alla ricerca dell'amore a prima volta, finisce sempre per fantasticare sulla persona sbagliata, rimanendo inevitabilmente.
Sembra ormai che nessuna novità si prospetti per lei quando all'improvviso un'occasione la porterà nella grigia Londra"
PS: per questioni pratiche, ogni tanto qualche dialogo della storia sarà riportato in inglese!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo XV

 

24 Percy Street, London

Sede centrale di Zenith Media

08/05/2019

Ore 9,25

 
 Lunedì e martedì passarono molto velocemente per Lorenzo che, preso dal lavoro e impegni personali, si svegliò quel mercoledì mattina, quasi inconsapevole che fosse arrivato il giorno del secondo appuntamento con Cecilia.
Essendo stati piuttosto occupati, non si erano sentiti nemmeno molto in quei due giorni, per cui le inviò subito un messaggio confermando indirizzo e orario.
"Va bene? Confermato?" scrisse nel messaggio e aspettò una risposta della ragazza rimanendo sulla chat di WhatsApp, vedendo che era il suo status era online.
"Certo! Forse arrivo anche un po' prima.." buttò lì lei sperando che cogliesse la proposta e le chiedesse di vedersi prima, desiderando di stare più tempo insieme.
"Perfetto, ci sono dei posti carini da quelle parti. Sentiamoci dopo così ci organizziamo" confermò Lorenzo regalando inconsapevolmente un sorriso a Cecilia.
"A dopo allora!" rispose l'altra e il giovane riprese con le sue attività, andando a mille per poter uscire in orario e recarsi in tempo all'appuntamento.
Controllò lo smartphone verso le cinque del pomeriggio per assicurarsi che anche Cecilia fosse in orario, e le inviò l'indirizzo del locale che aveva individuato per i loro drinks pre-cena.
 
 
***
 
Blueprint Café
28 Shad Thames
Stesso giorno
Ore 18,47
 
Arrivò al locale prima dell'orario stabilito e  si appoggiò ad uno dei lampioni mentre aspettava. Come al suo solito, prese a controllare il suo smartphone rispondendo ad alcuni dei messaggi ricevuti nel corso della giornata.
Era completamente immerso nella lettura di uno dei messaggi inviati dal suo gruppo di amici ancora basati a Roma quando ricevette una chiamata. Al leggere il nome in sovraimpressione, un sorriso involontario fece capolino sulle sue labbra.
"Hey"  rispose con il solito tono allegro e si guardò intorno tentando di scorgerla fra la folla.
"Sono qui" lo informò l'altra che a sua volta si guardava intorno alla sua ricerca.
"Sto proprio davanti alla porta principale del locale" aggiunse.
A quel punto, Lorenzo individuò una folta chioma di capelli castani a qualche passo più in là e si avviò verso di lei.
"Eccoti" disse rimanendo ancora in linea ma posando una mano sulla sua spalla per farla voltare.
Cecilia sorrise e arrossì leggermente come ogni volta che si trovava davanti al ragazzo.
"Ciao" lo salutò un po' imbarazzata e Lorenzo sorrise. Provava un desiderio matto di baciarla ma tentò di controllarsi ricambiando il saluto con un semplice bacio sulla guancia. "Dai, andiamo" le disse scortandola verso l'interno del locale.
Una volta dentro, si accomodarono ad uno dei tavolini vuoti e presero a chiacchierare raccontandosi delle rispettive giornate e quasi dimenticandosi completamente di prendere qualcosa da bere. "Vuoi qualcosa?" le domandò avendo notato un gin tonic passare.
"Mm.. sì. Un mojito magari" rispose e Lorenzo annuì, prendendo nota mentalmente, e si offrì di recarsi al bancone a fare le ordinazioni.
Arrivato al bar, si voltò ad osservarla. Era ancora un po' in imbarazzo, nonostante loro fossero ormai al secondo appuntamento e si conoscessero da un po', lo notava dai gesti poco spontanei e dagli occhi tenuti leggermente bassi. Sicuramente un po' di alcool avrebbe aiutato a farla sciogliere ma Lorenzo ebbe un'idea migliore.
Di ritorno al loro tavolino con le due ordinazioni, le passò il suo mojito. "Un brindisi?" propose quando entrambi ebbero in mano i loro bicchieri.
"A cosa?" chiese lei allungando la mano verso l'alto per imitare il ragazzo. 
"Alle seconde occasioni" affermò rivolgendo un caldo sorriso che venne ricambiato dalla giovane. 
I loro bicchieri si toccarono tintinnando ed entrambi diedero un sorso alla loro bevanda.
A quel punto, Cecilia si sciolse come previsto dal giovane, rilassandosi leggermente, e Lorenzo non poté non approfittare dell'occasione per rubarle un bacio a fior di labbra.
"Sei incredibile" gli disse scuotendo la testa e Lorenzo le lanciò un'occhiata birichina facendo impazzire Cecilia, che si sbilanciò verso di lui per baciarlo a sua volta.
I loro nasi si sfiorarono e le labbra di Cecilia si schiusero per toccare quelle morbide di lui e consentire alla sua lingua di farsi largo dentro la sua bocca.
Non fu un bacio molto lungo ma quel, seppur breve, contatto li lasciò pienamente soddisfatti. 
Lorenzo controllò l'orario per assicurarsi che non fossero in ritardo per la loro prenotazione. "Fra una ventina di minuti andiamo" la informò.
Cecilia annuì e si appoggiò di spalle contro il petto di lui circondando le sue spalle con il suo braccio e Lorenzo posò il mento sulla sua testa, stringendole la vita con l'altro braccio.
Uno strano senso di stranezza si fece strada dentro lui, non era più abituato a quel tipo di intimità e improvvisamente gli sembrò di bruciare tappe. Tuttavia, sebbene non fosse pienamente a suo agio, allo stesso tempo, si sentiva bene, a contatto con il corpo di Cecilia e coccolato dal suo profumo che trovava delizioso.
Si chiese se anche per lei fosse uguale, se si sentisse un po' a disagio ma dal sorriso che notava sul volto, dedusse che per la giovane non valesse lo stesso.
Cecilia si accoccolò ancora di più, provando ad incastrarsi fra le sue braccia e quel senso di inadeguatezza dentro Lorenzo si fece così preponderante da non riuscire a metterlo a tacere. D'istinto si mosse per sciogliersi da quella posizione, divenuta ben troppo scomoda, fingendo di non riuscire ad afferrare il suo cocktail per giustificarsi.
"Finiamo questo e andiamo?" suggerì buttando giù il drink quasi d'un sorso.
Cecilia lo guardò un po' stranita non capendo come mai avesse tanta fretta improvvisamente, tuttavia annuì e tentò di imitarlo, bevendo anche lei il suo mojito in un solo sorso.
S'incamminarono verso il ristorante continuando a parlare e fermandosi di tanto in tanto per ammirare lo skyline di London city, il cuore economico della capitale inglese, i cui palazzi specchiati al tramonto creavano un gioco di luce da lasciare senza fiato.
Giunti all'ingresso del locale, come al solito, Lorenzo aprì la porta facendola passare  per prima e mimando una sorta di mini inchino. "Ma finiscila!" affermò lei divertita e Lorenzo sorrise.
"Hello. How can I help?" li interruppe una del personale rivolgendo loro un sorriso di cortesia.
"Yes, please. We should have a reservation under Lorenzo?" rispose prontamente e la giovane annuì.
"Of course. We have reserved one of tables close to the terrace, as requested. My colleague will be with you in any minute. Please wait here" confermò e si scusò dirigendosi verso un'altra coppia appena entrata.
"Carino" commentò Cecilia il locale guardandosi intorno per ammirarlo meglio.
"E il cibo è ancora meglio" affermò il giovane facendole l'occhiolino.
In quel momento, li raggiunse l'altro cameriere che li invitò a seguirlo verso il loro tavolo.
Prima di lasciarli, lasciò loro due carte di menù e poi si dileguò per servire altri tavoli, informandoli che sarebbe ritornato nel giro di dieci minuti massimo.
"Mm.. sembra tutto buonissimo" osservò Cecilia passandosi una mano sul mento, come ogni volta che non riusciva a decidere.
Non riuscendo a non pavoneggiarsi, Lorenzo si lanciò in una spiegazione piuttosto estensiva dei suoi piatti preferiti, decantandone i pregi, che sfociò in una vera e propria critica culinaria, risultando piuttosto esilarante per Cecilia al punto da renderla incapace di mostrarsi seria.
"Dimmi un po', ti pagano per fare pubblicità?" ironizzò la ragazza e l'altro s'interruppe sentendosi un po' ferito nell'orgoglio ma fu comunque capace di cogliere l'occasione per mettere in mostra la sua preparazione lato lavorativo.
"Sì, faccio una sorta di sponsorship anche se, non avendo molti followers sui social, non vengo pagato granché" rispose per le rime mettendosi inconsapevolmente nei guai.
Cecilia infatti colse la palla al balzo per metterlo in difficoltà, rispolverando l'argomento del loro precedente incontro: provare che lui si fosse presentato al pub non per caso ma per sua volontà. "A proposito dei social, io non ti seguo! Fammi contribuire alla tua fan base" affermò maliziosa anche se il tono non fu capito dal ragazzo.
"Certo, sono TheTom" affermò inconsapevolmente senza pensarci molto.
A quel punto, la giovane aprì l'app di Instagram, pregustandosi mentalmente il momento in cui Lorenzo si sarebbe reso conto dello sbaglio commesso.
"Ma mi segui già?" domandò fingendosi sorpresa. Lorenzo sgranò gli occhi, avendo appena acquisito consapevolezza del suo passo falso, il suo pomo d'Adamo si mosse impercettibilmente e il suo cervello si attivò alla ricerca di una qualche scusa plausibile.
"Può essere! Io seguo un botto di gente" rispose rimanendo sul vago. 
"Ah. Non si direbbe però dato che hai meno di 500 following rispetto ai 2000 e passa followers" insistette lei con un sorriso sornione campeggiato sul volto.
Lorenzo si morse l'intorno della guancia ma non cedette. "È solo perché tolgo il segui dopo un po' " si giustificò.
Cecilia stava per ripartire all'attacco quando il cameriere si avvicinò per prendere le ordinazioni facendo tirare un respiro di sollievo al giovane romano.
"Are you ready to order?" chiese gentilmente con l'iPad pronto a prendere le ordinazioni.
"Do you trust me if I order for both of us?" domandò alla ragazza in inglese per evitare di risultare scortese con il cameriere.
Cecilia annuì e si affidò ciecamente a Lorenzo, non essendo nemmeno a riuscita a vedere tutto il menù, era la sua migliore possibilità.
Il giovane sciorinò una serie di nomi a cui Cecilia non seppe nemmeno dare una precisa collocazione sul menù e il cameriere fece un accenno di consenso al termine dell'ordinazione, dopodiché afferrò i menù e si allontanò di tutta velocità.
I due ripresero a conversare come di consueto, raccontandosi delle cucine straniere provate fino a quel momento. Tema che ispirò uno degli argomenti preferiti della giovane: viaggi all'estero.
Adorava ascoltare i racconti dei viaggi altrui e le impressioni che altri avevano avuto delle città che anche lei aveva visitato.
Lorenzo aveva viaggiato moltissimo da quando era single, avendo più tempo e anche più risorse monetarie a disposizione.
Durante la sua relazione con Veronica, non era riuscito a concedersi molti viaggi all'estero. Dal momento che la sua ex aveva la fobia degli aerei, purtroppo si erano sempre ridotti a utilizzare i mezzi di trasporto terrestre, rinunciando a tante destinazioni così, tra cui l'Oriente e l'Asia, che da sempre avevano occupato i primi posti nella classifica dei posti da visitare come must-to-see.  
Non a caso, essendone davvero ossessionato, il Giappone e la Cina furono le prime destinazioni che visitò, non appena n'ebbe l'occasione, decidendo di saltare persino le vacanze di Natale e Pasqua per avere più giorni a sua disposizione.
Quel viaggio aveva significato moltissimo per Lorenzo, essendo stato il suo primo viaggio organizzato con sé stesso soltanto. E sebbene, per molti questo potesse non significare molto, per Lorenzo fu la dimostrazione che poteva cavarsela da solo, che non aveva bisogno di nessun altro per poter vivere belle esperienze.
Fu la prima volta dopo mesi in cui la sua soddisfazione non venne unicamente dal suo lavoro, a volte, piuttosto impegnativo e stressante, ma che affrontava ogni giorno con consapevolezza di chi stava facendo esattamente quello che voleva, o da qualche birretta con amici e colleghi, ma dalla gioia del vivere nuove esperienze, conoscere posti nuovi che, fino a quel momento, aveva soltanto immaginato.
Purtroppo, furono diverse le rinunce durante la sua relazione, nonostante lui non le avesse vissute come tali. Avevano fatto parte del loro percorso insieme, in cui avevano trascorso anche tanti bei momenti, ancora impressi nella sua mente e capaci di strappargli un sorriso.
"Mi piacerebbe visitare il Galles" affermò Cecilia introducendo una nuova destinazione.
"Sai che io non ci sono mai stato nemmeno?" le domandò retoricamente e Cecilia sorrise suggerendo che sarebbero potuti andare insieme in caso.
A quella proposta, Lorenzo sorrise ma al tempo stesso, il suo battito cardiaco accelerò e quello stato di disagio che lo aveva colpito poco prima tornò a farsi strada. Tuttavia, Cecilia non si accorse di nulla e con l'arrivo delle diverse portate, poté concentrarsi su altro.
Non capiva come mai avesse sviluppato un simile livello di insofferenza verso le relazioni, le attività di coppia, persino verso le coccole, di cui si era sempre vantato dato che si era sempre considerato un perfetto fidanzato, la giusta dose fra dolcezza e sensualità, e di certo la seconda parte l'aveva affinata particolarmente bene negli ultimi anni.
Eppure vi era qualcosa che lo faceva sentire a disagio, probabilmente quella consapevolezza di doversi consegnare a qualcuno lo spaventava. Nel corso dei quei tre anni, si era completamente disabituato all'idea del condividere la propria vita con qualcuno e ora quella possibilità gli era un po' scomoda e gli stava anche stretta. Tuttavia, qualcosa in Cecilia lo affascinava spingendolo a superare quel limite e ad aprirsi all'idea di una nuova relazione.
Anche se non n'era ancora convinto del tutto. 
Per sua fortuna, parlare con Cecilia aveva un effetto calmante, quando non toccavano argomenti che implicavano attività di coppia, per cui il resto della serata trascorse in modo piuttosto piacevole, e senza ulteriori ansie.
Al termine della cena, discussero ancora una volta per capire chi avrebbe pagato il conto, come al loro solito, e suscitando il riso del cameriere che, non capendo nemmeno mezza parola di Italiano, trovava il duo piuttosto comico e caratteristico.
"I would make him pay, if he's insisting this much" suggerì ad un certo punto e Cecilia serrò le labbra, non essendo per nulla contenta di quel suggerimento.
"Ceci, ti prego, non si può discutere ogni volta. Posso avere il piacere di pagare io?" chiese retoricamente Lorenzo roteando gli occhi.
Cecilia fece spallucce e mosse la mano a mezz'aria invitandolo a procedere.
Lorenzo effettuò il pagamento al cameriere, che salutò cortesemente entrambi ringraziandoli, dirigendosi immediatamente verso un altro tavolo che lo aveva richiamato.
Rimasti soli, Lorenzo tornò a rivolgere  sorrise divertito alla ragazza.
"Che?" sbottò con tono leggermente acido quando si rese conto dello sguardo divertito del suo accompagnatore.
"Non avevo capito che fossi una femminista incallita" le disse e Cecilia incrociò le braccia al petto scuotendo la testa.
"Voler pagare per la propria cena non significa essere femministe incallite" osservò lei e Lorenzo sollevò un sopracciglio per rimarcare la sua perplessità, mimando un "ok" a fior di labbra.
"Finiscila!" si lamentò l'altra e Lorenzo scoppiò a ridere.
"Dai, andiamo. Non ti do più della femminista incallita, promesso!" disse poi offrendole il braccio, cercando di sdrammatizzare.
Cecilia sorrise debolmente e si alzò, afferrando il braccio di Lorenzo mentre si dirigevano verso la porta.
Non appena varcarono del locale verso l'esterno, Lorenzo si voltò verso di lei  stampandole un bacio sulla guancia.
"Sei bellissima quando ti arrabbi" sussurrò al suo orecchio e Cecilia roteò gli occhi.
"Non dovrei essere bellissima sempre?" lo stuzzicò l'altra.
"Certo, sei bellissima sempre" rispose mellifluo posandole il braccio attorno al collo e con le dita della mano libera sollevò delicatamente il suo mento verso l'alto dandole un bacio a fior di labbra.
"Se proprio devi adularmi, almeno dovresti baciarmi come si deve" buttò lì e Lorenzo le rivolse un'occhiata maliziosa.
"Non c'è problema" sussurrò all'orecchio di lei. Prese a baciarla con decisione, accendendo anche dall'altro lato lo stesso desiderio.
D'impulso, le mani di lui si mossero verso il seno e Cecilia lo spinse leggermente per allontanarlo.
"Hey, siamo sempre per strada" lo ammonì indicando le persone che si muovevano frettolosamente lungo il marciapiede.
Lorenzo le fece un occhiolino. "Vieni con me.." la invitó a seguirlo afferrando la sua mano e guidandola verso una piazzetta nella vicinanze di Bermondsey St.
 
***
 
Lorenzo trovò una panchina leggermente nascosta grazie alla folta chioma di uno degli alberi che sorgeva nelle vicinanza.
Il ragazzo si sedette e tirò verso di sé Cecilia sistemandola sulle sue ginocchia. “Qui è abbastanza intimo?” le domandò mentre spostava delicatamente i lunghi capelli della ragazza tutti su un lato, per liberarle il viso e il collo candido che, in quel momento, gli stava facendo incredibilmente gola.
“Sì e se non mi fidassi di te, penserei molto male” affermò divertita buttando le sue braccia intorno al suo di collo.
“E dovresti un pochino invece” le disse malizioso prendendo a baciarla con la stessa intensità di poco prima. Anche Cecilia non riuscì a fare la sostenuta ulteriormente e rispose al bacio tentando di avvicinarlo a sé perché sentisse il contatto con il suo corpo sempre più vicino.
Le mani di Lorenzo si mossero rapidamente verso il sedere di lei che da diverso tempo era un suo chiodo fisso e constatando che la sua accompagnatrice aveva davvero un gran bel sedere.
“Eheh, lo so.. ho un bel culo” lo prese in giro riprendendo un attimo fiato e Lorenzo rise.
“Decisamente ma anche il mio non è male” rispose invitando a verificarlo in prima persona. La ragazza non si fece attendere e sorrise maliziosa. “Il mio è meglio, è più rotondo ma anche il tuo merita” lo stuzzicò e riportando le mani di lui sul suo sedere.
L’eccitazione crebbe in Lorenzo facendolo deglutire, avrebbe voluto spogliarla in quell’istante e il suo corpo non poteva negargli la delusione del doversi accontentare di spogliarla solo con gli occhi. 
Anche le mani di Cecilia si mossero un po' frenetiche lungo il petto di lui, soffermandosi sui suoi pettorali e spingendosi in avanti per baciarlo sul collo.

Il cervello di Lorenzo smise improvvisamente di ossigenare, l'eccitazione stava salendo sempre di più. E anche nelle sue parti basse cominciò ad avvertire una certa pressione.
"Cè, andiamo da me?" non riuscì a trattenersi. Voleva sentire ogni lembo della sua pelle contro il proprio. 
In quel momento, Cecilia si interruppe e deglutì, non sapeva come rispondere a quella richiesta.
Da una parte, avrebbe voluto tanto portarselo a letto, essendo anche lei piuttosto eccitata. Tuttavia, la sua parte tradizionalista, e per certi versi retrograda, le impediva di andare più a fondo. Non voleva rendergli le cose così facili per quanto si sentisse completamente su di giri all'idea di averlo tutto per sé.
"Credo che dovremmo andare ognuno a casa propria" disse raccogliendo ogni briciolo di forza che aveva.
Lorenzo non poté nascondere la sua delusione e serrò le labbra. "È meglio allora che ti allontani perché rischi grosso" osservò serio tentando di ritrovare un po' di contegno e Cecilia ridacchiò, abbandonando la testa all'indietro, e si alzò in piedi scuotendo la folta chioma per ravvivarla un po'.
Di fronte a quel gesto estremamente femminile, Lorenzo deglutì ancora. Gli stava rendendo le cose ancora più difficili.
"Come torni a casa?" domandò con lo scopo di spostare l'attenzione su un altro.
"Prendo la metro fino a Green Park e poi cambio" gli rispose dopo aver fatto brevemente mente locale.
"No, allora ti accompagno. Ho la macchina qua vicino" si offrì. Aveva fatto rapidamente un po' di calcoli e avrebbe impiegato decisamente troppo tempo per arrivare a casa.
"Ma no, non c'è bisogno" ribadì lei, non voleva fargli cambiare totalmente strada solo per lei.
Lorenzo scosse la testa, non sarebbe andata fino a casa sola. "Insisto" affermò con tono abbastanza deciso e Cecilia cedette. Dopotutto, non le dispiace evitarsi il viaggio da sola.
"Andiamo, dai" la incoraggiò mettendole il braccio attorno al collo e guidandola verso la macchina.
Durante il tragitto verso casa di Cecilia, a parlare fu principalmente la radio, essendo i due ancora piuttosto scossi dall'azione di poco prima. Cecilia notava le occhiate di Lorenzo che trasudavano desiderio e se ne sentì un po' lusingata. Il suo corpo gli faceva decisamente gola.
Arrivati sotto il portone della giovane, Lorenzo spense il motore, dopo aver tirato su il freno a mano, e si voltò verso di lei rivolgendole un ampio sorriso. "Eccoci" le disse e anche Cecilia sorrise.
"Posso baciarti oppure rischio di essere vittima dei tuoi ormoni impazziti?" domandò divertita sporgendosi verso di lui.
L'altro scosse la testa roteando gli occhi. "Puoi, puoi" la incoraggiò sporgendosi a sua volta. 
Si scambiarono un bacio piuttosto veloce ma non per questo meno appassionato, Cecilia avrebbe voluto baciarlo ancora, non solo sulla bocca ma anche sul naso, sulle guance, esattamente come faceva con il suo ex ma si trattenne. Non erano ancora a quel livello di intimità.
A quel punto, Cecilia scese dal veicolo dopo avergli augurato la buonanotte e Lorenzo riaccese il motore, aspettando che la ragazza entrasse in casa, prima di ripartire.
Una volta assicuratosi che fosse al sicuro dentro il suo appartamento, ripartì lanciando un'occhiata verso il portone, ora vuoto, tramite lo specchietto retrovisore.
Sentiva ancora il suo profumo addosso e un brivido di eccitazione gli attraversò la schiena ripensando a quel breve assaggio del corpo di lei.
Ora non ne aveva dubbi: Io avrebbe sicuramente mandato al manicomio.
   
 
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