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Autore: LuceBre    09/09/2019    0 recensioni
In quel momento non c'erano tante persone attorno al calice, che da lì a poco sarebbe stato portato in Sala Grande, perciò Noah ne approfittò per aggiungere il suo nome. Nelle tasche trovò un piccolo foglietto di pergamena e, anche se non avrebbe dovuto essere lì, una penna a sfera con cui poter scrivere.
A chiare lettere scrisse:
NOAH CZERNY
HOGWARTS

*
Prendete Harry Potter e il calice di fuoco e metteteci dentro i personaggi di The Raven Cycle. Più o meno.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noah Czerny e il calice di fuoco

1) Sull'espresso di Hogwarts

Quando Blue si svegliò quella mattina, l'aria profumava di tristezza da fine vacanze. Profumava di pioggia: una pioggia pesante tamburellava contro la finestra mentre indossava i jeans e una maglia da lei creata da un vecchio lenzuolo di cotone. Avrebbe indossato la divisa della scuola una volta salita sull'Espresso di Hogwarts.
Noah era venuto da lei qualche giorno prima per passare gli ultimi momenti delle vacanze assieme e insieme scesero la scale arrivando in cucina. Maura era già lì che preparava qualche strano intruglio che Noah non avrebbe mai assaggiato.
Blue si prese uno yogurt dal frigo e passò del latte e una tazza a Noah. Quella per Noah era come casa sua: avevano passato tantissimi pomeriggi a giocare, aveva studiato con Blue, aveva commesso più volte l'errore di assaggiare gli esperimenti della famiglia Sargent, si erano più volte sdraiati nel giardino a guardare le stelle e trovare le costellazioni. Erano cresciuti insieme fin da piccoli e la loro amicizia era davvero profonda, così profonda che davano l'impressione di essere più forti quando erano insieme, di essere una cosa unica.
«Noah, passa tuo padre a prendervi verso le dieci e mezza. Vi accompagna lui a prendere il treno. Io ho una lettura da fare per un cliente importante che non poteva proprio aspettare» disse Maura, facendo il verso al cliente, fortunatamente non presente, alle parole “che non poteva proprio aspettare”.
Noah e Blue non diedero alcun segno di aver capito, ma Maura sapeva che l'avevano ascoltata, perciò uscì dalla cucina, mentre l'intruglio continuava a bollire emanando un odore particolarmente strano.
Maura Sargent aveva sempre vissuto in quella casa e non aveva voluto abbandonarla neppure dopo essere uscita da Hogwarts, aveva voluto continuare a vivere in un mondo privo di poteri magici e di mettere le sue capacità e competenze al servizio di tutti coloro che ne avessero bisogno, indipendentemente dal fatto che appartenessero o meno al mondo magico. I suoi clienti erano davvero tra i più disparati: donne di mezza età, uomini in carriera, ragazzini ricchi e snob, ragazzine eccitate, anziani dalle barbe lunghe, vecchiette con il bastone.
Grattastinchi, il gatto di Blue, entrò in cucina e con un salto particolarmente aggraziato si sdraiò accanto al braccio della ragazza. Era un gatto fulvo con il pelo lungo che Blue aveva trovato girovagare più volte nel loro giardino. Era odiato da tutti perché ringhiava e graffiava chiunque gli si avvicinasse. Chiunque tranne Blue. Blue aveva una particolare connessione con gli animali e con tutte le creature viventi. La madre la definiva come un'empatia particolarmente accentuata. Per Blue non era niente di particolare, ma non per niente la sua materia preferita ad Hogwarts era Cura delle Creature Magiche.
Noah appena vide il gatto saltare sul tavolo si allontanò istintivamente, lui più di chiunque altro sapeva quanto quegli artigli fossero letali: le sue mani potevano raccontare storie di guerra. Era inconcepibile non riuscire ad accarezzare quel pelo morbidissimo, ma una paura insita in lui gli impediva di provarci.
«Henry mi ha scritto» disse Blue dopo aver tirato fuori il cellulare. «Dice che andrà da solo alla stazione perché i genitori non lo possono accompagnare e di vederci direttamente lì e di aspettarlo per andare al binario.»
«Come se negli ultimi quattro anni non lo avessimo fatto» disse ironico Noah mentre mescolava lentamente lo zucchero nel latte.

*

Il papà di Noah venne con la Range Rover, che sembrava gridare: «Siamo dei rinomati avvocati e guadagniamo molto soldi.»
Era una cosa veritiera, la famiglia di Noah era davvero ricca. I genitori di Noah erano due avvocati e si erano creati il loro studio legale, che aveva permesso loro di guadagnare parecchi soldi. Avevano sempre mandato i figli in scuole private e Noah e le sorelle avrebbero continuato a frequentarle se non fosse stato per l'arrivo inaspettato della lettera di Hogwarts.
Noah quell'anno sarebbe dovuto partire per un collegio a parecchi chilometri distanza, dovendo così interrompere per un lungo periodo la sua amicizia con Blue. Blue, dentro di sé, era felice che lui se ne dovesse andare: lei non gli aveva mai detto di avere dei poteri e non gli aveva mai detto che se ne sarebbe dovuta andare a studiare lontana da casa per sette anni. Sua madre le aveva sempre detto che quello sarebbe stato un suo segreto e che non avrebbe mai dovuto dirlo a nessuno. Se anche lui se ne fosse andato, lei non avrebbe dovuto spiegargli niente.
Quella situazione non aveva fatto stare bene Blue, ma l'arrivo della lettera anche per Noah aveva cambiato tutti i programmi, aveva cambiato il suo futuro.
Nella famiglia Czerny nessuno aveva mai manifestato poteri magici; l'arrivo della lettera era stato improvviso, sconvolgente, assurdo.
Avevano pensato ad uno scherzo e avevano ignorato la lettera. Ne avevano ricevute altre che erano state a loro volta ignorate. Dopo alcuni giorni avevano ricevuto una lettera particolare in cui il preside Roger Malory avvisava che si sarebbe messo in contatto con loro il giorno successivo per un incontro in cui avrebbe dato loro delle spiegazioni, avrebbe provato a definire la situazione nei dettagli.
Grazie all'incontro avvenuto la famiglia si era convinta, aveva abbandonato l'idea di mandare il figlio nella scuola migliore di Inghilterra e Blue e Noah poterono continuare a vedersi.
Che Blue fosse una strega era ovvio e scontato. Tutta la sua famiglia aveva poteri magici, ma lo aveva sempre tenuto segreto perciò quando Noah e Blue si trovarono a parlare pensandosi di dividersi e scoprirono in realtà che sarebbero rimasti assieme, fu un momento di estrema gioia. Noah non si arrabbiò quando si rese conto di che segreto Blue gli avesse nascosto, fu solamente felice di poter per la prima volta andare a scuola con la sua migliore amica.
Quando il signor Czerny fermò l'auto e scese, Noah e Blue erano già usciti da casa e i bagagli erano già all'ingresso, gatto e gufo compresi. Noah possedeva un minuscolo pazzo gufo di nome Leo.
Il signor Czerny li aiutò a caricare i loro bagagli il più velocemente possibile perché la pioggia continuava costante a cadere e partirono verso la stazione, dove avrebbero incontrato Henry e dove avrebbero preso l'Hogwarts Express.
In macchina c'erano già le sorelle gemelle di Noah. Erano più piccole e frequentavano il quarto anno. Per loro l'entrata ad Hogwarts fu molto più facile e non fu necessario fissare un nuovo incontro con il preside Malory. Sicuramente la famiglia Czerny era dispiaciuta di non poter mandare i figli in quella che loro ritenevano la scuola migliore, ma il preside aveva loro garantito la miglior educazione possibile e che grazie alla loro scuola avrebbero potuto accedere a qualsiasi ulteriore titolo di studio e avrebbero potuto accedere a qualsiasi lavoro.
Il viaggio fu molto comodo e tranquillo. Non era stato facile infilare Grattastinchi nel trasportino, ma per il trasporto fino al binario 9 ¾ era necessario. Erano passati anni e ancora non si era abituato. Per calmarlo Blue dovette usare tutto il suo affetto.
Arrivati alla stazione trovarono Henry ad aspettarli nell'atrio con la sua valigia e il suo gufo.
Per i tre ragazzi era ormai un'abitudine raggiungere il binario 9 ¾: bastava solamente camminare dritti attraverso il muro apparentemente solido che divideva i binari nove e dieci. L'unico aspetto complicato era farlo senza dare nell'occhio, così da evitare di attirare l'attenzione di tutti coloro che non fossero a conoscenza del mondo magico. Salutarono il signor Czerny, il quale preferiva non attraversare la barriera e intimò ai figli di farsi sentire non appena avessero avuta l'occasione. Si divisero in due gruppi, Noah con le sorelle e Blue e Henry. Si appoggiarono alla barriera con nonchalance, chiacchierando serenamente, e scivolarono verso l'interno e il binario 9 ¾ comparve in tutto il suo caos davanti a loro.
L'Espresso di Hogwarts era un treno a vapore di color rosso lucente, era già pronto per partire con il fumo che usciva dal primo vagone. Si potevano vedere molti studenti con addosso ancora i propri abiti, ma c'era già chi aveva indossato la divisa scolastica e si potevano vedere i colori delle quattro case. La maggior parte di loro aveva già caricato i propri bagagli sul treno prendendo così posto all'interno dello scompartimento ed erano ritornati sulla banchina per salutare i loro familiari. Altri si vedevano comparire trafelati con tutti i bagagli a carico. Leo, già molto rumoroso di suo, iniziò a sbattere le ali e a rispondere ai versi dei tanti gufi presenti.
Noah, Blue e Henry e le sorelle di Noah si divisero, ognuno andando a cercare i propri amici. Trovarono ad inizio treno uno scompartimento vuoto e ne approfittarono occupandolo solamente loro tre.
Il treno era da poco partito che Blue sentì delle voci e zittì i suoi amici, indicando lo scompartimento accanto al loro, probabilmente avevano lasciato la loro porta aperta. Henry e Noah smisero di parlare e si concentrarono sulle parole, e dalla porta aperta sentirono una voce sfortunatamente familiare.
«... La mia famiglia avrebbe voluto mandarmi a Durmstrang invece che a Hogwarts. Pare che siano amici del Preside. Ma non ho intenzione di andare in un'altra scuola, quando ho già tutto questo potere in questa. Mio padre dice che Durmstrang ha una considerazione più alta delle Arti Oscure rispetto ad Hogwarts, infatti i suoi studenti le imparano realmente e non fanno solo incantesimi di difesa come noi...»
Blue si alzò dal sedile e chiuse di scatto la porta dello scompartimento non le importava essere sentita, voleva chiudere però fuori la voce di Kavinsky.
«Ma perché non poteva andare a Durmstrang?» disse innervosita. «Almeno noi ci saremmo liberati di una grandissima piaga».
«Durmstrang è un'altra scuola di magia?» chiese Noah.
«Sì» rispose Henry, «e non ha proprio una buona fama. Secondo Compendio sull'Istruzione Magica in Europa, dà tanto rilievo alle Arti Oscure e come diceva Kavinsky te le insegnano».
«In effetti mi dice qualcosa tutto questo» disse Blue vagamente. «Si sa dov'è?»
«Nessuno lo sa precisamente, ci sono diverse idee però» disse Henry.
«E perché nessuno sa niente?» chiese Noah confuso.
«È tradizione che ogni scuola tenga nascosta la sua posizione, in quanto in passato era presente una profonda rivalità. Sembra che inizialmente volessero rubarsi tutti i segreti a vicenda, perciò preferiscono non dire a nessuno il luogo esatto in cui si trovano» spiegò Henry con tono pratico.
«Non ci credo» disse Noah cominciando a ridere. «Durmstrang sarà grande quanto Hogwarts, come si fa a nascondere un castello enorme?»
«Hogwarts è in realtà nascosto» affermò Henry sicuro, «tutti lo sanno, viene spiegato tutto in Storia di Hogwarts. Se solo lo avessi letto...».
«Voi lo avete fatto, io no» disse Noah con un sorriso sornione. «Dimmi però: com'è possibile nascondere un posto grande quanto Hogwarts?»
«È stregato» disse Blue. «Se un qualcuno senza magia lo guarda, vedo solo un ammasso di rovine con un cartello all'ingresso che dice 'ATTENZIONE, NON ENTRARE, PERICOLO'».
«Quindi anche Durmstrang dall'esterno sembra un ammasso di rovine come Hogwarts?»
«Può essere» rispose Henry, scrollando le spalle, «o magari è pieno di Incantesimi per allontanare le persone. E per evitare che altri maghi lo scoprano, l'avranno reso Indisegnabile...»
«L'hanno reso cosa?»
«Indisegnabile. Si può stregare un edificio in modo che non si possa disegnare su una cartina, no?»
«Ehm... se lo dici tu» disse Noah dubbioso.
«Secondo me Durmstrang si trova da qualche parte nel Nord, su in alto» disse Henry pensieroso. «Dovrebbe essere un posto molto freddo, perché, al contrario di noi loro hanno i mantelli di pelliccia».
«Ah, pensate che bello!» disse Blue sognante. «Sarebbe così facile buttare Kavinsky giù da un ghiacciaio e farlo sembrare un incidente. Pensate a quanto sarebbe bello non averlo più attorno.»
Man mano che si avvicinavano al castello, la pioggia cadeva sempre più fitta e sempre più rumorosa. Il cielo era di un grigio scuro che ogni tanto si illuminava grazie ai potenti lampi. Fuori era così buio che fu necessario accendere le lanterne dopo poco la partenza. Verso mezzogiorno arrivò il carrello dei dolci e Noah comprò dei dolci da dividere con tutti i suoi amici. Era tradizione fare una gara a chi trovava il gusto più strano nelle Caramelle Tutti Gusti +1. L'anno prima aveva vinto Henry che aveva trovato una caramella al sapore di polvere.
Durante il corso del viaggio molti dei loro amici passarono a salutarli, compresa Gwenllian Dwyr, un ragazza con la testa fra le nuvole, che amava cantare, che era stata cresciuta da una pazza nonna strega. Blue provò a partecipare alle chiacchiere sul Quidditch, ma era uno sport che non le era mai particolarmente piaciuto, preferiva tenere i piedi per terra lei, perciò si seppellì nel nuovo Manuale di Incantesimi, volume sesto, e cominciò a cercare di imparare l'incantesimo acquatico.

*

«Cosa ne vuoi sapere tu di Quidditch, Czerny?».
Joseph Kavinsky era appoggiato allo stipite della porta; evidentemente prima di entrare aveva origliato la conversazione, dal momento che i loro amici, quando erano entrati, avevano lasciato la porta socchiusa.
«Non mi pare di averti detto che puoi entrare, Kavinsky» disse Noah non curante.
«Sargent... che cos'è quella?» disse Kavinsky indicando una scatola aperta vicino a loro. Si poteva vedere l'abito da cerimonia di Blue, abito che era stato richiesto espressamente da Malory nella lettera, e risaltavano tutte le decorazioni in pizzo e fatte con l'uncinetto. Afferrò il vestito e tirò.
«Guardate!» esclamò derisorio, facendo vedere il vestito ai suoi amici. «Sargent, non pensavi di indossare davvero questa cosa, vero? Voglio dire: sembra un centrino in una casa di riposo.»
«Va a quel paese, Kavinsky!» disse Blue, non così imbarazzata come sperava di metterla Kavinsky. Lui scoppiò in una risata di scherno e uscì dallo scompartimento.
Blue scattò in piedi e chiudendo la porta scorrevole mando in frantumi il vetro.
«Blue!» esclamò Henry. Estrasse la bacchetta, bisbigliò «Reparo!» e i frammenti di vetro volarono al loro posto per formare una sola lastra che tornò sulla porta.
«Non mi importa cosa pensa, non mi importa se gli piace come mi vesto o meno, però mi dà fastidio che lui si permetta di giudicare gli altri» cercò di spiegare lei. Non le importava davvero cosa Kavinsky pensasse di lei, ma già la sua presenza la innervosiva e davanti a quella derisione avrebbe voluto che lui si trasformasse in un palloncino per poterlo bucare.
Noah allungò la sua mano sulla sua gamba senza dire niente, guardandola e semplicemente e cercando di non trasmetterle la sua di rabbia. Lui era arrabbiato perché nessuno aveva il permesso di offendere i suoi amici. E a lui lo stile di Blue piaceva. Era stravagante come lei.
Quando arrivarono alla stazione di Hogsmeade la mano di Noah era ancora lì, ancora sulla gamba di Blue.
Attorno a loro il cielo ero illuminato da continui lampi. Le porte del treno si aprirono e la calca degli studenti iniziò a scendere portando i loro bagagli. Blue non aveva il coraggio di rimettere Grattastinchi nel trasportino perciò lo avvolse nel suo mantello e Noah cercò di coprire Leo mentre aspettavano di scendere dal treno. Uscirono con le teste chine e gli occhi quasi chiusi per il diluvio. La pioggia cadeva così intesa e rapida che nell'arco di cinque secondi erano già fradici. Sembrava di essere ai piedi di un'enorme cascata ghiacciata.
«Ciao, Dittley!» gridò Blue vedendo una figura gigantesca in fondo alla banchina con davanti un gruppetto di ragazzini. Per tradizione quelli del primo anno non percorrevano la strada di tutti gli altri studenti, ma arrivavano al castello attraversando il Lago Nero in barca con Dittley.
«Tutto bene, Blue?» urlò di rimando Dittley, salutandola con la mano. «Speriamo di non affogare nel lago e vederci dopo alla festa!»
«Mamma mia, in questo momento sono davvero felice di non dover attraversare il lago con questo tempo» disse Henry sospirando e tremando mentre procedevano lentamente lungo la banchina buia col resto della degli studenti. Un numero incalcolabile di carrozze senza cavallo erano pronte per partire fuori dalla stazione. I ragazzi non vedevano l'ora di arrampicarsi al coperto in una di esse, la porta si chiuse velocemente. Dentro avevano riscaldato l'aria in modo che i ragazzi non fossero anche infreddoliti oltre che fradici. Dopo qualche istante la lunga fila di carrozze avanzò per il sentiero che conduceva al castello di Hogwarts.

 


Ciao a tutti. Sono Luce.
Mi ero ripromessa che nelle prime note di questa storia non avrei detto un sacco di cose che di solito non mi piace leggere nelle note, ma, adesso che mi trovo qui a scriverle, capisco perché le persone dicano quelle cose.
Una di queste cose è: è la prima fanfiction. Sì, è la mia prima fanfiction e sono un po' emozionata. Ho sempre scritto storie originali, solitamente molto brevi, perché mi piace fotografare piccoli momenti e piccoli dettagli e mi piace farlo con personaggi totalmente inventati. Perciò con questa storia esco totalmente dal mio campo, tento di utilizzare personaggi creati da qualcun altro e tento di scrivere una storia che ha un inizio e una fine ed è molto contestualizzata in confini ben definiti ed è lunga. Perciò... AIUTO!
La seconda cosa è: mi farebbe piacere ricevere qualsiasi tipo di feedback, perché pur essendo una cosa totalmente nuova, vorrei poter fare il meglio che mi è possibile. Siate liberi di dire, fare e pensare quello che volete. Soprattutto pensare. Se poi volete anche dirlo, ben venga.
Com'è nata questa cosa?
Una sera mi è venuta l'illuminazione e ho immaginato Noah Czerny affrontare il torneo tre maghi. E da lì la mia mente è partita e divagata.
Cose importanti da dire:
-> Ho preso i capitoli del libro che mi interessavano e li ho riscritti partendo dal capitolo originale. Perciò molte cose le troverete simili, vi sembrarà di leggere un qualcosa che potreste aver già letto. Ho modificato le frasi, ma il senso generale è lo stesso. E' stata una scelta voluta quella di assomigliare molto al libro, anche se, come vedrete, non sarà spesso così.
-> Non ci sarà il Voldemort di turno. Non ci sarà l'Harry Potter di turno. Non ci sarà il quarto campione. Perciò tutti i filoni di trama connessi, non li troverete.
-> Ho cercato di essere più IC possibile, ma non è stata una cosa facile e spesso con i personaggi secondari mi sono presa delle libertà, per così dire, creative. Apprezzate lo sforzo e su qualsiasi cosa non foste d'accordo, mi fa super piacere confrontarmi con voi e spiegarvi le mie scelte e i motivi per cui mi hanno spinto a cambiare alcune caratteristiche dei personaggi o perché ho scelto di far dire quella determinata cosa a quel personaggio.
-> Non sono riuscita a trasformare tutti i personaggi di Harry Potter perché Harry Potter ha milioni di personaggi e The Raven Cycle dieci in croce, perciò troverete anche alcuni nomi originali.
-> L'ho postata anche su AO3, perciò la potete trovare anche lì.
In questo momento non mi sembra di avere altro da aggiungere, anche perché è già un papiro così.
Vi auguro una buona lettura e buona permanenza.
Spero di potervi leggere.
Con affetto, Luce

   
 
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