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Autore: RyodaUshitoraITbis    13/09/2019    3 recensioni
Sono passati ben quindici anni da quando Nick Wilde era fuggito da Zootropolis con l'intento di lasciarsi il passato alle spalle e rimettere insieme i pezzi del suo cuore infranto. Nonostante sia riuscito a rifarsi una vita all'estero, dovrà ora fare ritorno e affrontare nuovi dolori e vecchi fantasmi. Riuscirà a riallacciare i rapporti con Judy dopo la loro tempestosa rottura? Come reagirà quando verrà a sapere dell'esistenza di qualcuno che non sarebbe mai dovuto venire al mondo?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Finnick, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I

Le ferite del passato

 

(dal punto di vista di Nick)

 

Sono seduto a bordo di un aereo. In prima classe, naturalmente. Mio figlio è seduto sul sedile alla mia destra e sta schiacciando un pisolino. Gli voglio bene; è tutto ciò che mi ricorda della mia compagna morta lo scorso anno. È stato ingiusto il modo in cui Anabel Skye se n’era andata. Aveva ricoperto l’incarico di agente federale per molti anni, perciò il pericolo aveva fatto parte a lungo della sua vita. L’ho conosciuta tredici anni fa e non aveva lasciato il ZCIS[1] neppure dopo che il suo partner era rimasto ucciso in azione. Non le piaceva molto parlare di lui, ma avevo scoperto che era un coniglio di nome Jack Savage. Avevo intuito che c’era stato qualcosa fra loro, dal modo in cui lei parlava di lui, ma non sono mai riuscito a saperne di più. Non mi era sembrato giusto chiederle ulteriori informazioni, soprattutto dopo che io e Anabel ci eravamo messi insieme. Abbiamo avuto un figlio meraviglioso di nome Robin. Ha undici anni ora, ma non ha ancora provato sulla sua pelliccia le difficoltà di essere una volpe come è successo a me quando avevo la sua età.

Anabel non se n’era andata mentre stava compiendo il suo dovere. Nessuno si aspetterebbe mai di morire mentre sta facendo qualcosa di così banale come attraversare una strada. Eppure, è così che è andata: un vecchio montone aveva superato il semaforo rosso e l’aveva investita in prossimità di un incrocio. Può sembrare una piccola consolazione il fatto che sia morta sul colpo, ma in realtà non sarebbe dovuta morire affatto. Non esistono parole adatte per casi del genere. Non ho avuto neppure la possibilità di piangere disperato mentre stringevo fra le mie zampe il suo corpo senza vita, dal momento che non ero lì al momento dell’incidente. Fortunatamente, Robin era a casa a studiare con il suo tutore. Come potete ben immaginare, ne uscimmo entrambi con il morale devastato. Ho amato profondamente Anabel.

A volte ho come l’impressione che il destino sembra provarci gusto nel privarmi di tutto ciò che amo.

Questo spiega il motivo per il quale mi trovo a bordo di un aereo diretto a una città nella quale avevo giurato di non fare mai più ritorno, dopo tutto quello che era successo quindici anni fa.

In quella città avevo provato un altro dolore; avevo perso qualcosa d’importante senza che io avessi dovuto venirne a conoscenza. O almeno, così avrebbe dovuto essere. Di norma non avrei mai ringraziato Ben per la sua passione quasi ossessiva per i pettegolezzi, ma in quell’occasione avevo dovuto ascoltare ciò che aveva da dirmi.

Lei non voleva che lo sapessi. Era evidente. Il modo in cui aveva agito era una prova lampante che la sua carriera veniva prima di qualsiasi altra cosa. A dire il vero, non ero arrabbiato per quello che aveva intenzione di fare, ma per il modo con cui aveva intenzione di pugnalarmi alle spalle. Non avrei mai immaginato che avrebbe potuto essere così sleale. Se ne avessimo parlato prima, avrei potuto capirla. Ero convinto che la nostra relazione avrebbe potuto resistere a quella prova. Ma avevo giurato a me stesso che non sarei mai più tornato alle mie vecchie, disoneste maniere; invece, lei sembrava averle prese a cuor leggero.

Quindici anni fa, diedi l’addio a Zootropolis. Non volevo farci mai più ritorno, neppure quando arrivai in Messigatto e stavo cercando di mettere insieme i pezzi del mio cervello per prendere una decisione sulla prossima destinazione. C’erano soltanto due mammiferi che sapevano dove fossi diretto. Uno era il solo amico che abbia mai avuto in vita mia: Fred Fennecson, in arte Finnick, un piccolo fennec che era stato la mia spalla per anni. L’altra era mia madre, Viola Wilde.

Mia madre è il motivo per cui sto tornando a Zootropolis, la città della perdita.

Ieri ho ricevuto una telefonata da Finnick. Mi disse che mia madre stava morendo per colpa di un tumore al cervello, incurabile e allo stadio terminale. Lo sapeva da almeno un anno, ma aveva sperato di guarire grazie alle cure mediche che stava ricevendo. Non ha mai voluto dirmelo e confesso di essermi arrabbiato con Finnick per avermi tenuto all’oscuro della cosa per così tanto tempo. Lei aveva deciso di sospendere la terapia e Finnick mi aveva chiamato per avvertirmi che i medici le avevano detto che le rimanevano al massimo altre tre settimane di vita.

Voglio molto bene a mia madre, sebbene non sia mai stato un granché come figlio. Se lo avessi saputo prima, avrei pagato qualsiasi cifra pur di fornirle tutte le cure mediche di cui avrebbe avuto bisogno.

Ma l’ho saputo troppo tardi; ora, tutto quello che posso fare è infrangere la promessa che avevo fatto a me stesso tempo addietro e tornare per dirle addio nella maniera più meritevole possibile.

Anche a costo di ritrovarmi faccia a faccia con lei.

Sono pronto.

Lo spero, almeno.

******

        Nick sospirò malinconico mentre guardava fuori dal finestrino. Il sole aveva cominciato a sorgere. Il loro viaggio stava per giungere a termine. Robin continuava a dormire seduto alla sua destra e Nick lo lasciò riposare; suo figlio ne aveva bisogno. Avrebbe dovuto affrontare due eventi importanti in un solo giorno: visitare una grande città a lui sconosciuta e conoscere per la prima volta la sua nonna paterna.

Gentili passeggeri, è il capitano che vi parla.” comunicò una voce maschile dagli altoparlanti, “Abbiamo iniziato la discesa. Le manovre di atterraggio saranno ultimate entro quindici minuti.”

Nick continuò a guardare fuori. I grattacieli del Distretto centrale di Zootropolis si ergevano maestosi alla vista, mentre il sole del mattino rifletteva i suoi raggi facendo splendere le superfici di vetro.

“Svegliati, Robin.” disse Nick mentre scuoteva leggermente la spalla del figlio.

“Siamo già arrivati, papà?” domandò la giovane volpe dopo aver sbadigliato.

“Ci siamo quasi.” rispose Nick mentre Robin si sporgeva in avanti per guardare meglio fuori dal finestrino.

“Sono cresciuto qui.” affermò Nick con un lieve sorriso. Nonostante tutto il dolore che aveva provato, conservava ancora dei ricordi felici.

La manovra di atterraggio ha avuto inizio.” annunciò il capitano. L’aereo iniziò la discesa sulla pista di atterraggio dell’aeroporto cittadino di Zootropolis, dislocato qualche chilometro a nord del Distretto di Rainforest, sul versante settentrionale della città. Mentre guardavano in basso, Nick e Robin riuscirono a scorgere le cime degli alberi e le macchine addette al mantenimento del clima tropicale e all’apporto d’acqua piovana nel distretto. L’aereo stesso fu colpito dalla pioggia mentre ultimava la manovra di atterraggio attraverso gli ampi spazi fra un albero e l’altro.

Come annunciato, l’aereo ultimò l’atterraggio e completò l’agganciamento al terminal.

Siamo arrivati all’aeroporto cittadino di Zootropolis. Vi ringraziamo per aver scelto un volo della Zootopia Airlines. Vi ricordiamo gentilmente di non dimenticare il vostro bagaglio personale al momento dell’uscita dall’aereo.

“Andiamo, figliolo.” disse Nick a Robin. Qualche istante dopo, la porta del terminal aeroportuale si aprì; le due volpi percorsero il tunnel che li avrebbe condotti al check-in e compirono i loro primi passi insieme a Zootropolis.

“I vostri passaporti, prego.” esclamò l’addetto al check-in. Nick tirò fuori i due passaporti dalla tasca interna della giacca e li consegnò all’impiegato, che li aprì dinanzi a loro.

Il primo apparteneva a suo figlio Robin e riportava i seguenti dati:

 

Robin Skye

Data di nascita: 26/06/2023

Specie: vulpes vulpes

Colore degli occhi: azzurri

Colore della pelliccia: rossa

Segni particolari: nessuno

Nazionalità: messigattese

 

L’impiegato controllò la foto presente sul documento e la scansionò. Dopodiché toccò al passaporto di Nick:

 

Nicholas Johnathan Hood

Data di nascita: 14/01/1984

Specie: vulpes vulpes

Colore degli occhi: verdi

Colore della pelliccia: rossa (naturale), nera (tinta)

Segni particolari: nessuno

Nazionalità: zootropolitana, messigattese

 

“Qual è il motivo della sua visita a Zootropolis?” domandò l’addetto al check-in dopo aver ultimato la scansione dei passaporti.

“Motivi familiari.” spiegò Nick con un tono più brusco di quanto avesse voluto.

“Motivi familiari.” ripeté l’impiegato prima di consegnare i documenti e salutare le due volpi.

******

         Oh, non ve l’ho detto? Io non sono Nicholas Piberius Wilde. Nick Wilde se n’è andato quindici anni fa, quando sono partito per il Messigatto. Per essere più precisi, ho cambiato il mio nome in Nicholas Johnathan Hood subito dopo la mia partenza. Nick Wilde era morto tre settimane prima di allora, quando qualcuna che amavo aveva deciso di piantarmi una lama nel cuore; evidentemente, il mio amore per lei non era corrisposto. Se lei mi avesse davvero amato, non mi avrebbe mentito. Non mi avrebbe colpito alle spalle in maniera così infida. Non avrei neppure dovuto ascoltare la verità dalla bocca di Ben.

Forse è meglio partire dal principio.

Tutti conoscono la storia della volpe e della coniglietta che hanno salvato la città dalla minaccia dei predatori resi selvaggi da una vice-sindaco malvagia. La coniglietta aveva convinto la volpe che poteva essere migliore di com’era, e così sono diventato il suo partner nella Polizia di Zootropolis dopo aver perpetrato per anni lo stereotipo della volpe truffaldina per le strade oscure della città. Ammetto che ero piuttosto bravo. Oh, certo, fra noi abbiamo scherzato, abbiamo riso e qualche volta abbiamo persino pianto.

Alla fine ci siamo innamorati. Ma i sentimenti che provavo per lei erano più forti di quelli che lei provava per me.

Per quale altro motivo Judy Hopps avrebbe deciso di pugnalarmi alle spalle con la decisione di abortire nostro figlio? Se non fosse stato per Benjamin Clawhauser, il centralinista del Dipartimento di Polizia di Zootropolis e amante incallito del gossip, non lo avrei mai scoperto. Mi confrontai con lei qualche tempo dopo, nel giorno in cui lei aveva fissato la pratica abortiva. Lo avevo scoperto soltanto perché avevo aperto la sua casella di posta elettronica, una cosa che non avevo mai fatto prima di allora. Ma dopo aver sentito quello che aveva avuto il coraggio di dirmi, mi ero sentito sprofondare nella disperazione più cupa.

Lei non mi aveva dato alcun motivo valido per credere che lo stava facendo per la sua carriera. So bene che aveva lavorato sodo tutta la vita per entrare in polizia. Capisco perfettamente che le avevo detto delle cose cattive e dolorose, arrabbiato com’ero per ciò che voleva farmi. La verità è che io desideravo avere un figlio, e non sapevo se un simile miracolo sarebbe accaduto di nuovo. Avrei rispettato la decisione di Judy di ricorrere all’aborto, di aspettare fino a quando saremmo stati più sicuri della nostra relazione e del nostro lavoro. E non mi sarei di certo opposto se avessi saputo che il parto avrebbe potuto pregiudicare la sua salute. Ma lei non è mai venuta da me per parlarne. Non ne avevamo neppure discusso, perché pensavamo che una volpe e una coniglietta non avrebbero mai potuto avere dei cuccioli. Ammetto che ci fu una mancanza di comunicazione da parte mia, ma lei avrebbe dovuto comunque confidarsi con me. Sarei stato contrario all’aborto, ma avrei rispettato la sua decisione se solo lei non si fosse comportata in maniera così subdola, infima e meschina. Le dissi tutto questo in preda a una rabbia cieca.

Per tutta risposta, lei mi colpì con violenza.

Non sto parlando di un semplice schiaffo. Mi diede un pugno. Con quel gesto, compresi ciò che lei pensava davvero di me.

Lei non mi aveva mai creduto. È stata tutta una finzione.

Feci i bagagli e me ne andai. Dormii nel furgone di Finnick per tre settimane, mentre mi licenziavo dalla polizia. In quel lasso di tempo, Judy aveva tentato di contattarmi, ma ero così arrabbiato e deluso che non volli ascoltarla in alcun modo. Per quanto mi riguardava, tutto quello che avrebbe voluto dirmi mi avrebbe fatto persino più male di un calcio sui denti. O di un pugno. O qualsiasi altra cosa.

Dopo essermi licenziato (il capitano Bogo non ebbe nulla da ridire a riguardo), prelevai tutti i soldi che avevo messo da parte e andai all’aeroporto. Non prima di aver detto addio a mia madre e a Finnick, naturalmente. In tutta franchezza, non avevo alcuna idea di dove andare e non sapevo neppure per quanto tempo sarei stato via, ma mi imbarcai nel primo aereo diretto a Città del Messigatto e non mi voltai più indietro.

Fino a oggi.

E per quanto riguarda la pelliccia nera e il cambio del nome? Potrei dirvi che l’ho fatto per nascondere meglio le mie tracce, ma in realtà è più una cosa da ‘nuovo me stesso’. Come ho già detto, Nicholas Piberius Wilde scomparve quel giorno. Nonostante tutto, sono diventato il direttore generale della Hood Enterprises, una piccola società di successo specializzata nell’industria dell’intrattenimento e nella costruzione di parchi di divertimento; non sono così difficile da rintracciare, insomma. Eppure, a Judy non è mai importato. Si è semplicemente arresa. Non che m’importi, ora. Finché ha fatto quello che ha fatto, nel mio cuore c’era posto solo per lei. Per molto tempo non sono riuscito a fidarmi più di nessuno, fino a quando ho conosciuto Anabel. Solo lei e Robin sono riusciti a rimettere insieme i pezzi del mio cuore infranto.

******

         Nick sospirò tristemente dopo essere uscito dall’aeroporto e aver chiamato un taxi.

         “Tutto bene, papà?” domandò Robin. Nick lo guardò e abbozzò un sorriso forzato.

“Sì, sto bene.” rispose alla fine.

Non appena arrivò il taxi, Nick aprì la portiera e fece entrare Robin per primo. L’autista scese dal mezzo e aprì il bagagliaio per consentire a Nick di mettervi le poche valigie che aveva portato per il viaggio. Dopo aver chiuso il portello posteriore, Nick lanciò un’ultima occhiata al terminal dell’aeroporto ed entrò nel taxi.

“Dove volete che vi porti?” domandò il cavallo addetto alla guida del mezzo.

“Al 1955 di Cypress Grove Lane, nel Distretto di Rainforest.” rispose Nick.



[1] Acronimo per Zootopia Criminal Investigation Service.



Note dell’autore: Gentili appassionati di Zootropolis, rieccomi con una nuova storia. Anzi… con la traduzione di una nuova storia!

Ebbene sì, il vostro amico Dario ha deciso di tradurre un’altra fanfiction, intitolata Grief's Reunion e scritta in inglese a opera di Giftheck, un disegnatore e scrittore di fanfiction britannico; egli mi ha gentilmente dato il permesso di pubblicare la mia traduzione della sua storia e spero vivamente che anche voi possiate apprezzarla quanto il sottoscritto.

Come dichiarato dallo stesso autore, questa storia trae ispirazione da I Will Survive, l’ormai celebre e controversa storia a fumetti realizzata dall’artista brasiliano William Borba; tuttavia, contrariamente alla mia precedente fanfiction intitolata La via del perdono, essa si sviluppa in una linea temporale totalmente diversa. È ambientata nella Zootropolis del 2034, ben diciotto anni dopo gli eventi del film e quindici anni dopo le vicende di I Will Survive. Se siete arrivati fin qui, avrete senz’altro compreso che in questa storia Nick è una volpe di cinquant’anni che si ritrova ad affrontare i demoni del suo passato dopo essere riuscito a rifarsi una vita all’estero, mentre Judy… beh, scoprirete che cosa le è successo nel prossimo capitolo!

Come è mia consuetudine, vi lascio alcuni link utili:

Pagina DeviantArt dell’autore: https://www.deviantart.com/giftheck/

Capitolo I di Grief’s Reunion: https://www.deviantart.com/giftheck/art/Grief-s-Reunion-1-Trust-682527260

Storia completa: https://archiveofourown.org/works/10995909/chapters/24492501

 

Questo è quanto. Vi ringrazio per la vostra cortese attenzione e vi auguro una buona lettura. A presto!


   
 
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