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Autore: ballerina 89    12/09/2019    3 recensioni
Sequel delle due storie fin'ora create: "il miracolo di Natale" e caccia alle uova.
La famiglia Jones è finalmente tornata su efp per raccontarvi un'altra "indimenticabile avventura. Cosa dire di più? Beh... forse questa volta il vissero felici e contenti non.....
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV NARRATORE 

Era stata davvero una gran brutta discussione, per la prima volta da quando avevano stretto alleanza, quindi anni e anni prima degli inizi della loro relazione, avevano di nuovo idee differenti e contrastanti. Killian, il più lucido dei due, cercava di farle capire in ogni modo possibile immaginabile che il salvare i gemelli avrebbe solamente distrutto la loro famiglia rendendo così un uomo vedovo e cinque bambini orfani di madre, ma Emma dal canto suo aveva una visione totalente differente della realtà: era una madre e in quanto tale avrebbe dovuto garantire sicurezza e protezione ai suoi figli anche al costo della sua stessa vita. Prendere una decisone sembrava quasi impossibile visto che nessuno dei due era intenzionato ad abbracciare il punto di vista dell'altro ma anche qui Emma Swan aveva chiara la soluzione: in quanto era lei la paziente in cura spettava a lei il compito di prendere la decisione finale. Un gesto un po' egoistico il suo, sopratutto nei confronti di colui che gli stava dimostrando amore smisurato, ma ormai era convinta che quella era la soluzione migliore per salvaguardare la sua famiglia e di conseguenza nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea. Killian fu d'accordo di questa presa di potere? Certo che no... anzi, ne susseguì l'ennesima discussione della giornata. Non era assolutamente intenzionato ad arrendersi, le avrebbe provate tutte pur di salvare la vita della donna amata ma per quel giorno dovette battere la ritirata in quanto si presentò, all'improvviso, un'altro piccolo problemino da risolvere. Erano le 21:30, ancora stavano discutendo animatamente quando un'infermiera entrò in stanza interrompendoli. 
- Scusate... - disse leggermente in imbarazzo per essere piombata nel mezzo di una situazione poco piacevole. - E' tutto ok? Posso passare più tardi se...
- No no, va tutto benissimo non si preoccupi. Mio marito stava giusto andando via. - rispose Emma per poi lanciare un'occhiataccia a Killian. - Mi dica... è venuta qui per i moduli del consenso vero? Sono li su quella scrivania ma riferisca al dottor Whale che ho preso la mia decisione:  non ho intenzione di sottopormi all'intervento. 
- Veramen...
- E si certo... perchè qui conta solo il tuo punto di vista! - intervenne Killian interrompendo la donna. 
- Non riiniziare... non siamo soli.
- Me ne frego di chi ci sia in stanza con noi Emma ok? Potrebbe esserci anche il presidente degli stati uniti in persona, non me ne importerebbe nulla. Stai facendo una cazzata e io ho tutto il diritto di dirtelo visto che non stai mandando a puttane solo la tua vita. C'è di mezzo anche la mia vita, quella di Henry, Dave, Hope.... c'e di mezzo la vita di tutti quanti e tu te ne...
- Ne parliamo dop...
- NOO! NE PARLIAMO ADESSO! Se non ti interessa di me ok, a lungo andare me ne farò una ragione, forse, ma Dave e Hope? Come pensi che si sentiranno quando scopriranno che la loro mamma se ne è altamente fregata del loro futuro? 
- Non lo dire neanche per scherzo ok? Io ci penso a loro!
- Ah si? E come si può sapere? Togliendoti la vita? Bel modo di pensare a loro Emma!!!!! Pensi che saranno felici quando capiranno tutto? O visto che ti sarai già messa fuori dai giochi da sola non ti tocca minimamente la cosa?- prese un respiro. Aveva il cuore a mille, ancora qualche altro minuto così e gli sarebbe venuto un infarto. Ma come poteva la sua donna non capire il suo punto di vista? Come poteva non pensare a quei due poveri bambini voluti così disperatamente? Non riusciva a capirlo ma forse... forse ancora non era detta l'ultima parola. Avrebbe fatto di tutto pur di farla cambiare idea e il giocare sporco poteva essere un'arma vincente. Cosa aveva in mente? Mettere in mezzo i suoi figli naturalmente. Emma non avrebbe mai detto di no a loro. -   Ora che ci penso però... perchè aspettare, dopotutto perchè devo essere io a dar loro la notizia? Perchè non lo fai tu adesso? Perchè non spieghi loro le tue motivazioni? Sono sicurissimo che ti capiranno e saranno daccordo con te. Aspettami qui, te li vado a chiamare ok? Voglio proprio vedere cosa racconterai a Dave!
- Non ti azzardare a mettere i bam..
- SCUSATEEEE?!?!? - alzò un pochino la voce l'infermiera per farsi sentire - Io sono ancora qui!  - gli fece notare azzittendoli immediatamente. - Bene, vedo di essere riuscita ad attirare la vostra attenzione. Non sono qui per i moduli signora, cercavo lui in realtà: il signor Jones. - Killian la guardò sorpreso: cosa voleva l'infermiera da lui? - Eh si... cercavo proprio lei. Di la ci sono due persone che dicono di essere vostri parenti: la cercavano, dicono sia una cosa urgente. - Due persone... loro parenti? Non potevano che essere i suoi suoceri. Ci mancavano solo loro adesso a mettergli i bastoni tra le ruote. 
- Gentilmente dica loro che sono momentaneamente occupato, li mandi a casa, li chiamerò quanto prima. - cercò di risultare il più gentile possibile. 
- Non credo sia possibile: hanno insistito molto per farla chiamare. Vogliono parlarle a proposito di un bambino... suo figlio credo. 
- Va da Dave Killian! Sarà spaventato. - Emma gli disse solo questo, ma il tono che usò fu calmo, gentile... quasi non avessero mai litigato. 
- Dave sta bene e poi... beh, per quanto possa sembrare assurdo dopo tutto quello che ci siamo appena detti fin'ora, non voglio lasciarti sola. - Quei due erano uniti dal vero amore e non c'era discussione che non li avrebbe riportati prima o poi l'uno tra le braccia dell'altro.
- Non sono sola, sono in buona compagnia - indicò la sua pancia con sguardo vittorioso.  Ok... forse il vero amore sarebbe intervenuto un po' più in la. 
Killian ignorò volutamente l'ultima sua affermazione o sarebbero finiti ancora una volta a litigare e si rivolse direttamente all'infermiera. 
- Mi allontano giusto dieci minuti, potrebbe gentilmente badare a mia moglie mentre sono via? -chiese.  
- Non ho bisogno della balia Killian! So badare benissimo a me stessa. - ecco ancora una volta quella punta di acidità venir fuori. 
- Oh si lo vedo.... - ironizzò lui - Mi dispiace ma fin quando il tuo cervello non risavisce avrai bisogno della balia! Ora scusami ma voglio sapere cos'hanno di tanto urgente i tuoi genitori da dirmi.
Si incamminò verso i corridoi della sala d'attesa con un'aria del tutto scocciata, c'era già Emma che gli stava dando molteplici grattacapi, cosa volevano dirgli i suoi suoceri? Di sicuro le loro solite stupidaggini per tirarlo su di morale. Non sapevano ancora nulla in realtà ma già immaginava Snow rassicurarlo con patetici discorsi sulla speranza. Speranza... tze... qui altro che sperare... qui ci voleva un miracolo per riportare tutto alla normalità. Arrivato in sala d'attesa i suoi suoceri gli andarono incontro di corsa con uno sguardo non proprio dei migliori. Sembravano agitati.
- Finalmente sei qui! - esclamò Snow con il fiatone.
- Si, e gradirei una spiegazione per questa convocazione. - rispose senza far caso allo stato della donna. Era troppo agitato lui per rendersi conto dello stato di allarmismo negli occhi di sua suocera. Una cosa però la notò: l'assenza dei suoi figli. - Dove sono Hope e Dave? Vi avevo chiesto di badare a loro! 
- Hope povera piccina si è addormentata sfinita su una di queste panche così ho chiesto a Regina se...
- ok, avete fatto benissimo, non dovrebbero frequentare questi luoghi. - rispose senza lasciarla finire di parlare. -  Allora ditemi: cosa volevate dirmi? Fate in fretta che devo tornare da Emma.  
- Beh... ecco... Hope è con Regina come ti ho appena accennato mentre Dave... Dave non è voluto andare con loro ed è rimasto qui con noi perchè era un po in ansia per Emma però poi... vedi Killian è proprio di questo che volevamo parlarti...
- Snow per favore... chiara e coincisa ok? Non capisco nulla così. Dave non è voluto andare con Regina ed è voluto restare con voi... beh? Non vedo dove sia il problema. 
- Nulla è  solo che... beh era con me ma poi l'ho portato a prendere una cosa al bar e quando sono andata a pagare... ti giuro Killian l'ho perso di vista solamente un secondo e... - fino a quel momento, nonostante Dave non fosse li con loro, non aveva afferrato cosa stessero cercando di dirgli, ma con quell'ultima frase il suo cervello decise finalmente di collaborare.
- E?!?!?! Dov'è Dave Snow? Dov'è mio figlio? - la sua voce risultò preoccupata e ancor prima che i suoi suoceri potessero rispondere a quella domanda, di cui conosceva già la risposta, i suoi occhi stavano già perlustrando la zona alla ricerca di un piccolo nanetto biondo. 
- Noi non... non lo sappiamo. - ammise Snow con le lacrime agli occhi. Si sentiva terribilmente in colpa per l'accaduto.
- Era con noi fino a dieci minuti fa! - continuò David andando in soccorso alla moglie che ormai non riusciva neanche più a parlare. 
- Non voglio sapere dov'era, voglio sapere dov'è! - rispose arrabbiato. - Una cosa vi avevo chiesto di fare... UNA! Non so se vi rendete conto della situazione, molto probabilmente no visto che le vostre facce sono ancora abbastanza tranquille, ma vi posso assicurare che non è assolutamente delle migliori. Di la c'è mia moglie, nonchè vostra figlia, che sta palesemente esprimento il desiderio di volersi togliere la vita! Stavo cercando di farla ragionare impedendole di fare cazzate e voi che fate? Mi fate chiamare perchè avete perso vostro nipote? Ma io dico... stiamo scherzando?
- EMMA VUOLE FARE COSA??? - chiese David non appena ebbe assimilato il significato della frase.  - Era una battuta sarcastica per dirci che è nervosa e da i numeri vero?
- Pensala come ti pare, non ho tempo di dare spiegazioni a voi due, devo cercare mio figlio e tornare da mia moglie. 
- Stiamo noi con Emma mentre tu...
- Voi non vi avvicinerete per nulla al mondo a quella stanza mi sono spiegato? Emma adesso è con un'infermiera che molto probabilmente sta cercando di farla dormire, non provateci neanche a disturbarla. 
- Ma noi...
- E poi parliamoci chiaro: non siete riusciti a tenere a bada un bambino di cinque anni pensate di riuscire a tenere testa e far raggionare una come Emma? Ma per favore.... come minimo dopo cinque minuti vi sarete già fatti imbambolare dalle sue belle parole. 
- Non vogliamo restare qui con le mani in mano... - esclamò David. - Se davvero Emma...
- Volete rendervi utili? Smettete di sparare cavolate e aiutatemi  a cercare mio figlio!
Non gli diede modo di replicare, girò le spalle e senza esitare un secondo di più si mise alla ricerca del bambino.  Lo cercò in lungo e in largo per tutto l'ospedale ma niente, non riuscì a trovarlo da nessuna parte, sembrava essersi volatilizzato nel nulla. A chiunque chiese la risposta fu sempre la stessa "no mi dispiace, non ho visto nessun bambino passare"... in quel piano nessuno lo aveva visto. Strano... stranissimo,  si era allontanato da soli dieci minuti, non poteva essere andato tanto lontano e poi come accidenti era possibile?  Come poteva un bambino di cinque anni, in giro da solo, passare inosservato? Il cervello di Killian era invaso da tutte queste domande senza risposta ma poi, proprio mentre stava per perdere ogni speranza di trovarlo da solo, qualcosa cambiò. Stava per chiamare gli addetti alla sicurezza quando delle voci richiamarono la sua attenzione:
- Codice giallo presto... portate immediatamente una lettiga nella sala visite 2.  - sentì gridare da un'infermiere mentre due dei suoi colleghi si prestarono a portare a destinazione quanto chiesto.
- Cos'abbiamo? - rispose uno di loro
- Bambino, maschio, all'incirca  5 o 6 anni, stato di semi incoscenza... credo abbia ingerito all'incirca una dozzina di pillole. Bisogna portarlo immediatamente  al piano di sotto per una lavanda gastrica d'urgenta. Chiamate il dottor Wale io vi raggiungo non appena avrò rintracciato i suoi genitori. - Fu invaso da una bruttissima sensazione e senza avvisare i suoi suoceri su dove fosse diretto, corse immediatamente verso quella lettiga. Sperò vivamente di sbagliare ma purtroppo non fu così... conosceva benissimo il bambino che giaceva, con gli occhi persi nel vuoto, su quella barella... era suo figlio... era Dave. 
- Signore mi scusi non può stare qui! Deve allontanarsi - si rese conto solo in quel momento di essersi piazzato in mezzo al corridoio impedendo ai paramedici di fare il loro lavoro.
- E'... è mio figlio! - indicò il bambino per poi portarsi entrambe le mani sopra la testa a mo di disperazione - Come sta? Che è successo? Si riprenderà vero? Mi dica che starà bene la prego. 
- Signore ci faccia fare il nostro lavoro ok? Verremo da lei quanto prima comunque non si preoccupi, con la lavanda gastriga suo figlio dovrebbe riprendersi completamente. - se non altro era una buona notizia... l'unica in quella giornata. Anche se per nulla d'accordo lo lasciò alle cure dei medici e prendendo il telefono chiamò l'unica persona in quel momento ancora "amica": Regina.
- Killian?!? sono... sono le 23 passate! - esclamò con voce assonnata -  è... successo qualcolsa? Emma... 
- Ho bisogno di te Regina! Ho bisogno di te adesso! Lascia Hope a Robin e vieni qui ti prego prima che compio un omicidio e rendo mia moglie definitivamente orfana di genitori. 
La donna sentendo Killian in evidente stato di shock non esitò un secondo a raggiungerlo. Si vestì al volo e con la magia si teletrasportò direttamente in ospedale. Si materializzò nella zona dove era stata fino a poco prima ma non trovò nessuno ad attenderla. Dove erano finiti tutti? Neanche alla reception avevano notizie e in stanza della" signora Jones" a quanto pare non vi era nessun visitatore. Se non erano da Emma dove accidenti potevano essere? Ricorse nuovamente alla magia ma questa volta pensò a Killian e in men che non si dica si materializzò proprio davanti a lui. Non era solo, Snow e David erano con lui ma non sembravano passarsela tanto della quale: Killian stava inveendo contro di loro on parole di ogni genere.
- Ci dispiace...
- Vi dispiace?????? Vi dispiace??????? Vi dispiace non è abbastanza razza di idioti! 
- Adesso Jones stai esagerando! Sono pur sempre il padre di tua moglie!
- E cosa vorresti? Che ti portassi rispetto? Tze... Me ne frego di chi sei tu chiaro?
- Non ti permetto di parlarmi in...
- Io ti parlo come meglio ritengo opportuno e se non la finisci di fare il buon samaritano sai che fine farà questo bell'uncino? No? Te lo...
- Ehi ehi ehi....Killian calmati! - provò a quel punto a mettersi in mezzo Regina. Stavano litigando sempre più animatamente e se non sarebbe intervenuta presto sarebbero passati alle mani. Per non parlare che il loro urlare stava attirando l'attenzione di tutti i passanti. - Calmati ok?
- Calmarmi? Ma quale calmarmi... io la faccio fuori questi due! - aveva gli occhi ignettati di sangue, era completamente fuori di se. 
- Si ma non qui, stai dando spettacolo e poi di questo passo spaventerai... - cercò suo nipote con lo sguardo e solo allora notò che non era in stanza con loro. - Emh scusate ragazzi mah... dov'è Dave? - chiese immaginando che il piccolo fosse stato affidato a qualcuno per evitare che li sentisse litigare. 
- Ancora non ci sei arrivata? Guardati intorno Regina! Dove pensi che possa essere? - erano in una sala d'attesa ma era differente dalle solite che erano abituati a visitare, questa aveva dei colori più accesi e disegni di personaggi di cartoni animati sparsi per tutte le pareti. Non ci volle molto quindi  a Regina per capire che quella era un'area del reparto di pediatria. - E'...è successo qualcosa a Dave? - domandò subito in allarme sperando ci fosse una spiegazione alternativa al fatto che si trovassero li. 
- Fattelo raccontare da loro cos'è successo! Vediamo se hanno il coraggio di ammettere quanto siano stati idioti! -. Non aveva risposto esplecitamente  alla sua domanda ma Regina capì ugualmente che Dave era stato coinvolto in qualcosa.  il tono di Killian poi non sembrava far trasparire nulla di buono quindi...
- Killian non so più come dirtelo: Non l'ho fatto di proposito ok?Io...
- ANCORAAAAA?!?!!?! SEI INGIUSTIFICABILE! TUTTI E DUE LO SIETE. UNA COSA DOVEVATE FARE... UNA DANNAZIONE E VOI? VOI PORTATE MIO FIGLIO A PROCURARSI UN'OVERDOSE DI MEDICINALI????????? 
- Dave ha fatto cosaaaaa?!?!?!?! - Regina per poco non si strozzò con la sua stessa saliva nel setir pronunaciare quelle parole. Overdose di medicinali???? Killian aveva detto sul serio così? 
- Regina ti prego toglimeli da davanti agli occhi o potrei non rispondere delle mie azioni! Ti spiegherò tutto dopo ma per favore falli sparire dalla mia vista. 
- Te lo scordi se pensi che noi ce ne...
- Ragazzi... forse è meglio se lo lasciate un po da solo... andate a casa, resto io qui.
- Mah noi...
- Fidatevi, è la soluzione migliore.  Vi prometto che vi farò chiamare per qualsiasi cosa promesso. - L'idea di lasciare il loro nipotino e la propria figlia non gli andava proprio a genio ma acconsentirono ugualmente sperando che quel gesto sarebbe servito quanto meno a far calmare Killian. Sapevano che era la preoccupazione per i suoi cari a farlo parlare così, anche loro al suo posto avrebbero reagito allo stesso modo. 
- Grazie Regina... - disse Killian con un filo di voce. 
- Figurati... ora però che ne dici di spiegarmi cosa sta succedendo? - gli raccontò tutto: dalla sentenza data a Emma e la sua drastica decisione al gesto inaspettato compiuto dal piccolo Dave. La donna rimase spiazzata nel sentire pronunciare quelle parole  ma dovette in tutti i modi cercare di farsi forza per il bene del suo amico il quale per la prima volta, da quando erano arrivati, si era finalmente lasciato andare alle emozioni scoppiando in un pianto liberatorio. A Regina gli  si spezzò il cuore nel vederlo così affranto, Killian non era di certo il tipo che amava farsi vedere debole, ma gli rimase comunque accanto per tutto il tempo. Era suo amico, l'aveva aiutata milioni di volte e adesso toccava a lei, per quanto possibile, ricambiare il favore. Lo portò fuori a prendere un po' d'aria dopodichè tornarono dentro e aspettarono pazientemente che Whale uscisse per dar loro qualche informazione sullo stato di salute di Dave. Dovettero attendere un'oretta ma alla fine il medico li raggiunse e diede loro la notizia che il piccolino stava bene ed era fuori pericolo. Lo avrebbero tenuto un paio di giorni in osservazione ma non dovevano temenre nulla, stava bene. 
- Visto? E' un'osso duro proprio  come il suo papà! - disse Regina cercado di rincuorarlo. - Va da lui adesso, sono sicura che muore dalla voglia di vederti. Io sono qui se avrai bisgono di qualcosa. - l'abbracciò. Killian Jones abbracciò Regina Mills. Un evento da segnare alla storia.
- Grazie... grazie per tutto. - Disse solo questo dopodichè si incamminò nei corridoi per raggiungere suo figlio. Non vedeva l'ora di riabbracciarlo ma a quanto pare Dave non sembrava essere dello stesso avviso. Nel momento esatto in cui Killian entrò nella stanza dove il piccolo era stato momentaneamente spostato, in attesa di un letto in reparto, Dave abbassò lo sguardo cercando di evitare in ogni modo e maniera il suo papà. Aveva capito di aver commesso un grande sbaglio e adesso aveva paura della sua reazione: aveva paura che Killian si arrabbiasse e che non gli volesse più bene.
- Dave... - lo chiamò Dolcemente Killian una volta essersi seduto suo lettino. - Cos'è successo? Cosa ti è passato per la testa si può sapere? Perché hai commesso questa sciocchezza! - il suo non era decisamente un tono da rimprovero: stava semplicemente cercando di capire cosa avesse spinto suo figlio a comportarsi in quel modo. Il bambino però era ancora convinto che il suo papà fosse arrabbiato con lui e di conseguenza continuò  imperterrito a non incontrare il suo sguardo e a far finta di non ascoltarlo. - Mi hai fatto spaventare lo sai? Ho temuto potesse succederti qualcosa di brutto... - niente da fare, Dave non sembrava intenzionato ad avere un colloquio con il suo papà. - Non vuoi parlarmi? Ok, come vuoi tesoro ma cerca di ascoltarmi attentamente va bene? Non so perché tu abbia deciso di compiere questo gesto: forse qualche problemino a scuola, a casa, con gli amici... non lo so, non so cosa pensare sinceramente ma posso dirti con assoluta certezza che non c’è cosa che tu non possa dirci. Non devi vergognarti di venire da me o la mamma, io e lei saremo sempre pronti ad aiutarti in qualsiasi momento tu ne abbia bisogno. Non dimenticarlo mai Dave ok? Non devi affrontare nulla da solo, siamo una famiglia e in famiglia ci si aiuta a vicenda. - solo in quel momento il bambino, capendo che quello non era un rimprovero, alzò lo sguardo in direzione del suo papà e annuì. - Bravo bambino - disse Killian per poi abbracciarlo e dargli un bacio sulla guancia - Ora perché non provi a riposarti un pochino? Vado a dire ai nonni che stai bene e torno subito da te ok?
- No... io ho... io... ho... ho male al pancino. - rispose trattenendolo per un braccio in modo che non si allontanasse. Non voleva stare da solo, non più. 
- Lo so tesoro mio ed è normale che adesso il pancino ti faccia male ma vedrai che con una bella dormita passerà tutto ok? Avanti chiudi gli occhi adesso, è tardi! 
- Non vai via? - domandò già in allarme. 
- No, non andrò proprio da nessuna parte. Aspetterò che tu ti sia addormento e poi chiamerò i tuoi nonni dal corridoio per non disturbarti. - lo fece stendere su un fianco e mentre il piccolo tentava di rilassarsi Killian gli massaggiava la schiena e la pancia sperando di attenuare un pochettino il suo fastidio. Rimasero in silenzio per qualche minuto dopodiché il piccolo Dave, più sveglio che mai,  fece una domanda che lasciò suo padre senza parole.
- La mamma tornerà mai a volermi bene papà? - i suoi occhi erano tristi, spaventati... Killian non vedeva quello sguardo così spento dal giorno in cui lo conobbe in istituto.
- Co.. cosa???? Dave mah... che domande sono piccolo? Quando mai la mamma ha spesso di volerti bene... Cosa dici è? La mamma stravede per te, lo sai! Cosa sono tutte queste paure?
- Lei... lei non ci vuole più bene. Non vuole più bene ne a me, ne a Hope, ne a Henry. Lei vuole bene solo ai gemelli. - la parola gemelli per Killian ormai era una coltellata in pieno petto. Il solo sentirli nominare gli riportava alla mente tutta quella assurda situazione ma non poteva di certo manifestare i suoi veri sentimenti davanti a suo figlio... no certo che no, lui era all’oscuro di tutto e le cose dovevano rimanere così. Dipinse sul suo volto il miglio sorriso a disposizione e provò a concentrarsi unicamente su Dave cercando di aiutarlo a risolvere le sue paure.
- Mmmh.... ho capito! Sento aria di gelosia in questa stanza... - sorrise - Che c’è: hai forse paura che con l’arrivo dei tuoi fratellini la mamma possa volerti meno bene? - annuì. - ma non devi neanche pensarlo amore, come potrebbe mai la mamma smettere di volerti bene?
- Ma lei ha detto così però! - Killian lo guardò dubbioso, la sua Emma non avrebbe mai detto una cosa del genere ai suoi bambini. Il suo cervello stava dando i numeri ultimamente, è vero, ma dubitava fortemente che avesse detto una cosa del genere davanti ai suoi figli.
- Ha detto così? Ma chi: la mamma? La mamma ha detto che vuole più bene ai gemelli che a te? È una sciocchezza amore, mamma non direbbe mai una cosa del genere.
- Lei lo ha fatto! - i suoi occhi si riempirono di lacrime.
- Lo ha detto a te? Stavate parlando e ha detto così?
- Io ho.... beh io.... lei prima ha.... no niente papà, lascia stare! - mmmh qualcosa non tornava, suo figlio stava tentando miseramente di omettergli qualcosa.
- Dave di nuovo??? Cosa ti ho detto poco fa? Non si nascondono le cose, sopratutto a me e alla mamma. Se mamma ti ha detto qualcosa che ti ha ferito devi dirmela, magari hai semplicemente frainteso.
- Non è che poi ti arrabbi papà? - chiese a sguardo basso.
- Arrabbiarmi? E perché mai dovrei! - gli scompigliò i capelli. - Forza e coraggio mio piccolo pirata: sputa il rispo! Raccontami tutto. - ne susseguì qualche minuto di silenzio, era ancora molto titubante, ma poi il piccolo Dave si convinse a parlare.
- Ti ricordi quando prima mi hai detto di restare con i nonni? Beh.... io non... non l’ho fatto. Mi sono fatto una passeggiata e per sbaglio mi sono ritrovato vicino la porta della camera della mamma. - confessò con finto fare innocente.
- Per sbaglio?!?! - chiese Killian guardandolo come a volergli dire: “sul serio Dave? Ancora?”
- Si... per sbaglio! Io non volevo ascoltare papà te lo giuro! Non sapevo che era la camera della mamma quella. Io non ti ho seguito per il corridoio, nascondendomi tra le panchine, mentre andavi da lei! - indirettamente aveva appena confessato il contrario.
- Continua... - nella voce di Killian traspariva ansia. Se suo figlio si era avvicinato alla stanza poteva aver ascoltato..... no, non poteva essere! Doveva esserci altra spiegazione alle sue paure.
- Ti ho sentito litigare con la mamma papà! Tu le hai gridato e anche lei lo ha fatto con te. Perché non vi volete più bene? - ecco un’altra domanda che non si aspettava.
- Ti risponderò a tutto dopo ma ora dimmi: che altro hai sentito?
- Che mamma non può volere bene a tutti e che deve scegliere se abbandonare noi o i fratellini. Tu gli hai detto di abbandonare i fratellini ma lei non vuole farlo... lei vuole abbandonare noi. perché papà? Perché la mamma non ci vuole più bene? Che le abbiamo fatto di male? - la paura di Killian si era appena avverata: suo figlio aveva sentito tutto. Certo non aveva compreso a pieno la gravità della cosa ma aveva pur sempre fatto scattare in lui paure che non avrebbe mai più dovuto riaffrontare. La parola abbandono nel vocabolario del piccolo Dave non doveva esistere, aveva promesso a se stesso di non farlo mai dubitare del loro amore, ma ancora una volta ecco che suo figlio era costretto a fare i conti con quelle che era la sua paura più grande.
- Quindi hai origliato... di nuovo! - la voce di Killian da rassicurante passò ad essere seria.
- No papà io non .... io non volevo farlo... io...
- Dave non mi piacciono le bugie lo sai!
- Hai detto che non ti saresti arrabbiato! - disse facendosi scappare qualche lacrima. Prima la sua mamma confessa di non volergli bene, ora il suo papà lo sta rimproverando... “sta succedendo di nuovo” è questo ciò che il suo cervello non faceva altro che ripetergli.
- Mi sto arrabbiando perché continui a mentirmi e sai che non mi piace. Bisogna sempre dire la verità, anche se questa alle volte è scomoda.
- E va bene... confesso: ho origliato.- ammise 
- E cosa ti ho sempre detto io a proposito dell’origliare?
- Che è sbagliato. Lo so papà e mi dispiace tanto. - Killian a quel mi dispiace si sciolse. Gli occhi si suo figlio lo stavano uccidendo, non voleva vederlo un secondo di più in quello stato così abbandonò le vesti da papà severo e lo abbracciò per fargli capire che non era arrabbiato con lui per quella piccola marachella commessa e poi lo portò tra le sue braccia per affrontare un argomento decisamente un po’ più scomodo.
- Vedi Dave... non è solo un fatto di mancanza di educazione quella di origliare una conversazione, delle volte quando si origlia si fraintende quello che si sta dicendo. - provò a spiegargli. 
- E io ho frainteso papà? - non aveva frainteso proprio nulla.... anzi: aveva capito abbastanza, ma non poteva di certo dirgli che quello che aveva sentito era la verità: ne sarebbe rimasto distrutto. Mentire anche era sbagliato ma tra i due mali forse il secondo era quello minore.
- Si amore, hai frainteso. Stavano parlando di voi è vero ma non in maniera negativa: stavamo parlando di come organizzarci una volta nati i gemelli. Volevamo trovare un modo per evitare che con l’arrivo dei nuovi bambini tu e tua sorella vi sentiate abbandonati. Tutto qua. A quanto pare tu hai capitolo solo la parola "abbandono" e ti sei fatto un film tutto tuo.
- E perché litigavate allora?
- Non era proprio un litigio, era più una divergenza di opinioni.
- Che significa divergenza? - Killian a volte dimentica che suo figlio era solo un bambino di cinque anni.
- Diciamo che mi sono spaventato quando ho saputo che la mamma era stata portata in ospedale, avevo paura fosse qualcosa di serio e quindi quando le ho sentito dire che voleva uscire senza il consenso del medico mi sono un po’ arrabbiato con lei.
- Perché avevi paura che stesse ancora male?
- Proprio così!
- Allora hai fatto bene! Non voglio che la mamma stia male.
- Neanche io amore e ti assicuro che fin quando ci sarò io la tua mamma starà sempre bene. Te lo prometto questo. - Non sapeva se era una promessa che avrebbe mai potuto portare a termine ma avrebbe fatto modo e maniera per far si che questo fosse possibile. - Ora però, visto che siamo in confidenza, mi spieghi come ti è passato in mente di prendere tutte quelle pillole? Lo sai che avresti potuto morire Dave? Sei stato fortunato che eravamo in ospedale e che sei stato soccorso subito. Se fosse successo a casa nostra a quest’ora non staremo parlando. - Avrebbe potuto utilizzare parole più dolci per spiegargli il suo comportamento sbagliato, ma decide spontaneamente di non farlo. Spaventarlo era l’unico modo per impedirgli di compiere nuovamente quel gesto.
- Io non sapevo fossero pillole quelle. Io quando ho sentito che la mamma voleva abbandonarmi ho pianto un pochino, solo un po’ papà lo giuro! - si giustificò come se fosse una cosa di cui vergognarsi - Poi però ho cercato un modo per costringerla a stare con me. Ho pensato che se avessi mangiato tante caramelle mi sarebbe venuto il mal di pancia, quello forte forte e quindi lei non avrebbe potuto abbandonarmi se stavo male e sarebbe rimasta vicino a me. - colpito e affondato. 
- Dave, Dave, Dave.... avresti dovuto correre subito da me e parlarmi di questa cosa, no agire da solo facendoti volutamente del male.
- Scusa papà! 
- Non devi scusarti, so che non volevi comportarti male. - gli accarezzò una guancia. - Dimmi solo che hai capito e che non lo farai mai più.
- Parola di pirata papà! Ho capito!
- E hai capito anche che la mamma ti vuole seriamente bene? - ancora una volta abbassò lo sguardo. C’era da immaginarselo, non poteva di certo chiarirsi tutto senza nessun intoppo. Fortunatamente però Killian si aspettava una reazione del genere da parte di suo figlio e aveva già studiato un piano “d’attacco” - Ho capito... vieni qui, ti svelo un segreto: io e la mamma abbiamo tre bambini meravigliosi più due che sono in arrivo. Vogliamo bene a tutti e cinque allo stesso modo ma ce n’è uno tra di voi che occupa un posto speciale nel nostro cuore. Sai chi è? - scosse la testa - Sei tu amore mio! Tu sei il nostro bambino speciale.
- Io? E perché io? - il suo sguardo si illuminò al sentire quelle parole. Non se le aspettava minimamente. Non era mai stato considerato importante nella sua vita ed ora invece qualcuno lo stava finalmente considerando tale. Per lui quella era gioia allo stato puro.
- Perché a differenza dei tuoi fratelli a te ti abbiamo scelto Dave. Tra tanti bambini abbiamo voluto proprio te per rendere speciale la nostra famiglia. Abbiamo lottato per averti e questo dovrebbe bastarti per capire che io e la mamma non ci sbarazzeremo mai di te. Lo hai capito adesso?
- Forse... ma voglio che sia la mamma a dirmelo. Lei non mentire papà! 
- E io si invece? - rispose facendo il finto offeso.
- No però tu per non farci preoccupare riesci a dire bene le bugie. Mamma no... a mamma si vede negli occhi se le dice quindi voglio che me lo dica lei.
- E va bene, vorrà dire che non appena vi sarete rimessi tutti e due andrete al cinema e poi a fine film, durante una cenetta al fast food, parlerete un po’. Ti piace come programma? - suo figlio amava due cose oltre a sua madre: il cinema e il fast food. Era un’offerta che non avrebbe mai e poi mai potuto rifiutare.
- No... voglio andare al cinema con mamma ma voglio parlare con lei adesso. - come non detto.
- Adesso? Amore non si può ora, la mamma starà dormendo e anche tu dovresti riposare.
- Non è vero, lei non dorme mai prima di me. È sveglia e voglio parlarci. VOGLIO PARLARCI ORA!!!! - non era da Dave rispondere in quel modo e avere questi sbalzi di umore, ma Killian capiva la situazione che lo stava mettendo in crisi e in via del tutto eccezionale non lo rimproverò. Cercò modo e maniera di farlo distrarre ma niente sembrò funzionare e la cosa peggiorò di gran lunga quando l’infermiera venne per portarlo nella nuova stanza. Iniziò a piangere come rare volte, da quando era arrivato in casa jones, aveva fatto, stillò per tutto l’ospedale e vedendo che niente sembrava funzionare morse l’infermiera, che lo stava tenendo per mano, la quale allentò subito la presa su di lui facendolo scappare. Fu Killian a fermarlo dopo averlo rincorso per una ventina di secondi.
- Dove credi di andare signorino?!?! - disse con voce ferma. - Chiedi subito scusa alla signora!
- NO, NON CHIEDO SCUSA! VOGLIO LA MIA MAMMAAAAAA, VOGLIO ANDARE DA LEI ADESSOOOOOOO! - disse incurante delle lacrime che gli scendevano quattro a quattro sul viso. - SE MI VUOI VERAMENTE BENE PAPA' MI CI PORTI OK? IO LA VOGLIO VEDEREEEEE....
- Dave calmati.... non c’è bisogno di fare tutta questa sceneggiata. Non è che non ti ci voglio portare, fosse per me ti accompagnerei anche adesso, ma non si può! - cercò di spiegargli facendolo piangere ancora di più.
- SEI CATTIVO! CATTIVOOOOOOO! NON TI VOGLIO PIU' BENEEEEEEE!!!!!! - era certo che non lo pensasse sul serio ma quelle parole fecero davvero male a Killian. Non era colpa sua, non faceva di certo lui gli orari e le regole in ospedale, ma non poter accontentare suo figlio e questo  gli faceva comunque male.
- Tutto bene qui? Dave che succede? Ti senti poco bene per caso? - Whale, preoccupato per quel gran baccano accorse immediatamente per vedere cosa stesse succedendo.
- Tutto ok Whale, sta solo facendo qualche capriccio. Vuole Emma. Non volevamo disturbarti, adesso andiamo in stanza e... - il bimbo si liberò dalla presa del suo papà e corse da Whale. 
- PORTAMI DALLA MAMMA TI PREGO SIGNORE!!!! PORTAMI DA LEIIIIIII!!!!!!
- Dave il dottore non... - prima che potesse finire la frase venne interrotto. 
- Se ti faccio vedere la mamma per cinque minuti poi mi prometti che vai nella tua stanza senza fare capricci? - Whale sapeva la storia di quel bambino e si intenerì non appena lo senti supplicarlo in quel modo. Sapendo poi che alla donna, in base alla decisione presa, non restava poi chissà quando tempo, non poté far a meno di assecondarlo.
- Voglio dormire con mamma mia. Non ci voglio andare in un’altra stanza. - disse deciso ma ancora con le lacrime agli occhi.
- Dave ora stai esagerando... - lo rimproverò Killian. Suo figlio non si era mai comportato così: che accidenti gli stava succedendo? 
- No Killian, lascialo stare... - intervenne nuovamente Whale - D’accordo ometto ma solo per stanotte. Domani correrai dritto nel tuo reparto con gli alti babini intesi signorino? 
- Ti voglio bene dottore! - lo abbraccio riconoscente.
- però basta piangere, non vorrai farti vedere dalla mamma con questi brutti lacrimoni! - si asciugò in fretta e furia le lacrime e in braccio a suo padre raggiunse la sua mamma. Non appena la porta si aprì Emma guardò in direzione di essa immaginando che suo marito fosse di ritorno. Ci aveva messo tanto a tornare e adesso era curiosa di sapere cosa volessero i suoi genitori da lui. Stava per fargli la domanda ma le parole gli morirono di bocca quando vide che Killian non era solo: in braccio a lui c'era il loro bambino, in pigiama e ancora sveglio nonostante la tarda ora. Perchè Dave era li? Che Killian avesse mantenuto la parola e glielo aveva portato per metterlo al corrente della decisione presa? No, Killian non poteva aver sul serio fatto una cosa del genere. Non poteva essere stato così stupido. Stava per chiedergli il motivo di quella visita del tutto eccezionale ma suo marito l'anticipò. Aveva capito dal suo sguardo quello che passava nella testa...
- No, non è qui per quello che pensi sta tranquilla. 
- Mamma mammaaaaaaaa! - Dave saltò giù dalle braccia del suo papà e arrampicandosi sul letto di Emma la ragginse per abbracciarla - Mamma ti voglio tanto bene! - esclamò guardandola negli occhi per poi abbracciarla. Emma ricambiò l'abbraccio senza esitazione ma continuò a guardare Killian come a volergli chiedere spiegazioni.
- I tuoi genitori sono davvero degli idioti lascimelo dire! - disse facendo strabuzzare gli occhi a Emma. Non erano certo cose da dire in presenza di un bambino.
- Killian non...
- E' la verità! Lo sai perchè mi hanno fatto chiamare? Perchè si sono persi Dave per l'ospedale. - Emma guardò prima Killian dopodichè posò il suo sgardo sul loro bambino.
- Ti sei allontanato senza chiedere il permesso al nonno e alla nonna? Dave amore... non si fa. - disse con tono decisamente più amorevole di quello utilizzato da Killian in precedenza.
- Non ho finito Emma... 
- No papo... non dirglielo alla mamma... poi si arrabbia! - la voce di Dave torò a farsi sentire piu spaventata che mai. Voleva vedere la sua mamma per essere rassicurato sul fatto che gli volesse bene, se suo padre gli avrebbe raccontato una cosa del genere sicuro la sua mamma lo avrebbe rimproverato a dovere. - Giuro che faccio il bravo. 
- Che hai combinato Dave? - intervenne a quel punto Emma. - E perchè sei in pigiama? - il piccolo di casa non sapendo cosa dire per uscirne pulito  abbassò lo sguardo facendo preoccupare un po Emma. Non era da Dave tenere i segreti. - Killian per favore... parla.
- No papo ti prego! No.... - ed ecco le lacrime riaffiorare sul suo viso. 
- Dave ha origliato la nostra conversazione di poco fa ... - il cuore di Emma perse un battito. - Pensava che tu volessi abbandonarlo per far spazio ai gemelli così, per far si che questo non accadesse ha escogitato un piano che aimè.... gli ha procurato un ricovero qui in ospedale.
- C.. cosaaaa??? Dave ha subito un ricovero? - si mise subito a sedere guardando prima Killian, poi Dave e ancora Killian. - Che... che è successo? 
- No papo....
- Si è intrufolato in uno degli studi medici e ha ingerito un flacone di pillole...
- DAVE HA FATTO CO.... - era già entrata nel panico
- Sta bene te lo assicuro! Gli hanno fatto una lavanda gastrica e ora deve solo restare in osservazione per un paio di giorni. Non corre nessun pericolo tranquilla. 
- Dave mah... cosa... perchè.... perchè lo hai fatto amore? Perchè hai preso le medicine? 
- Io credevo fossero caramelle... ho pensato che se mi fosse venuto il mal di pancia tu saresti rimasta per sempre con me! - disse come se fosse la cosa più normale di questo modo ma facendo sentire contemporaneamente Emma un vero e proprio schifo. - Io ho paura di non vederti piu! Sei la mamma migliore che io abbia mai avuto... l'unica mamma che io abbia mai avuto... io.... io non voglio perderti.... io voglio restare per sempre vicino a te. 
- Amore, ma è sicuro che tu resterai per sempre vicino a me, non devi avere paura. Mamma non si sbarazzerà mai di te Dave! Come potrei!
- Neanche quando arriveranno i gemelli?
- Certo che no amore mio. Con l'arrivo dei fratellini nulla cambierà: il bene che provo nei tuoi confronti resterà invariato stai sereno. 
- Quindi non mi lascerai mai da solo? - quella domanda spezzò il cuore di Emma in mille pezzi. Aveva preso una decisione in base a quello che riteneva essere il dovere di una madre, ma solo in quel momento, davanti gli occhi di suo figlio, si rese conto che quella decisione, per alcuni aspetti nobile, nascondeva dentro di se un lato estremamente egoistico. O salvaguardava il bene dei gemelli o quello degli altri tre figli... non poteva fare entrambe le cose. Era davanti ad un bivo e solamente adesso si rendeva conto che le parole di Killian non erano poi così sbagliate. Certo ragionava come un marito innamorato ma al tempo stesso stava ragionando come un papà e stava cercando modo e maniera di tutelare i loro bambini già nati. Le prese il panico, non aveva il coraggio di guardare suo figlio negli occhi... si sentiva in difetto nei suoi confronti e se aveva fatto quel gesto sconsiderato in parte era solo colpa sua. La soluzione migliore forse era fare qualche passo indietro e valutare attentamente, con l'aiuto di qualcuno, magari suo marito, ogni possibilità. Si... quella era di sicuro la solizione migliore ma c'era un problema: Pensava ancora fermamente che il bene dei suoi cinque figli era l’unica cosa di cui tenere conto e questo portava ancora una volta a fargli capire che uccidere i gemelli, perché di "uccidere"si trattava, non era la soluzione ideale. Non avrebbe mai ucciso nessuono dei suoi figli. La sua decisione iniziale, anche se fatta senza pensare al resto, era quindi la decisione giusta? Non lo sapeva in realtà ma quello che sapeva con certezza era che doveva tranquillizzare suo figlio quanto prima.
- Ma certo che no amore mio! Non ti lascerò mai da solo stanne certo. Sarò sempre al tuo fianco e se magari qualche volta non potrò essere presente fisicamente, quando ad esempio sei a scuola, o quando magari sarò fuori per lavoro, sappi che nel tuo cuoricino io ci sarò sempre come tu sarai sempre nel mio. Non dimenticarlo mai Dave. Sei la cosa più preziosa che ho ricevuto dalla vita insieme ai tuoi fratelli, non mi separerò mai da voi stanne certo e niente e nessuno ci dividerà mai.
- Promesso mamma????
- Promesso cucciolo mio. - Il discorso che aveva fatto andava al di là delle semplici parole utilizzate... gli stava volontariamente dicendo che anche se non fosse stata presente fisicamente nella sua vita lei avrebbe comunque continuato a vegliare su di lui non lasciandolo mai da solo. Certo, aveva utilizzato esempi come la scuola o il lavoro per fargli capire il concetto di "assenza" ma era pur sempre un bambino, non poteva di certo dirgli che lo avrebbe vegliato anche dall’aldilà. Sperava solo che quelle parole, nel caso in cui la decisione finale sarebbe stata quella che aveva preso fin dall’inizio, avrebbero trovato il vero significato nel suo cuore quando sarebbe stato più grande.
- Ti voglio bene mammina! Sei la mamma migliore del mondo! - l’abbraccio con quanta più forza avesse in corpo e allo stesso tempo si rilassò e si liberò di tutte le sue paure tanto da crollare sfinito tra le sue braccia. Lo tenne stretto al suo per tutta la notte e nel mentre affrontò con Killian una nuova conversazione.
- Ho sbagliato amore e mi dispiace tremendamente di essere stata così scontrosa e dura con te. È stata una vera doccia gelata ricevere questa notizia e come al mio solito mi sono rinchiusa in me stessa, nei miei muri, cercando di risolvere tutto da sola e tenendoti al di fuori. Capisco solo adesso che anche per te non deve essere stato affatto facile apprendere la notizia e voglio dirti che, anche se un po' tardi,  ho capito perfettamente i tuoi discorsi...
- Sono davvero felice di sentirtelo dire... questo significa che...
- No, ma ho preso una decisione al riguardo: rivaluterò la mia opinione cercando di essere il più lucida possibile e prendendo in considerazione anche le tue idee. Prenderemo ad esame tutto e non lasceremo nulla al caso.
- Sono perfettamente d’accordo Love, mi sembra la soluzione più sensata. - Dentro di se Killian stava già cantando vittoria. Lui sapeva benissimo qual’era la soluzione migliore per la loro famiglia, adesso bisognava solamente farle aprire la mente. Amava i gemelli,li amava sul serio, erano pur sempre parte di lui e del loro amore, ma se bisognava prendere una scelta avrebbe dovuto prendere quella con più vie d’uscita e purtroppo il portare avanti la gravidanza non era la soluzione più gettonata.
- L’unica cosa che però ti chiedo è quella di accettare quella che alla fine sarà la mia conclusione. Non sto pensando a me Emma ma ai bambini e anche tu devi fare lo stesso. Lasciamo da parte Emma e Killian e pensiamo al meglio per i nostri figli... tutti e cinque. - rimarcò l’ultima parola con fermezza e questo fece capire a Killian che quel "tutti e cinque" poteva avere solo una conclusione..la più sbagliata. Sarebbe stata l’ennesima battaglia inutile? No, non voleva pensarci adesso.... forse c’era ancora una remota possibilità.

 
Note dell'autore: ciao a tutti e scusatemi se ho impiegao più del dovuto a scrivere questo capitolo. Mi odiate ancora non è vero? Forse anche più dell'ultima volta suppongo. Il piccolo Dave ha fatto davvero un gesto sconsiderato ma in realtà non voleva fare nulla di grave: voleva solamente attirare l'attenzione della sua mamma. C'è riuscito? A quanto pare si e forse... e dico forse.. c'è ancora una minima possibilità. Vi ho consolati? Mmh no... credo di no ma vi prometto che troverò il modo di farmi perdonare. Attenzione però! Potrò farlo solo se non verrete sotto casa mia ad uccidermi eheheheheheh! Aspetto come al solito i vostri pensieri al riguardo e prima che me lo domandiate vi rispondo qui: non ho intenzione di abbandonare la raccolta di one shot anzi... un nuovo capitolo a breve potrebbe anche essere pubblicato. Un abbraccio a tutti e alla prossima. 
 
  
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