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Autore: Shaina    07/09/2019    0 recensioni
Storia scritta per l'evento di We are out for promt attualmente in corso. Questa storia può essere considerata una sorta di prequel, a 'Per una notte soltanto' dedicata a Rei Hino. Ho voluto immaginare in quale modo la guerriera di Venere possa aver vissuto i suoi sentimenti per Kunzite, e cosa l'ha portata a decidere di prendere in mano la situazione della guerriera di Marte.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kunzite/Lord Kaspar, Minako/Marta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima serie
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Promt: il ricordo di un’altra vita
Personaggi: VenusxKunzite
Timeline: prima serie
Nota: alla fine, la storia è venuta giù in linea narrativa con la oneshot dedicata a Mars e Jadeite ‘Per una notte soltanto’.
I riferimenti ad Adonis, sono presi dal manga Sailor V, che narrano le vicende di Minako Aino, prima che si unisca al gruppo riunito da Luna.

Destino

Portare la felicità agli altri era la parte più facile. Quando si tratta di lei, le cose si complicano sempre.
Venus guarda compiaciuta le sue compagne, dall’alto del tetto del grattacielo.
Si è allontanata dal gruppo, per vegliare sulla città, come si conviene al capitano delle guardie. Si è tenuta in disparte, perché non vuole partecipare a quella specie di gioco delle coppie.
I ricordi della mia vita passata mi tormentano. Non si riferisce alla guerra che ha distrutto Silver Millenium, bensì al suo vissuto come Sailor V dal giorno in cui Artemis l’ha reclutata.
Minako è venuta a patti con le rivelazioni di allora da un bel pezzo. Non ha più bisogno di cartomanzia o predizioni sul futuro per conoscere il suo destino, ma la battaglia che ha combattuto prima di riunirsi alle sue compagne ha lasciato solchi profondi, nel suo cuore.
Ace… Anzi, Adonis.
Le ha detto chiaramente che il suo amore non si realizzerà mai e che lei non dovrà lacerarsi per scegliere tra l’amore e la missione.
Ace era soltanto un soldato semplice al comando del principe Endymion. Uno dei tanti soldati senza nome, che Kunzite ha guidato in battaglia, nella loro vita precedente.
Avrebbe potuto essere uno dei tanti bellocci di cui Minako si era invaghita, ma come le ha rivelato lui stesso prima che Sailor Venus si riunisse con le altre guerriere, il destino lo ha fatto diventare un suo pari, abbastanza perché fosse in grado di tenerle testa.
Minako ricorda perfettamente il giorno dell’ultimo scontro. Una parte di lei, vorrebbe confidarsi almeno con Kunzite, ma non servirebbe a niente e a nessuno.
Quando i generali del Dark Kingdom sono stati riportati in vita, la regina Metaria ha cancellato loro la memoria. E poi, dubita che a Kunzite e i suoi possa davvero interessare la sorte di un semplice soldato delle truppe.
È certa che nessuno dei quattro generali abbia memoria di quello che è davvero successo tra loro, durante lo scontro con il Regno della Luna.
Proprio per questo, non può permettersi di rischiare adesso la pelle, solo per salvare un sentimento che non è neppure certa di provare.
Ho mai conosciuto il vero amore?
Venus se lo chiede spesso. È certa di no, e se anche l’ha visto nascere, non ha avuto alcuna possibilità di vedere maturare i suoi sentimenti.
Il tuo amore non verrà mai realizzato.
Quella premonizione ha frantumato qualunque sua speranza di avere un lieto fine.
Ridicolo… Lei che è la dea dell’amore, è destinata a stare sola.

Quando il flusso dei suoi pensieri s’interrompe, Venus si rende conto di essere tornata a casa.
D’impulso, cerca Artemis, il suo gatto. Poi si ricorda che il felino è nel seminterrato a guidare le mosse sue e delle altre.
Stranamente, stasera lei si scopre a sperare che Artemis non torni. Ha bisogno di stare sola.
Per una volta, il fatto che lui venga trattenuto alla base le fa comodo, perché stasera i ricordi hanno preso il sopravvento, e Minako non ha più le energie, per fingere il suo solito inguaribile ottimismo.
Artemis la definisce spesso la fotocopia di Usagi, ma Minako non si sente degna di quel soprannome. Usagi è mille volte meglio di lei.
Non ha bisogno di fingere ottimismo, o spavalderia.
Lei, semplicemente, ci crede davvero. Crede che prima o poi, l’amore arriverà per tutte. Anche quando va tutto a rotoli.
Al contrario della sua principessa, Venus si finge ottimista. Dei suoi segreti più intimi, quelli che riguardano il suo passato, non ha mai parlato con nessuna delle sue compagne.
Né con Mercury, Mars, o Jupiter.
Nessuna di loro sa di Ace, o di chi fosse realmente. E se Rei e le altre hanno conosciuto la vera identità di Kunzite è solo perché il passato è tornato a galla, quando la principessa Serenity si è risvegliata.
Non avrei avuto la forza di confidare loro che in passato sono stata amata da un semplice soldato, mentre io languivo d’amore per uno dei generali dell’esercito nemico.

Il flusso malinconico dei suoi pensieri viene interrotto dal tonfo del vento che spalanca la sua finestra.
Di fronte a lei c’è proprio l’uomo di Endymion con cui civettava duemila anni prima. Come ha fatto a seguirmi fin qui?
Minako esegue una capriola degna di una fuoriclasse, per catapultarsi dall’altra parte della stanza.
«Calma, Venus…» le dice l’uomo, alzando le mani in segno di resa. «Non sono qui per combattere…»
«Non indossi l’uniforme, in effetti, Kunzite… ma il fatto che tu sia qui in borghese è ancora più sospetto… Cosa sei venuto a fare qui? Perché mi hai seguita?»
«Se mi fossi fatto vedere prima, avresti attaccato briga con me prima ancora di permettermi di spiegarti…»
«Beh, non c’è molto da spiegare, mi sembra…»
«Mi sono ricordato tutto.» taglia corto il generale. «Mi ricordo di te, Venus. Nella nostra vita passata, intendo.»
Minako spalanca i suoi occhi azzurri, ma evita di abbassare la guardia. «Beh… forse ho provato qualcosa in passato, ma nel mio entourage non c’eri solo tu…»
«Oh, lo so bene. Bella com’eri e come sei tutt’ora… mi sorprenderei del contrario… Ma non è questo il punto.»
Prima che Minako abbia il tempo di replicare il generale la raggiunge con un balzo, attirandola verso di sé: «Vuoi farmi credere che sei brava soltanto a suggerire agli altri di vivere le cose come vengono, mentre tu non ne sei capace?»
Minako si libera dalla sua presa, scostandosi i capelli che le sono caduti sulle spalle, e si volta nuovamente verso l’uomo, incrociando le braccia: «Ti riferisci al fatto che ho lasciato che le mie compagne seguissero i loro desideri almeno per una notte, come era volontà sia del principe sia della principessa? Sul serio pensi che avrei potuto fare diversamente?»
L’uomo lascia scorrere una mano tra i suoi lunghi capelli d’argento: «La volontà del principe e della principessa riguardava anche te e me, Venus… e qui non sono io che sto facendo il difficile.»
Prima che Minako abbia il tempo di rielaborare una risposta che sia in grado di allontanarlo nuovamente, il generale si china sulla guerriera, e la bacia. Le labbra di Minako esitano solo per pochi istanti, prima di cedere del tutto.
Anche se nella sua testa c’è un turbine impazzito di pensieri. Kunzite non è in grado di farle dimenticare tutto il resto.
Il generale la solleva, ancorandola ulteriormente a sé. Le gambe di Minako finiscono a cingergli i fianchi, come se si muovessero da sole. Anche se lei vorrebbe fermarsi: «Finirò per pentirmene amaramente…» gli dice. «Non è questo il mio destino.»
«Lascia perdere il destino, Venus. Visto che passi la vita a fingerti una ragazza frivola, il fatto di lasciarti andare a un’avventura di una notte ti farà guadagnare in coerenza, almeno.»
È il suo ragionamento che non fa una piega o io sono la solita scema? «Si accetta qualunque cosa pur di non lasciarsi abbattere, no? Altrimenti, i quesiti esistenziali non finirebbero più…»
«Giusta osservazione…»
«Ti faccio notare che la finestra dalla quale sei entrato è ancora del tutto spalancata…» mormora la ragazza, quando l’uomo lascia scivolare la mano sotto la gonnellina del suo vestito alla marinara. E non ho fatto neppure in tempo a trasformarmi, prima che tu piombassi qui…
Sul serio vuoi preoccuparti di questo? Anche dopo tutto ciò che abbiamo scoperto?

All’improvviso, Minako si ricorda che sono in grado di comunicare tra loro con la telepatia praticamente da sempre.
Se mi preoccupassi di quello di cui dovrei davvero preoccuparmi, a quest’ora ti avrei già sbattuto fuori.
Vero anche questo. «Tuttavia, io credo che ci sia una questione più rilevante da affrontare.» replica Kunzite. «Ti ho detto che sono disarmato, e non sono venuto qui in uniforme, Venus. Perché hai ancora addosso la tua divisa?»
Dovrei trasformarmi di fronte a te? Ma sei matto?
«Beh, ormai siamo ben oltre le barricate di difesa dell’esercito nemico… Cioè, sai chi sono, io pure… che cosa ti serve ancora?»
«Vorrei mantenere intatto quel poco di onore che mi è rimasto, a dire il vero… Se uscissi dalla mia stanza mi faciliteresti le cose…»
«Non ci penso proprio. Ti faccio notare che si sta facendo luce, e abbiamo solo poche ore prima che questa notte finisca. Speravo di usare un po’ meglio il mio tempo, stanotte, dopo le ultime rivelazioni.»
«Nessuna di noi avrà un lieto fine, Kunzite. E io lo merito meno di tutte.»
«Tutti noi sappiamo bene cosa comporta la nostra missione, Venus. Ci siamo conosciuti nel bel mezzo di una guerra senza nessuna possibilità di tregua. E il destino ci pone sempre e comunque su fronti opposti, senza alcuna possibilità di cambiare la sorte. Ma stanotte… questa notte è l’unica notte che il principe e la principessa ci hanno concesso di essere onesti con noi stessi… e tu non ci riesci, Venus. O forse, mi sono illuso io.»
Minako non replica, perché Kunzite ha centrato in pieno il problema, e sprecherebbe fiato. Si lascia baciare, per un’ultima volta, prima che lui scavalchi la finestra.
Non lo rincorre, non si affaccia al davanzale. Si limita ad inginocchiarsi sul letto, come se fosse indolenzita. Non ha avuto neppure il coraggio di togliersi l’uniforme alla marinara.
È andato tutto storto, come aveva previsto. E il pensiero che in seguito dovrà chiedere a Kunzite di darle una mano a far sì che almeno le sue compagne riescano a coronare il loro sogno, le stringe lo stomaco.
Non tanto per l’ordine in sé, quello non dovrebbe essere così difficile da eseguire. In fondo, l’unica che potrebbe fare qualche resistenza è Rei, ma Minako sa come dovrà lavorare su di lei.
Il problema sono sempre quelle benedette parole.
Parole che il vento sta facendo riecheggiare nelle sue orecchie da chissà quanto tempo, di un altro uomo, in un’altra vita. Un uomo che le fece una predizione, che ormai Minako sente pesarle come un macigno sulla testa.
«La mia sorte… è uccidere con le mie mani l’uomo di cui sono innamorata?»
«Il tuo amore… non si realizzerà mai. Potrai continuare a combattere senza crucciarti nella scelta tra la tua missione e l’amore. Il destino ti dice di continuare a combattere…»
Adonis…

Solo ripensando a lui, qualcosa si muove nell’animo di Venus, e una lacrima le solca il viso.

  
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