Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: LaSignorinaRotterMaier    10/09/2019    2 recensioni
[ Storia partecipante al Contest " Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger II edizione" indetto da Shilyss sul forum di EFP. ]
[Storia partecipante al Contest " Tattoo Studio" indetto da wurags sul forum di EFP.]
[Partecipa al contest "Sitting in my room, with a needle in my hand" indetto da Soul_Shine sul forum di EFP.]
Cole e Zoe sono due disperati che, attraverso un viaggio senza meta e né destinazione, tentano di staccare la spina dalle loro vite disastrose.
E come un battito d'ali, questa breve esperienza li cambierà per sempre.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
In un battito di ali.
 
 
 
 
 
 
 
 
Il corpo di Cole si muove al ritmo di quella fastidiosa musica remixata. Tutti ballano attorno a lui che si gira verso la mia direzione, scuotendo le spalle con la sigaretta tra i denti. Sorridente e soddisfatto per essere riuscito a trascinarmi a quella festa, continua ad ondeggiare, lasciandosi coinvolgere da quell’atmosfera fin troppo fomentata e guarda in alto, chiudendo lentamente le palpebre con chissà quale fantasia in testa.
 Ad ogni città dove mettevamo piede, il nostro viaggio prevedeva una sosta ad un party qualsiasi. Questo almeno per Cole. Avrei voluto tanto poter evitare ma, stavolta, non so esattamente come, sono qui seduta su uno scomodo divano, per nulla motivata a interagire con questa massa delirante di festaioli. Sono sicura che se il Dottor Parker – il mio psicologo – fosse qui, mi guarderebbe contrariato col suo tipico fare da paparino dolce ma severo. Invece quell’idiota di Cole si sta sballando alla grande. Tutto ciò mi riporta alla mente Alicia. Non ci vediamo e non ci parliamo più da dieci anni ormai. Lei era il mio modello, l’amica figa che sta simpatica a tutti e io volevo essere come lei, per cui stupidamente acconsentivo ad ogni sua richiesta. Fu in questa modalità che provai la mia prima canna, poi fu il turno della pasticca, fino ad arrivare all’eroina. Ricordi strazianti si imbastiscono nella mia mente. Ricordi di un’allegria quasi delirante, circondata da un’onda di confusione e insensatezza e poi il terrore riflesso nello specchio del bagno una volta tornata a casa. Nemmeno il trucco sembrava capace di migliorare il mio aspetto, anzi, in quello stato sembrava addirittura marcare ancor di più la mia bruttezza e non parlo del mio viso; la mia stessa anima mi faceva schifo a quel tempo.
 
Ingozzarsi di cibo, fino ad auto procurarsi il vomito. Urlare dalla frustrazione e assumere delle pillole per sollevare immediatamente l’umore. Roteo su me stessa, come se avessi la testa chiusa in una bolla di sapone ma, una volta scoppiata, la realtà si sbatteva in faccia turbandomi e facendomi battere forte il cuore. Faticavo a respirare. Tentavo di regolarizzare il fiato ma senza successo. La rabbia e la collera presero possesso di me e mi mordicchiavo le mani per costringermi a restare zitta per non farmi sentire da nessuno. Ma tanto a chi importa di cosa faccio o non faccio? Sicuramente a nessuno in questa casa! Risi con disperazione e intanto le lacrime non smettevano di rigarmi il viso. Che disastro.
 
Accidenti! Era per questo preciso motivo che ho evitato le feste per tutto questo tempo! Sconvolta e impaurita mi accingo a camminare verso le scale che portano al secondo piano della villa mentre la gente continua a ballare, a dimenarsi come degli ossessi. Salgo i gradini, stando attenta a non calpestare nulla, così da salvaguardare la mia salute ed evitare di contrarre qualche malattia venerea. Dopo tanto cercare, riesco ad appartarmi in una stanza vuota. Chiudo la porta, in modo da occuparla e tenere lontano gli intrusi. Mi sdraio sul letto e tiro fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni. WhatsApp era pieno di messaggi della mamma e di Patty i primi giorni di questa fuga, poi è bastata una settimana per farle smettere. Una settimana e una banalissima scusa per tenerle tranquille. Una madre normale non si accontenterebbe di così poco, una madre normale vorrebbe sapere la verità. Invece Bridget Sullivan, dolce come un caffè annacquato senza zucchero, era capace di prendersi cura soltanto della sua casa. Rileggo velocemente i messaggi di Patty che mi dà della stronza, oltre che una guastafeste. Fino all’ultimo dove mi manda a quel paese e mi spiattella in faccia che si sarebbe divertita lo stesso, anche in mia assenza. Fanculo Patty. Fanculo mamma. Metto lo smartphone in standby e lo poggio sul comodino posizionato affianco al letto. Nonostante fuori la stanza ci sia un forte chiasso, le mie palpebre diventano pesanti e senza accorgermene, finisco con l’addormentarmi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono particolarmente contento di essere a questa festa, stasera. A differenza delle altre, questa non è molto movimentata – gira poco alcol e la droga, figuriamoci – ma è quella in cui ho convinto Zoe a venire che, a proposito, non ho idea di dove è. Spero con tutto me stesso che non si sia defilata via di nascosto come ha già fatto e comincio a cercarla.  Per me non avrebbe senso divertirsi se non si sta divertendo anche lei. So che è strano sentirlo dire da un egoista come me, ma Zoe è diventata una presenza fondamentale, senza la quale ormai non riuscirei a stare. Sento che
non incontrerò mai più una persona come lei, capace di farmi sentire più a mio agio lei nel giro di qualche settimana che un amico d’infanzia in tanti anni. È un fenomeno assolutamente eccezionale considerando tutto il tempo a stare sempre sulle mie e a tenere tutti alla larga. Quando ho espresso la mia riluttanza sulla vita di coppia, non ho mai mentito. La penso così tutt’ora. Non ho neppure finto di considerarla una figata, sia chiaro. Al contrario, ho sempre creduto che rimanere solo è un’esperienza sì, formativa ma, d’altra parte non si può restare così per sempre, no? In quanto animali sessuati e che provano emozioni, noi esseri umani abbiamo bisogno di amare e sentirci amati. Non sono per nulla certo ma credo di essere inciampato in un’esperienza figa, potente, nuova e, a tratti, stupefacente.
Io pensavo di conoscere già l’amore, non solo, presumevo che non potesse più stupirmi, che addirittura non facesse per me e la trattavo con ambivalenza. La snobbavo e poi la bramavo, tutto ad un tratto. L’amore che fa bene, non sapevo neppure cosa fosse. Ne vedevo traccia in Steve e la sua fidanzata ma, di fatto, non l’avevo mai sperimentato in prima persona. Poi, un giorno, per caso, incontro Zoe. Lei mi sconvolge, mi ha fatto scoprire un mondo fatto di esperienze sentimentali e che prima faticavo a vivere. Mi ha rivoluzionato l’esistenza e non dico di essere follemente innamorato di lei ma, di sicuro, nutro un forte interesse.
Vago per la villa alla ricerca di Zoe, ho il bisogno di stare con lei. Raggiungo quindi il secondo piano e un coro di gemiti mi accoglie, sembra di essere in uno zoo. Cammino per il lungo corridoio e apro tutte le porte, fregandomi di interrompere quei decerebrati mentre scopano. Dopo tante bestemmie e minacce di morte, raggiungo l’ultima porta rimasta e la apro lentamente. Zoe è sul letto, che dorme beatamente in posizione fetale. Sorrido dolcemente e senza fare troppo rumore, mi siedo accanto a lei, osservandola dormire in tutta la sua tenerezza. Quel momento idilliaco dura poco, in quanto si sveglia e quando mi vede, si stiracchia e poi mi prende in giro sul fatto che l’abbia osservata mentre era nel mondo dei sogni.
 
<< Vuoi sdraiarti anche tu? >> mi chiede, mentre mi fa spazio.
 
Mi affianco a lei tentando di nascondere il fatto che mi sento un pò accaldato e, non rivedere la mia stessa reazione in lei, mi infastidisce. Pensavo di piacere alle donne, invece Zoe sembra essere immune al mio fascino, tanto che è lei stessa ad invitarmi sul letto accanto a lei!  
 
<< Dimmi, sei riuscito a scopare con qualcuna? >>
 
Contro le mie aspettative, scatto in avanti a quella domanda del tutto fuori luogo. Amicona del cazzo.
 
<< C’è qualcosa che non va, Cole? >> domanda, preoccupata.
 
Inizio ad incazzarmi. Di certo il suo sguardo perplesso per la mia reazione del tutto inaspettata, non mi aiuta a rimanere lucido di fronte ad una situazione in cui palesemente sono io lo strano e non lei. Il dubbio mi assale. E se questo agglomerato di sensazioni fossero solo passeggere? Eppure non ho mai apprezzato così tanto la compagnia di una ragazza. Io voglio stare qui, ad ascoltare qualsiasi parola uscita dalla sua bocca, per ore ed ore. La tachicardia che sento al cuore non è immaginaria.
 
<< Cole? >>
 
<< Perché mi chiedi se ho scopato con qualcuna? A te cosa interessa? >>
 
Attende un po' prima di rispondermi. Probabilmente, non riesce a capire il perché di quel mio atteggiamento iracondo.
 
<< Non c’è un reale motivo per cui te l’abbia chiesto >>
 
<< Non c’è un reale motivo, eh? >>
 
Mi alzo da lì e in preda alla rabbia, cerco le sigarette dalla tasca dei miei jeans. Ne porto una alla bocca ma le mie mani tramano e faticano a bruciare la sua estremità. Lancio con violenza l’aggeggio per terra, facendo trasalire Zoe per quel mio strano comportamento.
 
<< Ma stai bene? >>
 
<< No, Zoe. Non sto bene e la colpa è tua >>
 
<< Mia? Che vuoi dire? >>
 
<< È evidente, cazzo. È evidente! >>
 
Vado su e giù per la stanza, agitato e al tempo stesso ferito. Ad un tratto, vengo trattenuto per un braccio e a quel punto i nostri sguardi s’incrociano. La sua espressione è triste e preoccupata. Immediatamente, mi sento in colpa per quella mia sceneggiata priva di senso. Mi siedo al bordo del letto e Zoe si affianca a me, senza lasciarmi il braccio, avvinghiandosi contro.
 
<< Zoe >> le dico, con voce sussurrata e con il capo chino << devi essere davvero una stupida per non capire quanto sia evidente il fatto che tu mi piaci e non credere che sia solo attratto dal tuo corpo, non è quel piacere passeggero, dettato dalla follia del viaggio che stiamo facendo >> prendo un respiro e poi proseguo << Tu mi piaci davvero e, per la prima volta dopo tanto tempo, sento il desiderio di conoscere qualcuno. Voglio sapere chi sei >> avverto la sua stretta farsi sempre più leggera, sempre più impercettibile << Ma so che per te non è la stessa cosa, che mi vedi sono come un amico con cui hai condiviso un momento di sana pazzia >>
 
Stavolta è lei a tenere la testa bassa, ad essere scostante da me.
 
<< Cole >> mi chiama, con voce tremante ma al tempo stesso decisa << Lascia che ti confessi una cosa: anche tu mi piaci. Sei il ragazzo che ho sempre desiderato avere al mio fianco. Non mi è mai capitato di parlare così a lungo con qualcuno. Tu sei capace di tirare fuori la parte vera di me e non mi disprezzi per questo, non ti dispiace affatto la Zoe lamentona, paranoica e con una considerazione tremendamente bassa di sé e del mondo. Tu mi apprezzi per quello che sono >> mi guarda negli occhi, con un sorriso dolce stampato sulle labbra.
 
Il mio cuore è in un brodo di giuggiole all’udire di quelle parole ma qualcosa nelle sue iridi non mi fa gridare dalla gioia.
 
<< E nonostante tutto questo, io non posso stare con te >>
 
Ecco, lo sapevo.
 
<< Non posso restare accanto ad una persona come te perché una come me ne uscirebbe indebolita e fatta a pezzi >>
 
Non proferisco parola, serro le mascelle aspettando che continui il suo discorso.
 
<< Non sono abbastanza forte. È passato del tempo ma, tu potresti essere il mio buon motivo per perdere tutto ciò che di positivo ho raccolto finora. Vivo ancora col riflesso del mio passato da eroinomane, da psicopatica, da disturbata compulsiva >>
Mi prende di colpo la mano e la rinchiude nella sua << Spero che un giorno tu possa perdonarmi, Cole >>
 
 
 
 
 
<< La nostra breve avventura è giunta al termine quindi >> esordisce Cole, spezzando quel silenzio creatosi in macchina.
 
<< Già >>
 
Siamo di fronte alla stazione di Dakota e, nonostante il mio cuore mi spinge a tenerlo al mio fianco, perché è perfettamente consapevole del fatto che non incontrerà mai più un ragazzo come Cole, la mia coscienza vuole esattamente che lo lasci andare via, se voglio un giorno stare bene. Il destino ha voluto che noi ci incontrassimo nel momento più buio della nostra vita e, al tempo stesso, scontrandoci, ha dato l’opportunità ad entrambi di poter ricominciare, come una fenice che rinasce dalle proprie ceneri. Nonostante questo, è comunque dura. È difficile separarsi da qualcuno che riesce a farmi ridere a crepapelle, che mi fa stare bene, da farmi dimenticare dell’odio che ho per me stessa e per il mondo intero…È estremamente faticoso, cazzo. 
 
 
<< Ci rincontreremo un giorno, vero? >> mi chiede improvvisamente Cole, mentre scendo dall’auto.
 
<< Certamente >> gli rispondo, abbassandomi all’altezza del finestrino.
 
<< Promesso? >>
 
<< Promesso >>
 
 
 
 
Epilogo
 
 
 
 
 
 
Ho trentatré anni, oramai.
Ho un lavoro fisso, un marito e sono in stato interessante. Ho un’automobile, un’assicurazione sanitaria, per fortuna i soldi non mi mancano. Sorprendentemente, ora viaggio spesso. Mangio e dormo altrettanto bene e, se tutto procede secondo i miei piani e continuo a seguire questo stile di vita, non dovrei schiattare a breve, come credevo che sarebbe successo qualche anno fa.
Accarezzo l’addome gonfio e mi chiedo: come può essermi accaduta una cosa simile? Prima avrei gridato a squarciagola: IO NON VOGLIO AVERE FIGLI!
E invece, mi ritrovo sposata e incinta… Come si cambia nella vita!
Sono uscita da quel tunnel buio, trovando la luce, grazie alla mia forza e alla mia determinazione. Ho ribaltato completamente me stessa come un calzino e, oltre ad averlo fatto – in primis - per il mio bene, sono riuscita a guardare avanti anche perché avevo il pensiero fisso di voler Cole nella mia vita.
 
 
 
 
 
 
 
 Oggi, l’incontro con il nuovo gruppo è andato piuttosto bene. Certo, Steve ha bisogno di più tempo per ambientarsi, ma son sicuro che riuscirà a fare un ottimo lavoro all’interno del mio centro di recupero, sotto la guida dello staff. Ricordo che anche io, come lui, quando frequentavo la comunità per tossicodipendenti, non era stato affatto semplice abituarmi a quel modo di vedere la vita. Prima ero solamente un cazzone che aveva paura di assumersi le proprie responsabilità ma, è stato grazie a Zoe se ho deciso di cambiare, di essere un uomo migliore. Tutto questo volevo farlo per lei, per dimostrarle che potevo valere di più, che non ero una causa persa. Dopo tanti sacrifici, sono riuscito a portare a termine il mio obiettivo e piano piano, Zoe ha iniziato a occupare sempre meno la mia mente. Finché non è arrivata Mary, a scacciare completamente l’immagine del suo viso elfico dal mio cuore. Nonostante sia felicemente sposato e diventato da poco padre di una meravigliosa bambina, Zoe avrà sempre un posto speciale nei miei ricordi.
Guardo l’orologio da polso e per fortuna, sono arrivato con dieci minuti in anticipo al mio consueto bar, dove solitamente prendo un caffè con mio padre.
Entro nella struttura dall’arredo molto semplice e casalingo e mi dirigo al tavolo al quale noi siamo soliti consumare la nostra colazione. Ma, di sfuggita, vedo una sagoma che legge un libro dalla copertina molto familiare. Ernest Hemingway? Spalanco gli occhi quando realizzo che la figura attenta a leggere le sue poesie è Zoe. Sono passati sette anni e non è cambiata di una virgola e sorrido dalla felicità quando mi rendo conto che è in dolce attesa. Questo vuol dire che è riuscita a superare le sue paure, le sue difficoltà.
 
 << Tu non sei i tuoi anni
 Né la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli.
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle guance,
sei tutti i libri che hai letto
e tutte le parole che dici,
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di essere tutta sola,
sei anche il posto in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei. >> recito, a bassa voce e abbassandomi con le gambe, per farmi guardare dai suoi grandi occhioni da cerbiatta.
 
 
 
 
 
Rimango spiazzata di fronte a quell’inconfondibile sorriso da vecchio volpone e che anche col trascorrere degli anni non è mai cambiato. Indossa un vestito casual e di buona fattura. Ha con sé una ventiquattrore e sembra un uomo d’affari conciato in quel modo. Non posso appurarlo con certezza ma di certo, per permettersi tutto questo, è riuscito a trovarsi un buon lavoro e sono contenta di vederlo così, più spensierato e soprattutto fiero e orgoglioso dell’uomo che è diventato.
 
<< Volevi fare colpo? >> gli domando, chiudendo il libro e, con gli occhi lucidi, rido di gusto per quel nostro familiare siparietto.
Ci guardiamo intensamente ripensando al nostro giro per l’America, senza nessun posto dove fare ritorno.
 
Nel proseguo della nostra vita, abbiamo incontrato tante persone.
 
 
 
Le abbiamo conosciute fin nel profondo.
 
 
 
Ma, un giorno per caso, ho incontrato te.
 
 
 
Che in pochi istanti.
 
 
 
Hai cambiato la mia vita per sempre.





Angolo Autore:
Siamo giunti alla fine di questa storia! 
Spero che sia stato di vostro gradimento ^^
Grazie mille a tutti per le letture! Alla prossima!

LaSignorinaRotterMaier.

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: LaSignorinaRotterMaier