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Autore: Eilan21    06/09/2019    6 recensioni
Cosa vuol dire essere regina di un regno diviso, ambito da cristiani e infedeli e al centro di lotte per il potere e per le sue incommensurabili ricchezze? Cosa vuol dire sposare l'uomo più potente del mondo per salvare quel regno, un uomo geniale e intelligente, ma anche freddo e calcolatore? Regina a soli pochi giorni di vita, Imperatrice pochi anni più tardi, Yolande si trova ad essere la pedina di una lotta di potere più grande di lei. Questa è la storia di Isabella di Gerusalemme, moglie di Federico II di Svevia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
Capitoli:
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Jer




San Giovanni d'Acri

Maggio 1223


Nel sole accecante del maggio siriano Yolande si schermò gli occhi con la mano, divertita. La più giovane delle sue dame, che aveva solo otto anni, giocava nel giardino del castello con uno dei cagnolini bianchi che erano i preferiti della piccola regina. Lei, Isabella, da tutti chiamata Yolande, non molto più grande della sua piccola dama Mariam.

Aveva compiuto undici anni l'autunno precedente, ma era regina di Gerusalemme da quando aveva pochi giorni. Undici anni di regno, la cui reggenza aveva portato sulle sue spalle il padre Jean.

La piccola Mariam tirava un bastoncino al cane, poi quando questi si rifiutava di mollarlo, lei lo rincorreva. All'ombra del muro che gettava solo poca ombra sulla terra assolata, le altre dame di Yolande ricamavano e spettegolavano, mentre il gelsomino rampicante che i giardinieri avevano piantato in tutto il giardino spandeva il suo dolce profumo.

Io dico che questa ennesima guerra non ci sarà. Fidatevi di me quando lo dico. Figurarsi, i re cristiani sono ancora troppo umiliati dall'esito infausto della quinta crociata per pensarci!” stava dicendo Agnes, la moglie di Raoul di Saint Omer, il siniscalco del regno di Gerusalemme. Con i suoi trentadue anni era una delle dame più anziane del seguito di Yolande.

Ti stai forse riferendo al padre della regina, Agnes? O al mio?” intervenne maliziosamente la ventunenne Marie di Poitiers, figlia minore di Boemondo IV, principe di Antiochia.

Perdonami Yolande... non intendevo certo biasimare tuo padre...” si affrettò a giustificarsi Agnes, rossa in viso, scoccando contemporaneamente un'occhiataccia a Marie, alla quale non aveva evidentemente intenzione di chiedere scusa.

Non era un mistero per nessuno che il padre di Yolande, Jean di Brienne, fosse stato uno dei capi, insieme a re Andrea di Ungheria, al re Ugo di Cipro, al Duca Leopoldo d'Austria e al principe Boemondo IV, padre di Marie, della disastrosa quinta crociata.

Yolande prese la mano della sua dama fra le sue, rassicurandola con una dolcezza che le era propria: “Nessuno potrebbe mai crederti capace di sottintesi maliziosi Agnes. Nessuno che ti conosca come ti conosco io, perlomeno” aggiunse scoccando una bonaria occhiata di rimprovero a Marie, che continuò a sorridere divertita riportando lo sguardo sul tamburo sul quale stava ricamando un motivo floreale.

Yolande sospirò: sapeva che Marie poteva essere molto pungente e testarda quando voleva. La gentilezza non era nella sua natura, ma era pur sempre la più alta in rango tra le dame della regina, e perciò le altre cercavano di non contraddirla troppo.

Suvvia, non litigate voi due” intervenne placidamente Anais, continuando a dare punti, interrompendosi solo per dare di gomito a Marie, che finse di non accorgersene. “Sappiamo bene che se la guerra è fallita non è colpa di mio zio Jean, e nemmeno di tuo padre, Marie. I principi che hanno partecipato hanno messo il loro cuore e la loro fede in quest'impresa, rischiando la loro vita per liberare la Città Santa. Non si può che ammirarli.”

Sempre conciliante, pensò Yolande sentendo crescere l'ammirazione che provava per la cugina. Poteva affermare tranquillamente che Anais era la sua più grande amica. Erano cresciute insieme tra i palazzi reali di Acri e Tiro. Anais aveva nove anni più di lei, era vero, ma questo non aveva impedito loro di legare. Per Yolande, Anais era la sorella che non aveva mai avuto. Ammirava tutto in lei: il suo carattere dolce e gentile – per la verità molto simile al suo. Ma Anais era anche forte e determinata, molto più di Yolande, che per sua natura era mite. E poi era bellissima: bruna come Yolande era bionda, aveva le forme sensuali e piene di una saracena, tanto che nessun uomo poteva fare a meno di voltare lo sguardo quando lei passava. In confronto a lei l'undicenne ragazzina impallidiva. Dal viso grazioso e dai lineamenti delicati, Yolande era però ancora troppo acerba per essere definita una bellezza. Il suo vero punto di forza erano i lunghi capelli di un biondo dorato, talmente lunghi, poiché non glieli avevano mai tagliati, da arrivarle oltre la vita.

E di chi è la colpa Anais?” chiese un'altra giovane dama. “A parte degli infedeli, ovviamente.”

Lo sappiamo tutte di chi è” s'intromise di nuovo Agnes. “Dell'imperatore, ecco di chi è!”

Di Federico di Svevia?”

E di chi se no? Aveva promesso di mandare rinforzi, ma non l'ha mai fatto. Per questo la crociata è fallita. Onorio avrebbe voluto scomunicarlo.”

Chi è Onorio?” chiese Mariam, che si era avvicinata con il cagnolino in braccio, ormai stanco di giocare, e aveva sentito solo l'ultima parte della discussione.

E' il Papa, sciocchina” rispose Agnes dandole un buffetto sulla guancia. Mariam porse il cagnolino a Yolande, che se lo mise in grembo. Il cane si acciambellò poggiandole il muso umido sul braccio. Gli altri cagnolini, che riposavano ai piedi delle dame, berciarono un po' a quel favoritismo, chiedendo di essere anche loro presi in braccio, ma Mariam li zittì seccamente e con tanta autorevolezza che tutti gli animali si accucciarono di nuovo senza protestare. Yolande appariva divertita, mentre considerava la figuretta della più giovane delle sue dame. Mariam era una figlia illegittima di un dignitario del regno e della sua schiava saracena, ma la bambina era stata battezzata cristiana, e così Yolande aveva potuto esaudire la richiesta di suo padre di prenderla nel suo seguito, un onore che era a molti sembrato anche troppo per un'illegittima per metà saracena.

Per dare a Cesare quel che è di Cesare” intervenne Anais, citando il Vangelo. “Innocenzo III e poi Onorio avevano proibito a Federico di partecipare alla crociata, a causa delle sue ben note posizioni antipapali.”

Ma da che parte stai?” Marie era scandalizzata. Il trono di Gerusalemme poi, la riguardava da vicino, perché suo padre aveva sposato in seconde nozze la zia di Yolande, Melisende.

Dalla parte di chi vuole restituire Gerusalemme alla sua legittima sovrana, naturalmente” rispose Anais senza scomporsi.

Ti ringrazio, cugina” sorrise Yolande chiedendosi se fosse un peccato tanto grave non desiderare con fervore smodato che Gerusalemme le venisse restituita.

Non che ne sarebbe stata scontenta, naturalmente. Come tutti i fedeli si augurava che la Città Santa tornasse in mano cristiana. Ma come aggiunta al suo regno la desiderava poi tanto? Yolande aveva stabilito già tempo addietro che la risposta era no. Forse perché non avendola mai visitata non provava un attaccamento simile a quello che si prova per un luogo caro. Tiro e Acri erano la sua casa. Quest’ultima era divenuta la capitale del regno dopo la perdita di Gerusalemme. E poi c'erano Jaffa, Arsuf, Caesarea, Sidone e Beirut. Ed anche città minori come Ascalona e alcune altre fortezze interne, per non parlare della sovranità sui su Tripoli e Antiochia, i cui governanti, il conte di Tripoli e il principe di Antiochia erano suoi vassalli diretti.

Anche se molto più piccolo rispetto ai grandi regni europei ed anche ad alcuni sultanati confinanti, Yolande amava il suo regno. Ed Acri in particolare: le sue spiagge bianche, il suo mare azzurro e blu, talmente trasparente che ogni singola roccia sul fondo era perfettamente visibile; le sue torri, le sue cupole, i suoi minareti; i suoi profumi – in particolare quello del gelsomino dei suoi giardini e degli agrumi dei suoi aranceti - i suoi colori caldi e il suo sole sempre splendente.

Per favore, ora basta con questi discorsi seri” proclamò solennemente Yolande, con un tono che non ammetteva repliche. “Parliamo di qualcosa di più leggero, con questo caldo non sono proprio dell'umore per i discorsi di guerra!”

Parole sante!” approvò Anais.

Giusto! Perché non parlare d'amore? Per esempio chi sarà scelto come futuro re consorte del nostro regno...” disse una dama, accennando con il capo a Yolande.

Lei si schermì con la mano: “Non credo che mio padre abbia fretta di trovarmi marito...”

Oppure potremmo chiedere alla nostra Marie cosa si prova ad essere sposata con un principe armeno”, Agnes non perse l'occasione di lanciare una frecciatina alla sua rivale.

Come con chiunque altro uomo, suppongo” rispose Marie fumando di sdegno, ma cercando di non darlo a vedere. Marie di Poitiers aveva sposato Thoros di Armenia, un figlio cadetto della regina Isabella di Armenia, che era tra le altre cose anche la sorella minore di Stefania, seconda moglie del padre di Yolande.

Tutti sapevano che Thoros e Marie, di un paio d'anni più grande del suo sposo, erano una coppia male assortita. Erano sposati da tre anni e non era ben chiaro se non avessero figli perché non erano in grado di averne o perché condividevano raramente il talamo nuziale. Yolande riteneva più probabile la seconda ipotesi.

Mentre il punzecchiarsi e il chiacchiericcio delle sue dame proseguiva in sottofondo, Yolande, stufa, se ne estraniò, dedicandosi al suo lavoro di ricamo, interrompendosi solo per dare qualche istruzione a Mariam, che, seduta accanto a lei, stava iniziando a impratichirsi con i rudimenti del ricamo.


Quella sera Yolande si ritirò presto nelle sue stanze. Anche con il calar del sole il caldo non concedeva tregue, così ordinò di lasciare aperte le finestre della sua camera. Mentre sedeva alla toeletta, con la sua ancella personale che le pettinava i lunghi capelli, Yolande si chiese se dovesse considerarsi un'orfana. Al ritmo dei movimenti della spazzola e delle mani di Eufemie, anche i pensieri di Yolande vagavano. Pensava a sua madre Marie, che non aveva mai conosciuto, e che l’aveva preceduta sul trono.

Suo padre Jean, che era riuscito ad elevarsi da figlio cadetto di un nobile francese a consorte della regina di Gerusalemme, era sempre stata una figura sfuggente per lei. Lo aveva visto di rado da quando era nata. Dopo solo due anni dalla morte di sua madre suo padre si era risposato con la principessa Stefania di Armenia, che gli aveva dato solo un figlio morto in fasce. Dopo sei anni di matrimonio, nel 1220, la principessa era morta, e suo padre si era trovato di nuovo vedovo. Ma ormai aveva cinquantatré anni, ed era improbabile che prendesse una terza moglie ed avesse altri figli. Perciò Yolande, con tutta probabilità, non avrebbe mai avuto alcun fratello o sorella.

Di tanto in tanto Jean tornava a Gerusalemme – di cui dopotutto era il reggente - per incontrare la figlia ed occuparsi degli affari di stato, ma quei momenti erano davvero rari, e il consiglio comunque governava efficientemente anche in sua assenza, in attesa che la regina fosse in età da marito. Quando ciò fosse avvenuto lei sarebbe stata incoronata, la reggenza di suo padre avrebbe avuto termine e lei e suo marito avrebbero governato insieme su Gerusalemme, proprio come avevano fatto prima di lei la sua prozia Sybille con il marito Guy, sua nonna Isabella I con i suoi quattro mariti e sua madre Marie con suo padre Jean. Gerusalemme vantava una lunga tradizione di regine regnanti.

Per essere giusta con lui, Yolande doveva ammettere che la storia di suo padre dimostrava la sua abilità nel tracciare da solo il proprio destino.

Jean di Brienne era nato secondo figlio di Erard II, Conte di Brienne e di Agnes de Montfaucon, nella lontana Francia. Suo padre lo aveva destinato alla carriera ecclesiastica, una prospettiva che non piaceva affatto al giovane Jean, che aveva preferito divenire cavaliere, e che in quarant'anni di battaglie e tornei si era guadagnato una notevole reputazione. Quando nel 1208 gli inviati del regno di Gerusalemme erano giunti in Francia per chiedere al re Filippo Augusto di scegliere tra i suoi baroni un marito per la regina di Gerusalemme Marie, questi aveva scelto proprio Jean di Brienne, promettendo di supportarlo nella sua nuova dignità. Due anni dopo i suoi genitori si erano sposati; a quel tempo sua madre aveva diciotto anni e suo padre quaranta. Dopo due anni era nata lei, la loro unica figlia.

Quando il fratello maggiore, il primogenito Gautier, che era succeduto al padre come conte di Brienne, era morto nel 1205, sua moglie Albiria d'Altavilla aveva dato alla luce un figlio nato postumo, anche lui chiamato Gautier, che era succeduto al padre. Ma Gautier lasciava anche una figlia di appena due anni: Anais. Quando era nata Yolande, ed era stato necessario stabilire il suo seguito di dame, balie e pedagoghi, Jean aveva offerto alla nipote di nove anni un posto tra le dame della neonata regina di Gerusalemme. E almeno di questo Yolande sarebbe sempre stata grata a suo padre: di averle donato la sua amatissima Anais.


Quando, due giorni dopo, un paggio informò Yolande che era giunto un messaggio di suo padre, lei non se ne stupì. Suo padre le scriveva sovente, così allungò automaticamente la mano verso il ragazzino per farsi consegnare la lettera. Ma la ritirò quando si accorse dell'espressione imbarazzata di questi.

Cosa succede Philippe?” chiese confusa.

Scusatemi Vostra Grazia, credo di essermi spiegato male. Non ho una lettera di vostro padre... mi hanno solo chiesto di riferirvi il suo messaggio. Sarà qui tra due giorni.”

Yolande ne rimase sorpresa. Come mai quell'arrivo inaspettato e frettoloso? Una cosa era certa: quando suo padre diceva che avrebbe fatto una cosa, la faceva.

E infatti si presentò ad Acri due giorni dopo, puntuale. Dopo aver parlato con i dignitari e il consiglio si recò direttamente da sua figlia, raggiungendola nelle sue stanze.

Padre...” mormorò Yolande con una piccola riverenza, stando nel centro del suo salotto. Jean le andò incontro e l'abbracciò, baciandola su entrambe le guance.

Figlia cara, sei cresciuta molto dall'ultima volta che ti ho vista. Quando è stato... due anni fa.”

Ricordate bene, padre” rispose doverosamente Yolande.

Jean passò a salutare la nipote Anais, che stava in piedi un passo indietro la sua signora.

Ora vorrei parlare un momento solo con mia figlia, se non vi dispiace” annunciò rivolto alle dame. Siccome tecnicamente solo la regina aveva il potere di congedare il suo seguito, le signore attesero che Yolande annuisse col capo, prima di uscire dalla stanza per lasciare un po' di riservatezza a padre e figlia.

I due si sedettero l'uno di fronte all'altra, davanti al grande camino di pietra lavorata, spento a causa del caldo stagionale.

Come stai? Ti trovo bene!” iniziò Jean scrutandola sommariamente. “Come procedono i tuoi studi? I pedagoghi mi dicono che hai imparato alla perfezione il latino e la langue d'oil.”

Oui mon pere... ma sapete che ho una predilezione per la langue d'oc. Sarà sempre la mia prima lingua.”

Yolande conosceva anche un po' di arabo, che le aveva insegnato una delle sue balie saracene quando era piccola.

Temo che dovrai imparare anche il volgare di Sicilia, e quello di Germania” commentò Jean.

Sì lo so che non comprendi di cosa sto parlando”, aggiunse notando la perplessità di Yolande. “Abbi un attimo di pazienza e ti metterò al corrente. Lo scorso marzo ho avuto un incontro molto importante a Ferentino...”

Ferentino?” chiese Yolande, alzando un sopracciglio. Non aveva mai sentito nominare quel luogo.

E' una piccola cittadina dell'Italia centrale. All'incontro erano presenti il Papa, il Gran Maestro dell'ordine degli Ospedalieri, il precettore dei Templari e l'Imperatore Federico II.”

Avete discusso della Crociata?”

Sì, si è parlato anche di questo. La sesta Crociata avrà luogo presto, e vedrai che riusciremo a strappare Gerusalemme agli infedeli. Ma per acconsentire a prendervi parte l'Imperatore ha posto una condizione...”

Quale?”

Sai che ha perduto la moglie Costanza da poco meno di un anno. Ha solo un figlio legittimo e aspira a fare un buon secondo matrimonio. Per farla breve, ti vuole in moglie, e sia io che Papa Onorio abbiamo dato il nostro consenso.”

Yolande rimase a bocca aperta: avrebbe sposato l'imperatore del Sacro Romano Impero, nonché re di Sicilia?

Ma... perché vuole me?” chiese in un soffio.

Perché è un uomo avido, che ha ben poco di spirituale. Se impegnerà le sue risorse in questa guerra vuole in cambio il regno di Gerusalemme, che tu gli porti in dote.”

Quando... quando dovrei sposarlo?”

Oh sei ancora troppo giovane, e inoltre ci vorrà del tempo per organizzare la crociata. Abbiamo sottoscritto un contratto che stabilisce il vostro matrimonio al compimento dei tuoi tredici anni.”

Ma... padre! Io non capisco”, disse Yolande, a cui non era sfuggito il tono poco lusinghiero con cui Jean aveva parlato dell'imperatore. “Federico è il nemico, lo è sempre stato. È un uomo la cui fede è a dir poco è dubbia. È colui che ha impedito il successo della vostra impresa...”

Jean fece un sorriso amaro, lisciandosi la corta barba grigia. “Tutto vero, figlia mia. Hai acume. Ma ora, per un amaro scherzo del destino, Federico ci serve per riprendere Gerusalemme. Senza di lui tutto è perduto. Dovrai compiere questo sacrificio, per il tuo regno e per il tuo popolo. Sei pronta a farlo?”

Seguirono alcuni momenti di silenzio in cui padre e figlia si guardarono negli occhi.

Come se potessi scegliere... pensò Yolande.

Sì, padre” disse infine ad alta voce, chinando la testa. “Sono pronta a farlo.”


Più tardi, nella sicurezza della sua camera, Yolande pianse a calde lacrime tra le braccia di Anais, che la teneva stretta carezzandole i capelli. Mai come in quel momento sua cugina sembrava una bambina smarrita.

Suvvia cara, non sarà così terribile sposarlo, no?”

Sì che lo è!” esclamò l'altra, piccata. “Oh Anais, ho sempre saputo di dovermi sposare ma... non lui!”

E chi allora?”

Yolande si tirò su, mettendosi a sedere sul letto. Asciugandosi gli occhi arrossati di pianto con la manica dell'abito, cercò di calmarsi, perché il suo discorso suonasse più coerente possibile.

Riflettici: che cosa accomunava Folco di Anjou, Guy di Lusignano, Humprey di Toron, mio nonno Conrad del Monferrato, Henri di Champagne, Amalrico di Lusignano?” disse enumerando tutti i consorti delle precedenti regine di Gerusalemme, inclusi i quattro mariti di sua nonna Isabella.

Non erano monarchi” mormorò Anais, cominciando a comprendere.

Esatto! E' sempre stato così Anais!” continuò Yolande, infervorandosi. “La regina regnante sposa un nobile, non un re! Né tanto meno un imperatore. E questo perché deve poter governare il suo regno insieme al proprio consorte, che non ne ha altri da amministrare; il re consorte deve vivere qui e dedicarsi esclusivamente a Gerusalemme. Ma io sto per sposare un sovrano notevolmente più potente di me, che è re di Germania e di Sicilia... nonché imperatore del Sacro Romano Impero. Sarò io a dover lasciare la mia casa, il mio paese! Non governerò mai il mio regno, non sarò mai una vera regina per la mia gente.”

Yolande dovette interrompersi, perché un nodo di pianto minacciava di soffocarla.

Quando si fu calmata aggiunse. “E più di ogni altra cosa, più del pensiero che sarò regina solo di nome, che sarà qualcuno in mia vece a governare... più di tutto mi mancherà la mia terra, il suo mare, il suo sole...”

Anais l'abbracciò di nuovo e nel farlo le fece una promessa che si sarebbe rivelata disastrosa per entrambe.

Almeno di una cosa puoi star certa Yolande: io non ti lascerò mai. Dovunque tu andrai, io ti seguirò.”


Jean di Brienne decise di fermarsi a Acri più del solito. Trascorreva molto tempo preso dagli affari di stato, ma riuscì comunque a dedicare un paio di giornate ad andare a caccia con il falco insieme alla figlia e al suo entourage. Le aveva portato in dono addirittura due girifalchi, i falchi bianchi d'Islanda, meravigliosi e nobili uccelli che da soli valevano quanto un piccolo castello. Yolande ne era stata deliziata, più che se avesse ricevuto un qualsiasi gioiello. La sua voliera era già piena, ma due falchi belli come quelli erano una rarità.

Ho saputo che ha ventotto anni”, stava dicendo Agnes mentre tendeva il cestino a Mariam. Quella mattina passeggiavano nel frutteto, che era pieno di colori e di profumi da inebriare i sensi. “Quindi quando vi sposerete ne avrà trenta.”

E' vecchio!” esclamò Mariam scandalizzata, scuotendo la testa e facendo ondeggiare la treccia scura. “Come puoi sposare un uomo così vecchio, mia signora?”

Anais ridacchiò: a una bambina di otto anni un uomo di ventotto doveva apparire decrepito.

Non esserne sorpresa Mariam” le disse gentilmente. “Pensa che i genitori della nostra regina avevano più di trent'anni di differenza quando si sono sposati.”

Guarda Mariam, lì ci sono dei fichi maturi. Santo Cielo, sono davvero belli!” intervenne Yolande.

Mariam si allontanò un po' indispettita, sicura che fosse stata liquidata perché considerata troppo piccola per i discorsi sugli uomini.

Yolande sospirò. “Spero che la differenza di età non ci impedirà di avere un matrimonio sereno”, disse filosoficamente.

Dicono che sia molto affascinante, se può consolarti”, ammiccò Agnes. “Certo se non consideriamo i suoi capelli rossi!”

Bé, è un degno erede di suo nonno, il Barbarossa”, osservò Anais.

Non mi interessa il suo colore di capelli, purché sia un buon marito. Credo di ricordare che abbia un figlio, Enrico...”

Sì, ha un anno più di te, ed è stato incoronato re di Germania l'anno scorso per volere paterno.”

E della sua defunta moglie cosa sapete?”

Cos'è cugina, temi il confronto?” Marie prese per la prima volta la parola, con un'espressione maliziosa sul viso.

Non stuzzicarla, Marie!” la rimprovero Anais.

So io qualcosa su Costanza d'Aragona” disse Agnes, constatando con sollievo che nemmeno stavolta Yolande si era offesa per gli scherzi di Marie. “Era la figlia del re d'Aragona e di una principessa castigliana. Ha sposato l'imperatore quando era ancora solo re di Sicilia e di Germania, e aveva ben dieci anni più di lui.”

Santo Cielo!” Marie apparve scandalizzata. “Non mi farei mai convincere a sposare un ragazzino con la metà dei miei anni.”

Un ragazzino, hai detto bene Marie. Lui non aveva neppure quindici anni all'epoca...”

Yolande e Anais si scambiarono uno sguardo divertito. Davvero Agnes concordava con Marie? Avevano forse capito male?

Hanno avuto solo un figlio?” si affrettò a chiedere Yolande prima che le due dimenticassero la ritrovata concordia e cominciassero di nuovo a becchettarsi.

Agnes annuì. “Solo Enrico. Anche se...” dovette interrompersi perché Mariam si stava avvicinando trionfante, il piccolo cesto colmo di fichi. Venne frettolosamente allontanata con la scusa di andare a portarli alle cuoche perché ne facessero della marmellata e farsi dare un altro cestino per raccogliere dei cedri. Mariam brontolò un po' ma alla fine obbedì.

Agnes aspettò che i passetti della bambina si fossero persi in lontananza prima di continuare, abbassando il tono come se si trattasse di una cospirazione.

Ha almeno altri tre figli illegittimi. Il primo, Federico di Pettorano, lo ha avuto solo un anno dopo il legittimo Enrico. E altri due, Enzo e Caterina, hanno appena otto e sette anni. Gli ultimi due li ha avuti da una figlia del duca di Spoleto.”

Marie si portò una mano alla bocca. “E' un licenzioso dunque?”

Agnes parve esitare. “Non voglio parlar male del fidanzato della regina...”

Ti prego Agnes, continua. Qualsiasi cosa sia, devo saperla. La scoprirei comunque una volta sposati, perciò preferisco essere preparata.”

Dicono che segua la moda saracena, come tutti i sovrani siciliani. Dicono che abbia un harim.”

Yolande e le sue tre dame rimasero alcuni secondi senza parole, a bocca aperta.

Scusatemi” disse infine Yolande, con un filo di voce. Era sbiancata in viso, e appariva davvero scossa. “Ho bisogno di stare da sola.” E, dando le spalle alle altre, si allontanò in fretta, lasciandole imbarazzate e dispiaciute.

Era seduta su una panchina di marmo un po' appartata già da diversi minuti quando Anais la raggiunse. Yolande alzò lo sguardo.

Posso sedermi?” chiese Anais.

Yolande le fece un cenno d'assenso, indicando il posto accanto a lei.

Ho mandato Agnes, Marie e Mariam a raggiungere le altre dame. Credo che ora stiano spettegolando tutte insieme in attesa del pranzo. Siamo solo noi due, se può consolarti.”

Yolande accennò un sorriso. “Ti ringrazio per la tua sensibilità. Mi sento molto sciocca, a dire il vero.”

E perché mai?” chiese sedendosi.

Perché sarò diventata lo zimbello delle mie dame, a quest'ora. E perché me la sono presa tanto.”

Anais le posò una mano sul braccio. “Loro ti sono affezionate, cugina. Non devi temere il loro giudizio.”

Un harim! Il mio futuro marito tiene un harim come gli infedeli! Come potrò tollerare una simile umiliazione?”

Anais sospirò pesantemente. “Non lo so, te lo dico con sincerità. Suppongo che, non avendo altra scelta, dovrai abituarti.”

Suppongo di sì”, lo sguardo di Yolande era perso nell'orizzonte, verso il mare. In quel momento stava passando una nave dalle vele gialle che solcava la distesa azzurra e piatta con il favore del vento di levante. “In fondo, come dici tu, non ho altra scelta. Come sovrana di Gerusalemme, devo fare la mia parte. E nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile, no?”



Nota dell'autrice: Non ho molto da dire su questo capitolo se non grazie di vero cuore a tutti coloro che hanno letto e recensito :)

A presto

Eilan


   
 
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