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Autore: Lady Moonlight    13/09/2019    0 recensioni
Sequel di “Cicatrici”.
Precipitata su Midgard per volere di Hela, Freya è trovata dallo SHIELD all’interno di una piramide. Creduta morta, su Asgard Frigga scruta il destino in un nuovo quadro mentre Thor si appresta a sedare le rivolte nate dopo la sconfitta di Aster e degli elfi oscuri.
Sulla Terra si verificano strani eventi e al contempo sogni confusi popolano la mente di Freya. Tony Stark cerca un modo per dare vita al suo nuovo progetto, Ultron, e, in un punto remoto dell’universo, Nebula porta a compimento il volere del padre, Thanos.
Loki, convinto che la guerriera sia ancora viva, tenta di scoprire cosa le sia successo, rischiando però di far piombare Asgard nuovamente nel caos.
[…]Il Collezionista è un essere strano. Freya lo conosce da cinquecento anni ormai e sebbene il suo corpo sia parzialmente invecchiato nel tempo, è chiaro che in realtà quella forma sia una mera finzione.
Freya preferisce evitare di contrariarlo quando ha a che fare con lui.
“Mi piacerebbe averti nelle mia collezione un giorno, tu e la collana” le dice indicando il monile dei nani. “Amo le cose luccicanti” confessa. “Naturalmente avresti una gabbia tutta per te.”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nick Fury, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 18: Narsil

 

 

 

A Sif ci è voluto un giorno per convincere Heimdall a riceverla. Ha impiegato un’ora per raccontargli cosa è successo da quando Loki se ne è andato da Asgard e lui ha ascoltato in silenzio, gli occhi fissi sulle stelle davanti a lui.

Quando aveva finito di parlare era semplicemente rimasta in piedi a osservare il Guardiano scrutare ciò che agli altri non era concesso.

“Loki conosce già le risposte alle vostre domande.”

Sif lo fissa, la mascella serrata e le mani abbandonate lungo i fianchi. “Come può saperle?” domanda nervosa.

Heimdall si volta, le iridi che brillano di una calda luce dorata. “Prima non sapeva dove guardare…” dice criptico. “Ma non credo che-“ Tace all’improvviso e Sif attende irrequieta.

“Cosa c’è?” sbotta la guerriera, infastidita.

Lo sguardo di Heimdall è fisso sulle pareti del bifrost, ma cosa stia vedendo in realtà per lei è un mistero. “Problemi su Midgard” rivela con la fronte aggrottata.

Sif porta una mano al cuore e pensa a Thor. “La mortale?” chiede, con un pizzico di fastidio. Non vede il dio del tuono da mesi, ma se la midgardiana è nei guai…

“No, Jane Foster sta bene. Sono gli amici di Thor ad avere… problemi.”

“Che tipo di problemi?” lo incalza Sif, dimenticandosi per un attimo quelli che ha lei con Loki.

Heimdall scuote la testa, chiude gli occhi un istante e la guarda. Il Guardiano ha un’espressione assorta e cupa, preoccupata. “Devo parlare con il Padre degli Dei.”

“Frigga ha detto che il nostro re non sta bene” gli fa notare, accigliata.

“Lo so” replica il Guardiano, con un filo di voce. “C’è molto da fare, molto deve essere preparato.”

Preparare cosa, vorrebbe chiedere Sif.

Da quando Odino ha esiliato Thor sulla Terra le sembra di essere meno utile di un armadio in una stanza. Troppi segreti, troppi misteri, troppe menzogne…

Un tempo, Sif credeva di conoscere ogni verità, ma ora tutto è cambiato e ha il presentimento che presto accadrà qualcosa di terribile. Qualcosa che cambierà per sempre il suo mondo.

 

 

***


 

 

“L’avete recuperato.” Enhar accarezza l’oggetto quasi con timore, un leggero tremito alle mani. Dopo più di mille anni il kheperer è giunto nuovamente a lui e ora tutto ciò che manca è…

“Avete avuto problemi?” s’informa, osservando con attenzione i gemelli inchinati al suo cospetto.

“Nulla che non si poteva risolvere, mio re. Un mortale bizzarro e… un’asgardiana” commenta Narek con un gesto sprezzante.

“La civiltà umana è progredita” afferma Khal, guardando il fratello.

Enhar socchiude gli occhi. “Parlatemi di questa asgardiana. Chi è? Per quale motivo è su Midgard?”

Narek sogghigna e si mette in posizione eretta. “Sangue e carne della stirpe di Odino.”

“Il vecchio guercio” sibila Enhar, stringendo le mani. Solo sentire quel nome gli fa provare una rabbia accecante. “Lei e l’umano devono sapere qualcosa sulla piramide. Trovate loro e troveremo la Portatrice. E quando lei sarà condotta qui…”

Enhar socchiude gli occhi e pensa alle iridi smeraldine di Silya. Manca poco, così poco… Non può impedire che un sorriso gli adorni il volto. La sua amata consorte tornerà da lui e Midgard e Asgard pagheranno per quello che la sua gente ha dovuto subire.

“Date loro la caccia” comanda con urgenza. “E portate qui viva l’asgardiana. Farò provare a Odino lo stesso dolore che ho provato io quando gli Jotunheim hanno rapito Silya. Staremo a vedere quale sarà la mossa del Padre degli Dei a quel punto.”

“Come desideri” risposero all’unisono i gemelli.

La sala del trono si fa nuovamente silenziosa e Enhar stringe la presa sul suo tridente.

“Presto…”

 

***

 

 

“… io vi raggiungerò lì in elicottero” spiega Fury, seduto al lato opposto del tavolo. Freya annuisce in silenzio mentre mastica una manciata di noccioline che le ha offerto Steve. Il Capitano è teso, un’espressione truce che non abbandona mai il suo volto, ma è concorde con il piano di Nick per quanto riguarda l’attacco al Triskelion.

Per lei la linea d’azione è indifferente. Si fida del Capitano e sebbene sia abituata a combattere da sola non le dispiace unirsi al gruppo dei Vendicatori. Fermare Teschio Rosso è nell’interesse della Terra quanto di Asgard, in più, quel mercenario non le è mai piaciuto.  

L’energia dello Scettro pulsa al ritmo del suo cuore e anche se non esercita verso di lei lo stesso fascino di Brísingamen, è comunque una distrazione non indifferente. Capisce perché Loki ne fosse così attratto e…

Dove l’ha ottenuto?

Freya trattiene il respiro e si chiede come ha potuto trascurare una cosa così importante. La paura negli occhi di Loki quando veniva nominato il Tesseract era reale, e ora le sembra semplicemente una coincidenza troppo strana il fatto che Teschio Rosso sia giunto su Midgard per riprenderlo. Chi era stato a inviare Loki sulla Terra dopo la sua caduta dal Bifrost? E se il dio degli inganni era stato mandato lì per recuperare il Tesseract, a cosa serviva quest’ultimo?

Deve catturare Teschio Rosso, capire chi si cela dietro quegli eventi. Hela l’ha fatta giungere sulla Terra per una ragione e Freya comincia a capire che c’è un piano più grande nascosto sotto gli occhi di tutti.

Sono burattini: lei, Loki, gli Avengers.

Sta cercando le gemme. Deve riunirle, ma sono disperse in ogni angolo dell’universo.

Il pensiero sboccia all’improvviso e le è al contempo familiare e oscuro. Non capisce da dove provenga, quasi qualcuno lo avesse appena bisbigliato al suo orecchio.

Una fitta alla testa la costringe a chinarsi sul tavolino, mentre Steve prosegue nell’illustrare il piano d’attacco al quartier generale dello SHIELD. Per qualche ragione non riesce a staccare gli occhi dal pugno del Capitano. La pelle è protetta da un guanto scuro…

Un guanto.

Riesce a trattenere un gemito e beve avidamente un bicchiere d’acqua.

Forse sta impazzendo, come Jormungand…

“Ok, ricapitoliamo. Freya, io e Sam ci infiltreremo all’interno dell’edificio, scopriremo dove si trova Teschio Rosso e lo fermeremo. Natasha si fingerà un membro del consiglio per poter raggiungere Pierce, Tony si occuperà degli Helicarrier. Nel frattempo, Fury e l’agente Hill monitoreranno i nostri progressi sul monitor e ci raggiungeranno quando l’area sarà sicura” elenca Steve. “Tutto chiaro?”

“Pensi davvero che il personale SHIELD ci aiuterà una volta che dirai loro la verità?” interviene Stark, che sta giocherellando con una penna. “È un azzardo. Per quanto ne sappiamo l’HYDRA potrebbe star minacciando le loro vite o quelle delle loro famiglie.”

“Dobbiamo tentare” concorda la Romanoff.

“Un bel casino, ragazzi” commenta Sam, rassegnato.

Tacciono ed è Maria Hill a parlare. “Dovremmo prepararci” fa notare, dando un’occhiata al suo orologio.

“Sì, certo.” Il Capitano è distratto e Freya non può fare a meno di pensare che Steve non sarà il primo a dover affrontare una persona con cui condivide un legame importante. Natasha le ha raccontato del Soldato d’Inverno, ma è stata piuttosto schiva e quasi riluttante nel parlarle. Non è certa che Rogers possa riuscire a gestire uno scontro con il suo amico d’infanzia. Se non ci era riuscito Thor con Loki…

Non può fare a meno di considerare Steve troppo gentile e di buon cuore per riuscire nell’impresa. Il Capitano può essere un soldato, ma non è nato per la guerra. La sua coscienza non è in grado di sopportare tutto il dolore che consegue le sue azioni.

“Vieni con me” le sussurra Tony all’orecchio, trascinandola via per il braccio.

Freya si lascia condurre docile in un’altra stanza. È un armeria, comprende, osservando le fila di fucili e pistole accumulate lì dentro. Ci sono giubbotti anti-proiettili, granate e un sacco di altre armi che lei non riesce a identificare. Anche lo scudo di Steve e l’armatura di Iron Man sono riposti in un angolo.

“Abbiamo fatto un patto. Fury può pensare quello che vuole, non mi interessa. Ma voglio che questo sia chiaro: è un regalo. Non ho creato questa cosa perché hai salvato Pepper o per fare un dispetto a Nick.” dice Stark, accompagnandola fino a un tavolo e a un velo che copre un oggetto. Freya può intuire chiaramente che nasconde il profilo di una spada, così si ferma a un passo di distanza, piena di aspettative.

“Sto ancora lavorando all’armatura, ma pensavo che questa sarebbe stata utile nello scontro con l’HYDRA.” Tony Stark si schiarisce la voce, gli occhi che a malapena riescono a nascondere l’eccitazione. Un sorrisino soddisfatto si fa strada sul suo viso.

“Ho forgiato questa spada perché sei un’amica, Freya. Forse ti aiuterà a sentirti più vicina a casa, non lo so, ma questo è il mio dono per te.”

“Quasi romantico” si intromette Steve, alle loro spalle.

Tony sobbalza. “Dannazione, Rogers!” sbraita, portandosi la mano al cuore. “Vuoi farmi venire un infarto?”

Freya si volta, Steve inarca le sopracciglia e si sporge in avanti.

“Giù le mani!” strilla Iron Man, quando il suo compagno tenta di rimuovere il telo che copre la spada.

“Ho capito, ho capito!” Steve alza le mani, un sorriso impertinente. “Vado a parlare con Sam, così non vi disturbo.”

La guerriera si copre la bocca e ridacchia, strizzando l’occhio a Rogers.

“Stai ammorbidendo la corazza di Steve, incredibile!” Il miliardario spalanca le braccia, poi, con la buffa imitazione di un inchino, scopre l’arma.

Per un lungo momento, Freya trattiene il fiato, e si accorge di aver portato le dita alle labbra, solo quando le schiude in cerca delle parole più adatte per esprimersi.

È bella.

Eppure è un giudizio troppo semplice e riduttivo per manifestare i sentimenti che prova. Freya ha sempre amato le armi, il modo in cui riescono a comunicare la natura dei loro proprietari e c’è qualcosa di estremamente toccante nella spada che Stark ha creato per lei.

La spada è argentea con rifiniture scarlatte, brillante nelle penombra in cui è avvolta la stanza. Freya allunga la mano e sfiora la scanalatura centrale, rossa come l’armatura di Iron Man. Le dita ne seguono il percorso fino a sfiorare l’elsa.

È stata disegnata come due ali di drago che si spiegano al vento, le fauci della bocca spalancate nel punto in cui si unisce alla lama. Stark ha messo una cura particolare nei dettagli e riesce a intravedere le singole scaglie della creatura. 

Sbatte le palpebre. C’è un suono, un ruggito… la sagoma di un drago. Alza la testa per pochi secondi e lo vede.

Per un attimo…

Per un attimo le è parso di scorgere la stessa creatura alata che ha intravisto nelle fiamme, quando ha liberato Pepper da Extremis. Occhi come rubini, zanne bianche come la neve.

 Vecchia amica” sibila il drago in una lingua che Freya, pur non conoscendo, comprende.

Lei scuote la testa, si massaggia le tempie e rivolge a Tony un sorriso luminoso. Non vuole pensare al drago, a Hela, alla sua debolezza. Non desidera pensare a niente che non riguardi la spada che Stark le ha donato. È un caso, una bizzarra coincidenza…

Dopo quella che sembra un’eternità, Freya impugna la spada e prova un paio di affondi.

“È… perfetta” commenta alla fine, quando Tony comincia a perdere la pazienza. Dovrebbe abbracciarlo?

Stark si gratta la testa e per un attimo lei si chiede se si senta imbarazzato. Freya decide di prendere l’iniziativa e lo avvolge in un goffo abbraccio. “Mi piace” gli dice con sincerità. “Degna dei migliori nani forgiatori.”

Tony tossicchia e si allontana. “Bene, ok, bene.” Agita il piede al suolo e lancia un’ultima occhiata alla spada. “Il design è stato impegnativo. Ho fatto ricerche sulle armi vichinghe, poi sull’arte fantasy. Un lavoro creativo, decisamente fuori dai miei schemi. Mi è piaciuto farlo” confessa, guardandosi attorno come per assicurarsi che non ci siano altri testimoni.

“Il regalo più bello che abbia mai ricevuto” enfatizza Freya.

“Ora stai esagerando” la ferma Stark, sbottonandosi il polsino della camicia.

“Le hai dato un nome? Oppure potrò dargliene uno io? Su Asgard è un’usanza comune, anche se ormai sono in pochi a sentire la necessità di farlo. ”

“Come Mjolnir” osserva lui.

Freya annuisce.

“Come vorresti chiamarla?”

La guerriera sfiora la superficie della lama. “Narsil. Fiamma del Crepuscolo.”

Prima che Tony possa replicare la porta alle loro spalle si apre nuovamente. “Ehi, ragazzi. Riunione segreta?” s’informa Natasha, il viso stranamente pallido.

“Nah, abbiamo finito.”

“Sono venuta a prendere il mio equipaggiamento e una buona dose di munizioni extra.” 

Li supera e fruga tra gli scaffali, finché emette un esclamazione soddisfatta. “Eccovi qui!” infila i Morsi della Vedova ai polsi e li accarezza con fare protettivo. “Mi siete mancati” sussurra con fare cospiratorio.

Freya non saprebbe dire cosa c’è di sbagliato in lei, ma ha l’impressione che da quando è stato nominato il Soldato d’inverno, pure Natasha si comporta in modo anomalo. Si è isolata, comparendo solo di tanto in tanto per discutere i pian d’attacco al Triskelion.

“Partiamo tra trenta minuti, meglio se indossi l’armatura Stark. E Freya, tu dovresti mettere una divisa SHIELD. Sarai meno riconoscibile.”

“Bhe, direi che è tutto” commenta Stark avviandosi verso l’uscita. “Direi che è ora di andare a prendere a calci in culo qualche ex soldato nazista!”

Natasha rotea gli occhi al soffitto. “Il solito idiota…” borbotta la Vedova.

Freya non può fare a meno di ridacchiare.  







 


 

PER LA SERIE: a volte ritornano! xD Yes, mi sono ricordata di postare su EFP!

Note: Forse qualcuno di voi l'aveva capito, forse no, ma Narsil è, come in "Cicatrici" un omaggio a Tolkien. E se non conoscete Tolkien, possiamo dire un omaggio al film "Il Signore degli Anelli" dove Narsil è la lama che fu spezzata da Sauron ne "La Compagnia dell'Anello".

Detto questo, volevo un nome per la spada creata da Stark e ho sempre avuto una fissa pazzesca per il nome Narsil, e mi sono detta: perché no? Il significato di Narsil qui è: Fiammadel Crepuscolo, perché volevo qualcosa che richiamasse la natura di Freya. In origine la si può tradurre in due modi, come: Fiamma del Sole, Fiamma della Luna.

Dal prossimo capitolo si ritorna nel pieno dell'azione, stay tuned!

 



 

   
 
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