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Autore: nobuk3tagay    06/09/2019    1 recensioni
Il vetro della clessidra era già sporco di irrefrenabili granelli di sabbia, impercettibili e lisi.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jin Ling/Jin Rulan, Lan Jingyi, Lan Yuan/Lan Sizhui
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ti vidi mi innamorai, e tu sorridi perché lo sai.
Nel fiore dei suoi quindici anni Jin Ling era alla continua ricerca del suo equilibrio.
Il suo corpo sospeso a galleggiare sulla superficie della società come un ago sull’acqua ove spesso e volentieri, la lingua tagliente e la sua personalità ostile, erano i lievi soffi capaci di farlo sommergere per sempre.
E nella tormenta dei suoi anni incasinati ciò a cui pensava era che tutto dovesse cedergli di fronte, che l’intero universo dovesse lusingare i suoi capricci e che lui avesse il pieno diritto di soddisfarli a volontà: fu più o meno in quel momento che Jin Ling conobbe Lan Sizhui; lui gli sorrise e l’equilibrio a cui tanto ambiva cedette come gelatina.
Jin Ling s’innamorò e arrivare all’esserne consapevole presumeva il dar permesso al discepolo di colpirlo con l’intensità di mille soli quando piegava deliziosamente le sue labbra.
E Sizhui lo faceva sempre: gli si avvicinava più del dovuto, lo chiamava una o due volte e poi gli sorrideva, spesso celando la distesa della bocca dietro l’immensa manica della sua veste.
Instancabile ogni volta Jin Ling se ne rendeva conto, restando interdetto per incessanti secondi, colorandosi di una sfumatura rossa indelebile.
Sa, obiettivamente, che i sorrisi che riceve e la gentilezza con cui viene trattato non significano che Sizhui lo consideri speciale ma, invece di irritarlo, amplificano ancora di più i sentimenti che nutre per quella persona che liberamente fa dono della propria (persona) a chiunque.
E il tempo non dà tregua, accelera sul percorso dei suoi sentimenti e il petto è un casino dolorante ogni volta che la lingua si ferma su quelle consonanti che gli fanno da nome, inammissibile per lui dover cedere ai rumori sordi del suo cuore che non conosce quiete.
Lo ama così tanto e sono ogni volta pensieri come fili ingarbugliati e sentieri tortuosi quando chiude gli occhi e nella sua testa riappare la sua figura, per cui semplicemente si lascia cullare da situazioni parallele un po’ lontane da quella scoraggiante realtà.
È troppo per Jin Ling, questo lo sa, benché sia solo uno scenario irrealistico nella sua testa non può fare a meno di arrossire e rotolare avanti e indietro sul duro letto della sua stanza.
Si dice che può renderla almeno un po’ reale questa sorta di fantasia e la genetica a quanto pare lo aiuta nell’infrangere almeno una delle 4000 e passa regole di Gusu.
Certo, il coprifuoco è una sensazione sgradevole, forse senso di colpa, ma che ingoia in una semplice mossa quando Caiyi notturna ingloba tutte le incertezze.
Sosta davanti ad un’imbarcazione senza nemmeno guardarla, sulla piattaforma in legno sovrastante ad un passo o più dall'orizzonte morto ormai da ore e semplicemente assorbe i suoni dello scrosciare d’acqua che lo rendono un po’ più tranquillo.
Poi una botta in piena schiena e un tonfo assordante lo destano mentre impreca senza nemmeno pensare veramente ad una conseguenza fatale; sente suo zio biasimarlo da lontano.
Quando comunque atterra con poca grazia sul fondo della barca ci mette quasi cinque secondi per collegare che sta avanzando, o per meglio dire, che essa si sta imponendo sull’acqua.
« Ma che cosa— Ehi!! », esplode, mentre lesto può solamente calcolare la distanza tra lui e la terraferma ove conferma saggiamente poco dopo che capitolare in acqua e infradiciarsi non gli gioverebbe poi così tanto.
« Jin Ling? », chiama una fievole voce e il giovane gran Maestro sa che sarà una lunga nottata, con lo sconcerto in quel richiamo che pizzica un po’ le sue gambe e per cui si sente vicino dal cadere in ginocchio.
« Lan Sizhui », risponde circospetto l’altro, mentre dalla riva un simpatico ghigno scandisce ciò che sarà l’avvenire: Lan Jingyi si complimenta con se stesso « Sì, indubbiamente mi ringrazieranno. »
Per il dondolio della barca, il movimento impercettibile dell’acqua smuove i loro sconcerti, e le piccole increspature di Caiyi danno loro l’impressione di essere sempre più vicini, spostandoli impercettibilmente.
E Jin Ling si riscalda tutto d’un tratto, sente il sangue affluire alle guance perché Lan Sizhui adesso gli sorride come se avesse fatto chissà quale gesto che meritasse un simile premio, poi inizia a parlargli del niente, la sua bocca straripa di parole che non arrivano a Jin Ling ed egli pende ciononostante dalle sue labbra, fino a quando non s’accorge che era questo che aspettava da tempo.
« Jin Ling, mi stai ascoltando? », sa che Sizhui lo sta scrutando intensamente e lui ingoia constatazioni troppo dolci per quel momento, semplicemente annuisce « Ti stavo chiedendo se volessi una nespola... »
« Con questo buio non riesco a vedere te, figuriamoci le nespole! », azzardò amaro, forse un po' troppo irrequieto.
Lan Sizhui rise educatamente, con quella sua vitale tranquillità che ne caratterizzava il personaggio, come se sapesse (probabilmente così) quanto fosse un pessimo bugiardo e tuttavia gli si fece pericolosamente vicino; avvertì il peso della barca sbilanciarsi lentamente verso la loro postazione e il caldo repentino minacciò di sciogliere i suoi vestiti seduta stante.
Jin Ling ebbe l’ardire per captare quella che suppose essere una nespola spingere dolcemente l’ingresso delle sue labbra; Sizhui gliela mantenne in posizione sorreggendola genuinamente con tre dita.
Una familiare e rovente forma di spensieratezza invade il petto del giovane Maestro Jin e desiste grazie a questo dal lanciarsi in acqua e anzi, contrariamente alle aspettative, schiude debolmente le labbra.
Sizhui nota con piacere che non ha addentato la nespola offertagli piuttosto ha posato sulla buccia un casto bacio, viziando il frutto.
« Sembra che tu la stia baciando », bisbiglia ed è sempre più attento, interessato ai movimenti che Jin Ling fa per cambiare davanti alla sua immagine, ora addentandola.
Spontaneo la mastica lentamente, prendendosi di conseguenza tutto il tempo per rispondergli con un « Chi mai bacerebbe una nespola? », e l’altra metà del frutto giace ancora tra le dita del discepolo.
Jin Ling sembra rammaricato per quel pasto incompleto, e Lan Sizhui è troppo impegnato nel cercare una qualsiasi risposta per notarlo « Allora… chi baceresti? »
La domanda spiazza l’altro, la saliva gli va di traverso o forse è proprio la nespola a tentare di farlo fuori; nel chiaroscuro della notte boccheggia e nemmeno vuole saperlo.
« Cos’è Sizhui, ti piacciono così tanto i baci? », biascica nel dirlo (quando poi è Sizhui a trovarsi di fronte e non dovrebbe preoccuparsene) e fa subito per ricomporre la figura altezzosa che gli è propria, con i cocci che Sizhui ha sparso dopo averlo distrutto a cuor leggero con quel discorso « non fai altro che parlare di baci. »
Jin Ling vede Sizhui recedere, incassa il suo imbarazzo e non può fare a meno di remare temerariamente in acque profonde, e se rischiasse di affogare? Se non riuscisse più a risalire in superficie? Non che abbia il giusto equilibrio di se stesso, comunque.
E sulle labbra persiste la sensazione morbida di quel frutto… se prima avesse aperto ancor più le labbra avrebbe sicuramente sfiorato le dita di Sizhui, giusto?
« Io… non ho mai baciato nessuno », sono ancora vicini quando Jin Ling lo sente parlare e non può fare a meno di chiudere gli occhi e respirare il suo profumo mentre l’altro si blocca sul dire, lasciando la questione in sospeso.
« C’è qualcuno che merita i tuoi baci? », e le parole tracimano dalla sua bocca e Jin Ling ha perso il controllo della sua cotta.
Sizhui lo guarda confuso, speranzoso e poi ferito—sente la sua risata cristallina ed è tanto leggera che inconsapevolmente gli si appressa di più.
« C’è », è un monosillabo diabolico quello che abbatte le difese di Jin Ling « C’è da così tanto tempo, Jin Ling. »
E Jin Ling si pente di non aver superato in precedenza quella distanza tra lui e la terraferma.
Ecco, può solo pentirsi di essersi innamorato e di non sapere cosa fare, rammentare che di giorno si pente di averlo incontrato mentre « Allora dovresti semplicemente andare a prenderti quel bacio, razza di imbecille! », la notte va a cercarlo.
Il suo sguardo mortificato crolla sulle vesti proprie intanto che si ripete che non tornerà più a casa se osa piangere per un rifiuto amoroso.
Forse sono gli occhi gonfi di lacrime che lo rendono cieco e il frantumarsi del suo cuore allo stesso modo sordo, ma gli ci vogliono comunque una manciata di secondi per ritornare alla barca; Sizhui intanto sembra averlo chiamato con una crescente necessità.
Alza lo sguardo giusto per vederlo sciogliersi il nastro frontale, lo stringe fra le dita laddove la sua bocca socchiusa annaspa.
« Jin Ling », lo chiama spiacente e poi sa solo che ciò che tocca le sue labbra non è una nespola, bensì la bocca innamorata di Sizhui che lo sfiora gentilmente.
Nessuno dei due ha chiuso gli occhi: era stato imbarazzante a tal punto che poco dopo boccheggiarono entrambi come pesci.
Jin Ling stava per recensire il gesto (cosa gli avrebbe detto esattamente?), ma quel discepolo gli si rilancia contro amabilmente e incolla nuovamente le loro bocche, e lui semplicemente glielo lascia fare perché è difficile capire cosa stia succedendo e sa che Sizhui ha probabilmente paura, e ne ha anche lui.
È l’altro a rompere il silenzio  « potrai dimenticare », gli dice e Jin Ling nota che il nastro dei Lan è stretto attorno al suo polso « potrai dimenticare non appena tolto questo nastro », e ancora una volta Sizhui stampa un pudico bacio sulla sua bocca come per dare inizio… come avrebbe dovuto definirlo Jin Ling, episodio speciale?
A quel punto il giovane Maestro della scuola LanLingJin sta già annegando in un mare rovente e del tutto nuovo, ma piacevole (se non rincuorante) sapere che porterà con sé Lan Sizhui.
Ed è un disastro la sua faccia ora che la luce della luna rischiara prima l’acqua e poi la sua figura, rendendo palese il suo rossore, eppure non si allontana da Sizhui all’opposto lo ricambia con i suoi baci dal sapore di nespole.
Quest’ultimo non dice nulla, è un disastro anche lui in effetti, e si consolano a vicenda con piccole carezze e, a quel punto, Jin Ling capisce.
« Io non voglio », borbotta e Sizhui ferma i loro movimenti « non voglio dimenticare » e sa che potrebbe morire per l’imbarazzo in quel preciso istante.
Il giovane discepolo non snoda il nastro, ma lo guarda pazzo d’amore e bacia la sua guancia, una, due e tre volte.
Non ha bisogno che Jin Ling gli dica esplicitamente come stanno le cose, non quando ha appena ricevuto il dono più grande che lui potesse fargli fintanto che lo stringe e nasconde timido il viso nell’incavo del collo; Sizhui lo premia di tanta audacia con un bacio sulla guancia.
Il compagno glielo lascia fare e spinge avido la pelle contro la sua bocca e vorrebbe chiedergli perché adesso lo stia guardando in quel modo laddove suona nel ritmo di quei baci una promessa di venerazione.
E non sanno nemmeno quanto tempo sia passato, e poco gli importa in effetti, ciò nondimeno quando ritornano sulla terraferma con le labbra rosse, gonfie e il disastro sui loro volti sempre più palese, ringraziano davvero Lan Jingyi. 

C’era un uomo con dignità e grazia.
Questa è la situazione: Jin Ling sa di non essere una bella persona.
Ossia, sa di aver talento (come per altre cose) nel tiro con l’arco ed è certo di essere tra i migliori tiratori tra i quattro clan.
Ma non si tratta di questo: Jin Ling è un concentrato di stupida arroganza, con tutti i punti “forti” che ha ereditato dal padre e dallo zio e zero dalla madre.
O meglio, è conscio del fatto d’aver ricevuto come lascito la sua naturale bellezza, come quando snoda i suoi lunghi capelli ed è magro e garbato a tal punto d’apparire in quanto grazia irremovibile dello stelo di un fiore al vento; le posture e le movenze che gli son proprie echeggiano per i dorati campanellini che cela fra la cascata di seta castana che ha per capelli o che indossa attorno la caviglia sottile.
Forte che nessuno ti sconfigga, nobile che nessuno ti umili, te stesso che nessuno dimentichi: tutti parlano ad alta voce quando fa risuonare i suoi passi così impostati, lo chiamano marmocchio capriccioso e lui tace, perché ha imparato ad ignorarli tempo fa.
“È stato viziato per il suo status di figlio di due diversi clan”, si sente dire - e poi ancora: “ed è pronto ad esibirsi con chissà quale presunzione come futuro capo della sua scuola”.
Quella volta suo zio aveva letteralmente ringhiato prima al vociare inopportuno e subito dopo al nipote, proclamando « Se osi piangere per queste cose, non considerarmi nemmeno parte della tua famiglia! », e Jin Ling si era trattenuto tirando su con il naso, perché il bisogno di avere una famiglia era molto più doloroso se non pressante, confrontando alle amare contestazioni che riceveva quasi ogni giorno.
E che lui sia dannato se non riuscirà a prendere le redini della scuola di LanLingJin.
Adesso ha diciotto anni e lavora duro ogni giorno perché sì, nel suo sangue scorre la consapevolezza di essere membro di due clan e futuro capo di uno.
Ha i polsi legati da quel forte senso di responsabilità nei confronti della sua scuola e il desiderio di poter essere capace di indirizzarla verso un futuro migliore attanaglia le sue viscere.
Sa che il suo avvenire è stato progettato perfettamente, anche troppo, ed il ruolo che dovrà occupare gli si fa sempre più vicino: dovrebbe semplicemente attenersi alle regole già scritte e alle carte che continua a firmare sotto occhi attenti e testimoni.
E quando la sera, attraversando corridoi infiniti, raggiunge la sua stanza, riesce a malapena a restare sveglio: si aggrappa al presentimento che un giorno la sua fortuna cambierà, mentre accende una candela sul tavolo in legno in una tiritera stremata che enuncia «È tutto okay, un giorno andrà meglio. »
Jin Ling ha diciotto anni quando, rinnegando i perché*, decide di fermarsi ai suoi quindici: per ogni curva, ogni sentiero o strada che percorre quale lo riporta pochi passi dietro spalle larghe ove, prima che lui possa accorgersi di quanto ci sia dentro fino al collo, una voce canta A-Ling!”, travolgendolo in un abbraccio che sgretola le sue insicurezze e riempie gli occhi di lacrime tu sei un uomo con dignità e grazia”.
Ed è una risatina isterica quella che graffia la sua gola subito dopo, mentre sussiste sulla bocca l’amarognolo sapore delle nespole di primavera.
Le dita affusolate sfiorano la carne calda delle labbra, nutrono di rimpianti e malinconia il ricordo infantile di quattro anni fa.
“Eravamo solo dei bambini troppo curiosi”, gli aveva detto Jin Ling e aveva visto un tremolio inconoscibile nello sguardo di Sizhui: lo colse la cruda consapevolezza di star tagliando un vago filo rosso, la nausea proruppe ma non abbastanza da squagliare le parole che vi susseguirono.
“E crescere non è facile… ma o continui ad andare avanti, o diventi acqua stagnante”, Sizhui teneva gli occhi fissi sulla bocca di Jin Ling come fossero le ultime righe di una lettera d’addio.
Quest’ultimo non gliene fece una colpa quando dimenticò di sorridergli un’ultima volta, forse troppo impegnato ad insabbiare il sapore funesto della nespola. 
E se infelice è l’innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.
   
 
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