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Autore: Sabriel Schermann    11/09/2019    3 recensioni
[Raccolta di Flashfics]
Frammenti di vita assaporati fino in fondo; istanti che segnano nell'intimo.
Vite intrecciate aggrappate a un debole bagliore di speranza.
[Raccolta classificata al sesto posto al contest "Il Contest del Simbolismo" indetto da Arianna.1992 sul forum di EFP]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Casa di Cristallo'
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Sono qui per te

 

 

 

 

 

Sindy aveva sempre avuto il sospetto che Rickard fosse omosessuale, pur non avendo mai avuto occasione di convalidare la propria ipotesi. Non aveva impiegato molto tempo a capire che ultimamente il rapporto dell’amico con Den si era incrinato terribilmente.
Tra di loro si era creato un legame particolare: quando erano insieme, apparivano entrambi spensierati come due neonati che sperimentano il mondo per la prima volta. Quel giorno Sindy provò a fare qualcosa che desiderava fare da tempo, ma che aveva sempre evitato per lasciare all’amico il tempo necessario per comprendere e accettare la sua vera natura.
In tutta risposta, lui corse via dalla stanza con le lacrime agli occhi, allontanandosi il più possibile da quel posto e da lei. Non desiderava altro che fuggire lontano o magari scomparire per sempre, per non dover sopportare i giudizi della gente, quei commenti silenziosi che trafiggono l’animo a tradimento e quegli sguardi, che paiono godere profondamente nel farlo, credendo sia giusto così.
Sindy lasciò trascorrere un’ora, poi si accomodò sul letto disfatto, provando a chiamarlo al telefono.
Quando sentì una suoneria vivace provenire proprio dalla stanza in cui si trovava, pensò che avrebbe dovuto immaginare che Rickard avesse lasciato il cellulare a casa, dove lo dimenticava sempre.
Impaziente, decise di uscire a cercarlo, temendo il peggio. Uno scoppiettante temporale estivo cominciò a inumidirle i vestiti leggeri, ma proseguì comunque in direzione del bosco, addentrandovisi in breve tempo fin nel suo cuore.
Le fronde degli alberi trattenevano leggermente la pioggia scrosciante, facendola di tanto in tanto rabbrividire, riportandole alla mente quelle stelle, che, tempo addietro, parevano ardere come il suo corpo sdraiato al suolo. Inaspettatamente, giunse a un spiazzo di pietra riparato.
Avvicinandosi, lo riconobbe, accovacciato a terra tremante, la testa infilata tra le gambe.
Istintivamente gli si avvicinò, accostando il capo del ragazzo al proprio petto, come faceva sempre quando voleva dimostrargli il suo affetto più sincero, posandogli un lieve bacio sui capelli umidi e carezzando dolcemente il viso bagnato dalle lacrime.
«Non sei solo» gli sussurrò all’orecchio, stringendolo più forte. Non sapeva se il giovane avesse udito le sue parole, forse la pioggia era troppo rumorosa per poterglielo permettere. Lo sentì gemere leggermente in un singhiozzo. «Sono qui, Rickard» mormorò appoggiando la schiena alla parete di roccia.
Osservò le gocce di pioggia posarsi leggere sul terreno, come un’ape su di un fiore, abbandonandolo poi, portandone via per sempre un po’ con sé. Non le importava come avrebbe reagito la gente, i suoi genitori, gli amici. Lei sarebbe stata lì per lui e lo avrebbe protetto dalle malelingue ogni volta che ne avesse avuto la possibilità. L’importante era che Rickard ne fosse consapevole, perché Sindy sapeva bene che un solo minuto più tardi, sarebbe forse stato troppo tardi per dirlo.


   
 
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