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Autore: DolcemaraC_    06/09/2019    3 recensioni
Roger ha il viso corrucciato in una smorfia adorabile, le braccia conserte mentre lo guarda un pò imbarazzato e un pò furente.
Non ha il pigiama.
No, indossa una delle tutine che Freddie ha indossato al concerto del Rainbow Theatre l'anno precedente, una tutina di ciniglia gialla a maniche lunghe che lui si ricorda bene. E' vergognosamente aderente ma non avendo scollature profonde la si potrebbe definire quasi sobria per gli standard di Freddie. Quasi.
Brian si piega in due dalle risate nel giro di pochi secondi, l'immagine di Roger in giro per i corridoi con quella tutina è sublime e a giudicare dall'odore, quella tuta non è più stata toccata dal post concerto.
(Maylor)
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti!
Questa storia è la prima che scrivo sui Queen. Prevedo di divertirmi alquanto e spero sia lo stesso per voi. Piccola premessa: questa storia non è la tipica vicenda suddivisa in capitoli romanzati.
Una persona ha suggerito, all'interno di quella che voleva (e sperava) fosse una critica, che questa storia abbia uno "stile da copione" (riferendosi ai dialoghi in essa). 
Curiosamente questo era (ed è tutt'ora) esattamente il mio intento nello scrivere questa storia. 
I capitoli sono incentrati sullo scambio immediato di battute tra i personaggi più che sulla narrazione; l'effetto è quello quasi di una fiction a puntate, una è leggera e divertente e quella successiva un colpo di scena ricco di pathos. Momenti brevi e intensi sullo sfondo ovviamente di una trama ben delineata. 
Detto questo, buona lettura!









1975, Ridge Farm

 

 

 

R: Bri. Pss. Ehi Bri!

Brian alza la testa dal cuscino, frastornato. I riccioli gli ricadono dolcemente sugli occhi stanchi.

Sospira, solo Roger potrebbe svegliarlo nel cuore della notte bisbigliando con la sua vocina acuta. Una delicatezza che stona con i colpi sul legno della porta.

Si è addormentato con la chitarra ancora stretta tra le mani, qualche spartito abbandonato sul pavimento polveroso. Si stiracchia come un gatto, indolenzito dal collo alle mani, e si avvicina alla porta.

R: Eddai Bri! Briii!

Diamine. Brian apre la porta seccato, Roger sa essere testardo come un bambino capriccioso a qualsiasi ora del giorno. E della notte. Vorrebbe riprenderlo per la sua solita invadenza invece si ferma, incredulo, a guardare l'immagine davanti a sè.

Roger ha il viso corrucciato in una smorfia adorabile, le braccia conserte mentre lo guarda un pò imbarazzato e un pò furente.

Non ha il pigiama.

No, indossa una delle tutine che Freddie ha indossato al concerto del Rainbow Theatre mesi prima, una tutina di ciniglia gialla a maniche lunghe che lui si ricorda bene. E' vergognosamente aderente ma non avendo scollature profonde la si potrebbe definire quasi sobria per gli standard di Freddie. Quasi.

Brian si piega in due dalle risate nel giro di pochi secondi, l'immagine di Roger in giro per i corridoi con quella tutina è sublime- e a giudicare dall'odore, quella tuta non è più stata toccata dal post concerto. Roger tamburella il pavimento con il piede, spazientito, mentre fissa Brian ansimare di fronte a sè.

B: Rog..cristo santo..cosa diavolo fai?

Roger continua a fissarlo, così imbarazzato da non riuscire nemmeno a incazzarsi. Ha le gote rosse ma Brian proprio non saprebbe dire se più per la vergogna o per la furia. Il riccio si riprende, ha il fiato pesante e guarda quei due pomelli rossi e pensa solo che li vorrebbe mordere.

R: Mah, sai - sbotta- avevo voglia di sembrare un pulcino arrapato e mi sono messo la roba di Freddie.

Brian ridacchia ancora.

B: Sul serio Rog, era in programma una sfilata per stasera e mi sono perso l'invito?

Roger lo fulmina con lo sguardo ma non gli risponde, supera lo stipite della porta e si accomoda sul letto di Brian.

Il riccio lo guarda accomodarsi lento, in modo quasi studiato, sul suo copriletto immacolato. Non è la prima volta che ha questa scena davanti agli occhi ma di solito ciò implica che lui sia sdraiato sul proprio letto, da solo, a darsi piacere pensando a Roger. Come è successo più o meno tutte le sere dell'ultima settimana. Brian si muove imbarazzato, cerca di riprendersi da questi pensieri puntando su qualcosa di più casto ma Roger che lo fissa in silenzio sbattendo gli occhioni non aiuta. Deglutisce.

B: Quindi? Mi spieghi?

Roger sospira, allunga le gambe e appoggia la testa vicino alla chitarra di Brian.

R: E' colpa di questo cazzo di posto. Mi sono messo a cercare un pigiama per andare a dormire- un fottuto pigiama del cazzo- e l'unica cosa che mi è rimasta in armadio sono le canottiere dei concerti. E una pelliccia. E una marea di pantaloni di pelle. Non un fottuto pigiama. Sono rinchiuso in una villa gelida e piena di muffa e non ho nemmeno un fottuto pigiama.

B: E..la tutina di Freddie sarebbe la soluzione migliore?

R: Si cazzo! E' in ciniglia, è la cosa che più calda che ho trovato. L'aveva lasciata nel ripostiglio.

Brian sgrana gli occhi divertito ma la sorpresa passa in fretta. Sorride con dolcezza. Lo conosce, sa cosa lo turba. D'altronde Rog è Rog- il suo permaloso, insofferente, attacabrighe Roger. Il suo Roger che non ammetterebbe mai quanto gli manchi casa, quanto gli manchi la vita di Londra. La loro vita insieme a Londra, in quell'appartamento scrostato e con il fornello funzionante solo a giorni alterni. Con la radio che funziona solo grazie alle mani sapienti di Deaky. Con il padrone di casa che li spia dalla finestrella del bagno, mentre si fanno la doccia, dalla finestra dell'appartamento di fronte. Una volta Freddie ha giurato di averlo visto toccarsi, ma Freddie è Freddie e qualsiasi cosa che lo riguardi non può essere noiosa, al costo di stravolgere i fatti.

B: Rog. Sei sicuro che vada tutto bene? Tutine pelose a parte.

R: No. Cazzo Bri scusa, sono piombato qui come una furia..

B: Come fai sempre - ridacchia - e per me non è mai un problema. Lo sai.

Roger si mette seduto lentamente, puntando i suoi occhi cerulei in quelli di Brian. Il riccio trema leggermente sotto quello sguardo, sempre così profondo e così ingenuo al tempo stesso. E' una delle cose che ama più di Roger, il suo essere tempesta e il suo essere anche così fragile. Brian non lo sa ma con nessun altro Roger riesce a essere entrambe le cose, nemmeno con Freddie.

B: Se hai voglia di parlarne, sono qui. Ma per l'amor di Dio Roger - ride portandosi una mano davanti al naso- quella cosa puzza da morire!

R: Ehi! Non è colpa mia se la principessa non si preoccupa dei suoi vestiti dopo i concerti!

Roger cerca di trattenersi ma seguire la risata di Brian è la cosa più naturale del mondo.

R: E va bene, va bene. Prestami qualsiasi cosa che mi cambio.

Brian apre un cassetto raccogliendo un paio di pantaloni morbidi e una felpa. Sente lo sguardo di Roger sulle proprie mani mentre afferra i vestiti, si vergogna dei calli che attraversano i polpastrelli bianchi. Roger suona la batteria come se dovesse trafiggerla, con una forza tale da avere dolori alle dita per giorni. Eppure le sue mani sono sempre lisce, perfette. Piccole, un pò arrotondate.

Mentre pensa questo non si accorge di Roger che arriva alle sue spalle e afferra dalle sue mani i vestiti, lentamente. Brian lo guarda, si accorge che le sue guance sono ancora un pò rosse-forse è solo l'effetto di quella maledetta ciniglia sul corpo, si dice. Sente Roger schiarirsi la voce.

R: Vado a farmi una doccia, ne ho bisogno.

B: Va bene. Quando torni parliamo. O meglio, tu parli e mi dici tutto.

Roger gli regala uno dei suoi sorrisi scanzonati, poi entra nella porta del bagno adiacente alla sua camera. Brian si siede sul letto, respirando piano. Puoi farcela, si dice.

Ce la fa ogni giorno, da quando lo conosce.

Persino in quelle serate, a Londra, quando anche Chrissie era con loro e lui avrebbe dovuto pensare solo a farla ridere e a tenerle la mano fino a quando, accompagnandola a casa, avrebbero fatto l'amore nella sua auto stando attenti a non essere scoperti. E ogni singola volta aveva pensato che avrebbe voluto portarci Roger.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ribuongiorno a tutti.
Il capitolo è ambientato a Ridge Farm, in cui i Queen composero Bohemian Rhapsody; l'idea di una fattoria isolata e spartana l'ho presa dal film, credo sia perfetta come ambientazione della storia. Ah, i Queen hanno davvero dato un concerto nel Rainbow Theatre di Londra, nel 1974.
Questo è il primo capitolo di una serie, come potete vedere il rating è arancione e questo lo si vedrà nei prossimi capitoli. 
 
Dolcemara
   
 
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