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Autore: Will P    07/09/2019    1 recensioni
"... c’è qualcuno nell’angolo più lontano della stanza, tre persone assiepate di fronte allo specchio - Midnight, seduta sul bancone tra i lavandini, e Mic a braccia incrociate contro il muro, tutti presi a parlare a voce bassa con un bell’uomo in maniche di camicia che non ha mai visto, ma che sembra quasi...
È imbarazzante, ma ci mette qualche secondo a riconoscere Aizawa.
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Prima della conferenza stampa della UA, All Might e Aizawa si incrociano in bagno. Missing moment dell'episodio 47.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Shōta Aizawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Aizawa è me e io sono Aizawa ma, ahimé, nulla di tutto ciò è roba mia. Titolo @ Broken Mirrors - Rise Against.
Avvertimenti: conversazioni intense nei bagni.
Note: Missing moment prima della conferenza stampa di Aizawa nell'episodio 47. (È assolutamente gen, ma avete la mia benedizione per vederci un po' di Erasermight ;D)



hide from the mirrors (they might show our scars)

Poche ore alla missione e Yagi ha bisogno di un secondo da solo.

Sono giorni che tutti pretendono l’attenzione di All Might e Yagi c’è, c’è sempre, ma ora che è tutto pronto e stanno per entrare in azione deve prendersi un momento per sé e - respirare.

Si defila appena Tsukauchi gli volta le spalle, prima che qualcun altro possa fermarlo per qualche ultima domanda. Ancora qualche minuto e lasceranno la scuola alla volta di Kamino, ma c’è ancora tempo per sparire un attimo, lungo corridoi bui e deserti che dovrebbero fare paura ma che ora sono confortanti.

C’è ancora tempo per respirare.

Non si allontana, non in un momento del genere, ma passeggia senza meta finché non finisce di fronte ai bagni, e gli viene quasi da ridere. È appropriato, come uno studente che si nasconde prima di una verifica. Entra, sorridendo appena, poi però si ferma sulla soglia.

Pensava che quell’ala della scuola fosse deserta, invece c’è qualcuno nell’angolo più lontano della stanza, tre persone assiepate di fronte allo specchio - Midnight, seduta sul bancone tra i lavandini, e Mic a braccia incrociate contro il muro, tutti presi a parlare a voce bassa con un bell’uomo in maniche di camicia che non ha mai visto, ma che sembra quasi...

È imbarazzante, ma ci mette qualche secondo a riconoscere Aizawa.

“Oh,” dice, e i tre si girano verso di lui, interrompendo di botto la conversazione.

Midnight è la prima che si riprende, incrociando le gambe e ammiccando. “Che sorpresa trovarti qui,” dice, scherzosa, come se solo un attimo prima non stesse sibilando qualcosa agli altri due con aria preoccupata.

Yagi sente quasi il colpo di frusta. “È il… bagno degli uomini?”

“Oh cielo, ma è vero!” esclama Midnight, con uno stupore così marcato da far soffocare una risata a Mic. Scende dal bancone con un saltello che fa ondeggiare un po’ tutto (Yagi distoglie lo sguardo, paonazzo) poi si schiarisce la voce. “Allora è proprio il caso di andarsene. Mic?”

“Uh, io sono un uomo.”

Mic.

Mic alza gli occhi al cielo ma poi si stacca dal muro, stringe per un istante una spalla di Aizawa, poi segue Midnight verso la porta. Prima di uscire, però, si fermano per un secondo al suo fianco. “In bocca al lupo, All Might.”

“Grazie,” risponde, distrattamente, con lo sguardo che continua a cadere incredulo su Aizawa.

Non l’ha mai visto così. Non pulito o elegante, così… giovane. È surreale, e la vista gli fa stringere il petto di un’emozione che non riesce a capire nemmeno lui.

Aizawa, al contrario, evita il suo sguardo. Tiene la testa bassa mentre mette a posto gli oggetti intorno al lavandino, preciso e metodico. Rasoio. Schiuma da barba. Pettine. Asciugamano. Sembra irritato, quasi, ma Yagi non è mai stato bravo a leggerlo, e così è come se fosse un estraneo.

La sua espressione vuota lo mette a disagio.

Forse dovrebbe fare qualcosa, andarsene, lavarsi le mani, salutarlo, ma riesce solo a stare a guardare mentre Aizawa prende una cravatta da una borsa sul bancone e inizia ad annodarla, i gesti sempre secchi, gli occhi sempre bassi, la schiena rigida e le spalle tese.

Yagi riconosce i movimenti, li ricorda dai suoi giorni di gloria - il rituale prima di affrontare la stampa, ogni gesto misurato, ogni vestito al suo posto, come indossare l’armatura prima di una battaglia.

Solo che l'armatura di Aizawa è fatta di vestiti consumati e un sorriso troppo largo per le telecamere, e non sembra che si stia preparando alla battaglia.

Sembra che si stia preparando al sacrificio.

“Non è giusto che tu debba andare là fuori.”

Per un attimo (finalmente) Aizawa incrocia il suo sguardo allo specchio. Ha gli occhi stanchi, stanchissimi, più di quanto non li abbia mai visti, ma Yagi si sente comunque trafitto da parte a parte.

“Giusto o ingiusto è irrilevante. È quello che devo fare per il bene della scuola.”

All’improvviso, irrazionalmente, Yagi si sente furioso - non con lui, per lui. “Cosa, farti insultare? Prenderti la colpa di tutto?”

Aizawa alza una spalla, e Yagi stringe i pugni per non attraversare la stanza e scuoterlo.

“Ma non puoi!”

“Perché?”

“Perché - perché non è colpa tua!”

Aizawa non risponde. Finisce il nodo alla cravatta, sistema un ciuffo di capelli, si lava le mani, le asciuga e poi ripiega l’asciugamano con cura, e solo a quel punto si volta. “No, non è colpa mia,” dice, guardandolo dritto negli occhi. “Ma ero lì, come loro guardiano, e non sono riuscito a impedirlo, quindi è la mia responsabilità.”

È come una doccia fredda, e la rabbia di Yagi sparisce bruscamente come era arrivata. Lo capisce, lo capisce benissimo perché il suo senso di impotenza non può che essere una frazione di quello di Aizawa, che era a un passo dal nemico e non è comunque riuscito a salvare Bakugou… ma allo stesso tempo, non può davvero prendersela con se stesso. Molti dei ragazzi sono vivi solo grazie ai suoi insegnamenti.

Molti dei ragazzi sono vivi solo grazie a lui.

“Hai fatto del tuo meglio,” dice, senza distogliere lo sguardo, “e per questo diciannove ragazzi sono qui oggi. Nessuno potrebbe biasimarti per questo.”

Aizawa sbatte le palpebre, poi, di nuovo, abbassa gli occhi. Quando sospira, è un’esalazione profonda che sembra scuotergli anche le spalle. “Eppure non faranno altro,” mormora, non senza una punta di amarezza. “Credi che agli avvoltoi là fuori importi qualcosa? Sei tu l’esperto di media.” Fa una mezza risata vuota. “Vogliono solo qualcuno con cui prendersela, e a questo punto meglio me che la scuola. Io posso essere sostituito.”

Yagi raggela. Non aveva minimamente pensato alla possibilità, non sembra neanche possibile, ma a sentirglielo dire, ora, con una tale calma -

“Aizawa, non puoi arrenderti così,” dice, piano, sottovoce, ma con una determinazione che potrebbe bruciare l’intera scuola, e Aizawa… rimane a fissarlo, sorpreso, ma poi vede gli angoli della sua bocca incurvarsi.

“Oh, non ho intenzione di farlo,” dice, poi sorride, troppo largo e troppo poco rassicurante, ma solo a quel punto Yagi può tornare a respirare. “Se vogliono la mia testa dovranno venire a prendersela.”

Yagi scoppia a ridere, senza volerlo, e finalmente riesce a schiodarsi dalla porta e a raggiungere i lavandini, mentre Aizawa raccoglie le sue cose e si infila la giacca. Quando è pronto, fa per andarsene senza neanche salutare, ma sulla porta si ferma, si volta e gli lancia uno sguardo serio.

“Non fare qualcosa di stupido,” dice, e scompare.

Yagi sbuffa, un po’ stordito, poi scuote la testa e apre un rubinetto.

   
 
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