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Autore: BubbyDae    09/09/2019    0 recensioni
Prese l'ascensore e salì, salì... Il rudere di metallo si bloccò tra il quarto ed il quinto piano. Dopo qualche rumore non proprio rassicurante, iniziò a precipitare...
Urlò.
Raprì gli occhi ed era di fronte al suo appartamento.
Notò qualcuno alle sue spalle che la sorreggeva; e poco prima di vedere parte di quel corpo volatilizzarsi, si aggrappò con forza al suo braccio.
Sul pianerottolo del quinto piano di fronte all'appartamento 43 rimaneva solo una busta della spesa.
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Si era alzata come tutte le mattine, aveva bevuto il suo the caldo e mangiucchiato qualche biscotto al burro. Li amava moltissimo, ma non esagerava mai. Dopo essersi lavata e vestita, uscì di casa. Era diretta al supermercato, ma decise di fare una piccola deviazione verso il parco a ridosso sul mare. Non era vasto, ma grande abbastanza da poter contenere tutte le persone durante la Festa della Luna. Veniva tenuto molto bene e la vegetazione, tipica delle zone marittime, era rigogliosa. Offriva un panorama mozzafiato: una terrazza sul mare a ridosso della scogliera; oltre la ringhiera solo grandi rocce ed al di là l'oceano  Adorava quel paesaggio. Molto spesso prima e dopo le lezioni si fermava e respirava a pieni polmoni quell'aria salmastra frizzantina. La sua mano scorre delicata sui tubi di ferro ed ora è lì, affacciata per vedere il mare.

Abitava in un palazzo abbastanza antico adibito a dormitorio dell'università che frequentava, viveva da sola nell'appartamentino vicino alle scale antincendio al quinto piano. Finora nessuno era venuto a vivere con lei, a condividere quello spazio e quel silenzio. Non ci si trovava male, anzi le piaceva stare per conto suo e apprezzare i momenti liberi con se stessa, ma credeva che qualche chiacchierata potesse far passare il tempo tra un dovere l’altro. Aveva deciso di iscriversi a quell'università per la sua  posizione strategica tra le grandi metropoli, senza però perdere la tranquillità che tanto amava. Non era né in centro città né in sperduta campagna, per intenderci. La cittadina marittima aveva tutto: minimarket h24, un grande magazzino a poche fermate dell’autobus, tanti piccoli bar, una biblioteca enorme, un locale moderno e molte altre piccole cose. La sua Università era l'unica nella zona e le varie facoltà erano sparse qua e là all'interno dell'area del campus.

Era ad un bel po' di metri dai flutti là sotto che colpivano violentemente la scogliera, appoggiata alla ringhiera con i piedi su una delle barre orizzontali.
 


«ATTENZIONE!»
 

 

Mh?!

 

Una comitiva di ciclisti stava passando a pochi centimetri da lei a gran velocità.
Si spaventò e perse l'equilibrio.

 

Guardò giù. Sarebbe morta di sicuro.
 

L’urlo le morì in gola.

 
 

Cosa?!
 

 

Aveva le mani saldamente attaccate alla ringhiera ed i suoi piedi toccavano il suolo. Si girò di scatto, ma non vide nessuno.
 

 

Ho sentito qualcuno tirarmi delicatamente indietro…
Diamine che spaventò

 

 

Si toccò il lato sinistro del petto accarezzando la stoffa della camicetta che indossava per calmare il suo cuore. Non aveva idea di come avesse fatto, ma magicamente non era volata oltre la ringhiera e giù sulla scogliera.

Scossa, con le gambe tremanti, si sedette sulla panchina a qualche metro di distanza. Aspettò qualche minuto per riprendere fiato e per far cessare quel tremolio incontrollato. Continuava a guardarsi intorno cercando di capire se qualcuno avesse assistito alla scena o se qualcuno facesse particolarmente caso a lei. Nessuno in giro, nemmeno quei ciclisti che l'avevano spaventata un attimo prima; come se niente fosse successo. 
 

 

Su! Andiamo! Ho tante cose da fare.
 

 

Si alzò, si guardò nuovamente in giro e riprese la via verso il centro abitato raggiungendo in poco tempo il minimarket.
Comprò i suoi adorati biscotti, degli ortaggi e snack da spizzicare tra una sessione di studio e l'altra. Non appena uscì, fece per attraversare la strada sulle strisce pedonali, ma una macchina comparve ad un tratto a pochi metri da lei.
Non ebbe nemmeno il tempo di pensare.

 

Sarebbe morta nel giro di qualche secondo.

 

Non fu così.

 

Era lì, intera, sana e salva, sul marciapiede che fino a pochi secondi prima era lontano due metri da lei. Ricomparve nuovamente quella sensazione che qualcuno l'avesse spostata. Si girò e rigirò in cerca di quella persona per ringraziarla. Non trovò nessuno.

L'automobilista scese dal mezzo e molto scosso le chiese scusa. Non si capacitava come avesse fatto a percorrere molti metri senza accorgersene.
Le sue scuse seguitavano: «Mi dispiace moltissimo. Ero sovrappensiero. Ti chiedo scusa. Non-non ti avevo vista. Credevo di aver messo il freno a mano. Mi disp- », lo interruppe lei, «Faccia più attenzione, la prego. Se non si sente bene, vada a casa», subito l'autista annuì e dirigendosi verso la sua macchina, adesso accostata vicino alla file di macchine parcheggiate, ripeté sottovoce tra sé e sé che sarebbe corso a casa e avrebbe dormito tutto il giorno.
Le persone lì intorno accorsero spaventate dalla brusca frenata sentita poco prima. «Ti senti bene?», le chiese una signora sulla sessantina visibilmente preoccupata, «Vuoi che chiamo qualcuno? L’ambulanza? I tuoi genitori?».
La ragazza le rispose gentilmente declinando l’offerta e le ripetè di star bene.
Sarebbe tornata in fretta a casa e sarebbe andata a lezione come faceva sempre.

 
 

Era completamente fuori quel signore. Deve essere esaurito. Come si fa a non accorgersi che la macchina è in moto?!
Se la giornata continua così finirò seriamente all'ospedale.

 

 

Sembrava quasi che quella mattina tutti volessero porre fine alla sua vita.
Rise, non credeva nelle coincidenze e non ci avrebbe mai creduto.


 

Raggiunti gli alloggi studenteschi, prese l'ascensore e salì, salì...
 

Il rudere di metallo si bloccò tra il quarto ed il quinto piano.
Le luci si spensero.
Dopo qualche rumore non proprio rassicurante, iniziò a precipitare...

 

Urlò.
 

 

Il vuoto si fece sempre più pressante.
 

 

Il terrore nei suoi occhi.




Per qualche secondo li serrò come se fossero incollati saldamente.

Quando li riaprì, però, si ritrovò di fronte al suo appartamento.
Notò con la coda dell'occhio qualcuno alle sue spalle che la sorreggeva; e poco prima di vedere parte di quel corpo volatilizzarsi, si aggrappò con forza al suo braccio.

 

Sparì.

 



Sul pianerottolo del quinto piano di fronte all'appartamento 43 rimaneva solo una busta della spesa.

 
   
 
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