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Autore: Elgul1    07/09/2019    1 recensioni
Questa storia è un What if di cosa sarebbe potuto accadere, secondo me, se invece di Shouyou, Gintoki avesse avuto come maestro Utsuro diventando il più temibile assassino a disposizione dei Naraku.
Gintoki ha sempre vissuto per servire e aiutare il suo maestro Utsuro che lo ha cresciuto come un figlio. Da anni commette crimini di ogni genere uccide coloro che infangano il buon nome dei Narakue chi rappresenta una minaccia per l'ordine imposto. La sua strada però, durante la sua missione più pericolosa, sarà costellata di numerosi incontri che riusciranno a portarlo verso la dritta via che sembra irragiungibile?
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Il comandante camminava di fronte ai suoi uomini disposti in file ordinate e rigidi come fusti. anche se erano pirati doveva ogni tanto far rispettare l’ordine specie se riceveva visite di quel livello. 
 
 
“ Gli uomini sono tutti qui?” Chiese al suo sottoufficiale un uomo lucertola con una bandana in testa. 
“ Si capitano come da sua disposizioni siamo pronti a ricevere i suoi ospiti sul ponte di comando.” Annunciò lui sicuro.
 “ Molto bene non appena saranno qui e chiuderemo la porta di a tutti di tornare ai loro posti e di non infastidire in alcun modo questi tizi…” Si premurò di dirgli l’ultima cosa che voleva era ritrovarsi con l'equipaggio dimezzato a causa di un'offesa arrecata a quel tizio.
 “ Sarà fatto signore.” Disse lui mentre, i pesanti portelloni, si aprirono mostrando a tutti sei figure e, una poco più avanti dai lunghi capelli grigi che, con passo deciso e fiero si dirigeva proprio davanti a lui. 
I suoi Harusame erano nervosi e lo vedeva bene anche lui. Suoi volti di tutti quei pirati alieni l’ansia era palpabile. Quando aveva ricevuto il compito di incontrarsi con quel uomo un moto di paura si era impossessato di lui ma come poteva rifiutare? Non era contemplato un rifiuto di fronte a quel uomo dal volto sorridente e dai lunghi capelli grigi davanti a lui con, alle sue spalle, sei uomini mascherati e nascosti sotto pesanti mantelli. 
 
 
“ Vi ringrazio per averci ricevuto. Comandante della prima flotta…” Rispose lui di rimando chinando la testa. 
“ E’ un dovere il concilio sa quanto lei sia importante per noi ed era nostro dovere presentarci alla sua richiesta. Cosa possiamo fare per lei?” Domandò di rimando.
 “ In seguito ad alcune diatribe nel mio organico e a causa dei Joi. Mi trovo in una spiacevole situazione e vorrei che le vostre divisioni convergessero a queste coordinate.” Spiegò mettendo sul lungo tavolo un foglio con su scritto delle coordinate.
 Il felino le ricontrollo sul computer e impallidi. “ Non per essere contrario ma queste coordinate portano a…” 
“ Si so benissimo dove conducono proprio per questo voglio che portiate là i vostri uomini mi servite per una cosa molto importante.” Rispose anticipando il suo discorso. 
“ In questo caso mi perdoni ma dovrò chiedere il permesso del concilio…” Ammise lui chinando il capo e temendo un qualche colpo da quell uomo. 
Utsuro si alzò in piedi seguito a ruota dalle spade in perfetta sincronia e annunciò:” Mentre lei informerà il concilio noi ci dirigeremo là… Se nei prossimi giorni non riceverò risposta vorrà dire che vi siete rifiutati e, in quel caso…” Si volto con una strana luce negli occhi che fece accapponare la pelle al comandante. “ Saprò come comportarmi.” Concluse mentre, scortato, usciva dalla sala diretto alla sua navicella.
 
 
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Hijikata fissava il panorama dal suo oblo e sospirò. Ormai erano sei giorni che stavano viaggiando ormai mancava poco ad arrivare a quel tanto agognato pianeta. In quei giorni era stato schivo col resto di quelle tutine bianche solo Sasaki gli si avvicinava di tanto in tanto per parlare e dargli le ultime notizie sull'attracco ma una cosa gli ritornava alla mente come faceva quel tipo a essere così sicuro che sarebbero andati li? 
 
Il suo arrivo al luogo dell’esecuzione tutto sembrava quasi che l'avesse studiato e premeditato avevano bisogno di una nave e lui l’aveva già pronta? Tutto questo, all’inizio, non ci aveva fatto molto caso ma, adesso, sembrava tutto come se fosse stato organizzato già da tempo. Scosse la testa cercando di non pensarci stava diventando paranoico con tutte quelle storie di spade, ninja assassini e tant altro. Stava per versarsi un altro bicchiere di sake quando la porta si aprì di colpo. 
 
 
" Ero sicuro di trovarti qua intento a bere un goccetto." Mormorò con un sorriso tra le labbra Sasaki e con gli occhi incollati al cellulare.
 " Cosa vuoi specie di fissato dell'elettronica?" Domandò preparando in anticipo un bicchiere sapendo già che glielo avrebbe chiesto. 
" Informarti che domani, a quest' ora, saremmo in vista del pianeta." Rispose lui prendendo il bicchiere e bevendo tutto in un fiato. 
" Magnifico! Quindi atterriamo?" Chiese speranzoso di poter nuovamente fumare e di uscire da quella scatoletta volante. 
" No assolutamente no." Rispose lui alzando la testa dallo schermo. 
" Come diavolo intendi inseguirli se c'e ne stiamo in orbita? Dovremmo scendere e stanarli lungo la strada." Annunciò Hijikata convinto. 
" Se quello fosse un pianeta normale ti darei ragione ma, purtroppo non lo è..." Spiegò in breve Sasaki con fare esperto. " Il clima, gli animali, il terreno perfino le piante sono un qualcosa di inumano su quel pianeta fare una ricerca a terra seguendo le tracce metterebbe a rischio la vita nostra e dei miei uomini non sono disposto a tanto." Concluse in breve riempiendosi di nuovo il bicchiere.
 " E allora quale sarebbe il tuo piano?" Domandò di nuovo il moro piuttosto irritato e maledicendo quei dannati per essere andati su un altro pianeta.               
" Li seguiremo da distanza tranquillo..." Cominciò a dirgli. " Faremo una sosta a o due lungo il pianeta ovviamente stando sempre qua sopra ne potremmo risentire per tanto, nei prossimi giorni, scenderemo a terra in punti sicuri e poi ripartiremo." Disse ancora bevendo un sorso dal suo bicchiere. " Una volta che loro si saranno fermati a prendere quello che cercano noi li coglieremo sul fatto." Concluse sicuro.
" E perché non possiamo seguirli con la nave?" Chiese Hijikata.
" Se li seguissimo dall'alto se ne accorgerebbero senza contare che avranno una nave con cui rispondere al fuoco se ci scoprono." Replicò il bianco. 
E come faremo a non farci scoprire allora?!" Sbottò il moro sempre più irritato con quel tizio.  
 " Abbiamo appunto per questo una delle navi col più alto livello di occultamento l'ho scelta appositamente per questo." Lo anticipò il vecchio con tono da maestro.                                                                                                                               " "Stai dando per scontate troppe cose... Almeno secondo i miei gusti." Commentò Hijikata a denti stretti. Trovava da sempre Sasaki un individuo molto meschino e un vero complottista nato.                                                   
 Sasaki sorrise maligno e replicò:" Tu non ti preoccupare se seguirai alla lettera le mie istruzioni andrà tutto liscio come l olio non dubitare di me."      
 " Sarò sincero...Non dubito di te, solo non mi fido affatto di te..." Rispose sinceramemte il moro. " Dai per scontato cose la tua nave era pronta quando quell assassino è fuggito è tutto troppo strano cosa nascondi Sasaki?" Chiese infine voleva giocare a carte scoperte si era tenuto quei dubbi da giorni ormai.
 L uomo dai capelli bianchi lo osservò per qualche istante in completo silenzio poi mormoro:" A volte, per poter vincere una guerra, si deve arrivare a compromessi. A volte se si vuole davveri ottenere qualcosa è necessario sapere solo una parte delle cose e fidarsi di quello che ci circonda se ti fidi di me riuscirai a ottenere più di quanto tu possa solo immaginare ma, se non ti fidi, non prenderai un bel niente vuoi davvero sapere tutto adesso? Vuoi davvero che ti sveli tutto prima del tempo?"
Hijikata rimase interdetto non si aspettava che, alla sua domanda, quell uomo rispondesse con un altra domanda ancora e che lo rendesse ancora più confuso.
" Pensaci infondo abbiamo ancora un'po di tempo prima di incrociarli. Adesso, se mi vuoi scusare, vado a dare disposizioni ai miei uomini ci vediamo più tardi." Annuncio alzandosi in piedi e uscendo dalla stanza.
 
 
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" Quindi è questo l'ex pianeta madre degli yato?" Domandò Gintoki a Sakamoto nella sala comandi. Si trovavano di fronte alla grande vetrata e, da lì, si notava un pianeta grande quasi due volte la terra la cui superficie, da lassu, sembrava quasi totalmente priva di acqua ma solo colmo di sterminati deserti.
 
" Si esattamente ormai è disabitato da più di due secoli quello che ne resta sono solo rovine di città, deserti e foreste sparse qua e là." Annunciò Sakamoto facendogli cenno di seguirlo.
 " Ma si sa cosa abbia causato un simile cataclisima?" Chiese Gintoki curioso seguendolo nell'hangar.
 " Nessuno lo sa per certo..." Gli confessò l'occhialuto. " Forse a causa delle guerre ma, comunque sia, questo non è importante adesso. La cosa più giusta da fare è che voi scendiate laggiù e prendiate quello che ci serve." Spiegò lui brevemente mentre le porte si aprivano facendo vedere a Gin alcuni moduli e un gruppo di ingegneri a lavoro per farli ripartire.
" Vi avverto il pianeta è per la maggior parte inospitale per noi umani. La quantita d'ossigeno è minima per tanto dovremmo portarci queste..." Stava spiegando Katsura indicando una dozzina di maschere d'ossigeno con altrettante bombole di scorta.                                                                       " Non scenderemo tutti?" Chiese Gintoki confuso mentre indossava la tuta spaziale. 
" No, non c'e punti d'attracco stabili e in più sia nelle foreste che nel deserto sono presenti creature mostruose non possiamo permetterci che la nave venga attaccata." Spiegò a lui Sakamoto mentre Takasugi e Katsura, seguiti da altri cinquanta uomini, indossavano il suo stesso equipaggiamento. 
" Ci troveremo con la nostra guida in una delle tanti metropoli sommerse dalla sabbia useremo i moduli di trasporto. Purtroppo c'e ne sono solo quattro da dieci per tanto solo quaranta di noi potranno scendere e gli altri dieci arriveranno dopo con un'altro modulo." Disse Takasugi mettendo un'altra scatola di provviste dentro la navicella nera.
 " Gin prendi questo." Disse Sakamoto porgendogli una sorta di ciondolo bianco. 
" Che cosa sarebbe?" Domandò lui curioso rigirandoloselo con le mani.
 " E' un portafortuna e in più funge da localizzatore nel caso succedesse qualcosa clicca sullo spuntone in alto e sapremo dove vi trovate usatelo solo in caso di vero pericolo intesi?" Disse lui con un sorriso sul volto. 
" D'accordo staremo attenti e vedremo di non doverlo usare." Rispose Gintoki stringendo la mano dell uomo per poi avviarsi sul mezzo di trasporto.
 
 
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 E' questa dunque la richiesta di Utsuro?" Domandò il membro del concilio di Harusame al primo comandante di fronte a loro tramite un ologramma.                                                
" Si miei signori data la pericolosita della richiesta vi ho contattati immediatamente che dobbiamo fare?" Chiese chinando la testa il più possibile di fronte ai suoi capi supremi. 
" Forse dovremmo accettare la richiesta se quel mostro ci si ribellasse sarebbe un problema molto serio da gestire..." Mormorò pensieroso l uomo all'estrema destra lisciandosi la lunga barba scura. 
" Tsk siamo da sempre suoi succubi di che cosa avete paura vorrei proprio capirlo..." Sbottò stizzito l uomo al centro con le mani congiunte sul petto.                    
" E' un immortale te ne sei dimenticato? E' quasi impossibile da uccidere come vorresti opporti a un uomo così?!?" Esclamò quello di sinistra alzando la voce. 
" Potremmo sempre cercare di confinarlo da qualche parte..." Ribattè sempre lui come se quello di sinistra non avesse detto niente. 
“ Tsk e dove? Potrebbe andarsene da qualunque posto in cui noi lo spediremo.” Lo ribeccò quello di destra sicuro della cosa. 
“ Comandante quanti navi aveva a disposizione Utsuro?” Chiese al uomo leone. 
“ A giudicare dal numero di uomini non più di quattro avrà ai suoi ordini più di cinque plotoni di Naraku. Più sei uomini vestiti di nero con delle strane maschere.” Spiegò in breve lui, ricordando quello che aveva visto. 
“ Avete sentito? Ha poco meno di 5000 uomini e noi dovremmo ubbidirgli?!?” Esclamò lui sempre più convinto della sua scelta. 
“ Se tu vuoi sfidare la sorte lo farai da solo io non intendo averci nulla a che fare non voglio che si vendichi con me.” Commentò quello all’estrema destra chiudendo il collegamento seguito a ruota da quello di sinistra. 
“ Codardi…” Sbottò lui inviperito. “ Comandante. Raduna la tua flotta insieme alla seconda e alla terza raggiungerete il pianeta Yato, farete finta di giungere li come alleati e poi distruggerete la loro nave e ucciderete i suoi uomini non dovrà andarsene da quel pianeta ci siamo capiti?” Concluse lui con fare autoritario.
 “ Sarà fatto mio signore.” Annunciò lui chiudendo la chiamata.

 Una volta che lo schermo fu spento un moto di panico invase il petto del comandante mai avrebbe creduto possibile dover ubbidire a un simile ordine e soprattutto il terrore di quello che sarebbe potuto succedere lo spaventava sempre di più. Accese l’interfono pronto a comunicare ai suoi compagni la decisione del grande consiglio.
 
 
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Quando la navicella atterro sopra uno dei tanti palazzi seppeliti dalla sabbia. Gintoki fu il primo a scendere e, nel mezzo di quella sorta di scenario post apocalittico, si sentì da un lato felice di rivedere la luce del sole ma, dall altro lato, avvertiva una gigantesca pressione venire da quel terreno così arido e inospitale.
 " Un panorama quasi infernale dovresti sentirti a casa..." Borbottò dietro di lui Katsura ironico. 
" Nha almeno li c'e la tv via cavo qua direi che manca proprio tutto..." Replicò lui aveva già capito da tempo di non star simpatico a Katsura, a differenza di Takasugi e Sakamoto era l unico che, a parte qualche insulto random non gli rivolgeva la parola.
 " Voi due venite qua invece che gironzolare!" Urlo Takasugi facendogli cenno con la mano destra. 
" Uff hai sentito? Il capo ci reclama per scaricare la roba." Disse Katsura andando di malavoglia alla navicella dove gli uomini avevano iniziano a scaricare vettovaglie varie. 
" La guida a giudicare dall'ora dovrebbe arrivare tra una decina di minuti al più per tanto l'aspetteremo qua che nessuno si allontani." Ordino Takasugi serio. 
" Ehm mi sa tanto che dovrai sgridare qualcuno..." Annunciò Katsura. Il moro si guardò attorno notando che, l assassino, effettivamente era sparito.
 
 
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Gintoki aveva deciso di scendere da quel grattacielo per capire cosa fosse quella pressione che aveva avvertito. Non appena mise i piedi su quella sabbia rovente ebbe una sgradevole sensazione come se stesse calpestando qualcosa di vivo e non di sterile come poteva sembrare. Lentamente iniziò a camminare lungo la via principale dove, qua e là, si potevano notare i rimasugli dell asfalto oppure degli edifici che prima adornavano le vie della città. 
" Chissà cosa avrà scatenato un tale disastro." Mormorò lui ad alta voce continuando a girare per i meandri di quella metropoli di acciaio e sabbia. Stava per girare a destra quando, un forte rumore, alle sue spalle, lo fece voltare d'istinto. Si paleso davanti a lui una creatura gigantesca alta poco più di due metri. Una folta pelliccia nera ne ricopriva il corpo mastodontico e, una fila di denti usciva dalla bocca che grondava saliva.
 
 
 " Ciao cuccioletto e tu chi sei?" Domandò con un filo di voce Gintoki la cui mano destra corse immediamente alla spada. La creatura ruggì il suono rimbombo per tutta la zona circostante il bianco avvertì d'istinto un brivido attraversargli il corpo da cima a fondo. Era un predatore e lui era la sua preda.
 
La creatura si gettò d'impeto su di lui Gintoki si sposto a destra evitando l attacco e sferrando di rimando un colpo di spada che prese in pieno muso la creatura che non si sposto di un millimetro allarmato il samurai si distanziò evitando un secondo artiglio.
- E' forte un colpo a piena forza gli ha fatto a malapena il solletico devo pensare a qualcosa...- Riflette lui fra se e se continuando a scansare gli assalti sempre più feroci della creatura. A un certo punto il mostro emise uno scatto e si buttò sottoterra scomparendo alla vista Gintoki si bloccò chiudendo gli occhi avverti un fruscio alla sua destra rapido si sposto a sinistra e colpì il bersaglio al fianco sinistro udendo un lamento indistinto e uno smottamento di terra. Un pesante silenzio scese sull'intera zona Gintoki cercò di avvertire qualcosa qualunque movimento ma niente calma piatta. Stava per fare un passo quando, il terreno sotto i suoi piedi, comincio a sgretolarsi cercò di spostarsi ma prima di riuscirci la creature lo agguanto per i piedi e lo scaravento a terra pronto a colpirlo con gli artigli ma, una mano lo bloccò.
 
" Saresti uno di  coloro che dovrei scortare?" Domandò il losco figuro trattenendo con solo un braccio l arto gigantesco della creatura che, alla vista dell uomo, sembrò iniziare a tremolare come scossa da qualcosa.
 " Mi sembri piuttosto deboluccio..." Continuò lui volgendo lo sguardo verso la creatura che digrigno i denti come a volerlo spaventare senza alcun successo. " Lascia che ti mostri come si trattano queste cose su questo pianeta." Annunciò lui caricando il sinistro e colpendo in pieno petto la creatura disintegrandola all'istante.
 Il samurai, rimase sgomento poi lui disse:" Il mio nome è Umibozou cacciatore spaziale e da adesso fino alla fine della missione sarò la tua guida è un piacere conoscerti."
 
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Ci avevano messo tre giorni per arrivare al tempio. Shinpachi guardò dalla cima della collina la vista splendida che si poteva trarre da lassù. Sotto di lui foresta e civiltà si intrinsicavano in un groviglio unico.
 " Siamo arrivati?" Domandò Kondo visibilmente stanco e sulle spalle Okita che dormiva beato.
" Si Kondo-san." Si girò trovandosi davanti un enorme portone in legno sulle cui estremita si trovavano due leoni in pietra.
 " Sei sicuro di voler andare fino in fondo ragazzo?" Chiese Kondo. In quei tre giorni avevano parlato a lungo di quello che sarebbe potuto succedere sicuramente non avrebbero restituito sua sorella non in quel caso.
 " Si ne sono sicuro..." Mormorò lui sapeva come fosse fatta Kyubeei non avrebbe mai fatto mancare niente a sua sorella ma non poteva sopportare che venisse tenuta li dentro per tutta la sua vita.
 " E allora tanto vale entrare no?" Annuncio Okita svegliatosi dal sonno e estraendo un baazoka da chissà dove.
" Aspetta Sogo che stai..." Prima che finisse di parlare un missile prese in pieno la porta in legno sradicandola dal terreno e facendola volare per una dozzina di metri.
" Ops dite che mi hanno sentito?" Chiese ingenuamente mentre una ventina di uomini iniziarono a correre verso di loro con le spade in pugno.





ANGOLO DELL AUTORE: Lo so sono imperdonabile.... ho messo da parte questa storia che, sinceramente, è una di quelle a cui tengo di più. Mi scuso davvero per questo ritardo spero che, ancora, qualcuno la legga e gli piaccia fatemi sapere cosa ne pensate  a presto.
   
 
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