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Autore: Trottola99    08/09/2019    0 recensioni
L'odio di Van Helsing per Dracula affonda le sue radici nel passato del cacciatore e nell'amore per una ragazza. Ma spesso la verità è nascosta sotto molte bugie e per non soccombere davanti a poteri più grandi di noi, dobbiamo tirare da soli i fili della nostra storia.
* mi sono chiesta come sarebbe andata la storia se Van Helsing avesse amato una ragazza prima di Anna Valerious e se proprio lei avesse potuto cambiare la storia*
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gabriel Van Helsing, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Tra fuoco e fiamme 


La ragazza si avvicinava al cacciatore lenta ma inevitabile, mantenendo un’espressione imperscrutabile in volto. Quando fu a pochi metri dall’uomo si fermò ad osservarlo; i loro occhi parevano incatenati tra loro, nessuno dei due sembrava voler interrompere quel contatto tanto innocente quanto intimo. Mai era capitato al cacciatore di essere così indifeso ed esposto davanti ad una creatura, perchè non sapeva cosa fossa quella ragazza, ma di sicuro non era umana.
Sentiva che lei aveva uno strano effetto su di lui e non poteva tollerare di abbandonarsi a quella dolce sensazione. Spostò il peso su di un braccio puntando a terra un ginocchio. Era pronto a scattare verso la ragazza con il braccio proteso nella sue direzione quando la situazione parve capovolgersi. La giovane mosse appena la mano sinistra e i rampicanti che lo circondavano si strinsero come catene intorno al suo corpo immobilizzandolo dalla testa ai piedi. Cadde a terra sul torace mentre continuava a dimenarsi. Le spine dei rovi iniziarono a graffiarlo sul volto e stritolarlo nelle gambe. Sentiva chiaramente la carne sotto i pantaloni lacerarsi per la pressione di quei piccoli aghi appuntiti. Avrebbe voluto urlare per il dolore ma mai avrebbe dato una tale soddisfazione alla strega.
E pensare che l’aveva persino paragonata ad un angelo nella sua fantasia, quando altri non si trattava che di una schifosa fattucchiera.

Puntò i suoi occhi carichi di rabbia in quelli ancora sereni e controllati di lei. Lo stava prendendo anche in giro? Oltre al danno pure la beffa…
< Sta zitta strega!! E liberami!>
La giovane si avvicinò ancora a lui con passi leggeri sul terriccio.

Questa volta il cacciatore le rise in faccia senza trattenersi, davvero voleva parlare? Con lui? Doveva sicuramente avere qualche rotella fuori posto. Nessun mostro voleva parlare con lui, loro fuggivano o al massimo lo attaccavano ma sicuramente non facevano conversazione. Fermò la sua risata solo quando le spine sul torace gli ferirono la pelle facendolo singhiozzare piano.
< Sei pazza ragazzina, non hai idea di con chi hai a che fare t->
Rimase immobile al suolo pensando a quanto quella ragazza ora gli urtasse i nervi. Come osava trattarlo così, i mostri non erano famosi per la gentilezza ma non poteva accettare di essere raggirato da una stupida streghetta.

La strega socchiuse leggermente gli occhi e fece ancora un passo avanti per poi inginocchiarsi accanto al cacciatore, portandolo così ad essere a pochi centimetri da lei.

Avvicinò una mano al viso dell’uomo che con scarso successo tentò di ritrarsi, ottenendo solo il risultato di allargare la ferita sullo zigomo. Piano la mano di lei arrivò sopra il rivoletto di sangue e poggiò delicatamente un dito sulla zona lesa.  La goccia di sangue che colava sul volto pian piano fece il suo percorso a ritroso rientrando nella ferita; la giovane socchiuse gli occhi respirando piano e la ferita iniziò a rimarginarsi sotto il suo tocco fino a che non fu totalmente guarita. Finalmente tornò a guardare gli occhi scuri di Van Helsing, come ad incantarlo con le sue due pozze di smeraldo.

Tornò in piedi davanti a lui sorridendo.

Mai delle parole avevano colpito così tanto il cacciatore. Era conosciuto per essere crudele, spietato e senza cuore, ma davanti a quella ragazza, sola e scalza sul terreno umido, non riuscì a ribattere oltre. Quando si riprese, lei continuò

 Si guardò le mani sorridendo tra sé < Ci portano del cibo qualche volta e le donne l’estate scorsa ci hanno persino donato dei vestiti. Noi in cambio gli abbiamo fatto dono di una vita lunga e senza sofferenza. Grazie a loro ho capito che non tutti gli umani sono malvagi, anzi, sono come noi, con pregi e difetti. >
Van Helsing emise una risata gutturale scostandosi, per quanto possibile, dei capelli dal volto mentre tornava a fissarla.

Ma toccò a lei questa volta scoppiare a ridere sbeffeggiandolo
Muovendo la mano sinistra i rovi che lo avvolgevano si ritrassero lasciandolo libero di muoversi. Dolorante cercò di rimettersi in piedi mentre la giovane strega si stava allontanando
< Non sfidarmi Van Helsing, sono giovane, si, ma potente>
Senza esitare oltre l’uomo se li lanciò addosso con un pugno serrato pronto a colpirla e tramortirla. Quando fu a meno di un metro la lei la strega alzò una mano all’altezza del suo torace: una potente ondata di aria lo investì in pieno facendolo andare a sbattere contro un albero vicino.
Riaprendo gli occhi riuscì solo a vederla allontanarsi tra le fronde basse degli alberi e prima di perdere i sensi per la forte botta alla testa potè udire chiaramente
 
Piano piano il cacciatore riprese i sensi. Si sentiva tutto indolenzito dalla botta e la testa gli doleva terribilmente. Provò a muoversi ancora intorpidito ma capì di non poter muovere le mani. Subito si rese conto della spiacevole condizione in cui era finito e spalancò gli occhi di colpo. Era seduto per terra legato ad un palo di legno. Le corde ruvide lo avvolgevano per tutto il corpo, caviglie comprese.
Tirò o muscoli un paio di volte nel tentativo di scappare o rompere le funi, ma quando capì che era inutile iniziò a guardarsi in torno. Era legato nella radura, vicino al villaggio delle streghe. Vide molte donne e giovani bambini correre tra le baracche di legno. Tutti parevano felici ed in armonia con la foresta, l’unica nota stonata pareva proprio essere lui.
Nonostante le apparenze sapeva che non doveva farsi ingannare, quella scena idilliaca era in realtà la casa dei mostri che doveva sterminare. Di tanto in tanto una donna gli passava accanto lanciandogli uno sguardo inviperito. Decise di restare calmo e aspettare il momento giusto per fare la sua mossa. Doveva assolutamente liberarsi.
Provò persino a sfregare la corda contro il legno ruvido ma sembrava troppo resistente, era stata sicuramente creata con la magia. 
Lo lasciarono lì legato fino a sera, quando un gruppo di donne uscì da una capanna più grande delle altre. Tutti nel piccolo villaggio si fermarono a guardarle mentre procedevano verso di lui. Finalmente qualcosa succedeva! Era stufo di attendere.
Tra loro riuscì a riconoscere la ragazza del bosco e subito si concentrò su di lei. Lo attorniarono ed una donna più anziana delle altre con lunghe trecce bianche parlò.

Tra le donne che si erano avvicinate si alzarono dei mormorii di sorpresa e paura prima che l’anziana riprendesse a parlare zittendole

Vide chiaramente la ragazza del bosco abbassare il capo ma non si fece intimidire
< Non mi sono mai tirato indietro davanti a nulla, certo non lo farò ora davanti a delle signore >
La donna annuì solenne
Alzò una mano in direzione del bosco e chiuse gli occhi; tutte le altre donne si allontanarono da lui insieme a quelle che aveva identificato come membri del loro consiglio di comando.
Dal buio della foresta uscirono tre grandi lupi grigi che ringhiavano nella sua direzione. Ad un cenno della strega si mossero in branco mostrandogli i denti e latrando; anche l’anziana si distanziò mentre i tre grossi animali si preparavano a divorarlo vivo.
Certamente doveva sbrigarsi, ma non sapeva cosa fare, era senza le sue armi ed immobilizzato. Non voleva morie sbranato dai lupi… non voleva morire.
Il primo animale prese la rincorsa e gli si lanciò addosso, sentiva il fiato dell’animale a qualche centimetro dal suo volto ma, stranamente, il dolore non arrivò. Guardingo aprì gli occhi ma quello che vide lo stupì parecchio: la ragazza del bosco era in piedi affianco a lui e protendeva una mano verso il lupo che docile si era seduto a terra.
Piano la giovane abbassò il braccio per poi rivolgersi alle sue consorelle
La donna dai capelli d’argento camminò fino a prendere le mani della giovane tra le sue.

La ragazza sorrise triste facendo però splendere i suoi occhi di smeraldo
L’anziana la guardò comprensiva, con gli occhi della saggezza che osservano l’irruenza di un giovane spirito

Interdette ma senza fiatare le altre slegarono il cacciatore sciogliendo i nodi e gli intrecci delle corde con la magia.
 Facendo forza sulle mani si alzò da terra appoggiandosi al palo alle sue spalle; fissò le donne ancora radunate intorno a lui ad una ad una con aria di sfida. Si sentiva ancora in pericolo, ma la cosa che più gli rodeva nel petto era la consapevolezza che una ragazzina, per giunta una strega, gli aveva appena salvato la vita.
 Mentre sistemava il suo cappello in testa vide la giovane discutere con le più anziane fino a che una di loro non le sorrise mettendole in mano un racchetto. La sua salvatrice sorrise di rimando ringraziando con un profondo inchino, prima di avvicinarglisi. Stette pronto a difendersi ma lei alzò una mano solenne nella sua direzione
Il cacciatore stava per riderle in faccia quando il ricordo dei lupi pronti a sbranarlo vivo lo fece desistere. Si limitò a drizzare fiero le spalle prima di voltarsi verso il sentiero: non aveva alcuna intenzione di rinunciare al suo incarico, lui non aveva mai fallito in vita sua e certo non avrebbe iniziato adesso, ma doveva essere più scaltro di quelle megere!
Dopo pochi passi fu chiaro all’uomo di essere seguito. Si fermò nel mezzo della strada sterrata ed attese. Qualche istante dopo la sua mano venne accarezzata dal dolce fruscio di un abito verde chiaro; i suoi occhi incrociarono quelli color smeraldo della strega che lo aveva salvato poco prima e pensò che doveva essere ancora sotto il suo incantesimo… poteva solo paragonarla ad un bellissimo angelo.
Tornato serio la squadrò truce da testa ai piedi, scalzi come le volte precedenti, ma incredibilmente morbidi e curati…
Senza dare nemmeno segno di averlo udito lei si limitò a sorpassarlo, continuando a camminare davanti a lui con lo sguardo fisso sull’orizzonte.
Quella streghetta lo avrebbe fatto impazzire! La avrebbe uccisa all’istante se non fosse privo di tutte le sue armi, le avrebbe staccato quella bella testolina, quegli occhi lucenti come pietre preziose, quei capelli boccolosi color del sole… ma cosa stava dicendo, non la avrebbe mai uccisa. Per la prima volte in vita sua il cacciatore voleva risparmiare, anzi, proteggere un mostro…
Si diede come unica spiegazione che era un uomo d’onore e lei gli aveva salvato la pelle, come minimo doveva concederle di restare viva a sua volta.
In sole due falcate le fu al fianco strattonandola per l’avanbraccio si sarebbe aspettato urla, proteste, persino una fattura, ma mai quello sguardo. Freddo. Severo. Glaciale.
Lentamente lasciò la presa sul suo braccio riportando le mani lungo i fianchi. La bocca era divenuta secca e la lingua muta.

Con una piccola piroetta si rimise in viaggio lasciando Van Helsing inebetito in mezzo al selciato.

Riscossosi dallo stupore l’uomo si rimise in marcia mettendosi davanti a lei
Puntò i piedi a terra a pochi centimetri dal viso di lei. Lui era palesemente molto più alto di quella streghetta, eppure nei suoi occhi poteva leggere solo grinta e determinazione… sarebbe stata davvero un osso duro.


La ragazza sorrise compiaciuta < io parlo come mi pare e piace, non sei mio superiore ne tanto meno mio padre! Ciò che devi imparare è complesso… ma non posso essere io a spiegartelo, dovrai capirlo tu stesso!>
Si sistemò la leggera veste e con un cenno del capo lo spronò a rimettersi in cammino. Disperato Van Helsing tentò un’ultima volta: se lei voleva proprio seguirlo, allora sarebbe stata la sua prigioniera, infondo in Vaticano non aspettavano altro di poter finalmente studiare una creatura come lei… ancora viva!
Mise una mano nella tasca e ne estrasse due manette ricoperte di puro oro, fuse nelle fucine segrete dai frati e benedette dal papa in persona, per fortuna non gliele avevano trovate indosso nella tasca nascosta del suo cappotto!
Per un’ultima volta la affiancò, le mise una mano in vita e la fece voltare. Per non cadere a terra la ragazza dovette aggrapparsi alle spalle dell’uomo che in un movimento fulmineo le rinchiuse entrambi i polsi in quelle pesanti manette dorate. Ne rimase totalmente sgomenta e lo fissò attonita. Ghignando soddisfatto il cacciatore legò i polsi della sua nuova preda ben stretti per poi assicurare le manette ad una catena simile ad un vero e proprio guinzaglio.
Strattonò la ragazza facendole fare qualche passo in avanti
La strega sgranò gli occhi e poi tentò di allargare i polsi ma la voce ferrea di lui la bloccò
Dapprima impaurita la ragazza alzò fiera il mento e riprese il controllo. Con una mossa del visto portò i lunghi capelli dietro le spalle e iniziò a seguirlo stando al passo delle sue falcate
Per tutto il resto del pomeriggio camminarono senza pause ed il cacciatore si sorprese della resistenza della giovane: non aveva mai rallentato il passo, non si era mai lamentata e non aveva più aperto bocca dopo il suo ultimo “avvertimento”. Meglio così, gli avrebbe reso le cose facili per una volta tanto.
Quando il sole iniziò a calare Van Helsing condusse la sua prigioniera verso quattro alberi messi quasi a formare un cerchio e la fece sedere a terra, legando la catena ad un masso vicino ai suoi piedi < ora sta ferma e non muoverti mentre io accendo il fuoco >
Purtroppo il terreno e la legna circostante erano ancora impregnati di acqua dal temporale di pochi giorni prima e le fiamme non volevano sapere di attecchire. il cacciatore si lamentò tra se e se a denti stretti. Subito le sue orecchie furono punte dalla risata sommessa della ragazza.
Si mise in piedi fissandola torvo
La sua ramanzina però ebbe poco successo visto lo sguardo di sfida che la giovane strega gli stava lanciando
Quanto avrebbe voluto tirarle un ceffone da farle passare la voglia di beffarsi di lui, ma infondo sarebbe stato uno spreco si disse, aveva un volto troppo bello per essere rovinato; ovviamente però non poteva dargliela vinta o avrebbe perso la sua autorità
La ragazza strattonò più forte le catene che le serravano i polsi ma mantenne quel sorrisetto impertinente sulle labbra < già, e tu sei talmente potente che nemmeno riesci a zittire una streghetta come me, o ad accendere un fuoco prima che moriamo congelati!>
Preso dall’ira le arrivò davanti con la mascella serrata e gli occhi resi a due fessure. Era minaccioso come un predatore nascosto in parte dal suo fidato cappello mentre i lunghi capelli castani si muovevano nella brezza della notte.
Ma certamente la risata sarcastica della ragazzina non aiutò a calmarlo
Questa volta non si trattenne e le urlò letteralmente in faccia < non ho nulla da sottovalutarti quando non puoi fare proprio nulla tu perc->
Le parole gli morirono in gola quando intorno a loro, all’improvviso, tanti piccoli fuocherelli si accesero all’unisono sui ciocchi di legno a terra come tanti piccoli falò che illuminavano e riscaldavano la zona senza però bruciare tutta la foresta. Senza fiato si guardò intorno stranito per poi tornare a fissare gli occhi della sua prigioniera.
Senza staccare lo sguardo dal suo la ragazza si alzò da terra e si udì un suono sfrigolante nell’aria. Le manette ai suoi polsi stavano lentamente fondendo per poi colare via dalla sua pelle senza lasciarle nemmeno una scottatura. Quando ebbe entrambe le mani libere fece cadere gli ultimi residui del metallo fuso dai polsi per poi tornare a concentrarsi sul cacciatore ancora pietrificato < io posso fare tutto quello che voglio e molto meglio di te cacciatore… ora chi è il prigioniero e chi il carceriere?>
D’istinto l’uomo si allontanò di qualche passo dalla strega, se solo avesse avuto con se le sue armi!

A poco a poco i fuocherelli si spensero lasciandone acceso solo uno centrale più grande. La giovane si sedette accanto alle fiamme per riscaldarsi sorridendo.
Ancora sulla difensiva Van Helsing guardò i residui delle manette ormai colate al suolo
Sorridendo gli rispose pacata e quasi comprensiva < a quale scopo fuggire? Se ti facevano sentire più tranquillo potevo anche tenermi le manette, e poi non me ne sarei mai andata. Te l’ho detto, per liberarti ho dovuto assumermi io la responsabilità per le tue azioni e da oggi la mia vita è legata alla tua… come la tua alla mia… e presto o tardi lo capirai. Io lo avevo già capito quella mattina nel bosco…>
Senza abbassare la guardia l’uomo si sedette a terra dall’altro lato delle braci
Ora fu lei a sorprendersi

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Chiedo scusa a tutti per il mio lungo silenzio ma ho avuto un periodo davvero molto complicato e pensavo anche di chiudere qui la storia, ma poi mi sono sicreduta. grazie mille a tutti quelli che leggeranno la mia storia e a quelli che la recensiranno. apprezzo davvero molto le vostre recensioni, positive o negative. 
un saluto per il momento e a breve spero di pubblicare il terzo capitolo!!
   
 
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