Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: occhiverdi1972    13/09/2019    1 recensioni
"Perchè lui l' amava perdutamente, al di sopra di tutto, contro ogni umana comprensione, nessuna barriera o ceto sociale avrebbe oscurato tale sentimento, perchè solo lei era l' amore."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Ti raccomando tesoro, sii prudente! - la signora De Guillards baciò la fronte di Charlotte.
- State tranquilla madre, sono adulta, so badare a me stessa ! - assicuro' lei .
Il signor De Guillard sorrise bonariamente, la baciò a sua volta , poi precedette la moglie alla carrozza aiutandola a salire e prendendo posto 

- Buon Viaggio! - Charlotte agitò la mano guardando la carrozza allontanarsi.
Gli affari del padre lo richiedevano per qualche giorno fuori Parigi e la madre aveva deciso di accompagnarlo.

Lei si era rifiutata di partire accampando la scusa di non volere tralasciare i suoi studi, in realtà non aveva nessuna voglia di viaggiare e così, anche se a malincuore i genitori l' avevano lasciata con la servitu', due giorni in quasi completa autonomia non potevano che farle bene.

La giovane sospirò , rientrò in casa e si accomodò sul divano, l'unico impegno che aveva era quello con la lezione del maestro Grandier e poi...e poi una missione segreta l'aspettava.

 

 

 

- Madamigella Oscar!! Buongiorno!! cosa posso fare per voi? State bene?
Lo sguardo del dottore la percorse da capo a piedi. Oscar ritta e fiera nella sua uniforme sembrava tornata ad essere l'algido colonnello di ghiaccio.

- Si...stò benissimo dottore,- rispose – ma c'è qualcuno che ha bisogno di voi con urgenza!
L'uomo si guardò attorno:

- Certo!! Questa persona è con voi?
- No...io...- Si bloccò indecisa se lasciar trasparire i suoi sentimenti, poi la verità prevalse - so' che sto chiedendovi troppo, ma in memoria dell'antica amicizia che ci lega devo chiedervi di seguirmi...è una questione di vita o di morte!
L'uomo scattò in piedi:

- Certo! - afferrò la valigetta e la precedette fuori avvicinandosi verso il  cavallo.
- No...! - lo bloccò lei – andremo con il mio, Cesar è piu' veloce e l'uomo che dovrete visitare potrebbe già essere spacciato – sussurrò con le lacrime agli occhi.
Il dottore annuì:

- Posso chiedervi se conosco quest'uomo che vi sta tanto a cuore?- sussurrò Lassone – è...è per caso Andrè?
- No! - esclamò lei intensamente – è Hans...Il conte Hans axel di Fersen.
 

 

 

Oscar galoppava veloce con il Dottor Lassone dietro.
Veloce contro il vento, contro il tempo, contro la sorte.
Il cuore in gola, la frenesia nelle vene :
- Fersen non morite , vi prego! Non morite...! - pensava mentre le lacrime le solcavano gli occhi perdendosi nel vento.

 

 

Fersen allungò il braccio, afferrò il bicchiere, se lo portò alla bocca, l'acqua tintinnò sotto la presa instabile, il dolore era insopportabile e la febbre lo divorava giorno e notte. Da giorni la spalla sinistra era quasi completamente paralizzata per il dolore, tutto il sangue perso lo rendeva debole, era questione di giorni ormai e quell'angusta vita senza Oscar sarebbe finita.

Si portò l'unica mano funzionante al viso angosciato:

.- Maledetto Grandier!! - sbottò , ma  in realtà non ce l'aveva solo con lui, ce l'aveva col mondo intero, persino con se stesso , troppo occupato a correre dietro alla Regina per accorgersi della donna che era Oscar.

Una donna che anni fa lo aveva amato in silenzio, una donna di cui, lui, si era accorto troppo tardi.

 

Bussarono alla porta:

- Cosa c'è? - sbottò scocciato, immaginando fosse il solito maggiordomo che cercava di spronarlo.
- Padrone...il dottor Lassone vorrebbe vederla ! - la voce gli arrivò attutita dietro il legno della porta
- Il dottore l'avrai di sicuro chiamato tu, ti avevo proibito di farlo!- sbottò alterato.
- Padrone...vi assicuro che non ho mai parlato con il dottore...
- Non discutere! Scusami pure con lui e congedalo!!
 

 

 

Oscar, Lassone e il maggiordomo
si guardarono preoccupati.

La giovane si portò una mano alla testa, il suo piano era quello di fare entrare Lassone in quella stanza e andare via senza farsi vedere, ma capì benissimo che Hans non avrebbe aperto quella porta.

- Conte...- provò il dottore - Vi prego...Fatevi visitare!
- Vi ringrazio – rispose lui – ma sto bene così...Tornate pure a casa!
Lassone sospirò e rivolse ad Oscar uno sguardo rassegnato.

Lei si avvicinò ad una finestra, fissò il grande viale in cerca d'ispirazione. Cosa poteva fare? Entrare in quella stanza avrebbe significato litigare con Andrè, non entrarci significava permettere che Fersen morisse. Non voleva che accadessero entrambe le cose.

Si avvicinò al dottore , gli parlò all'orecchio sottovoce:

- Svelategli che vi ho mandato io, ma non fategli capire assolutamente che sono qua fuori.

L'uomo annuì, si avvicinò alla porta:

- Conte...per l'amor di Dio, madamigella Oscar mi ha raccomandato di non uscire dal palazzo prima di avervi visitato. Non posso di certo deluderla!
Fersen sbarrò gli occhi ...Oscar!! Oscar aveva mandato Lassone da lui....! No ..si disse, non era possibile , era di sicuro una tattica del suo fedele maggiordomo che sapeva bene quanto lui fosse innamorato.

- Non prendetemi in giro Lassone!
- Mettete in dubbio la mia parola? - tuonò il dottore.
Fersen cercò di guadagnare la posizione eretta, non ci riuscì, le forze venivano meno.

- Andate via! - urlò esasperato – Andate via tutti!!
Dal divano stesso su cui si trovava alzo' un piede e scaraventò il tavolino in terra.

Tutti sbarrarono gli occhi credendo che fosse svenuto.

Il primo impulso per Oscar fu' quello di catapultarsi nella stanza, si contenne...Strinse i pugni sperando che quel rumore non fosse dovuto a lui che stramazzava al suolo.

I tre tesero le orecchie verso la stanza.

Nessun rumore.

- Conte...vi prego , aprite questa porta! - intervenne il maggiordomo.
- Vi ho già detto di lasciarmi in pace! - tuonò Fersen disperato fra i singhiozzi .
Gli occhi di Oscar si riempirono di lacrime .

Ignorando che lei fosse oltre quella porta Fersen continuo' a piangere sommessamente poi , i tre, lo udirono emettere un grido di dolore .

Il cuore di Oscar si strinse in una morsa:

- Adesso basta! - tuonò stringendo i pugni.
Lassone la vide raggiungere l'altro capo della stanza, poi girarsi.

- Madamigella...cosa volete fare? - chiese
Non ebbe il tempo di finire la frase , con una rincorsa abbastanza lunga Oscar si catapultò verso la porta.

Il vecchio legnò traballò sotto la sua spallata.

Lei non si perse d'animo, riprese la rincorsa mettendo in quella spinta ancora piu' forza e a poco valeva se la spalla dolesse.

- Abbatterò quella porta , quant'è vero che sono il comandante delle guardie Reali!!
Fersen boccheggiò...Quella voce..quell'inflessione ...no...non poteva essere Oscar!!

L'ennesima spallata andò a segno, la porta si spalancò.

Hans sbarrò gli occhi, davanti a se , in piedi, sudata , rossa in viso , i pugni stretti, lo sguardo corrucciato Oscar lo fissava!!

Oscar...la sua amata Oscar!!

 

 

 

 

La giovane posò lo sguardo sulla figura di Fersen. il Conte era visibilmente smagrito, un braccio era irrigidito ed immobile lungo il fianco, ne notò la mano scura e sporca di sangue

- Bene...adesso non vi resta che farvi visitare! - sbottò alterata.
- Oscar...voi qui...? Mia amata....- sussurrò estasiato prima di abbandonarsi inerme al suolo.
 

 

 

- Fersen.......!!
Oscar si chinò fulmineamente su lui inorridita, gli alzò gentilmente il capo, il giovane non mostrava nessun segno di vita.

- Vi prego...aprite gli occhi...! - si disperò.
Il maggiordomo e il dottor Lassone accorsero:

- Spostetevi madamigella ! - si affannò il medico .
Oscar era disperata, non poteva essere davvero così tardi.

Il dottore gli tastò il polso, poi si girò verso di lei.

Oscar cercò di parlare ma era talmente grande il terrore di sentirsi dire che era morto che dalla sua bocca non uscì nessun suono.

- E' ancora vivo! - sussurrò il medico.
Lei sbottò in un pianto liberatorio.

 

 

Fersen fu' trasportato in camera da letto, il dottor Lassone chiese degli asciugameni e acqua calda poi si chiuse in camera con il giovane. Oscar ed il maggiordomo si angustiavano nervosi dietro quella porta.

Finalmente Lassone uscì:

- L'ho medicato e fasciato, purtroppo ha perso molto sangue , è troppo debilitato! Tuttavia è giovane, voglio essere ottimista , ha buone possibilità di ripresa.
- Grazie ...- sussurrò Oscar .
L'uomo impartì delle direttive alla servitù , poi raggiunse nuovamente Oscar che lo attendeva in salotto.

- Bene...verrò a controllarlo domani ! - sancì attardandosi ad osservare il comportamento di Oscar che sembrava sinceramente provata – Il Conte di Fersen vi ha salvato dalla prigionia, vero? - asserì
- Si! - sussurrò Oscar – anche se quella esperienza è stata ugualmente devastante
- Lo immagino...- sussurrò – a proposito....Come state? Avete...Qualche blocco?- chiese cautamente
Oscar sorrise ripensando alla dolce notte con Andrè:

- No...No dottore! - rispose poi
- Bene! - sancì l'uomo contento poi stava per congedarsi .
- Dottor Lassone...! - lo bloccò lei - 
Grazie...! - sussurrò intensamente
- Ho fatto solo il mio dovere!
- Volevo chiedervi....Il Conte è lucido?
- No! Al momento non ha ripreso conoscenza , gli ho somministrato delle gocce, credo che dormirà ancora per qualche ora!
Oscar annuì ed incoraggiata dal fatto che lui non potesse vederla entrò nella stanza.

 

 

Fersen era immobile, il torace scoperto, la spalla e metà braccio fasciati. Aveva gli occhi chiusi e il capo leggermente reclinato, una parte dei lucidi capelli gli coprivano il viso. Era bello...Lo era sempre stato, quel viso dolce, il sorriso gentile....Lo aveva amato tanto in passato, in quel momento sentì di volergli un bene immenso.

Quasi senza rendersene conto lei allungò una mano, la passò sul suo capo teneramente, dolcemente, scompigliando i capelli chiari.

- Guarite presto! - sussurrò pianissimo – io da oggi ricomincerò ad ignorarvi...Siete stato voi a portarmi a questo! Siete una peste...Se solo ci lasciaste in pace...Se solo capiste che è Andrè l'uomo della mia vita! Siete una peste...Un uomo diabolico e scorretto... ma il mio affetto per voi non scompare , vi voglio bene Fersen! Addio! - sussurrò baciandolo teneramente sulla fronte.
 

 

 

Charlotte si calcò meglio in testa il misero cappello.

Cercò di avanzare fra la folla esultante e di raggiungere un punto in cui la visibilità fosse buona.

Avanzò arrancando poi si bloccò col cuore in gola , Maxim era proprio di fronte a lei, due casse di legno sotto i piedi a mò di rialzo , il suo inseparabile mantello nero.

Dio quant'era bello.

La gente esultava a lui contenta:

- Vai Robepierre!!! Siamo con te!!
Lui serio e fiero alzava le mani al cielo ostentando la sua arte oratoria mentre la folla applaudiva impazzita .

"I tempi cambieranno...Non ci sara' piu' fame né povertà . Il popolo regnerà sovrano!”
Gli occhi blu fissi al cielo, la sua figura aggrazziata , la convinzione viva nelle sue parole.

Charlotte abbassò lo sguardo, notò le scarpe consumate del suo vicino, i piccoli piedi scalzi di una bambina a lato, la maglia sudicia della mamma che la teneva per mano.

Pregò nessuno si accorgesse dei suoi falsi, miseri abiti.

Quelli erano celati dal mantello, ma le scarpe seppure dell'anno scorso non erano abbastanza consumate .

“ I nobili devono soccombere!” - urlò un vecchietto, il suono uscì fischiante da quella bocca dalla quale mancava qualche dente.

L'uomo si girò verso di lei, la guardò e le sorrise, lei rispose sorridendo a sua volta poi alzò il braccio fra la confusione unendosi al coro concitato:

“ Siii!! Devono morire!”- urlò assieme agli altri.

Urlò contro la sua stessa categoria fingendo spudoratamente di essere una di loro, fissò avanti...Il suo Max era lì...Li con il suo amore impossibile ...Due ranghi incompatibili e contrari .

Una lacrima le solcò le guance , la asciugò velocemente .

“ La Regina vive nel lusso e non si cura del suo popolo!” - urlò un altro giovane accanto a lei .

Charlotte si girò a fissarlo, era di sicuro piu' giovane di lei, portava dei vestiti sudici , era di sicuro senza denaro e con un futuro incerto...Quella constatazione le fece rabbia.

Il giovane intercettò il suo sguardo, sorrise , poi...inaspettatamente e irrispettosamente le afferrò la mano. Charlotte cercò di staccarla dalla sua in malo modo, il gesto alterò il giovane che adesso le stringeva il polso .

Lo sguardo invadente si posò sulle sue dita affusolate, sulla sua mano bianca dalle dita piccole e curate di sicuro non da lavoratrice:

- hey...- sbottò – guarda che manina...Non sarai per caso una spia?
- Ma cosa dici...? - sbottò lei sudando freddo.
Il giovane sempre piu' insospettito le strappò il cappello dalla testa , il biondo dei capelli puliti e curati si palesò alla sua vista

- Ridammelo!! - urlò lei nel vano tentativo di toglierglielo dalle mani.
Nella foga il mantello si scostò, lo sguardo del ragazzo corse alla catenina preziosa che aveva al collo.

“ Maledizione!! ho scordato di toglierla!”- pensò lei intercettando lo sguardo.

Il ragazzo la afferrò trattenendola per entrambi i polsi.

- C'è una spia!!! - urlò
- Ma cosa dici...?
- C'è una spia...ha una collana preziosa e dei capelli di seta!! - urlò.
Un brusio si alzò fra la folla attirando l'attenzione di Maximillian.

- Che succede??
- C'è una spia!! Una spia di nobili!!!
- Diamole una lezione!! - gridò qualcuno
- Siiii!! A morte!! A Morte!!
Charlotte inorridì al pensiero che quello fosse il popolo che lei aiutava , il popolo a cui lei dava ogni maledetta sera , avrebbe voluto gridare chi fosse...ma chi le avrebbe creduto?

Maximillian avanzò, con un gesto secco le strappò il mantello da dosso.

Lei si girò, i loro occhi siincontrarono...Max rimase fermo...basito..Spiazzato.

Charlotte era lì, celata fra il popolo..

- Io...io non sono una spia! - urlò lei cercando di riacquistare l'autocontrollo.
- Vedremo! - urlò Max digrignando i denti, quindi le strinse la mano attorno ad un polso e la trascinò malamente fra la folla.
Charlotte ebbe paura...Cosa voleva farle?

- Lasciatela a me...Ci penso io!!- sbottò trascinandola via.
Lei tremava fissando il suo viso irato e la stretta che le serrava il polso.

- Lasciatemi! Lasciatemi!! - si divincolò.
- Vi conviene venire con me o vi lincieranno – le sussurrò pianissimo – State tranquilla, non vi farei mai del male, ma continuate a far finta di agitarvi e opporre resistenza, sarò tutto piu' credibile.
Charlotte continuò la sua scena , seguendo Max e facendosi trascinare malamente per i vicoli di Parigi.

 

 

 

- Come diavolo vi è saltato in mente di fare qualcosa di tanto pericoloso?- sbottò Max fissandola Irato.
L'aveva trascinata verso casa sua riuscendo ad eludere anche i piu' sospettosi.

- Volevo essere una di loro...Capire cosa si prova, come ci si sente! - sbottò lei agitandosi
- Gia'...ma sfortunatamente fra gli abiti modesti celavate una catenina di inestimabile valore! - sbottò
Lei abbassò gli occhi:

- Avrei dovuto ricordare di toglierla...- sussurrò abbassando lo sguardo.
La mimica di Max si addolcì:

- Per fortuna eravate vicina ed ho potuto intervenire!
Lei alzò lo sguardo incatenando gli occhi ai suoi,  avrebbe voluto dirgli che si era avvicinata tanto proprio nella speranza di vederlo, ma si contenne, erano soli in quella stanza e confessarlo avrebbe potuto rivelarsi pericoloso.

Il giovane si avvicinò lentamente, le prese la mano fra le sue , lei sentì mozzarsi il fiato.

- Charlotte...non c'è bisogno che vi uniate a loro rischiando il linciaggio, fate già tanto senza che nessuno lo sappia. Voi rischiate ogni notte per i loro figli, per le loro madri malate. Non fatelo piu'...Ve ne prego!
Lei rimase ferma a fissare la sua piccola mano stretta a quella di lui con il cuore che sembrava volerle scoppiare in petto:

- Scu...Scusatemi! - balbettò – con il mio comportamento scellerato ho interrotto il vostro bel discorso.
Max sorrise dolcemente, le baciò il palmo dell'esile mano, lo coprì con quella sua , lo carezzò a lungo , poi alzò lo sguardo sui suoi occhi color del mare :

- charlotte...Sono uscito ogni notte! Ho vagato per le vie di Parigi con nella speranza di incontrarvi- la sua voce era bassa e roca, il suo sguardo penetrante - ed ora...ora voi siete qui!
- Maximillian...- sussurrò estasiata.
Lui azzerò le distanze, le carezzò dolcemente i capelli, la strinse a sé:

- Vi amo! Vi amo piu' della mia stessa vita! - sussurrò
Lei alzò il viso, Max lesse nei suoi occhi lo stesso, identico tormento. Sapevano entrambi che il loro era un sentimento che non poteva aver futuro.

- Io...Sono venuta in quella piazza solo per vedervi! - confessò lei
Max sbarrò gli occhi, le portò due dita sotto il mento, avvicinò le labbra alle sue :

- Mia piccola, dolce Charlotte! - ansimò .
Le sfirò le labbra con le sue dolcemente, la giovane sentì le gambe tremare , era una sensazione indescrivibile, si sentiva debole e forte al contempo.

Max indugiò dolcemente finchè lei non si arrese e  schiuse le labbra abbandonandosi al dolce bacio.

Le  carezzò i capelli, la sua mano poi scese dolce sulla spalla , osò arrivare alla schiena, poi li si bloccò. Avrebbe tanto voluto riservare altre carezze a quel corpo stupendo, avrebbe voluto fare sua quella giovane ragazza che le aveva rubato il cuore, avrebbe voluto amarla con tutto se stesso ma non ne aveva il diritto. Non poteva farlo!

Rimasero stretti, felici ed angosciati al contempo, poi il buonsenso di Charlotte prevalse. Si tolse la collana, la nascose nella tasca della lunga gonna, si calcò poi il cappello sulla testa.

- Sarà meglio che vada! - esclamò
- Aspettate! - sbottò Max bloccandola – come farete a rientrare a casa con quei vestiti? I vostri genitori non vi faranno domande?
- No! non c'è nessun problema. I miei sono fuori per...Per qualche giorno! - sussurrò le ultime parole con un fil di voce, intuendo solo dopo averle pronunciate quanto esse fossero pericolose, quanto potessero metterla in pericolo.
Max alzò un sopracciglio:

- Siete...Siete sola stanotte?
Charlotte si pentì di averlo rivelato, si portò una mano alla bocca maledicendosi.

Max sorrise divertito, poi tornò serio.

La donna che amava era li...nella sua stessa camera ,senza controllo genitoriale, senza obbligo di rientro a casa .

Era un'occasione che, sapeva , non si sarebbe mai piu' ripresentata.

Decise di tentare l'impossibile , la voleva accanto, tutta la notte...

- Vi prego...Rimanete con me! Prometto di non sfiorarvi nemmeno con un dito!
Gli occhi la guardavano intensamente mentre le sue mani carezzavano quelle ciocche bionde.

- Non voglio! Non posso farlo! - sussurrò lei distogliendo lo sguardo da quegli occhi tentatori.
Quel profumo, la dolcezza di quelle mani fra i suoi capelli la rendevano debole.

Quella stanza era una prigione dorata dalla quale sapeva ...Sarebbe stato meglio scappare...

- Vi prego...!
- E sia...! - sussurrò lei  con la stessa consapevolezza di chi ha firmato la sua condanna a morte.
 

 

 

 

 

Oscar percorse il lungo corridoio, era appena rientrata a Versailles, ormai meno di un'ora la divideva dal ritornare a casa, era abbastanza soddisfatta , Fersen con il Dottor Lassone era in buone mani, ora arrivava il momento piu' difficile ...Confessare ad Andrè quel che aveva fatto. Sperò solo che il suo uomo non sfoderasse la sua antica gelosia quando gli avrebbe detto con quanta enfasi e forza aveva provato a sfondare quella porta. Per correttezza avrebbe dovuto dire anche della carezza su quel capo abbandonato sul cuscino...No..si disse, quella confessione avrebbe potuto risparmiarsela.

Sospirò affranta. Dall'angolo sbucò Girodelle, avanzò verso di lei, si mise sull'attenti:

- Bentornata Comandante.
- Salve Girodelle, tutto a posto in mia assenza? 
- Si...signore! - esclamò.
- Bene...Fra poco potremo tornare a casa ! - esclamò lei ricominciando ad avviarsi per il corridoio
Oscar guardò di sottecchi Victor, sorrise sorniona :

- Perchè ho l'impressione che vogliate chidermi qualcosa tenente?
Il giovane si bloccò:

- Si...Si è vero! Ero preoccupato...E'...è andato tutto bene?
Oscar lo fissò fieramente, poi incurvò la bocca in un sorriso canzonatorio;

- Eravate preoccupato per me o per la sorte del Conte di Fersen? - scherzò
Victor titubò;

- Io...Ecco avevo il timore che Grandier...
- Che Grandier venisse a cercarmi e non trovandomi vi chiedesse dove fossi...- lo precedette lei
- Si...!
- State tranquillo Victor, vi ho tolto da questa incombenza...- rise.
Lui la guardò serio.

- Comandante voi giocate col fuoco...Andrè si arrabbierà molto!
- Beh...Quello sarà solo un problema mio...Non credete? - sbottò alterata lasciandolo in asso.
Victor la guardò andare via preoccupato, aveva da tempo rinunciato a lei, del resto Andrè era una brava persona , ma quello non le impediva di volerle bene..Sperò che Grandier prendesse bene la notizia.

 

 

Oscar sentì il battito del cuore accelerare, era sempre così quando lo vedeva, Andrè stava già fuori al cancello ad aspettarla.

- Ciao Amore mio! - le sorrise
- Ciao! - rispose lei.
Avrebbe voluto baciarlo ma alcune guardie passarono controllando il perimetro del palazzo quindi abbandonò l'idea.

- Ti devo un bacio Grandier! - sussurrò piano.
Andrè sorrise :

- Eh..no comandante , non te la caverai di certo con uno!
Si avviarono piano., Oscar pensò di parlargli su strada ma, appena varcato il cancello Andrè si girò scorgendo Girodelle , i due si salutarono .

- Fate strada con noi? - sussurrò Andrè
- Volentieri!- rispose Victor accodandosi.
Parlarono del clima teso che si respirava a Parigi, poi Andrè invitò Victor a passare da palazzo Jarjayes qualche sera di quelle.

-Volentieri ..- rispose il giovane – anche perchè si vocifera che ospitiate una fanciulla di rara bellezza e saggezza...ehm...Oltre alla proprietaria, ovviamente! - specificò.

Andrè rise :

- Mi dispiace deludervi ma la suddetta bellezza è già ripartita per Brighton...
- Che disdetta! - sospirò Victor
- Beh..vi assicuro che ne sareste rimasto affascinato..- esclamò Oscar – Cristine Sanders è una ragazza piu' unica che rara!
- Adesso sono ancora piu' curioso! - sbottò il tenente.
Si parlò solo di Cristine per tutto il tragitto, Oscar pensò di parlare di Fersen ad Andrè sul tardi, nel cuore della notte, quando fossero stati da soli nella stanza.

“ Dio ti prego...aiutami...” - pensò angosciata.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: occhiverdi1972