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Autore: martaweasley    12/09/2019    1 recensioni
Sono Anne Rosie Withman e ho ventitré anni. Mi sposerò a venticinque anni e a ventisette avrò il mio primo bambino. C'è solo un piccolo problema, per il mio piano ho bisogno di trovare la mia anima gemella, ma non è mica facile, sapete?
Così ho ideato un piano, cercherò la mia anima gemella, tra i miei amori platonici, amori del passato ai quali non mi sono mai dichiarata. Sono sicura che l'amore della mia vita sia tra loro.
Dal testo:
«Ma perché l'amore della tua vita dovrebbe essere uno di questi cinque ragazzi?»
«Mamma per la milionesima volta, è come nei film: una ragazza si innamora, ma non viene corrisposta e lei non si dichiara, ma dopo anni lei e lui si rivedono e BOOM! Nasce l'amore. Sono sicura che sarà così anche con me e uno dei cinque ragazzi»
«Tra me e tuo padre non c'è stato nessun BOOM! Come dici tu, ci siamo innamorati pian piano e non ci siamo mai persi di vista, lui era il mio migliore amico»
«Lo so, però fidati di me, il mio principe azzurro è uno tra quei cinque ragazzi»
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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22. Repatriated

Cosa ci faccio qui? 
Perché? 
Perché sono qui?
Come hanno fatto a convincermi?

Questa mattina ero sicurissima che non sarei andata alla rimpatriata, eppure eccomi qui.
Dopo pranzo mi ero messa sul divano a guardare la televisione pensando al fatto che quella sera non avrei visto Ashton. 
Poi quando stavo per andare a prepararmi la cena Susan e Lucy mi hanno rapita e portata in camera mia. Il fatto di essere più bassa di loro l'ha reso facile, mi hanno sollevato e portato di là. Hanno insistito, insistito e insistito finché non ho farfugliato un: "forse". Poi in qualche modo mi hanno fatto indossare una gonna nera e una camicia rosa leggero, invece del mio comodo pigiama, e trascinata fuori casa. Nella fretta non avevo preso il telefono.

La scuola non era cambiata, però mi sembrava così diversa, più piccola e meno spaventosa. Nessuno ora mi avrebbe preso in giro per i miei libri fantasy o rosa, nessuna ansia per le interrogazioni e non portavo più enormi occhiali marroni.

«Dobbiamo mostrare a tutti quegli stronzi come siamo fighe ora. Rinfacciamogli cosa siamo diventate!» aveva detto Lucy in macchina con una strana luce negli occhi. Avevamo passato il liceo come nerd. Non venivano evitate tutto il tempo, ci chiedevano informazioni per compiti e verifiche, però ci prendevano in giro quando parlavamo di serie tv o di libri che loro ritenevano per sfigati. 
«So che Leslie Roses lavora in un fast food, Michael Flinch vive ancora con i suoi» ci informò Susan cercando di infonderci coraggio. A Susan non era mai importato degli altri, non le interessava cosa pensassero di lei, cioè non tanto quanto a me e a Lucy. Infatti lei era piuttosto tranquilla, mentre io e Lucy eravamo nervosissime. 
Ora loro sono andate a prendere da bere, mentre io sono rimasta a tenere i posti al tavolo. 
Avrei bevuto volentieri un shot di vodka, magari mi sarei rilassata un po'.

Non erano ancora arrivati molti ex alunni, eravamo solo una ventina, quando invece dovremmo essere almeno una cinquantina. Ci dovrebbero essere le due classi del 95 e le due del 96. 
Non vedevo nemmeno Matthew, forse sarebbe arrivato con Elliot.

«Anne!» sento chiamare dietro di me, quando mi giro mi ritrovo davanti le cinque ragazze che erano state le più popolari nella mia classe. 
Dov'erano Susan e Lucy? Non volevo rimanere troppo da sola con loro, mi avrebbero mangiato.
Martha Smith non era cambiata per niente, era stata lei a chiamarmi, ricordo ancora che anche lei aveva avuto una cotta per Matthew. 
Leslie Roses al suo fianco si guardava intorno come se aspettasse qualcuno. 
Veronica Jordan, Sandy Drew, Debby Lee mi sorridevano e mi fissavano. 
«Come state?» chiesi gentilmente cercando tra le persone le mie due amiche. 
Leslie mi raccontò del suo stancante lavoro e del fatto che il suo ragazzo, ex re del ballo, l'aveva lasciata per le quinta volta. Martha parlò dell'Università, studiava scienze alimentari, se avevo capito bene e poi del suo magnifico ragazzo. Sandy si limitò, per fortuna, a dirmi: "Tutto regolare, tutto normale".
Veronica e Debby invece continuavano a parlarsi sopra, ero riuscita a capire che Debby aveva lasciato l'università per lavorare al ristorante dei suoi, mentre Veronica era nervosa perché doveva dare tre esami tra due mesi.
«E tu?» chiese Leslie mandando giù un bicchiere di birra, aspetta c'era la birra? Dov'erano Susan e Lucy con la mia birra?!
«Io vivo a Londra con Susan e Lucy. Studio e lavoro» risposi semplicemente. Tutte e cinque mi guardarono ed annuirono. Poi mi chiesero com'era vivere a Londra da sole, loro vivevano ancora con i loro genitori, a parte Leslie che viveva con il ragazzo o ex ragazzo, non mi ricordo. Comunque sembravano curiose e interessate al fatto che noi tre vivevamo nella grande città da sole. 
«Non hai ancora un ragazzo? Sempre sui libri stai, in questo non sei cambiata» disse poi Sandy sorridendo e facendo sorridere le altre, mi sforzai di sorridere e non dire nulla. Poi sentii qualcuno mettermi il braccio sulle spalle, per un attimo avevo pensato che fossero finalmente tornate le mie due amiche.

«Matthew ciao!» 
Non ero mai stato così contenta di vedere qualcuno. 
«Anne sono contento che alla fine sei venuta, come stai?» mi chiese abbracciandomi e lasciandomi un leggero bacio sulla guancia. 
Sentivo gli sguardi delle cinque su di noi, avrei voluto vedere la faccia di Martha. Ricordo che una volta quando aveva scoperto che anche a me piaceva Matthew aveva detto: "lui però preferisce ragazze più sofisticate, sai me l'ha detto". 
«Susan e Lucy mi hanno costretto, però volevo anche rivedere te, io tutto bene e tu? Elliot?» 
«Stiamo bene, lui è lì a prendere qualche tramezzino» rispose indicandomi il ragazzo che stava riempendo due piatti. 
«Anne... non sapevo fossi amica di Matthew» sentii dire da Leslie, quando mi voltai le vidi tutte fissate con aria sognante il ragazzo affianco a me. Matthew era davvero bellissimo, quindi le capivo. 
«Ci siamo conosciuti qualche mese fa, Anne è fantastica, mi spiace non averla conosciuta quando andavamo a scuola» rispose lui per me, e tutte annuirono con un sorriso beato. 
«Ciao Anne» mi salutò Elliot con un cenno della mano, io ricambiai. 
«Tu venivi nella nostra scuola?» 
«Oh no, è venuto con me, ci tenevo a far vedere il mio liceo al mio ragazzo» 
Ci fu un minuto di silenzio nel quale si sentì Debby che si stava strozzando con la bibita che aveva appena mandato giù. Feci fatica a trattenere una risata. 
«Eccoci di ritorno, quante gente» disse Susan porgendomi un bicchiere di birra.
Ora l'attenzione delle cinque ragazze è attirata da Susan e Lucy che si devono sorbire il racconto dettagliato dell'ultima rottura tra Leslie e il suo ragazzo. Io ne approfitto per fare un giro al buffet, Matthew ed Elliot si siedono al nostro stesso tavolo.

La palestra, dove si tiene appunto questa rimpatriata, è stata allestita alla stessa maniera dei balli studenteschi dell'ultimo anno. Ci sono i tavoli ai lati della palestra, un piccolo palco dalla parte opposto dell'entrata con dietro uno striscione che diceva: "Ex-alunni classe 94-95" ma il numero quattro avevano cercato di trasformarlo in un sei. 
Vicino all'ingresso, a sinistra, c'erano i tavoli con il cibo e lo spazio in mezzo era stato lasciato libero.

Che ampia scelta di cibo, ci sono: tramezzini con cotto e maionese, tramezzini con cotto e maionese e ancora tramezzini con cotto e maionese; qualche patatina e salatini. 
«Signorina Withman, ma che piacere rivederla» 
Mi giro con il mio piatto stra colmo di tramezzini. 
«Oh professor McDavis quanto tempo» 
Il professor McDavis era l'insegnante di letteratura, non che il nostro coordinatore di classe, era un uomo alto e di bell'aspetto, molte studentesse avevano avuto una cotta per lui. 
«Leggi ancora tanto?» mi chiese curioso mentre anche lui si riempiva il piatto di tramezzini.
«Oh si appena mi è possibile mi metto a leggere, pensi che adesso lavoro in una libreria» 
Lui annuisce interessato, mi fa molto piacere rivederlo. Quando andavo al liceo molte volte mi consigliava libri da leggere e poi scrivevo una recensione o un commento che gli consegnavo. 
«Lei come sta?» 
«Molto bene, grazie. Anche se di studenti così appassionati alla letteratura come lei ne ho avuti ben pochi» 
Rimaniamo qualche secondo a fissarci in silenzio, questo viene interrotto dall'entrata in palestra di un gruppo di ragazzi dell'altro anno. 
«Della sua classe siete in pochi» 
«Eh si ho visto, per ora siamo in dieci su venti» risposi guardandomi intorno. C'eravamo noi tre, le altre cinque, Michael e Jude che avevo salutato appena entrata in palestra con un timido cenno della mano. 
«Anche Borner era molto interessato alla letteratura come lei, passavo dei libri anche a lui» 
«Ah non lo sapevo»
Lo sapevo eccome. Edmund mi piaceva perché anche lui aveva una passione per la lettura ed erano uno dei pochi a non prendermi in giro per i miei libri.
«Non lo vedo, che peccato» disse il professore mentre prendeva una manciata di patatine. 
«Ora torno al mio posto, è stato un piacere rivederti Anne» 
«Anche per me professore» lo salutai e tornai al mio tavolo. 
Lucy, Susan, Elliot e Matthew erano seduti e conversavano tranquillamente.

«Bentornata allora cosa hai preso? Tramezzino cotto e maionese? O cotto e maionese?» chiese Lucy ridacchiando. 
Mi sedetti accanto a Matthew e Susan, iniziammo a parlare del più e del meno rievocando vecchi ricordi dei tempi di scuola. Elliot poi ci raccontò del suo liceo, era una serata molto piacevole e l'agitazione che avevo all'inizio era sparita completamente. 
Salutammo altri nostri ex professori, della nostra classe eravamo rimasti in dieci. Non era arrivato nessun altro. Lo ammetto ero curiosa di rivedere Edmund, ma non fa niente se non è venuto, avrà avuto di meglio da fare... di meglio da fare, come Ashton. 
Oh no Anne non ci pensare! 
Midge è tua amica e aveva bisogno del suo ragazzo.
«Anne dove vai?» mi chiese Lucy attirando l'attenzione degli altri al nostro tavolo. 
«Vado un attimo in bagno, spero di ricordarmi dov'è» risposi sorridendo per poi dirigermi all'uscita della palestra.

Stavo vagando per i corridoi, mi ricordavo dov'era il bagno, ma non era lì che volevo andare. Avevo bisogno di aria fresca, stava andando verso la porta che portava al giardino interno.
Una volta uscita sentii l'aria primaverile della sera colpirmi in pieno viso e mi sentii decisamente meglio. Era tutto buio, con solo la luce d'emergenza della porta, non riuscivo a vedere niente del giardino, ma le stelle, anche se poche, si vedevano bene. 
Ero curiosa cosa stavano facendo in quel momento Ashton e Midge, si stavano divertendo? Lui la stava consolando? 
Inizia a prendere a calci tutti i sassolini che mi trovavo davanti. 
«Che palle.. perché dovevo accorgermene solo adesso? Perché non me ne sono resa conto prima?» mi chiesi con tono arrabbiato continuando a prendere a calci tutto quello che mi capitava a tiro. 
«Già avresti dovuto rendertene conto prima che questa rimpatriata sarebbe stata una merdata» rispose qualcuno ridendo. 
Solo in quel momento mi accorsi di due persone sedute su un muretto poco lontano dalla porta. 
Non li vedevo in viso, ma vedevo il fumo intorno a loro, chi erano? Erano del mio anno? 
«Non vi avevo visto» 
Uno dei due si spostò e riuscì a vedere il volto era Michael, quando era uscito? L'altro era Jude? Erano gli unici due ad essere venuti. 
«Comunque non mi riferivo alla rimpatriata» 
«Hai ragione l'ampia scelta di tramezzini era ottima» disse ridendo il secondo ragazzo mentre passava la sigaretta a Michael che stava ridacchiando. 
«Sempre meglio di niente» ribattei a mia volta, che problema aveva? Si okay non c'era tutta questa scelta, ma la scuola aveva voluto organizzare una cosa carina.
«Non sei cambiata per niente» 
Oh okay allora mi conosceva, questo voleva dire che era del mio anno? Oppure oddio non lo so, perché non si sposta così posso vederlo in viso. 
«Uhm... sarà me lo dicono tutti, ora sarà meglio che torni dentro o si chiederanno dove sia finita» 
«Non vuoi farti un tiro Rosie?» mi chiese prima che aprissi la porta e lì, in quel momento, capii chi era. 
Ommioddio era davvero lui? 
«No, grazie Borner» risposi per poi tornare dentro e chiudermi la porta alle spalle, prima però ero riuscita a sentirlo ridere.
Non ci posso credere! Era davvero Edmund! Era venuto! Però non l'avevo proprio visto.
Mi chiamava ancora Rosie, si ricordava di me e non aveva cambiato il suo modo di chiamarmi. 
Edmund era l'unico della classe a non chiamarmi Anne, ma mi chiamava con il mio secondo nome: Rosie. Non avevo mai capito perché, io d'altro canto non l'avevo mai chiamato Edmund (cioè solo nella mia testa lo chiamavo per nome), l'avevo sempre chiamato per cognome.

Tornata in palestra Susan e Lucy mi chiesero se mi fossi davvero persa. 
Io gli raccontai di aver incontrato Edmund in giardino. Entrambe, ma soprattutto Lucy, mi guardarono scioccate, sapevo che morivano dalla voglia di farmi mille domande. Tuttavia ora eravamo in compagnia di Matthew e Elliot, non potevo parlare.

Non durò molto la serata, mezz'oretta dopo il mio ritorno i professori iniziavano già a spingerci verso l'uscita. A quanto pare avevo il permesso di usare la palestra per non più di tre ore. 
Edmund non era mai entrato, perché era venuto se era rimasto tutto il tempo nel giardino? 
Comunque una volta nel parcheggio mi resi conto che uscire mi aveva fatto bene, mi ero divertita, era stata una bella serata. 
«Anne ti andrebbe di uscire a cena con noi uno di questi giorni? Ragazze ovviamente possiamo organizzare anche un'altra volta con voi?» chiese Matthew prendendomi per mano e facendomi gli occhi da cucciolo. 
«Ma certo, quando vuoi e ci mettiamo d'accordo»
«Benissimo, saremo contenti di rivederti» aggiunse Elliot abbracciandomi. 
Lucy e Susan annuirono contente anche loro di poterli rivedere più avanti. 
Quando poi abbracciai Matthew notai una figura davanti all'ingresso della scuola che ci osservava. Era appoggiato con la schiena al muro e aveva un cappuccio in testa, ma l'avevo riconosciuto. 
Mentre le mie amiche salutavano i due ragazzi, io timidamente salutai Edmund con un cenno della mano, lui con mia sorpresa fece lo stesso. 
«È chi penso che sia?» mi chiese sussurrando Lucy lanciando un'occhiata ad Edmund. 
Mi limitai ad annuire, Lucy allora mi domandò se volessi andare da lui. 
«No, sono stanca meglio andare a casa»
«D'accordo» risposero entrambe così ci limitammo a salire in macchina pronta a tornare a casa e tuffarci nei nostri letto tra le braccia di Morfeo.
Stavo già sognando il mio letto e il mio pigiama, le mie bellissime e soffici coperte.

——

Arrivata a casa lasciai giacca e borsa sul divano, le scarpe all'ingresso poi tutte e tre andammo come zombie verso le nostre stanze mugugnando un: "buona notte".

Una volta nel mio letto sentivo le palpebre farsi più pesanti, ma prima di dormire volevo controllare un attimo il telefono, nel caso fosse successo qualcosa. Avevo i miei dubbi, chi mi avrebbe cercato? 
Così con gli occhi già mezzi chiusi e la menta mezza addormentata accessi il telefono.

Due chiamate perse da Ashton

Ashton:
Anne so che è tardi, ma posso venire? 
Midge è andata via prima... 
cioè ci siamo lasciati, l'ho lasciata
Posso venire?

Instagram nuova richiesta di seguirti da @BornerEd-

Richiesta di messaggio da @BornerEd- : Rosie è stato bello rivederti

Okay. 
Okay. 
Cosa sta succedendo? E' davvero il mio telefono questo?




 




Hey Everybody!
Ecco il nuovo capitolo, Anne è andata all'incontro con gli ex alunni, ha rivisto molti compagni e Edmund!
Ashton ha lasciato Midge e l'ha cercata, ma lei non c'era
Cosa succederà?

Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate!

Kiss and hugs

||MartaWeasley||

   
 
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