Fanfic su artisti musicali > Queen
Ricorda la storia  |      
Autore: killer_joe    05/09/2019    1 recensioni
“Ho una soluzione!”
“Dio sia lodato”
“Abbiamo bisogno di un fuoco...”
“Assolutamente no!”
*
Aka: Roger è un moccioso, Brian è senza spina dorsale, Freddie ha sempre ragione (o così dice) e John si gode lo spettacolo.
(attenzione: descrizioni - non dettagliate - di copiose perdite di sangue... MA nessun Queen è stato maltrattato durante la stesura di questa fic!)
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hello lovelies! Questa è una stupidaggine che mi sono molto divertita a scrivere, e spero diverta anche voi che leggete. 

Basata sul prompt: 
"I have a solution"
"Thank goodness"
"It involves fire"
"Absolutely no"


Spero di avergli fatto giustizia! 
(TW: perdite di sangue non graphic)

Avanti con la storia!




Put Out The Fire
by killer_joe

 

 

“Ma perché te la prendi sempre con me? Non è stata colpa mia!”

Brian strinse gli occhi, massaggiandosi le tempie con entrambe le mani. I piagnucolii di Roger erano l'ultima cosa di cui avevano bisogno in quel momento, grazie tante. La gamba gli doleva da impazzire, e cominciava già a sentirsi la testa leggera a causa della perdita di sangue. Il fatto che Freddie e Roger non riuscissero a concentrarsi per più di cinque minuti sul problema, quello vero, senza litigare di certo non aiutava.

“Se tu non fossi voluto venire fin quaggiù, di notte, tutto questo non sarebbe successo!”

Freddie, come tipico, stava prendendo la cosa alla lontana. In fondo a Brian non gliene fregava un fico secco di chi fosse la colpa o meno. Gli sarebbe bastato uscire da quel luogo dimenticato da Dio e ritornare alla civiltà. Senza morire dissanguato nel tragitto, se possibile.

“A dire il vero, se tu non avessi fatto cadere la torcia Brian sarebbe ancora tutto intero. Solo la mia personale opinione, eh”.

Il commentario di John, per quanto logico e ragionevole fosse, non era il modo migliore per placare gli animi. Freddie saltò su come una molla, colpito nell'orgoglio. Roger alzò un pugno in aria, in trionfo.

“Aha! Visto, Freddie, è colpa tua!”

“Non è 'colpa mia', tesoro. Se non fossimo stati qui io non avrei fatto cadere la torcia!”

“Ma che logica del cazzo!”

“Vediamo se hai il coraggio di darmi torto, biondino!”

Era ufficiale, Brian ne aveva abbastanza.

 

“Ragazzi...”

Il tono moderato della sua voce non richiamò l'attenzione di nessuno a parte John, che girò il suo sguardo disinteressato su Brian. Ma certo, figurarsi se la vista di qualcuno, che dovrebbe essere tuo amico e compagno di band, perdere sangue è in grado di smuovere la patina di indifferenza che circonda John Deacon. Brian si sentì pervadere da un misto di rabbia ed indignazione.

 

“RAGAZZI! Abbiamo un problema più serio!” sbraitò, silenziando anche i due litiganti. Missione compiuta. Beh, in parte. Dovevano ancora trovare un modo per attraversare almeno un chilometro di foresta incolta, assolutamente deserta, e raggiungere un ospedale. Il tutto trascinando Brian. Ah, e dovevano anche trovare un modo per fermare il sangue. Brian cominciava a sentirsi confuso, la gamba gli doleva, la testa pulsava e i suoi pensieri volavano un po' dappertutto. Sì, per prima cosa, un'idea per fermare il sangue. Dio, ma perché si era fatto convincere a seguirli fin lì?

“Qualche idea per rattoppare Brian?”

Beh, almeno John aveva colto il punto della situazione. Non che la formulazione del pensiero mettesse Brian molto a suo agio. Freddie scosse la testa e Roger aveva un espressione un po' persa sul suo bel faccino.

“Magari al rave hanno qualcosa che può rimetterti in piedi...” suggerì il biondo, con poca convinzione. Brian spalancò gli occhi, incredulo.

“Ma sei serio? Io mi apro una gamba, sto morendo dissanguato e tu ancora pensi ad andare al rave?” ringhiò, e Roger alzò le mani in segno di resa.

“Magari una pasticca...” commentò John, con un livello di disinvoltura tale da lasciare Brian senza parole. Aveva bisogno di nuovi amici.

“Brian, tesoro! Stai perdendo un sacco di sangue!”

Freddie, con un drammatica simulazione di svenimento che Brian si sarebbe volentieri risparmiato, si inginocchiò davanti a lui. Almeno uno di loro sembrava interessato alla sua salute, se non altro. Freddie fece per toccare il polpaccio di Brian ma ritrasse subito la mano, con una espressione disgustata.

“Eurgh, io e il sangue non andiamo molto d'accordo” si giustificò, distogliendo lo sguardo per non vomitare. Brian azzardò un'occhiata alla sua gamba martoriata e fece lo stesso. Cristo, che situazione.

“Okay, abbiamo tergiversato abbastanza. Brian, riesci a camminare?”

Il tono pragmatico di John era un piacevole cambio di rotta. Brian non era sicuro di essere in grado di rimanere concreto e razionale ancora per molto, perché cominciava a salirgli un po' il panico. Fece per alzarsi, ma il solo movimento del piede gli provocò una stilettata su tutta la gamba, fino all'anca. Trattenne a stento un lamento.

“Mi sa di no” comunicò sconcertato. Guardò verso John per ulteriori suggerimenti, ma il moretto non aggiunse altro. Brian alzò un sopracciglio.

“E ora?” chiese interrogativo. John scrollò le spalle.

“Non ne ho idea, se non puoi camminare il mio piano si disgrega” commentò piatto. Brian sentì il repentino e totale bisogno di piangere.

“John, caro, cerca di non essere così rude, eh? Non mettere pressione al povero Brian, sta morendo dissanguato!”

“Grazie, Freddie. Sono molto più tranquillo ora!”

“Scusa tesoro! John, Rog, non state lì impalati, fate qualcosa!”

 

Brian aveva un'unica speranza: di non morire in un bosco, in cui si trovava solo perché Roger voleva partecipare ad un rave, circondato da idioti.

 

“Trovala tu, un'idea per tenerlo vivo”.

“Io sono uno studente d'arte e un performer, tesoro, non un'infermiera”

“Chi è che ne sa qualcosa di più di procedure mediche?”

“Roger, tu sei un medico!”

“Ho fatto UN anno di odontoiatria! UNO!”

“...sei comunque il più qualificato”

“Si è sbrindellato la gamba, non ha perso un dente!”

 

E quell'unica speranza sembrava sempre più vana. Gli sembrava che ci fosse un martello pneumatico impegnato ad aprirgli un buco nel cranio tanto era il dolore, senza contare il male alla gamba. Oh, e il sangue che sgorgava.

 

“Ne avete ancora per molto?”

Non sapeva se fossero state le sue parole, o la sua voce disperata che virava sull'isterico, ma i tre ragazzi si voltarono verso di lui.

“Oh, tesoro, perdonaci. Ora troviamo una soluzione, eh?” cercò di calmarlo Freddie, con tono dolce. Non fece lo stesso errore di poco prima e mantenne le distanze, tentando di infondergli coraggio da lontano. In quel momento il viso di Roger si illuminò.

“Ho una soluzione!”

Brian smorzò una risata sollevata.

“Dio sia lodato.”

Roger cominciò a guardarsi attorno, frenetico, puntando la luce della torcia tra gli arbusti che li circondavano.

“Abbiamo bisogno di un fuoco...”

Brian capì subito dove voleva andare a parare, e impallidì in un nanosecondo.

"Assolutamente no!”


Roger ebbe l'ardire di mettere il broncio. Il broncio! Lui!

“Andiamo Bri! Non posso cauterizzarla con l'accendino, è troppo grande” comunicò Roger, come se stesse proponendo una passeggiata al parco. Sembrava convinto di aver avuto una buona idea. E magari lo sarebbe anche stata, se fossero nel Medioevo.

Considerando che era il 1970, e che c'erano degli ospedali perfettamente funzionanti ad un chilometro da lì... no. Semplicemente no.

“Non ti sembra ci siano già abbastanza danni senza bisogno di aggiungerne di nostra volontà?” tentò di farlo ragionare Brian, lanciando uno sguardo supplichevole agli altri due attori di quella assurda pantomima. Freddie stava attivamente aiutando Roger a trovare legna da bruciare, mentre John fissava la ferita di Brian, attento a spostare i piedi dalla pozza di sangue, non sia mai che gli si rovinassero le scarpe.
Nessun sostegno da loro, a quanto pareva.

“Brian, non fare il bambino” lo ammonì Roger, mentre ammucchiava la misera quantità di legnetti che avevano raccolto in una parvenza di falò fai-da-te. Pronto ad accenderlo. Per cauterizzare una ferita lunga almeno due spanne. Senza uno straccio di strumento medico, senza poterla igienizzare, senza anestesia.

E quello immaturo era Brian?

“NON MI DARO' FUOCO ALLA GAMBA, ROGER! E' FUORI DISCUSSIONE!”

Roger abbandonò il suo tentativo di atteggiarsi a boy scout in favore di rispondere a Brian per le rime. Si girò verso il riccio a braccia conserte.

“E' l'unica soluzione possibile” sentenziò, stressando il concetto. Come se bastasse dirlo a voce alta per farlo diventare realtà. Come se bastasse questo a convincere Brian ad andare incontro a morte certa con il sorriso sulle labbra. Il riccio assottigliò gli occhi.

“Trovane un'altra” sibilò con lo stesso tono, senza interrompere il contatto visivo con Roger.


A troncare la loro sfida di sguardi fu Freddie, che si schiarì la gola.

“Quindi niente fuoco?” chiese titubante. La risposta fu immediata:

“Sì”. Roger.
“NO!”. Brian.

Roger alzò gli occhi al cielo.

“Fai come ti pare, allora” sbuffò, dando un calcio a quel patetico surrogato di barbecue casalingo.
Alleluia, un problema in meno per Brian.

 

Il sollievo non durò per più di trenta secondi, all'incirca il tempo necessario a Brian per rendersi conto che si trovavano nella stessa situazione di cinque minuti fa. Con cinque minuti di sangue in meno. Si sentì colpire da una sensazione di vertigine improvvisa.

“Ragazzi, sento la testa troppo leggera. Credo non resisterò ancora a lungo” si premunì di avvertire gli altri, giusto in caso.

Forse non era il modo migliore di parafrasare. Freddie lanciò un gridolino spaventato, e John alzò gli occhi al cielo.

“Brian, non fare il drammatico. Quello è compito di...”

“BRIAN ti prego non morire!”

“...Freddie”.

“Esatto tesoro, quello è compito mi... Ehi!”

Quasi quasi Brian avrebbe preferito svenire subito, per risparmiarsi il resto. Si voltò verso Roger per un minimo conforto. Il biondo stava osservando la ferita con aria assorta, e Brian sperò non stesse calcolando come fare a chiudergliela con l'accendino. Aveva ricevuto troppi colpi al cuore per una sola serata. D'un tratto Roger, senza una piega, si tolse la maglietta e si inginocchiò davanti a Brian.

“Che cazzo fai?” esclamò il chitarrista, allibito.

“Lo striptease. Secondo te che cazzo sto facendo?” replicò Roger che intanto, con mano ferma, cominciò ad avvolgere la gamba di Brian con la stoffa morbida che aveva in mano. Quando considerò la ferita sufficientemente coperta annodò le estremità il più stretto possibile. Brian si chiese come diavolo non gli fosse venuto in mente prima.

“Questa sì che è una soluzione” mormorò il riccio, con ammirazione. Roger fece un sorrisetto a mezza bocca.

“Beh, mi hai chiesto tu di trovarne un'altra” sussurrò di rimando. Brian alzò gli occhi sul viso di Roger, vicinissimo al suo. Con le ciocche bionde ad incorniciargli l'ovale del viso, gli occhioni blu spalancati e le labbra rosee, appena aperte a mostrare i denti bianchi, sembrava un vero angelo. Uno di quelli dipinti nei quadri ottocenteschi, con la pelle bianca e la lira in mano. Proprio un bell'angelo...

“Angelo? Bri, ti senti bene?”

Forse aveva detto l'ultimo pensiero ad alta voce. Però mancava l'aureola per completare il pacchetto. E un paio di ali bianche.

“Ali? Oi, Fred, Deaky, abbiamo un problema qui!”

Era ora che si rendessero conto che c'era un problema da risolvere. O era già stato risolto? Brian non ne era tanto sicuro. Gli sembrava di avere la testa riempita di batuffoli di cotone. Si sentì spingere indietro, fino a posare la schiena sul petto di qualcuno, e una mano che gli scostava i ricci dalla fronte. L'ultima cosa che sentì prima del buio fu la voce di Roger.

“Io lo sapevo che dovevamo cauterizzare...”.

 

*
 

Brian si risvegliò in un lettino del pronto soccorso. A quanto pareva la soluzione più sensata l'aveva trovata John, che era tornato fino alla civiltà per chiamare un ambulanza, lasciando Freddie e Roger a vigilare sul chitarrista svenuto.

Tutto e bene quel che finisce bene, aveva commentato il medico, senza però rinunciare a far loro una lavata di capo per essersi cacciati nei guai.

Ora, con la ferita richiusa e fasciata da un professionista e i suoi documenti di rilascio consegnati, Brian non vedeva l'ora di crollare sul suo materasso e dormire per un mese. Con un braccio attorno alle spalle di Roger e uno su Freddie, per sostegno, poteva addirittura riderci sopra.

“Comunque, tesoro...” cominciò Freddie, lanciando a Roger uno sguardo in tralice “hai sentito cos'ha detto il dottore?”.

Roger si limitò ad alzare un sopracciglio verso di lui, con un'espressione che racchiudeva perfettamente il suo 'sentiamo la cazzata' implicito. Freddie sorrise sornione.

“Ha detto: 'cosa vi è venuto in mente di andare nel bosco di notte?'. Lo dicevo, io, che era colpa tua!”






Author's notes: 

Ehm... 
Grazie a chi è arrivato fin qui, lasciatemi un commento se vi ha strappato una risata!

Alla prossima
killer_joe

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: killer_joe