ECHOES

 

Life makes echoes

“Resta”
Gendry te lo chiede a denti stretti e con le lacrime agli occhi. È bello anche mentre piange, anche mentre supplica. Gli accarezzi una guancia con tutta la delicatezza che ti è concesso usare. Le tue mani non sono mai state abituate a gesti cortesi, dopotutto. Sono le mani di una guerriera, callose e ruvide e sporche di sangue. Mani che hanno fatto tanto, preso tanto, tolto tanto.
Gendry posa la guancia sul tuo palmo e gli dei soli sanno quanto vorresti essere più simile a Sansa in questo momento, più simile a tua madre. Ma tu non sei una lady, la vita non ti ha mai dato la possibilità di diventarlo e alla fine ti è sempre andato bene così.
Perché ami Gendry, lo ami davvero, ma questo non basta.
Non hai fatto tutto quello che hai fatto per ritrovarti rinchiusa fra le quattro mura di un castello a Capo Tempesta. Hai sacrificato molto per il bene degli altri, per dare giustizia ai fantasmi del tuo passato e la verità è che ora sei stanca.
Sandor forse aveva ragione alla fine, non sei sopravvissuta per questo. Sei sopravvissuta per te stessa ed è proprio a te stessa che finalmente puoi rispondere. Solo a te stessa. Niente re, niente regine, niente obblighi, niente fantasmi. Niente Arya, niente Arry. Finalmente non sei niente più che una ragazza qualunque in grado di fare cose che altri non avrebbero mai neanche potuto immaginare. Finalmente non sei più l’orfana di una casata congelata nel tempo.
E sì, ami Gendry, come potresti non amarlo? Ma amare Gendry implica essere qualcun altro ed essere qualcun altro non ti interessa più. Perché amare Gendry implica essere una lady, una moglie, un giorno forse anche una madre. Amare Gendry implica serate passate a ricamare davanti a un camino acceso, mangiare seduta ad un tavolo, indossare abiti eleganti. E vorresti poter essere quella donna, quella che Gendry merita di avere al suo fianco. Vorresti poter essere come una di quelle tante ragazze che arrossiscono in presenza di un sir o che abbassano la testa per nascondere un sorriso.
Vorresti poterti accontentare della vita che Gendry può offrirti.
Ma non puoi e il vento del Nord ti richiama a sé con l’impazienza di un amante tradito.
Quindi gli accarezzi una guancia con tutta la delicatezza che ti è possibile usare, gli baci la fronte e fai un passo indietro.
Ami Gendry e lui ama te, ma l’amare qualcuno non sempre basta per essere felici.
Gendry chiude gli occhi, come se non volesse più vederti, come se il continuare a farlo gli facesse troppo male.
“Ti prego”
Parole sussurrate, la voce spezzata dai singhiozzi. Molti ti hanno implorata prima di allora. Molti hanno pianto a causa tua. Ma questa volta è diverso, questa volte la cosa ti fa star male. Questa volta è più difficile ignorare le suppliche.
Sorridi beffarda, un’ultima maschera.
Gendry sa già cosa hai deciso di fare, ma sai che nel profondo del suo cuore spera ancora di sbagliarsi. Ma la speranza è una puttana e la vita con lei.
“Sai che non posso.”
Mentre te ne vai un rumore sordo ti riempie le orecchie, assordandoti per un momento, e dentro di te non capisci se era il suono del cuore di Gendry che si spezza o se era il tuo.