Ancora
Personaggi: Ichigo Momomiya/Kisshu Ikisatashi
Generi: slice-of-life
Ichigo si accasciò a sedere, esausta. La metro odorava di fumo ed era piena zeppa. Sospirò, appoggiandosi al vetro. Un bambino piangeva ininterrottamente nel passeggino, uno straniero alto bisticciava al telefono e la ragazza seduta di fianco a lei continuava ad alzare il volume del suo mp3. Le girava la testa. Non era mai stata una persona organizzata, mantenere quel ritmo di vita frenetico le risultava sempre più difficile. Londra era spettacolare, ma comportava spiacevoli disagi.
Un istante dopo, o così le parve, un brusio insistente la scosse come uno schiaffo e Ichigo si ritrovò confusamente a guardare gente che saliva e scendeva dalla metro. Gli edifici al di là del vetro non avevano nulla di familiare.
Cavolo
Era successo. Di nuovo.
Si era addormentata, la metro aveva superato il quartiere in cui sarebbe dovuta scendere. Barcollando, si alzò in piedi in fretta e furia e si precipitò fuori, senza riuscire a evitare qualche spintone.
Ichigo si mise le mani nei capelli. Come diavolo c'era finita a Covent Garden?
Superò la calca e si diresse verso il tabellone di marcia, in attesa della prossima metro. La stazione era così affollata che ognuno badava alle proprie faccende. Per questo quando Ichigo sentì un braccio cingerle la vita e un istante dopo svanì nel nulla nessuno se ne accorse.
Fu il vento ad accoglierla quando i suoi piedi toccarono nuovamente il suolo. Ichigo avvertì il respiro di qualcuno solleticarle l'orecchio e una mano saldamente premuta sul suo ventre. Due dita fredde indugiarono sulla porzione di pelle lasciata scoperta dalla maglietta e si mossero lente verso il basso, assaporando quel contatto.
"Sei una micetta distratta."
Una voce calda, suadente, le scivolò sul collo e produsse una bassa risata. Macchine, clacson, voci — tutto finì in secondo piano.
Ichigo si liberò dalla stretta e ruotò su se stessa. Kisshu la fissò compiaciuto, lo sguardo attento, scintillante di furbizia. Sembrava si aspettasse il premio del secolo.
"Devi smetterla di piombare dal cielo e teletrasportarti chissà dove."
Lui fece spallucce e alzò le braccia in un gesto teatrale.
"Lo farei, se non continuassi ad addormentarti ovunque."
"Non è affar tuo."
"Certo, certo... e con questa fanno quattro, non c'è di che."
Quattro volte che Ichigo finiva magicamente sul tetto del college, evitando ritardi ingiustificabili.
Kisshu le si avvicinò e sollevò una mano verso il suo viso. I graffi che lei gli lasciò sul dorso servirono soltanto a incrementarne il divertimento. "Comincio a pensare" avvicinò pericolosamente il volto al suo, "che tu lo faccia apposta. Lo so che ti piace vedermi apparire all'improvviso" soffiò a mezze labbra.
"Da morire" replicò lei, sarcastica. Ma non suonò convincente.
Kisshu le prese il mento tra le mani e la costrinse a guardarlo. "Io non me ne vado. Ci sarà una prossima volta."
Scoprì leggermente i denti in un sorriso ferino, vivace, attirandola a sé più vicino che poté. "E sono sicuro che ti piacerà più di tutte le altre" sussurrò sulle sua labbra inconsciamente dischiuse.
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Spazio dell'autrice
Rieccomi! Il titolo può essere inteso sia come avverbio che come sostantivo. Questa flash partecipa alla "Challenge delle parole quasi intraducibili" indetta da Soly Dea sul forum di EFP con il prompt Inemuri, che indica la capacità di addormentarsi per breve tempo in un luogo pubblico. Penso di scrivere altre flash sulle parole intraducibili, dato che offrono molti spunti. Alla prossima!
Rieccomi! Il titolo può essere inteso sia come avverbio che come sostantivo. Questa flash partecipa alla "Challenge delle parole quasi intraducibili" indetta da Soly Dea sul forum di EFP con il prompt Inemuri, che indica la capacità di addormentarsi per breve tempo in un luogo pubblico. Penso di scrivere altre flash sulle parole intraducibili, dato che offrono molti spunti. Alla prossima!