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Autore: ParoleNelCuore02    07/09/2019    0 recensioni
I temporali fanno paura un po' a tutti, ma Harry ne è proprio terrorizzato. Louis riuscirà ad aiutarlo? - Breve fluff senza pretese, tra coccole e baci bagnati.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lou, ...piove!
~ ~ ~ ~
 
A Louis piaceva la pioggia. Era come svegliarsi al mattino e sentire il cielo salutarti, dirti che malgrado tu sia solo un puntino nell'immensità del cosmo, sei comunque parte di qualcosa di grande.
Quella mattina, però, le nuvole stavano seriamente esagerando: tuoni e fulmini si alternavano da ore e l'acqua grondava dall'alto in modo violento ed irrefrenabile.
Louis si girò nel letto, alla ricerca del suo orsacchiotto personale da stringere, per poi tornare a dormire. Tastò le lenzuola ad occhi chiusi, ma non trovò nulla. Sbuffò un poco e si alzò: accanto a lui il letto era vuoto ed anche da un po', vista la temperatura polare delle coperte.
Un po' preoccupato, indossò un paio di boxer ed un maglione (sicuramente non suo, a giudicare dalla lunghezza) e scese le scale.
In salone trovò un fagotto di coperte, rannicchiato in un angolo del divano che tremava leggermente. Louis sorrise, intenerito, e si avvicinò: può passare tutto il tempo del mondo, ma alcune cose non cambiano mai.
Mosse le mani e accese l'abat-jour che riempì la stanza di una serie di sfumature colorate.
«Ehi, piccolo...» sussurrò piano, per non spaventarlo, iniziando ad accarezzare i ricci che spuntavano dalla coperta.
Il fagotto si mosse ed un paio di iridi verdi, si scontrano con quelle blu mare. Il più piccolo aveva gli occhi lucidi, si mordeva il labbro e i capelli ricadevano scompostamente sul volto.
Bellissimo, riuscì solo a pensare Louis.
«Lou, ...piove!» singhiozzò Harry.
«Me ne sono accorto.» soffiò l’altro con un sorriso.
«Fallo smettere...» lo implorò il più piccolo.
Louis si sedette accanto a lui e lo abbracciò piano, tranquillamente, scostandogli i ricci dal viso e asciugandogli la lacrima che scendeva silenziosa.
«Non posso, piccolo, non controllo Madre Natura.» ridacchiò dandogli un bacio sulla fronte.
In quel momento, un bagliore illuminò la stanza, riflettendosi sulle pareti attorno a loro, seguito dal rombo assordante del tuono.
Harry sussultò, nascondendo il volto nel collo di Louis, abbracciandolo forte.
Louis lo coccolò ancora un attimo, sussurrandogli parole dolci, finché si decise: prese Harry per le spalle e lo scostò un poco dal suo corpo.
«Non credi sia ora di risolvere questa cosa, piccolo?» gli chiese retorico, sfiorandogli la guancia.
Harry lo guardò confuso per un momento, ma poi fu costretto ad aggrapparsi al collo dell'altro che l'aveva preso in braccio a mo’ di koala.
«Lou, che stai facendo?» chiese Harry un po' titubante.
Il maggiore si limitò a sistemarlo meglio su di sé, in modo da farlo stare più comodo, e si diresse sicuro verso la porta d'ingresso.
«Lou?... Louis?!... Ma cosa? No!» si agitò il più piccolo, una volta compreso cosa intendesse fare l'altro.
Louis lo accarezzò piano, mentre afferrava un oggetto dal mobile lì accanto, apriva la porta e superava la veranda.
Harry si preparò al gelo della pioggia sulla sua pelle, stringendosi all'altro così forte da lasciargli dei segni, probabilmente.
Dopo qualche secondo, però, non sentendo nulla, decise di aprire gli occhi e guardarsi intorno.
Spalancò gli occhi studiando ogni dettaglio di ciò che lo circondava: attorno a loro era comparsa una cupola di vetro su cui la pioggia cadeva incessante, creando una cascata che li avvolgeva senza bagnarli; un fulmine illuminò il cielo, brillando nel buio.
«E questa da dove spunta?» chiese Harry sorpreso.
Louis distolse lo sguardo un po’ imbarazzato. «Ecco...» cominciò «...l’ho presa qualche giorno fa: volevo farti vedere quanto può essere bella la pioggia..., ma non sono sicuro di aver già imparato come funziona.». A quel punto gli mostrò l’oggetto che aveva preso poco prima di uscire.
«Tecnicamente si controlla con questo telecomando,» proseguì il maggiore ancora imbarazzato «ma non ho ancora avuto modo di provarla seriamente, perché questo è il primo temporale da quando l’ho presa e-».
La luce di un lampo brillò sul volto di entrambi ed Harry si ritrovò perso in quelle iridi che lo perseguitavano da una vita, che lo calmavano, lo cullavano, lo proteggevano, ...sconfiggevano le sue paure.
Harry lo baciò (anche perché sapeva che se non l’avesse fatto, l’altro sarebbe andato avanti a parlare all'infinito).
Lo baciò come se la pioggia non stesse cadendo violenta oltre quella cupola che li proteggeva; come se i tuoni non facessero tremare la terra ogni minuto; come se i fulmini non stessero squarciando le nuvole di quel cielo in tempesta; come se al mondo non ci fosse nulla di più importante.
Louis si sbilanciò per un secondo, travolto dalla foga del più piccolo, ma riprese subito l'equilibrio sostenendo entrambi e rispondendo al bacio.
Inizialmente fu solo un ‘labbra su labbra’, tenero e dolce, poi Harry, bisognoso di sentirlo il più vicino possibile, disegnò il contorno della bocca dell'altro con la lingua.
E Louis rispose, perché aveva passato una vita a stargli accanto, a volerlo proteggere e adesso che era adulto e indipendente, voleva bearsi di quei pochi momenti in cui poteva considerarlo ancora "il suo piccolino".
I fulmini, i tuoni, la pioggia...nulla importava: c'erano solo loro, le loro mani, le loro labbra, i loro corpi.
Harry esplorò la bocca dell'altro e strinse le gambe ai fianchi del maggiore, sostenendosi da solo. Louis, a quel punto, poté infilare le mani nei ricci del più piccolo.
Il bacio cominciò ad essere frenetico, passionale, e i loro corpi divennero un tutt'uno.
In quel momento, persero completamente il contatto con la realtà, concentrati com'erano tra loro.
A Louis sfuggì il telecomando dalla mano che cadde a terra e fece aprire la cupola. La pioggia cadde loro addosso, lasciandoli completamente inzuppati.
La calma svanì, lasciando il posto al temporale.
I ragazzi scoppiarono a ridere ed Harry nascose il viso nel collo di Louis.
«Ehi, Haz, come va?» gli chiese il più grande, urlando per sovrastare la tempesta.
Il più piccolo lo guardò con un sorriso enorme ad illuminargli il viso -con tanto di fossette-, i capelli gocciolanti e i vestiti incollati al corpo.
Un fulmine squarciò il cielo, ma quel sorriso non svanì. «Sai...» cominciò Harry, urlando anche lui per farsi sentire «credo che cominci a piacermi la pioggia...è come avere una parte dei tuoi occhi che cade dal cielo...» disse perdendosi in quelle iridi color mare.
«Quindi...niente più paura?» gli chiese Louis sorridendo.
«Nah...è solo un temporale!» in quel momento, però un tuono rimbombò nell'aria ed Harry, istintivamente, emise un urletto -decisamente poco virile- e si avvinghiò a Louis.
Il maggiore rise di gusto e lo riportò all'interno, mentre Harry gonfiava le guance come uno scoiattolo.
Il più grande salì le scale, fino alla loro camera e depositò il più piccolo nella vasca, dopo averlo spogliato (indossava solo una maglia e un paio di boxer striminziti: non ci volle molto a farli sparire) e con un gesto della mano aprì il rubinetto che in breve tempo riempì la vasca di acqua tiepida.
Si svestì e lo raggiunse depositandogli un leggero bacio sulla fronte.
«Tranquillo, piccolo, ci sono io a proteggerti.» gli sussurrò.
Harry allora trasformò il broncio in un sorriso e si lasciò andare a quel piacevole torpore, tra le braccia di Louis. 




 
  
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