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Autore: Meramadia94    11/09/2019    3 recensioni
Versione degli episodi 681-683, in cui non è il detective Takagi a rischiare la vita, ma Sakura.
Sakura viene rapita durante una gita scolastica, ed il rapitore si mette subito in contatto con il fratello maggiore della ragazza e la polizia di Tokyo. Takagi ha solo tre giorni per salvare la sorella da un terribile destino, e nel frattempo dovrà fare i conti con una ferita che non ha mai smesso di sanguinare.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Tokyo era arrivato Febbraio.
Il mese degli innamorati. In città si respirava l'aria delle festa degli innamorati, durante la quale le persone che si amavano e si volevano bene si dimostravano il loro affetto scambiandosi un tangibile pensiero.
Ma non per tutti era un mese dedicato alla gioia e all'amore. In un appartamento di Tokyo, infatti un uomo fissava addolorato la foto di una ragazza, di circa venticinque anni, che sorrideva radiosa facendo il segno della pace.
Lei non avrebbe festeggiato San Valentino. Ne in quell'anno, nè in quelli che si sarebbero susseguiti. E nessuno le avrebbe portato dei fiori se non nel posto in cui tutti prima o poi erano destinati a finire.
- Potresti essere felice oggi, tesoro mio.- fece l'uomo lasciando che una lacrima solitaria cadesse sulla foto - potresti essere sposata, magari con dei bambini... e invece i fiori che avrebbero dovuto accompagnarti nel giorno più felice della tua vita ti hanno seguita in un nero sepolcro...
Fra tre giorni sarà un anno che non ci sei più tesoro mio... - un'altra lacrima cadde sulla foto - e tutto per colpa di quel maledetto poliziotto che ti ha portato via dal mondo e da me... e sarà nel giorno della tua scomparsa che capirà cosa significa perdere una persona che si ama tanto.
...
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La sera del 4 Febbraio, nonostante mancassero ancora un paio d'ore alla fine del suo turno l'agente Wataru Takagi aveva chiesto un permesso per uscire prima, per poi recarsi allo studentato dove da diversi mesi viveva la sorella minore. Quando arrivò la ragazza stava sorseggiando una tazza di caffè, abbigliata di tutto punto con un maglione bianco a collo alto, un giubbetto rosso, pantaloni di jeans e un paio di scarpe da ginnastica. Vicino a sè aveva un trolley blu e una borsa da viaggio. 
Le si leggeva in faccia che era emozionata. Ed era più che comprensibile che lo fosse. Quella sera sarebbe partita con la classe superiore per una gita scolastica. E dato che lei era nella redazione del giornalino scolastico del liceo Kisso-Gakuen, era stata selezionata assieme ad altre tre ragazze, per occuparsi del rendiconto del viaggio. Quando glielo aveva detto non aveva non potuto condividere la sua gioia, ma allo stesso tempo quando gli aveva dato il permesso di lasciare il paese pur essendo ancora minorenne affinchè lo firmasse era stato colto dai dubbi. Certo, ormai la sorella poteva dirsi emancipata, ma il pensiero di saperla lontana, a decine di km di distanza, anche solo per pochi giorni non lo faceva stare tranquillo. Tuttavia, non vi era una sola ragione convincente che potesse usare per negarle il permesso... pertanto firmò quel permesso, non senza farle le solite raccomandazioni.
- Allora, ripassiamo un'altra volta le regole...- fece Takagi durante il tragitto verso l'areoporto di Haneda.
Sakura sbuffò, spostandosi un ciuffo ribelle che non ne aveva voluto sapere di essere raccolto nella treccia nella quale era solita acconciare i capelli - Dai, Taru... me le hai ripetute fino alla nausea, credo di aver capito ormai.- 
- Lo so, ma è meglio essere prudenti.... lo sai, meglio un indizio di più che una prova in meno.- 
- Uff, e va bene...- fece Sakura - Devo chiamarti appena atterro e ogni sera prima di andare a letto, e se non rispondi sul cellulare privato ho il numero del tuo telefono in ufficio, non devo mai allontanarmi da sola.-
Takagi si allungò per aprire il vano porta-oggetti della sua macchina e ne ditò fuori un foglio di carta piegato a metà - Qui c'è una lista con tutte le zone pericolose di Hokkaido, prendila.-
- Dai, adesso rilassati...- fece Sakura sistemandosi il ciuffetto di capelli dietro le orecchie - passeremo il novanta percento del tempo con la guida tra parchi naturali. Per l'occasione ho portato anche la macchina fotografica.- fece la ragazzina - non hai motivo di preoccuparti.- 
Takagi sorrise. Forse era vero... ma era un fratello maggiore. Ed era cresciuto con la responsabilità di curarsi della sorellina in ogni dove ed in ogni quando. Aveva fatto quella promessa il giorno che due agenti della prefettura di Kyoto avevano bussato alla loro porta per comunicare loro la tragica notizia riguardante la scomparsa dei loro genitori. Il tempo di appurare che non avevano altri parenti a cui poter essere affidati e di prendere qualche effetto personale ed erano stati sbattuti in un istituto di accoglienza. Per tutto il tempo, Sakura era rimasta abbracciata a lui, come a voler cercare la prova che esistesse ancora quel calore familiare che fino a poco tempo fa la faceva stare così bene. Quando aveva un brutto sogno, o qualche ragazzino particolarmente impertinente le faceva dei dispetti era sempre lui a consolarla e se la situazione lo richiedeva a dare una lezione al bambino in questione. Erano rimasti in quel posto fino al giorno del suo ventesimo compleanno. 
'' Potremmo occuparci noi di Sakura fino alla sua maggiore età''- gli aveva detto la responsabile dell'istituto -'' occuparti di una ragazzina e allo stesso tempo andare avanti con la tua vita potrebbe essere troppo gravoso per te... lascia che ce ne occupiamo noi, è la soluzione migliore per tutti...''
'' Mi faccia avere i documenti per l'assunzione di responsabilità.''- era stata la sua risposta. Ed era uscito da lì con Sakura sottobraccio. 
Ed anche se ormai era una giovane donna, piena di vita, di sogni, di interessi e che aveva lo straordinario dono di farsi volere bene da tutti, lui non avrebbe mai smesso di considerarla come la bambina che quando aveva un incubo sgattaiolava nel suo letto per cercare un appiglio o che la prima sera gli aveva chiesto con quegli occhioni tremolanti -'' Ma se sposto le lancette dell'orologio... papà e mamma torneranno indietro?'', ed in quanto tale non avrebbe smesso di preoccuparsi di lei e proteggerla e difenderla da tutto e tutti. 
- Lo so, di te mi fido...- fece Takagi. 
- Mancano tanto anche a me.- fece Sakura riferendosi ai genitori - però adesso, puoi rilassarti. Pensa un po' a te stesso. Io me la so cavare da sola.... anzi, sai cosa dovresti fare appena hai un paio di giorni liberi?- 
- Sentiamo un po'.- 
- Andare ad Hokkaido con Miwako. Ogni giorno, all'alba e al tramonto, c'è uno spettacolo senza eguali.- 
- Ah si?- fece il poliziotto parcheggiando l'auto nel parcheggio dell'aereoporto per poi aiutarla a scaricare le valige - e di che tratta?- 
- Al mio ritorno te lo mostrerò.- fece la ragazza prima di rispondere al cenno del responsabile della gita - ci sentiamo quando arrivo.- fece per poi allontanarsi salutando il fratello con un cenno della mano, del tutto ignara del terribile pericolo a cui stava andando incontro.
...
...
...
Sakura infatti ignorava completamente che uno degli accompagnatori a quella gita, avesse fatto carte false per coinvolgerla nel progetto solo per poterle giocare un pessimo tiro. E questo qualcuno era l'insegnante d'inglese Ryusako Fuemoto. E fu proprio lui ad avvicinarla in albergo poco dopo il loro arrivo, al tramonto. 
- Dove te ne sei andata di bello?- le chiese l'insegnante vedendola rientrare - sai che non dovete allontanarvi senza chiedere il permesso o informare me o la professoressa Kawabe.-
- Non si preoccupi.- fece Sakura con un sorriso - Ero solo uscita per telefonare a mio fratello e rassicurarlo... sa, è un tipo un po' ansioso.- 
- E' naturale.- fece il signor Fuemoto - Preoccuparsi di qualcuno per cui ci si sente responsabili...è la cosa più naturale di questo mondo...-
- Sì, ma non creda che ci sia rimasto troppo male.... è vero che per qualche giorno non mi vedrà a Tokyo, ma in compenso sarà in dolce compagnia.- sorrise la ragazza. Ormai era un fatto di dominio pubblico.
Dal caso del serial killer il fratello e la bella vice ispettrice erano diventati più uniti che mai, anche se Miwako era convinta di star tenendo nascosta la loro storia sul posto di lavoro per evitare che qualcuno ai piani alti iniziasse a dire che non era una buona idea che due agenti che si frequentavano, lavorassero nel medesimo ufficio e iniziasse a pensare di trasferire uno dei due al fine di evitare un conflitto di interessi. 
La notizia del loro fidanzamento, seppur non avesse ancora i caratteri ufficiali, era sulla bocca di tutti: durante la pausa pranzo uscivano sempre insieme, una volta al mese uno dei due chiedeva la serata libera nello stesso giorno di riposo degli altri... era abbastanza difficile non accorgersi che tra quei due vi fosse un rapporto molto più profondo di una semplice stima reciproca o di una bella amicizia, ma la più piccola ombra di dubbio svaniva nel momento in cui si metteva piede nella casa del poliziotto.... una coppia di spazzolini da denti, un paio di scarpe da donna sotto il letto, per non parlare del profumo tipicamente femminile. 
Mancava solo l'annuncio ufficiale e che il fratello facesse il grande passo chiedendo la mano della poliziotta per far capire che ormai era lui ad occupare il primo posto nel cuore della ragazza che faceva battere il cuore a tutto il commissariato.
- Gli ho consigliato di portare qui la sua fidanzata appena potranno fare un viaggio assieme...- fece la ragazza - La colonna solare è uno spettacolo incredibile.- 
A quel punto Fuemoto le propose, certo che la ragazza non avrebbe rifiutato - Sei fortunata. Conosco un ottimo punto di osservazione da cui si possono fare ottime fotografie.-
- Veramente?- fece la giovane con gli occhi che si illuminarono di gioiosa incredulità. 
L'uomo annuì. 
- La mia casa di famiglia ha un ottima visuale sul fenomeno della colonna solare. Possiamo andarci domattina molto presto se vuoi.- 
La ragazza annuì radiosa, del tutto ignara che la sua passione per i fenomeni naturali, che fin da bambina considerava come delle magie le sarebbe costata cara.
...
...
...
L'indomani mattina, poco prima dell'alba, Sakura si preparò e sgaiattolò fuori dalla sua stanza d'albergo per raggiungere il professor Fuemoto al parcheggio dell'albergo, per poi andare via con lui, in direzione della casa dell'uomo. 
Il viaggio durò poco meno di una ventina di minuti, e appena arrivati, il professore la invitò ad entrare e salire in soffitta.
- Wow....- fece Sakura affacciandosi alla finestra della soffitta della casa del professore, con gli occhi che brillavano per la gioia. Da lì riusciva a vedere perfettamente il fenomeno della colonna solare.
Mentre era intenta a scattare le foto, con l'intenzione di spedirle immediatamente al fratello, sentì dei passi dietro di lei.
Si voltò per conoscere l'identità di colui che le stava arrivando da dietro, e si tranquillizzò nel vedere che si trattava del professor Fuemoto. 
- Non so tu, ma io non sono più abituato al clima di Hokkaido...- fece Fuemoto posando il vassoio - Ho preparato del caffè, e ho pensato che ne avresti gradita una tazza.
- Grazie... con questo freddo non rifiuto proprio.- fece la ragazza prendendo una tazza.
E da allora divenne tutto confuso.
Era stata lei a scegliere la tazzina e a mettere lo zucchero...
Sputò quasi subito il caffè. Il sapore del valium le invase bocca.
- Che...- aveva sputato quasi subito ma doveva averne ingerita una quantità sufficente abbastanza da stordirla.
- Qualcosa non va, mia cara ragazza?- le sorrise serafico l'uomo.
- Che c'era.... che c'era in quella tazza....- fece Sakura appoggiandosi ad una sedia per non cadere rovinosamente.
- Cara bambina... è questo che succede con gli uomini. Che qualche innocente deve sempre pagare...- fece l'uomo alzandosi. La prese tra le braccia e la accompagnò gentilmente sino al pavimento - ma non devi aver paura... se non opporrai resistenza, se non farai nulla per impedire al destino di fare ciò che deve fare, finirà tutto più in fretta.-
- Ma che ti ho fatto....?- chiese la ragazza. Chiaramente era stata presa in trappola, e quell'uomo la voleva ammazzare, non voleva fare niente e non voleva altro che la sua morte... ma quello che non le riusciva afferrare era il perchè. 
Perchè lei.
Chissà se era questo quello che si chiedevano le persone quando stavano per morire ammazzate... '' Perchè proprio a me, Dio? Cosa ho fatto per meritarmi questo?''. Sicuramente vi erano anche coloro che si concentravano sulle persone che stavano per lasciare, ai giorni che non avrebbero vissuto, le tante parole che non avrebbero più detto, i posti che non avrebbero mai potuto vedere... ma lei non poteva non chiedersi, perchè proprio a loro.
Lei se lo stava chiedendo... lei e suo fratello non avevano forse sofferto abbastanza nella vita? Non avevano forse patito le pene dell'inferno quando avevano perduto i loro genitori, quando erano stati sbattuti in un istituto, senza una parola gentile da parte di nessuno se non da sè stessi l'uno verso l'altra, Wataru aveva sempre lasciato perdere qualsiasi divertimento tipico della sua età per mettersi a lavorare per mantenere sè stesso e lei, dopo tante difficoltà pensava che si fossero meritati un po' di pace, invece...
- Tu niente. E' per questo che ti chiedo scusa.- fu l'ultima cosa che Sakura udì prima di chiudere gli occhi.


Versione con l'aggiunta di un OOC che pare aver riscosso una certa popolarità, pubblicata ma mai conclusa in un altro forum poichè arrivata ad un punto morto. Ho salvato i pezzi che ritenevo più interessanti. Spero che malgrado il cambio vi piaccia.
  
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