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Autore: Kharonte87    10/09/2019    0 recensioni
Le cronache delle avventure dello stregone Kharonte, accompagnato dall'amico mago Zihark, in un viaggio da Quel'Thalas verso Soutshore ed oltre. Durante il loro viaggio Kharonte e Zihark incontreranno numerosi altri personaggi, ognuno dei quali arricchirà la persona di Kharonte, siano essi amici, nemici o amanti...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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POV: ZIHARK

Passò una notte agitata, piena di fuoco e di visioni.

"Non dicevi sempre di voler vedere il Paradiso in terra dove si trova il Principe?"

Si trovava in un'ampia zona completamente spoglia. Non c'erano ciuffi d'erba, non c'erano alberi, non c'erano fiori. Quella che calpestava era una terra sterile, dura, arida. In lontananza però, come un puntino all'orizzonte, poteva vedere magnifici alberi dalle foglie color oro e rosse, grandi praterie, bellissime costruzioni. Stava camminando verso quella che poteva sembrare un'oasi nel deserto, poteva fare tutto, qualunque cosa, ma non poteva, non doveva voltarsi indietro.

"...vedere il Paradiso in terra dove si trova il Principe?"

Alla sua destra vide Kharonte, che stava giocando con lui al gioco di carte in voga all'accademia. "Ho ricevuto una lettera", gli stava dicendo mostrandogli un piccolo rotolo di pergamena.

"...vedere il Paradiso in terra in cui si trova il Principe?"

Davanti a lui c'era ora un libro, aperto ed adagiato sopra un finissimo tavolo. Un tavolo in mezzo al deserto. Si avvicinò. "Kael'thas è l'ultimo dei Sunstrider." Nel momento stesso in cui lesse quell'unica frase, l'inchiostro iniziò a sciogliersi, a colare sulla pagina per poi evaporare. Quest'ultima restò bianca.

"...vedere il Paradiso in terra in cui si trova il Principe?"

Voleva voltare le pagine, vedere se vi era scritto qualcos'altro in quel libro, ma la luce verde fece capolino da dietro, ed un caldo asfissiante gli invase tutto il corpo. L'oasi all'orizzonte sembrava adesso ancora più lontana di prima. Doveva andare avanti, non poteva fermarsi.

D'un tratto, solo per qualche istante, non fu più solo. Accanto a lui vide sé stesso con Ophélia. "Ti manda Kentel? Anche tu conosci questo Draenei? Va bene, ti porterò da Kharonte." “Kharonte è davvero diverso da me," iniziò a dire rivolgendosi a Kentel ma sempre guardando davanti a sé. "Lui tende sempre ad essere emotivo, fa praticamente tutto perché è quello che se sente di dover fare. Crede che le emozioni possano salvare le persone, farle capire... Vorrei che fosse meno emotivo, perché so che tutta questa emotività gli fa male, anche se magari non lo da a vedere. Ma ormai ho capito che è fatto così, e niente lo farà mai cambiare. Io invece sono convinto che la chiave di tutto sia la conoscenza, la cultura, la verità. È vero, sono due modi molto diversi di vedere le cose, eppure non abbiamo avuto quasi mai contrasti. Forse perché la sua emotività gli fa vedere l'amico che lui è per me, e lo stesso fa la mia conoscenza, che mi da la certezza dell'amico che io sono per lui." Poi le due figure sparirono, si dissolsero nel nulla come polvere al vento.

"...vedere il Paradiso del Principe..."

Aveva perso la cognizione del tempo, non sapeva più da quanto tempo stava camminando. Eppure l'oasi era sempre lontanissima da lui, mentre il calore verde alle sue spalle si faceva sempre più vicino. Doveva raggiungere l'oasi a tutti i costi o le fiamme di smeraldo l'avrebbero raggiunto, l'avrebbero travolto. Decise di mettersi a correre.

"...vedere il Paradiso del Principe..."

Il caldo era diventato insopportabile, la terra stessa sotto i suoi piedi sembrava sciogliersi subito dopo il suo passaggio. Vide il libro, il tanto agognato libro che lui e Kentel stavano cercando, lo sapeva che era quello. Era lì, a pochi passi da lui, sopra una sorta di piedistallo. Era chiuso, la copertina finemente lavorata con dei rilievi rappresenti una figura mostruosa, i cui occhi erano due rubini rossi come il sangue. Allungò il braccio, fece per aprirlo... Ma una volta aperto dal libro emerse una colossale fiamma, di un rosso acceso, violenta, indomabile, che corse fino al cielo ed ancora più su.

"...il Paradiso del Principe..."

Zampilli di quelle fiamme che il libro aveva emanato scesero in picchiata sulla terra intorno a lui, come provenienti da un vulcano in eruzione. Ma quelle fiamme scesero dolcemente sul suolo, prendendo la forma dei grandi sovrani di Quel'Thalas. Dath'remar, Anasterian erano intorno a lui, impugnando entrambi la stessa lama infuocata. Intorno a loro altre figure, altri nobili. Ma essi non erano luminosi, non erano sfavillanti, non brillavano. Erano poco più che delle ombre, poco più che scheletri con la pelle cadente e le regali vesti lacerate. "Più veloce" gli urlavano alcuni. "Più veloce, più veloce."
"Voltati indietro e sarai perduto per sempre" gli urlavano invece altri. Anche il cielo era diventato buio, oscurato da due gigantesche ali. Non ce la faceva più, stava correndo con tutte le sue forze, eppure poteva sentire le fiamme verdi divorarlo, dall'esterno e dall'interno. Chiuse gli occhi, convinto di stare per essere distrutto.

"...il Paradiso..."

Ma improvvisamente, il calore cessò. Aprì nuovamente gli occhi e l'oasi, che fino ad un secondo prima era ancora lontanissima da lui, si stagliava ora davanti al suo sguardo. Quella che pensava essere un'oasi, era Quel'Thalas, era casa sua. Le fiamme alle sue spalle si ritirarono, il calore si fece sempre più lontano. Davanti a lui c'era ora il trono di Quel'Thalas ed un elfo, coperto dalla veste più elegante che avesse mai visto, rossa, larga. Sulle spalle vi erano dei raffinati spallaci, più larghi della veste stessa, e dietro la stoffa saliva oltre il collo. Attorno alla testa dell'Elfo dai lunghi capelli biondi ruotavano tre sfere verdi, pulsanti di magia. Nella cinta color oro che stringeva la veste, riuscì a leggere una parola. "Sunstrider".
"L'ultimo." Alla destra dell'elfo c'era Ophélia, comparsa dal nulla, anche lei guardava verso la figura di spalle. "L'ultimo." Nella parte sinistra era invece comparso Kharonte. Le loro voci erano piatte, freddissime e rimbombavano per tutta la stanza.

"...il Principe..."

Si avvicinò, esitante, verso il Principe Kael'thas. Ai piedi sembrava avere delle palle di ferro incatenate. Un passo dopo l'altro, passi che sembravano decine, centinaia. Allungò la mano, toccando la spalla del leader degli Elfi Sangue, facendolo girare verso di lui...ma quello che videro i suoi occhi fu il suo stesso volto.

Zihark si svegliò di soprassalto, la fronte imperlata da sudore freddo ed il respiro affannato. Dall'altra parte della stanza della locanda di Thrallmar, Kentel stava dormendo profondamente. Si costrinse a calmarsi, a rallentare il respiro, a chiudere gli occhi.

Sognò di nuovo, ma questa volta non vi furono fiamme, spettri o voci. Solo una stanza, vuota, al centro del quale fluttuava un bastone magico. Quest'ultimo era di un colore verde acqua, semplice nell'asta quanto intricata nelle estremità. La base presentava un'allungata forma ovale con due sorte di speroni ai lati, al centro dell'ovale vi era un cristallo viola pallido, tendente al rosa. L'estremità del bastone era invece divaricata in tre parti. Le due ai lati sembravano fluttuare, staccate dall'arma principale, mentre sopra quella centrale c'era un grosso cristallo viola, il quale roteava incessantemente su stesso. Zihark si diresse verso il bastone. Questa volta era leggerissimo, gli sembrava quasi di levitare sulla terra. Lo sguardo gli cadde sull'incisione lungo l'asta del bastone magico. "Chiave del Nexus". Allungò la mano e strinse il bastone con presa salda. Immediatamente, il mago sentì confluire dentro di sé un potere mai avvertito prima di allora.
   
 
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