(Anata ni maketa)
Lost On you
Mi hai lasciato con un soprannome in balia dei fotografi
Note pre fic: per pietà degli abitanti di casa mia cerco di non ascoltare solo una canzone in loop,
ma non sempre mi riesce,
e questa canzone è una di quelle che potrebbe benissimo finire nella top3 di quelle che ho ascoltato di più.
When
you get older, plainer, saner
Will
you remember all the danger
We
came from?
La volpe malefica mi lascia in
pasto a fotografi e giornalisti con un invito per stasera al pub e il
solito soprannome, che negli anni hanno cercato di capire da quello che
ci dicevamo in partita ma adesso l’ha spiattellato davanti a
tutti questi giornalisti. “Cosa vuol dire Dohao? Cosa vuol
dire Kitsune?” chiede una giornalista sportiva molto carina,
una moretta che indossa delle scarpe da ginnastica sotto un paio di
jeans aderenti e una camicetta semitrasparente, abbigliamento che
però non mi distrae come dovrebbe e fa uscire un sospiro
rumoroso dalle mie labbra. “Sono i soprannomi del liceo,
eravamo compagni di squadra e ci siamo odiati per quasi un anno, e lui
mi chiamava idiota, dohao appunto, e la mia brillante
genialità ha partorito per lui il soprannome volpe, e quando
mi lanciavo nei miei insulti per lui anche volpe artica ma spesso erano
solo stupido idiota e stupida volpe, baka dohao e baka
kitsune” spiego con calma e spero che non sappiano che la mia
ex fidanzatina è incinta di un altro, anche se scommetto
cinquecento dollari su Kevin, l’addetto di una rivista rosa
che ama particolarmente gli sportivi, e ho sempre il dubbio che abbia
una cotta colossale per Kaede. Lo vedo alzare la mano e comincio a
sudare freddo. “Voci dicono che la tua ex aspetti tuo
figlio” sorrido mentre dentro vorrei morire “Kevin
ti hanno informato male le tue fonti” e scommetterei
metà dello stipendio di questo mese che son stati loro.
“Di alla tua fonte, che come le ho detto l’altra
sera, si sono un genio in molte cose, ma ancora non sono
così bravo da mettere incinte le ragazze con la mia sola
presenza, o il mondo sarebbe piena di piccole teste rosse urlanti. La
storia era finita da tempo, almeno per lei, e quando ho scoperto
l’ultimo tradimento non ce l’ho più
fatta. Ho scoperto che fosse incinta quando erano mesi che non facevamo
l’amore, il tradimento peggiore, con uno dei miei amici di
infanzia, che si è professato gay solo per avere la scusa di
starle sempre appiccicato e non far capire nulla al
sottoscritto” mi lecco le labbra mentre Kevin spalanca gli
occhi “come mai pensi che la fonte sia lei?”
sorrido “Abbiamo firmato un accordo quando l’ho
lasciata, solo che non deve aver letto subito tutte le clausole e non
ha capito che la maggior parte dei soldi che mi ha spillato finiranno
in un fondo fiduciario per il bambino, e che lei e il suo fidanzato
vedranno solo una cifra adeguata a mantenere una vita agiata, ma non i
lussi che credevano di potermi spillare. Se dovesse ribattere che mento
e che il figlio è mio aspetto solo il test di
paternità” tutti si zittiscono e mi guardano, non
avevo previsto di spiattellare tutto in modo così pacato
davanti ai giornalisti. “Ah di alla tua fonte che deve
leggere la clausola undiciKR” e lui mi interrompe
“11kr?” rido di cuore sono stato proprio uno
stronzo. “Si il numero di maglia del suo amore delle
superiori e le sue iniziali. Lei spasimava per Kaede Rukawa che aveva
il numero 11, e io odiavo lui perché lei lo amava almeno per
buona parte del primo anno di liceo. Ora lui è uno dei miei
più cari amici e spesso mi chiedo cosa farebbe lui in certe
situazioni, e questa clausola è quello che penso avrebbe
fatto lui” ho incuriosito tutti che mi guardano come se
pendessero dalle mie labbra “La 11kr prevede che in caso di
voci sulla sua gravidanza e illazioni sul mio conto anche la parte che
spetterebbe ai genitori va nel fondo fiduciario per il
bambino” una donna sembra indignata “Ma
è crudele” scuoto la testa “Signora, io
sto pagando una cifra perché lei si allontani dalla mia vita
senza crearmi problemi, lei che avrà un figlio da un altro
uomo, e a cui avevo chiesto di non alzare un polverone ha firmato un
contratto, in cui era appunto espresso questo mio desiderio di
riservatezza, lei lo ha infranto, e non penalizzerò suo
figlio, penalizzerò lei e il suo fidanzato.”
scrollo le spalle “le sembrava più carino
accettassi e magari la sposassi, o che pagassi per qualcosa di cui, ho
certamente colpa ma non sono l’unico?”
l’inviata di una rivista di quart’ordine si
zittisce, Kevin è un omone di colore che veste degli stessi
colori della regina Elisabetta e sta maledettamente bene ogni volta.
“Quindi le voci sulla rivalità tra te e Rukawa non
sono del tutto infondate” rido di gusto “Kami no,
siamo rivali sul campo e adesso amici fuori. Almeno per buona parte del
primo anno di liceo ci siamo odiati e picchiati apertamente, finivamo
in rissa quasi tutti i giorni” i giornalisti e i fotografi
ridono “Progetti per il futuro, ora che sei tornato scapolo e
metà degli appassionati e delle appassionate di basket
vorrebbe occupare un posto nel tuo cuore” arrossisco e
distolgo lo sguardo alla provocazione di Kevin “Nessuno, se
ci penso ho quasi trent’anni e son passato da 51 ragazze che
mi hanno scaricato a una storia durata la bellezza di quattordici anni,
vorrei fare quelle cose che non ho potuto fare perché avevo
una relazione stabile” Il mio interlocutore si lecca le
labbra “Quindi ti darai alla pazza gioia?” scuoto
la testa “vorrei qualcuno con cui avere un primo
appuntamento. Ma soprattutto voglio quell’anello, e non
quello matrimoniale, quello della vittoria del campionato, ci stiamo
lavorando”. “L’allenatore come ha preso
la sconfitta?” comincio a ridere “Si è
quasi fatto esplodere una coronaria e ha urlato tutta la sua rabbia da
quando ancora in fasce non ha mangiato subito ad adesso, ma da domani
lavoreremo ancora più sodo. Una sconfitta è una
sconfitta, avevo sottovalutato le capacità difensive di
Rukawa, e la sua furbizia.” Continuano le domande e sono
tutte inerenti al basket. Arriva il capitano a salvarmi
“Sakuragi” mi saluta e poi sorride ai giornalisti
che lo amano, è sempre alla mano “Ho un annuncio
da fare” e alle sue parole gli avvoltoi si gettano su di lui
lasciandomi il tempo di dileguarmi.
Non so per quale motivo ma stasera mi son vestito bene, ho messo quei
jeans che mi fanno sembrare più proporzionato, e quella
camicia che mette in risalto i miei muscoli e la mia carnagione,
è semplice e bianca, ma mi fa sentire bellissimo, dire che
questo abbigliamento era troppo informale per la mia ex me lo ha fatto
apprezzare di più.
Il pub è pieno e a fatica riesco a districarmi tra i miei
fan, e quelli della volpe che dopo un’ora, il tempo che ci ho
messo ad arrivare al bancone tra autografi, foto e chiacchiere con gli
appassionati, sono sempre stato molto disponibile al contatto con gli
appassionati, mi fa piacere che mi apprezzino, e che apprezzino il mio
gioco. Ramirez il barista latino dell’altra sera mi accoglie
con un sorriso “Il capo si è rifugiato nel suo
ufficio, mi ha detto di dirti di raggiungerlo quando fossi riemerso
dalla folla” e rido di cuore e lui ridacchia
“Tipico della volpe” e lui annuisce “tra
un po’ vi porto il the, diglielo pure” annuisco e
sorrido, la volpe come al solito ha organizzato tutto.
L’ufficio di Rukawa è più in ordine
dell’altra volta, non ci sono scartoffie a giro, e il
portatile è chiuso, mentre la volpe è
acciambellata sul divanetto che dorme, devo essere masochista, so come
svegliarlo senza farmi picchiare, ma è troppo divertente
“Oh Baka Kitsune” dico con un tono di voce molto
alto a pochi centimetri dal suo orecchio, e in cambio mi prendo un
pugno che non riesco a schivare “Non perdono chi disturba il
mio sonno” rido di gusto e lui si sveglia e mi guarda con
astio. “Baka Dohao devi esserti bruciato i neuroni con i
giornalisti.” ridacchio “Mi è toccato
Kevin” gli rispondo e lui sospira “Quello che sa i
segreti di tutti gli abitanti degli stati uniti?” mi chiede a
mo’ di conferma “Si proprio la regina Betty della
stampa scandalistica” ridiamo entrambi e la sua risata penso
abbia un suono fantastico, la gente non sa cosa si perde a non essere
tra i pochi fortunati con cui la condivide. “Che
succede?” mi chiede quando l’ilarità
viene rimpiazzata da una sensazione di calma.
“L’Akagi lo ha informato della sua gravidanza e
poverina ha fatto scattare la clausola 11kr” mi guarda
alzando un sopracciglio “11kr?” mi chiede e io
annuisco “la clausola 11, il tuo numero di maglia e le tue
iniziali” lui ridacchia
“l’inculata?” mi chiede e io ci penso un
po’ e annuisco “si, non l’avevo pensata
così, ma si l’inculata, ha fatto in modo di non
vedere nemmeno un cent, eravamo in quattro a sapere questa cosa, quindi
la voce l’hanno sparsa loro” lui mi sorride e io
penso di non aver mai visto niente di così bello. Mi vengono
in mente ricordi del liceo, quando ancora non ci parlavamo e io stavo
riuscendo a conquistare Haruko, mentre mi sottoponevo alla mia
estenuante riabilitazione e lui veniva a trovarmi ogni giorno, solo per
vantarsi della chiamata in nazionale, e l’ultima mattina che
è venuto il sole lo stava baciando e lui mi ha sorriso per
la prima volta, e io sono rimasto stordito, quasi accecato.
“Fa male” dico sinceramente “fa
malissimo, ho passato quattordici anni con lei, e lei sta cercando di
distruggermi” questo giovane uomo mi si avvicina e mi
abbraccia e stavolta lo so per certo mi bacia una guancia in un gesto
che mi travolge e mi stravolge. Sto tremando e non so come comportarmi,
nonostante sia di origini non propriamente giapponesi sono vissuto per
la maggior parte della mia vita in un paese dove i gesti di
apprezzamento fisico non sono usuali, e lui non è mai stato
espansivo in nessun modo, lui è sempre stato meno avvezzo la
contatto fisico rispetto alla media giapponese. Sono inebriato dal suo
profumo e dal suo dopobarba. Sento qualcosa che viene appoggiato sul
tavolo e solo dopo mi rendo conto della presenza di Ramirez e del the
che mi aveva detto che avrebbe fatto. Il ragazzo non aggiunge niente e
se ne va lasciandoci soli. “Kaede?” chiedo e lui
non mi risponde, si mette ad armeggiare con la teiera e con il liquido
chiaro che ne esce, la cosa dura qualche minuto e poi sento la sua voce
quasi un sussurro “scusami” adesso sento il bisogno
che mi spieghi, non capisco e sono sempre più confuso.
“scusami ‘sti cazzi, spiegami” lo sento
sbuffare, sappiamo entrambi che non gli piace essere messo alle
strette, la sua neurodiversità gli impedisce di mentire e se
viene obbligato non riesce a tacere e parla schiettamente di quello che
pensa. “Non voglio che tu soffra, se tu soffri soffro
anch’io, e molto di più rispetto a che se
soffrisse qualcun’altro” abbassa lo sguardo sulle
tazze e me ne porge una “mi sono lasciato guidare
dall’istinto, ho pensato che un bacio aiutasse a farti stare
meglio, non volevo farti stare peggio.” bevo il mio the
preferito mentre lo osservo, non lo interrompo, non saprei nemmeno cosa
dire, e riuscire a lasciarmi senza parole è
un’impresa a tratti epica. “Sono innamorato di te
da sempre, da quel giorno in terrazza o forse solo da quel passaggio
che c’è stato al primo anno, o forse in un momento
tra questi due. Sei tu l’unico che mi fa sentire strano,
l’unico che mi fa venire voglia di parlare senza essere
obbligato. Oggi hai rischiato di essere baciato in diretta tv, se
l’arbitro avesse tardato la chiamata del fallo lo avrei
fatto, la tua espressione preoccupata, e quegli occhi caldi che
profumano d’autunno” sono basito, le sue parole mi
stanno travolgendo e lui non sembra volersi fermare. “Non ho
mai voluto nessuno che non fossi tu nella mia vita sentimentale o
sessuale.” bevo l’ultimo sorso del mio the, lo ha
fatto alla giapponese, una piccola dose, rispetto a quelle occidentali,
lo guardo e sembra così vivo come quando gioca.
“Sei quello per cui tornerei in questa città anche
solo per vederti qualche minuto. Non ho mai voluto nessuno che non
fossi tu, e sapere che stavi bene con lei mi ha fatto rassegnare alla
tua sola amicizia, e non vorrei mai perderti solo perché ti
amo da morire, solo perché mi sono innamorato di te come uno
stupido, da prima che quelle galline si accorgessero di quanto sei
bello e generoso”. Sono stupito e la mia espressione deve
farlo capire apertamente. “Smettiamo di parlare di me e dei
miei sentimenti, non mi piace” dice e mi abbraccia di nuovo e
lo lascio fare e sento come un peso che si scioglie e riesco a
piangere, piango ancora e ancora, per quella donna che ho lasciato e
che sta cercando di rovinarmi la vita, per quel figlio che vorrei
tanto, e che forse andrò ad adottare, per
quest’uomo le cui braccia mi sembrano un’ancora in
mezzo alla tempesta, quest’uomo che mi ama e che io considero
il migliore amico che mi potesse capitare, sento il suo corpo scosso
dal pianto come il mio e lo abbraccio e spero che questo rimanga
sospeso nel tempo. Questo ragazzo dai profondi occhi blu è
magico, riesce a lenire il mio dolore anche solo con la forza
dell’abbraccio delle sue braccia così virili. In
lui non c’è niente di femmineo o femminile, e
quindi non dovrei provare questa sensazione di eccitazione, mi sento
attratto da lui, ma non c’è niente di
più lontano di lui dai miei gusti. “Rimaniamo
così per favore, domattina riparto” mi dice e il
non mi stacco, e lascio che lui mi baci di nuovo sul volto, toglie le
mie lacrime con le sue labbra e fanno meno male all’altezza
del cuore.
Parole Sparse
Alla prossima.