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Autore: vento di luce    04/09/2019    6 recensioni
Una raccolta di racconti eterogenei,che comprende non solo i personaggi principali,ma anche molti altri personaggi,trattando i loro sentimenti a partire da una parola,che sia astratta o concreta,che ha catturato la mia attenzione,facendo riferimento sia all'anime che al manga.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Veleno-Dottor Skiffins/Kenny
One-shot


*********

La grande nave,dove Georgie si era imbarcata come marinaio,era partita all'ora prestabilita quell'assolata mattina dal porto di Sydney.
Marinai indaffarati lavoravano senza sosta,alcuni ospiti riposavano nei loro alloggi,mentre altri guardavano la città allontanarsi sempre di più,tra i quali un uomo dallo sguardo malinconico.
"Addio dolce Australia,purtroppo le mie ricerche sono state vane",sussurrò mentre il vento gli accarezzava i capelli. "Come posso dirgli che non ti ho trovata?",continuò socchiudendo gli occhi,ripensando a quando era arrivato per la prima volta in quella terra dalla natura variopinta.
Un luogo che fin da subito gli era sembrato bellissimo,così diverso dalla nebbiosa Londra,dove aveva sempre vissuto.
Capelli biondi,occhi verdi,un braccialetto d'oro di antica fattura al polso,aveva ripetuto più volte quella descrizione a tutti i negozianti della zona,nel suo campo di ricerche,come la signora Potter,ma nessuno sembrava sapere niente.
In più di un'occasione si era sentito a disagio,perchè molti osservavano con insistenza e curiosità il suo aspetto distinto.
Indossava un cilindro,una giacca elegante,guanti bianchi,stivali alti e si era addentrato a cavallo fino alla Valle del Sole,nella campagna più selvaggia,pur di ritrovare quella ragazza,giungendo infine nella sacra dimora di sorella Kate,che gli indicò la fattoria dei Buttman.
"E se mi avessero mentito?",sussurrò il dottor Skiffins riaprendo gli occhi,pensando a quei due ragazzi che lo avevano mandato via in malo modo,affermando che Georgie era la loro sorella nata in Australia e che non possedeva alcun braccialetto.
Ripensò poi a come aveva vagabondato per giorni sconsolato,fino ad alloggiare in una pensione al porto la notte prima di rientrare in patria mentre,poco distante da lì,Jessica si era concessa a Kenny con tutta la passione che aveva in corpo,per placare la sua disperazione. Non aveva mai provato niente per quell'uomo,ma era uno dei suoi amanti più abili che,ogni volta che poteva,ne approfittava. Sia il medico che il marinaio si erano poi imbarcati sulla stessa nave di Georgie,travestita da Joe Buttman,ognuno con diversi desideri e speranze.
"Ti ritroverò mai?",bisbigliò il dottore rientrando nei suoi alloggi,mentre Kenny si trovava sotto coperta,al riparo da sguardi indiscreti,per bere del vino. 
"Dove troverò un'altra come te fra queste rammollite",mormorò pensando alla notte bollente trascorsa con Jessica. "Anche quel ragazzino dovevi affibbiarmi,come già non ne avessi abbastanza di guai",imprecò cercando di escogitare un modo per far fuori Joe il prima possibile.
Era una scocciatura ma non poteva rifiutare un favore alla ragazza più bella di Sydney,sotto lauta ricompensa.
Aveva un debole per le donne sensuali e dalle forme procaci e,nonostante la preferisse tra le altre,non aveva mai pensato di esserle fedele.
Pur non essendo bello aveva il fascino rude del marinaio che attirava il sesso femminile,molte cadevano ai suoi piedi,anche le più insospettabili. Portava una benda sull'occhio destro per un terribile incidente ed amava indossare foulard di diversi colori
"Che diamine stai facendo,vedi di lavorare sodo o ti butto in pasto ai pesci idiota",diceva Kenny durante il viaggio ogni volta che incontrava Joe,sgridandolo di continuo da quando erano saliti su quella nave,facendogli svolgere i lavori più pesanti.
"Dove sarai Georgie?",continuava invece a ripetere il dottore,che non riusciva a darsi pace.
Skiffins,il quale Conte Gerald era l'appellativo nobiliare,apparteneva all'aristocrazia inglese,come suo fratello Fritz.
Nonostante l'indicibile sofferenza per la perdita della cognata Sophie,della nipote Georgie e la deportazione del fratello,era ancora un bell'uomo dai folti capelli grigi e dai baffi ben curati.
"Devo trovare il modo di sbarazzarmene al più presto",mormorò Kenny un pomeriggio increspando le labbra in una smorfia,mentre osservava Joe pulire il ponte,"che diavolo fai!",disse in tono aspro osservando quel secchio pieno d'acqua rovesciato,ogni pretesto era buono per rimproverarlo.
La presenza di quel ragazzino stava diventando per lui sempre più fastidiosa,toglieva tempo ai piaceri più depravati ai quali amava abbandonarsi come suo solito durante le lunghe traversate,bere,godere della compagnia di qualche donna disponibile o rubare oggetti preziosi negli alloggi degli ospiti più facoltosi.
Il medico invece guardava spesso il mare,divenendo sempre più malinconico e leggeva libri di medicina,la sua grande passione,per fuggire dal suo triste passato,ma spesso i pensieri gli tornavano alla mente.
I fratelli Gerald,prima che Fritz fosse sottoposto ai lavori forzati in Australia dopo quel terribile tranello,erano molto ammirati nell'alta società londinese.
Il dottore aveva un carattere riflessivo e spesso si prendeva cura,in forma del tutto gratuita,delle persone più povere,mentre l'altro era sempre attivo socialmente. Entrambi non ritenevano giusto che solamente pochi potessero usufruire di determinati privilegi,per diritto di nascita,rispetto a molte persone che vivevano di stenti. Skiffins,a differenza di suo fratello Fritz,non si era mai sposato,nonostante fosse molto corteggiato non era riuscito a trovare una donna sensibile e di nobili principi,aveva così dedicato tutta la sua vita allo studio per alleviare le sofferenze altrui.
Era molto legato alla sua famiglia,mentre Kenny non la aveva mai avuta,era stato allevato da una vecchia zia,i suoi genitori erano morti quando era molto piccolo ed aveva imparato a cavarsela presto da solo,imbarcandosi molto giovane e subendo qualunque tipo di vessazione,fino ad avere il rispetto degli altri marinai.
Quella era stata da sempre la sua vita,alcol,sesso,piccoli furti,l'ambiente rude nel quale era sempre vissuto aveva plasmato il suo carattere già predisposto.
La sua casa era il mare,il porto più familiare quello di Sydney,dove viveva Jessica,mentre il dottore,nonostante la sua umanità,aveva frequentato sempre posti raffinati. Così procedeva il viaggio per questi due uomini che non erano mai venuti in contatto,sino a quando udirono quelle urla strazianti.
"Aiuto,aiutatemi",gridò un pomeriggio la Contessina Barnes trascinata dalle onde,infestate dagli squali.
"Resisti Catherine",urlò Joe gettandosi in acqua con una corda,non appena vide la ragazza.
"Mi raccomando Kenny,contiamo su di te",disse un marinaio dando una pacca all'uomo. 
"Sarà fatto",rispose l'uomo con un sorriso diabolico,facendo salire la corda che teneva Georgie molto lentamente.
"Sbrighiamoci o li divoreranno",strillarono con foga i membri dell'equipaggio,"gettate la carne presto!"
"Se non le dispiace prendo io il suo posto",esclamò Skiffins con voce profonda,posando una mano sulla spalla di Kenny contrariato,tirando su la corda più veloce che poteva,mentre gli squali mangiavano con voracità  grandi pezzi di cibo A quel contatto il dottore ebbe un brivido.
"Aggrappati",urlarono poi a Georgie i marinai che avevano gettato la scala a pioli.
"Bravo Joe,bravo",acclamarono tutti infine a gran voce il ragazzo,che si sentiva sempre più debole dopo essere salito di nuovo a bordo.
"Mi occuperò io di questo piccolo eroe,vedo che la tua gamba è ferita,provi molto dolore?",disse il medico mentre Georgie annuì.
"Sono il dottor Skiffins",si presentò.".
"Per qualunque cosa la mia cabina è vostra disposizione",si offrì il Conte Barnes,ancora incredulo che sua figlia fosse salva.
"Questo odore di tabacco,questo petto caloroso,è tutto così familiare",sussurrò Georgie ignara fra le braccia dello zio,che la stava portando verso gli alloggi di prima classe.
"La tua ferita guarirà in pochi giorni,non c'è da preoccuparsi",esclamò poi il medico rassicurandola,fasciandole la gamba,dopo averla disinfettata con cura.
"La ringrazio molto dottore",rispose la ragazza iniziandosi a sentire meglio. 
"Grazie anche da parte mia",intervenne il Capitano prima di andarsene," e tu Joe mi raccomando,guarisci presto."
"Non potrò mai sdebitarmi abbastanza per quello che hai fatto per mia figlia Joe,le hai salvato la vita",esclamò il Conte commosso tenendo le mani di Georgie.
"É mio dovere signore",affermó solamente la ragazza imbarazzata,ma proprio in quel momento il dottore trasalì,notando quel braccialetto.
"Non è possibile,eppure lo ho visto,come può indossarlo lui? Devo assolutamente saperlo",mormorò Skiffins sconvolto quella notte nella sua cabina.
"Joe come va la gamba,senti ancora dolore?",chiese l'indomani l'uomo a Georgie,mentre portava da bere ad alcuni nobili,cogliendo l'occasione.
Dopo quel brutto incidente,su richiesta del Conte Barnes e per volontà del Comandante,la fanciulla era stata promossa a cameriere,un lavoro più leggero.
"Provo ancora un pò di dolore,ma va molto meglio",rispose Georgie.
"Ne sono lieto,se vieni nella mia cabina posso controllarti e poi vorrei parlarti un minuto",disse il medico.
"Va bene,la ringrazio che si preoccupa per me,ma solo per un attimo,sto lavorando",esclamò la fanciulla..
"Chi ti ha dato quel braccialetto?",chiese Skiffins con un tono brusco,prendendola per un polso,dopo aver chiuso la porta.
"Mi lasci dottore,la prego",balbettò Georgie confusa per quella reazione improvvisa.
"No,devi dirmi chi te lo ha dato,devi dirmelo Joe",continuò il medico,"so per certo che appartiene ad una ragazza,dove lo hai preso?"
"Mi scusi devo andare",mormorò la ragazza liberandosi da quella stretta,dopo esser rimasta imbambolata qualche secondo nell'udire quelle parole.
"Joe aspetta",gridò l'uomo,ma era già corsa via. "Sono stato troppo impulsivo,ma il viaggio è ancora lungo,la prossima volta glielo chiederò di nuovo",mormorò rientrando nella sua cabina,mentre Kenny si era appartato come suo solito fra vecchie casse e barili,inviperito per aver fallito.
"Sei riuscito a scamparla ragazzino,ma hai le ore contate,vedrai che bella sorpresa ti aspetta",bisbigliò mentre il pregiato brandy che aveva rubato al Conte Barnes gli bruciava la gola. "Questa la rivenderò ad un buon prezzo una volta sceso a terra",continuò stringendo fa le mani la collana della piccola Catherine.
"Sei qui Kenny",disse in quel momento Joe,passando per quei corridoi,scorgendolo.
"Che vuoi ragazzino",rispose alterato l'uomo ,infilando il prezioso oggetto in tasca.
"Sam mi ha detto,se ti avessi visto,di avvisarti che ti stava cercando",esclamò Georgie,notando la bottiglia di brandy.
"Ho capito,adesso vai",disse il marinaio scacciandola via. "Mi ha visto,forse ha capito che sono io il ladro",sussurrò sempre più arrabbiato,una volta rimasto solo.
"Le auguro una buonanotte signore",si sbrigò nel frattempo a dire Georgie al dottore incontrandolo vicino la sua cabina,prima di ritirarsi negli alloggi dei marinai,dopo aver servito il pasto serale.
"Non riuscirò ad evitarlo ancora per molto,ma perchè è cosi interessato al mio braccialetto,forse mi ha scoperta,ha capito che sono una ragazza? E se invece sapesse qualcosa del mio passato? Forse dovrei parlare con lui,dirgli la verità,no non posso essere scoperta proprio adesso",bisbigliò Georgie pensierosa fra quelle lenzuola dall'odore stantio una volta coricatasi,fino ad addormentarsi.
Mentre ormai la ragazza dormiva di un sonno profondo,dei passi leggeri percorrevano il lurido legno fino al suo letto,mettendo quelle mani ruvide sul suo collo delicato.
"Per te è finita,addio Joe",disse Kenny sul punto di strangolarla.
"Mio principe dove sei",esclamò proprio in quel momento una graziosa voce femminile in quel putrido dormitorio. 
"Maledizione,la Contessina Barnes",mormorò il marinaio dileguandosi il più velocemente possibile. "Al diavolo,per un soffio non lo ho ucciso",imprecò poi dando un calcio ad un sacco a terra.
Il giorno seguente,mentre il dottore si trovava sul ponte,vide Joe che parlava con Catherine.
"Fa di tutto per evitarmi,devo sapere riguardo quel braccialetto",sussurrò continuando a guardare il marinaio.
"Il dottore mi fissa,che cosa devo fare",bisbigliò Georgie indecisa,sentendosi quello sguardo addosso.
"Divertiti Joe finchè puoi,vedrai che la prossima volta non fallirò",disse Kenny che osservava di nascosto anche lui la ragazza,con un ghigno sulle labbra.
"Scusatemi se vi disturbo",esclamò poi il dottore avvicinandosi con garbo alle due fanciulle,pronto a saperne di più,mentre l'altro andava di nuovo a rovistare negli alloggi di prima classe.
"Dovrei parlare con Joe,vorrei innanzitutto scusarmi per  l'altro giorno",disse Skiffins osservando Catherine che teneva il broncio. "Sono stato brusco,ma solo tu puoi aiutarmi,la fanciulla che cerco indossa un braccialetto identico al tuo,sono venuto apposta dall'Inghilterra per cercarla,ha i capelli biondi,gli occhi verdi,è importante."
Nello scorgere quegli occhi limpidi,Georgie si chiese chi fosse davvero quell'uomo.
"Allora devi incontrare una ragazza in Inghilterra?",iniziò a lamentarsi Catherine nell'ascoltare quelle parole.
"Mi dispiace dottore,non so niente",disse Georgie combattuta mordendosi il labbro inferiore.
"Va bene",rispose il medico sconsolato,ma se ti dovesse venire in mente qualunque cosa,anche insignificante,sai dove trovarmi. 
Il marinaio annuì tornando a lavorare,fino a quando il Comandante gli chiese,nel suo ufficio,di fornirgli un rapporto riguardo i furti nelle  cabine di prima classe.
"Joe,hai scoperto che sono io,ma non riuscirai a denunciarmi,ti eliminerò,stanne certo",esclamò Kenny odorando quell'aspro profumo dalla tazzina che teneva in mano. "Aspetta un momento",disse poi incontrando Georgie vicino la cabina di una Duchessa. "Vedo che stai lavorando sodo,prendi questa e riposati un attimo",continuò l'uomo porgendole del tè fumante.
"É per me?",rispose la ragazza sorpresa.
"Certo e mi raccomando,non farti vedere da nessuno,potrebbero sgridarti"disse Kenny beffardo.
"Sei stato davvero gentile",esclamò Georgie,fugando qualunque sospetto che aveva avuto su di lui nei giorni precedenti,dopo aver visto quella bottiglia di brandy.
"Arrivederci all'inferno",sogghignò poi il marinaio vedendola allontanarsi.
"Ciao Joe",disse Skiffins poco dopo andando incontro alla fanciulla,che notò essere sola,mentre osservava affascinato le onde impetuose.
"Salve dottore,vuole del té,non l'ho toccato",rispose Georgie con cortesia,porgendogli la tazzina.
"Ti ringrazio molto",esclamò il medico sedendosi accanto a lui,girando la bevanda con il cucchiaino. "Allora,ti è per caso venuto in mente qualcosa?"
"Posso sapere prima per quale motivo sta cercando quella ragazza?",disse Georgie osservando quell'uomo dai lineamenti gentili,sentiva che poteva fidarsi.
"Sono venuto in Australia su richiesta di qualcun altro",esclamò  Skiffins,sentendosi la bocca impastata da un sapore amaro,sorseggiando quella bevanda.
"Chi è questa persona?",chiese Georgie incredula. 
"Joe,prima che continui,vorrei sapere chi ti ha dato quel bracciale",chiese ll'uomo guardandola intensamente.
"Mi hanno raccontato che apparteneva a mia madre",rispose la ragazza sospirando,"è l'unico legame che ho per scoprire le mie origini,mio padre fu deportato in Australia."
"Deportato? Ma allora tu sei...",sussurrò il dottore sbarrando gli occhi,"sei una ragazza,quei capelli biondi,quegli occhi verdi,il tuo nome è..."
"Georgie signore",esclamò Joe.                                         
"Georgie,sei tu Georgie", mormorò Skiffins iniziando a sentire un senso di soffocamento in gola.
"Si,adesso posso sapere perchè mi stava cercando?",esclamó la ragazza.
"Il motivo è... il motivo è... ",disse il dottore con un filo di voce,facendo cadere all'improvviso la tazzina per terra,accasciandosi.
"Dottore,cos'ha,sta male?",domandó Georgie sconvolta,chinandosi sull'uomo sofferente. "Aiuto,aiutatemi,il dottore sta male",gridò poi la ragazza rialzandosi.
"No aspetta",la trattenne Skiffins,non riuscendo quai più a respirare.
"Maledizione,cos'è questo trambusto",imprecò Kenny sospettoso,vedendo tutti i marinai accorrere sul ponte.
"Georgie,la persona che mi ha mandata è tuo padre,si trova a Londra",disse il medico contorcendosi. "Il suo nome è,il suo nome è..."
"Dottore",urlò Georgie,"mi risponda,la prego",continuò scuotendolo.
"Che succede Joe?",chiese un marinaio venuto in suo soccorso ,fino a quando in poco tempo tutti si radunarono intorno a lei.
"Qui si mette male",esclamò Kenny vedendo Skiffins a terra,affrettandosi ad andare nella sua cabina.
"Purtroppo è morto avvelenato,probabilmente il veleno si trovava nel tè",riportò il medico di bordo al Comandante,indicando la tazzina in frantumi,dopo aver constatato il decesso di Skiffins,mentre Kenny rovistava con foga fra le sue cose.
"Questo andrà bene",disse il marinaio prendendo un pettine d'argento.
"Sei stato tu a mettere il veleno,come hai potuto maledetto",esclamò un membro dell'equipaggio.
"Povero dottore,era una così brava persona",bisbigliarono i passeggeri,sbigottiti per quanto accaduto.
"Non sono stata io,non sapevo che quel tè fosse avvelenato,me l'ha dato Kenny",rispose Georgie a sua difesa.
"Che diavolo stai dicendo?",imprecò l'uomo adirato,dopo essere tornato sul ponte. "Ti hanno visto gironzolare davanti la cabina del dottore più volte,cosa volevi fare,derubarlo?"
"È vero,io l'ho visto",confermó un marinaio.
"Anche io,ti sei messo in une bel guaio Joe",esclamò un altro tenendolo fermo.
"Io volevo solamente parlare con il dottore,vi prego credetemi,ve lo giuro",rispose Georgie accorata.
"Avanti confessa,parla",la esortarono quegli uomini strattonandola.
"Perchè non controlliamo dove dorme,così vedremo se dice la verità",propose Kenny.
"Va bene,procedete",ordinò amareggiato il Comandante.
"Qui non c'è niente",disse un marinaio frugando nel bagaglio di Joe,in quei fetidi alloggi.
"Guardiamo anche nel letto",continuò Kenny scostando la tenda polverosa.
"Ma quella è una borsa,è del dottore",esclamò un marinaio. "Lo hai ucciso perchè ti aveva scoperto,dillo Joe!"
"Non ho mai visto quella borsa,ve lo giuro",si difese di nuovo Georgie mentre la tenevano per le braccia.
"Sei solamente uno sporco ladro ed un assassino",incalzò Kenny.
"Ci hai disonorati,gettiamolo in mare",iniziarono a gridare gli altri marinai.
"É finita per te Joe",disse Kenny tirandolo per i capelli fino al ponte,mentre la ragazza non riusciva quasi più a parlare.
"No,lasciatelo stare,Joe è innocente",urlò Catherine disperata,tirando Georgie per la camicia,fino a quando emerse dai lembi il seno nudo della fanciulla,in quel continuo tirare.
"Joe è una ragazza",disse sbalordito un marinaio,come lo erano il Comandante,il Conte Barnes,i passeggeri e l'intero equipaggio.
"Mi dispiace Catherine,non volevo ingannarti,ma era l'unico modo che avevo per arrivare a Londra",sussurrò Georgie alla nobile che annuiva.
"Una ragazza che mi ha salvata in mezzo al mare dagli squali non può essere un assassino",affermò la contessina Barnes decisa.
"É vero,ha avuto un coraggio straordinario",disse il Capitano.
"Noi non ci siamo tuffati,mentre lei non ha esitato neppure per un secondo. Una persona così altruista non può avere ucciso per una borsa",esclamarono in coro i marinai.
"Ma che cosa state dicendo",rispose Kenny che sentiva il sangue ribollire. "Il fatto che sia una ragazza non cambia niente,voleva rubare il pettine d'argento nella borsa del dottore,controllate",
"Ha ragione,il pettine è qui dentro",disse un marinaio prendendolo in mano.
"Allora,avete ancora dei dubbi?",esclamò Kenny in tono sprezzante. "Come facevi a sapere che c'era un pettine d'argento in quella borsa?",rispose Georgie rincuorata, dopo che Catherine l'aveva coperta con il suo scialle.
"L'abbiamo aperta adesso per la prima volta",borbottò un marinaio inarcando un sopracciglio.
"Rispondi Kenny",gli intimò il Capitano.
"Io...",balbettò l'uomo indietreggiando sempre di più,mentre i suoi compagni iniziarono ad andargli incontro furiosi.
"Prendiamolo,presto",urlarono a gran voce.
"Non sono stato io,non sono stato io",gridò Kenny nel disperato tentativo di salvarsi.
"Fermatelo!",urlarono gli altri,mentre da una tasca dei pantaloni del marinaio cadde per terra il sacchetto contenente la refurtiva.
"Quella è la mia collana",esclamò Catherine stupita.
"Il mio anello,il mio bracciale", bisbigliarono altre nobildonne.
"Adesso non ci sono più dubbi,ladro,assassino",disse un marinaio robusto,cercando di bloccarlo.
"No,no",si difese ancora Kenny sporgendosi troppo,fino a cadere in mare.
"Uomo in mare,presto,gettiamo la scialuppa di salvataggio",strillarono i membri dell'equipaggio.
"Perchè l'hai fatto",sussurrò poi Georgie nella cabina del Conte Barnes,dopo aver appreso dal Comandante che del corpo di Kenny non vi era più nessuna traccia. "Quel tè avvelenato era per me,ma perchè volevi uccidermi? Dottore,chi è davvero mio padre?",continuò la ragazza tormentata da quei pensieri,mentre il corpo di Skiffins era stato portato in una cabina in disuso.
Alla fine di quella triste giornata tutti tornarono nei loro alloggi senza dire più niente,due morti drammatiche avevano sconvolto l'intero equipaggio ed i passeggeri,durante quel lungo viaggio. Il corpo del medico giaceva pallido,privo di vita,sotto un lenzuolo bianco,ma il suo sacrificio non era stato vano,mentre quello di Kenny,figlio del mare,annegato o divorato dagli squali.
Il primo era morto per salvare Georgie,l'altro per ucciderla. Due uomini così diversi nell'anima,così lontani eppure cosí vicini,accomunati dallo stesso tragico destino in quel terribile giorno,mentre la nave procedeva nella sua traversata.

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Note: nel manga Kenny tenta di uccidere Georgie su ordine di Jessica,mentre nell'anime perchè crede che la ragazza abbia scoperto sia lui l'autore dei furti.
  
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