Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
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Autore: Ghil    04/09/2019    1 recensioni
Raccolta di storie autoconclusive aventi per protagonisti personaggi del gioco Dolce Flirt.
Non hanno temi o caratteristiche comuni, prima di ciascuna ne saranno specificati i dettagli.
'Invincibili' verrà usata come scatola utile per l'ordine.
-Ghil
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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rating: verde

genere: Slice of Life, comico

personaggi: Armin, Candy

coppie: het

avvertimenti: nessuno

prompt: cerotto

conteggio: 368

data di scrittura: 18.01.2017

Pinguino Verde Fosforescente

Ti facevano male gli occhi già da prima – probabilmente perché avevi passato effettivamente troppo tempo davanti alla PSP, anche per i tuoi standard – e, di conseguenza, la testa aveva preso a lamentarsi, ma non bastava.

Nel pomeriggio dovrai andare dall’oculista, che ti dirà, per l’ennesima volta, che hai bisogno di mettere gli occhiali, se vuoi calmare il mal di testa. E tu sei ormai psicologicamente pronto a ignorare tuo fratello e la sua probabile reazione, che starà nel mezzo tra il prenderti in giro e il prodigarsi per trovare il paio di occhiali che meglio si addice al tuo volto, ma non bastava ancora.

Hai un labbro spaccato, ma non importa, perché cadendo sei atterrato sui polsi e ti sei stracciato qualche milione imprecisato di cellule, aprendoti il palmo e formando così una ferita sanguinante in uno dei posti più scomodi per averne. Ma non basta nemmeno questo.

Avevano definito un giorno dell’anno come quello più sfortunato e triste. Quale era già?

Ora lei – la grazia di uno zombie in overdose di antidolorifici e l’energia di un furetto – si stava prodigando a medicarti dopo esserti finita addosso.

« Oddio, scusami Armin! Mi dispiace così tanto. Scusa, scusa, scusa… Sono troppo distratta. »

Si era solo spostata, non ti aveva nemmeno lasciato il tempo di alzarti che già, frenetica, ti aveva chiesto scusa almeno cinque volte, aveva tirato fuori dalla tasca dei jeans un fazzoletto di stoffa, l’aveva bagnato con l’acqua della bottiglietta che teneva nello zainetto e ti aveva tamponato prima il labbro e poi la mano con esso. Dopo, sempre coi suoi modi goffi ma veloci, aveva preso dal portafogli un cerotto – rischiando nel frattempo di rovesciare tutte le monete che conteneva – e te lo aveva messo sul palmo.

Guardi la tua mano medicata. Un pinguino. Un pinguino verde fosforescente. Non capisci se sia ridicolo o carino.

E poi lei non c’è più, andata via esattamente come era arrivata. Esattamente nel modo che ti aveva colpito la prima volta che l’avevi vista.

E la sua assenza ti fa capire che non è più un giorno così malvagio, perché tu hai un cerotto verde fosforescente a forma di pinguino. Il suo cerotto.

  
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