Vite
legate
dal destino
La sveglia riprese a
suonare e Dan borbottò qualcosa contro
il cuscino, stringendoselo più forte alla testa.
Perché la sera prima si era
dimenticato di togliere la sveglia? Per una volta che aveva un giorno
di ferie.
Sbadigliò e
allungò il braccio per spegnere l’oggetto
infernale che stava tentando di spaccargli i timpani. Tastò
e tastò, ma sul
comodino c’era solo la lampada e il cellulare.
La sveglia riprese a
trillare.
Dan sospirò
rassegnato e, con grande sforzo, emerse dal
bozzolo delle coperte in cui si era rinchiuso. Sbatté le
palpebre più e più
volte, strizzando gli occhi contro la luce del sole che filtrava tra le
tende.
Perché aveva lasciato le tende aperte?
Si guardò
attorno ancora una volta e, finalmente, la vide.
La sveglia sembrava deriderlo da sopra la scrivania, accanto a un
foglio con
scritto una data. Perché aveva segnato la data di oggi?
Dan gemette e si
lasciò cadere contro il cuscino. Che cosa
gli era preso la sera prima?
Il cellulare
vibrò.
Sperando che non fosse
qualche problema sul lavoro, lo
afferrò e si sforzò di mettere a fuoco le scritte
sullo schermo. Aveva un
messaggio vocale. Non guardò neppure di chi fosse, si
limitò ad attivarlo
lasciando scivolare il telefono sul cuscino. Aveva già
chiuso gli occhi.
“Dan,
sono Kajitsu. Stai ancora dormendo, vero? Yuuki era
sicuro che sarebbe successo. Mi raccomando, non fare tardi. Altrimenti
ci resto
male.”
Alla risata divertita di
Kajitsu che chiuse il messaggio,
Dan saltò su dal letto con gli occhi sgranati, affondando le
mani nei capelli.
“Maledizione!
Ecco perché!”
Si catapultò
giù dal letto, finendo in ginocchio, e gattonò
fino alla scrivania. Solo allora realizzò che avrebbe potuto
controllare sul cellulare
che ora fosse. Afferrò comunque la sveglia e
sbiancò. Erano le 9:08.
Dan si rimise in piedi e
fece volare la sveglia sul letto.
Si guardò attorno, per un attimo colto dal panico, e vide
sulla maniglia
dell’armadio il completo. E si portò di nuovo le
mani tra i capelli.
“Il
matrimonio!”
Kenzo, blocco in mano,
passò in rassegnare per la seconda
volta il salone e i tavoli del giardino. I membri del catering lo
stavano
guardando male e, in un certo senso, lui li capiva ma aveva promesso a
Mai che
sarebbe stato tutto perfetto. Lei aveva già abbastanza di
che preoccuparsi con
Clarky.
“E ricordate che
vi farò segno quando sarà il momento di
portare la torta.”
Non aspettò che
gli rispondessero e andò a verificare che la
leggera pioggia della notte prima non avesse danneggiato le decorazioni
del
giardino.
“Kenzo! Non so
come avrei fatto senza di te!”
Mai sbucò in
quel momento, borsa in spalla e fiato corto.
“Hai fatto un lavoro straordinario.”
“Il merito
è stato soprattutto di Kajitsu, Yuuki e Clarky.
Hanno scelto tutto loro. Hai visto la torta?”
La donna annuì,
ammirando le tavolate pronte ad accogliere
il buffet. “Kajitsu ha fatto un capolavoro, come sempre. I
suoi dolci sono
arte!”
Kenzo allungò
la mano per sistemare uno dei rami intrecciati
e, dopo averlo guardato, annuì soddisfatto.
“Hai visto
Clarky?”
Kenzo tornò a
voltarsi verso Mai, sedutasi un attimo su una
delle sedie. Aveva aperto la borsa e stava controllando la sua macchina
fotografica, quella professionale che usava solo in quelle occasioni.
Anche se,
pensò divertito, quel giorno avrebbe dovuto lasciare che
anche qualcun altro la
prendesse in mano.
“Al piano di
sopra. Penso ti stia spettando.”
Mai scoppiò a
ridere, si rimise in piedi, e afferrò la
borsa. “Allora lo raggiungo. Lo sai come può
essere lui. È capace di creare un
dramma per un nonnulla.”
“Allora, vai,
che qui è tutto sotto controllo. Così ti
prepari anche tu.”
Mai gli schizzò
l’occhio e corse verso la casa, un sorriso
sulle labbra. Kenzo tornò serio e riprese a scorrere la
propria lista. Catering
controllato, decorazioni controllate…
“La
musica!”
E
si affrettò verso il gruppetto
di musicisti per far loro una nuova interrogazione a sorpresa. Tutto
sarebbe
stato perfetto, o lui non si chiamava Hyoudo Kenzo.
Hideto gettò
un’ultima occhiata al navigatore, giusto per
essere sicuro che la strada fosse giusta, e svoltò. La
richiesta di Yuuki lo
aveva colto un po’ alla sprovvista, soprattutto quando aveva
scoperto che anche
Kajitsu si era premunita di imprimere la data nella sua testa. E
Kajitsu era
tanto dolce, ma sapeva essere determinata.
Questo Bashin Dan doveva
proprio essere un caso particolare.
Non appena svolto, la
prima cosa che vide, a una ventina di
metri da lui, era un uomo dai folti capelli rossi vestito in smoking
che
imprecava contro un automobile. Si avvicinò rallentando la
macchina e scuotendo
la testa: cominciava a capire.
“Stupida
automobile!” E il tizio dai capelli rossi sferrò
un
calcio a una delle gomme.
Hideto si
fermò, abbassò il finestrino e si sporse sopra al
sedile del passeggero. “Bashin Dan?”
Dan ruotò e
aggrottò la fronte, guardandolo sorpreso.
“Sì,
sono io.”
Poi sembrò
realizzare che anche lui indossava uno smoking e
il sollievo si fece largo sul suo viso.
“Sei un amico
dei Momose?”
Hideto si
sforzò di non ridere, limitandosi ad aprirgli la
portiera.
“Esatto, Yuuki
mi ha quasi obbligato a farmi venire qua. E a
vederti, mi sa che aveva ragione.”
Dan scoppiò a
ridere, afferrò chiavi, cellulare e un
sacchetto dalla sua auto, e si sistemò sul sedile.
“Sei il mio
salvatore. Ho fatto del mio meglio, ma
stamattina mi sono comunque svegliato tardi e non so che cosa
è preso alla mia
auto.”
Hideto
ridacchiò, immettendo l’automobile nel traffico.
“Io sono Dan,
comunque.”
Gli strinse brevemente la
mano ricambiando il sorriso.
“Hideto. Sicuro di essere amico di Kajitsu e Yuuki? Non me ne
volere, ma loro
sono sempre così precisi e-”
Dan scoppiò a
ridere. “Lo so. Me lo dicono tutti. Ci siamo
conosciuti a una convention di non mi ricordo più quale RPG.
Aveva bisogno di
un terzo componente dato che loro già occupavano il ruolo di
tank e di healer.
Così sono entrato in scena io.”
“Ora
capisco,” ribadì Hideto impostando
l’indirizzo datogli
da Mai. “Hai approfittato della segreta passione dei fratelli
Momose.”
“Ma
tu gli hai mai visti
giocare? Fanno quasi paura!”
Clarky inspirò
profondamente e riprese a marciare. Mai,
seduta su una delle poltroncine, sbuffò e alzò
gli occhi al cielo. Sapeva di
essere ridicolo, ma non riusciva a trattenersi. Era andato tutto bene,
fino a
pochi minuti prima. Poi era arrivata Mai, anche lei già
pronta, e lui aveva
realizzato quanto poco tempo mancasse alla cerimonia.
Si infilò le
mani nei capelli e si voltò verso di lei con
gli occhi stralunati.
“E se stessi per
fare l’errore peggiore della mia vita?”
“Non dire
sciocchezze. State insieme da quattro anni.
Avevate pianificato il matrimonio da cinque mesi.”
Mai si alzò in
piedi e gli venne incontro. Gli afferrò le
mani e gliele strinse, sorridendo.
“Siete la coppia
più dolce e adorabile che conosco. Mi fate
quasi venire le carie.”
Clarky abbozzò
un sorriso, per poi tornare serio. Si separò
da Mai e si diresse verso il tavolino sui cui aveva posato il piccolo
bocciolo
di rosa. Lo prese delicatamente tra le dita, facendolo roteare.
“Non voglio
farla soffrire, Mai. Ha già dovuto affrontare
così tanto.”
Mai tornò ad
affiancarlo, lo afferrò per le spalle e lo
costrinse a guardarla negli occhi.
“Clarky,
ascoltami. Yuuki non ti avrebbe mai fatto
avvicinare a lei se avesse anche solo sospettato che tu le avresti
fatto del male.
Tu la fai felice, vi amate. Perché non lasci perdere tutte
queste sciocchezze e
ti decidi a godere questo momento? Vuoi passare il resto della tua vita
con
lei, non è vero?”
Clarky distolse lo
sguardo, ripensando alla prima volta che
aveva incontrato Kajitsu. Era ancora solo uno sciocco, che si divertiva
ad
andare alle feste e a conquistare le ragazze in cerca di quella giusta
per lui.
Le aveva offerto un fiore e un sorriso smagliante, ma lei lo aveva
guardato
senza battere ciglio e aveva rifiutato.
Si era innamorato in quel
momento e si era ripromesso che
avrebbe fatto di tutto per dimostrare che non stesse scherzando.
Ricordò i primi
appuntamenti, le serate a guardare film e
chiacchierare, le passeggiate nei parchi e i pomeriggi a pattinare.
Sorrise
ripensando al giorno in cui Yuuki lo aveva preso da parte e gli aveva
chiesto
quali fossero le sue intenzioni. Aveva realizzato allora che voleva
stare tutta
la vita con lei.
“Sì.”
Clarky
scoppiò a ridere e
strinse tra le braccia Mai, facendola roteare.
“Sì! Grazie Mai, per avermi
impedito di fare l’errore peggiore di tutta la mia vita! Non
vedo l’ora che la
cerimonia inizi!”
Quando Yuuki
rientrò nella stanza, Kajitsu era seduta vicino
alla finestra. Stringeva il bouquet di rose bianche e girasoli tra le
dita e
fissava l’esterno.
“Tutto a posto,
sorellina?”
Si voltò verso
di lui con un sorriso radioso. “Non riesco
ancora a credere che sia tutto vero.”
Yuuki superò in
poche falcate la distanza che lo separava da
lei e si inginocchiò al suo fianco. Strinse le sue mani
inguantante tra le sue
e la guardò dolcemente.
“È
tutto vero.”
Lei chiuse gli occhi e lui
notò piccole gocce imperlate tra
le sue ciglia. “Sono così felice, Yuuki.
Così felice.”
Delicatamente le tolse il
bouquet dalle mani. Si alzò,
trascinandola su, e la strinse tra le braccia.
“Va tutto bene,
sorellina. Va tutto bene.”
Kajitsu posò la
guancia contro la sua spalla, stringendo le
dita sulla sua giacca.
“Mi sembra
impossibile, fratellone. Dopo l’incidente in cui
sono morti i nostri genitori, abbiamo sempre dovuto lottare. E ora
invece…”
Yuuki sentì la
sua voce incrinarsi. La fece staccare da lui
e le strinse il volto tra le mani.
“E invece ora
è arrivato il momento che tu sia felice. Il
mio sogno più grande è sempre stato quello che tu
avessi un futuro bellissimo.
Dimentichiamoci il passato, ok?”
Kajitsu annuì,
afferrando il fazzoletto che le stava
porgendo e usandolo per asciugarsi gli occhi. Aveva passato la maggior
parte
della vita a proteggerla, a fare il possibile affinché
niente potesse più farla
soffrire. Aveva avuto paura, quando aveva realizzato quanto Kajitsu si
fosse
innamorata di Clarky. Se lui l’avesse presa in giro, le si
sarebbe spezzato il
cuore. Ma aveva temuto invano perché lui amava Kajitsu
quanto lei amava lui. E,
per la prima volta, Yuuki aveva potuto fare un passo indietro e
affidare la
felicità di sua sorella a qualcun altro.
Kajitsu gli
afferrò una mano. “Promettimi che troverai la
felicità anche tu, dammi la tua parola, ti prego.”
Yuuki
sorrise e le sfiorò la
fronte con un bacio. “Lo farò, te lo giuro. Ma ora
non pensare a me, pensa a te
stessa. Vai a vivere il tuo futuro.”
Kajitsu si
guardò attorno e faticò a trattenere le lacrime.
Attorno
a lei c’erano tutti i suoi amici, le persone che
più amava, che erano diventate
una famiglia per lei, e ogni volta che si voltava vedeva tutti gli
sforzi che
avevano fatto per rendere quel giorno meraviglioso.
Non avrebbe mai potuto
ripagarli abbastanza.
“Sei una sposa
radiosa, Kajitsu!”
Mai si fece largo e le
venne incontro con le braccia
spalancate, due calici di champagne nelle mani. Le gettò le
braccia al collo.
“Mai, grazie!
Grazie davvero. Non so come avremmo fatto
senza di te! Clarky mi ha raccontato tutto.”
La donna
scoppiò a ridere e, separatasi da lei, le porse uno
dei due bicchieri.
“Lo sai,
com’è. Ogni tanto ha bisogno che qualcuno gli
metta
in chiaro le cose.”
Kajitsu sorrise cercandolo
con lo sguardo. Era a pochi metri
più in là, in un gruppo in cui c’erano
anche Yuuki, Hideto, Dan e Kenzo. Mai
intrecciò un braccio al suo.
“Sono quasi
invidiosa di come vi guardate. Se uno dei miei
ragazzi mi avesse mai guardato così, mi sarei già
sposata.”
Kajitsu abbassò
lo sguardo, sentendosi le guance accaldarsi.
Poi, tornò a voltarsi verso l’amica.
“Troverai anche
tu l’uomo perfetto.”
Mai sbuffò e
rise, facendole poi un cenno verso avanti. “Vi
lascio soli.”
Kajitsu
ridacchiò e scosse la testa vedendola allontanarsi
con i pollici alzati. Poi, si voltò e il suo sguardo
incrociò quello di Clarky.
Sorrise e intrecciò la mano alla sua. Clarky le
sfiorò le nocche con il
pollice.
“Permettete
questo ballo,
signora Ray?”
Annuì,
faticando a trattenere la
propria gioia. Risero mentre si stringevano l’uno
all’altra, cominciando a
ondeggiare piano sulla melodia che riempiva l’aria. Il mondo
si restrinse a
loro soli.
“Sono
l’uomo più felice di
questo mondo.”
Kajitsu
posò la testa contro il
suo petto e sorrise felice.
Rimasero
in silenzio a lungo,
appagati dallo stare semplicemente vicini. Non avevano bisogno di
parole per
sentire l’amore l’uno dell’altra.
Poi,
Clarky rise. Kajitsu
sollevò la testa e seguì il suo sguardo. Rise
anche lei.
“Ma
sei sicura che tra quei due
possa funzionare?”
“Chiamalo
intuito femminile.”
“Ah,
beh, io sicuro non ti
contraddico. Ti conosco troppo bene per farlo!”
E
le catturò le labbra in un
bacio.
Mai si lasciò
scivolare su una sedia, emettendo un verso di
sollievo dal togliere il peso dai piedi, almeno per un paio di minuti.
La
cerimonia era stata meravigliosa, tutto era stato perfetto, anche
grazie a
Kenzo, ma lei non vedeva l’ora di scaricare un po’
di tensione.
Sorseggiò dal
proprio calice di champagne, sorridendo nel
vedere Clarky e Kajitsu ballare dolcemente stretti l’uno
all’altra.
Era tutto bellissimo, ma
sperava davvero che nessuno dei
suoi amici e amiche avesse intenzione di sposarsi
nell’imminente futuro.
“Questo posto
è libero?”
Mai si voltò e
vide davanti a lei un giovane uomo con capelli
rossi fin troppo spettinati per una cerimonia. Poi si rese conto di
quello che
aveva tra le mani e scoppiò a ridere. Il tizio
sbuffò e si sedette dalla parte
opposta del tavolino, posando tra loro due il bouquet di rose e
girasoli.
“Non
è divertente.”
Mai si morse un labbro,
nascondendo la bocca dietro alla
mani e sforzandosi in tutti i modi di frenare
l’ilarità.
“Devo farti le
mie congratulazioni?”
Le rivolse una smorfia e
incrociò le braccia. “Non capisco
perché non poteva lanciarlo di nuovo. Ero lì per
sbaglio! Una delle ragazze
aveva perso la borsa!”
“Voleva il
bouquet!”
E Mai scoppiò
di nuovo a ridere. Lui le lanciò
un’occhiataccia, ma si vedeva che anche lui stava cominciando
a fare fatica a
restare serio.
“Prima di
prendere in giro le persone, potresti anche
presentarti almeno.”
Mai tornò
seria, anche se non riuscì a togliersi il sorriso
dalle labbra, e gli tese la mano.
“Shinomiya Mai,
la testimone dello sposo e grande amiche di
entrambi.”
“Bashin Dan,
amico della sposa.”
Mai aggrottò la
fronte e poi gli puntò il dito contro.
“Quello con cui giocano a… cavolo qual
è il nome di quel gioco?”
Dan scoppiò a
ridere. “Tu invece come li conosci?”
“Sono
un’assidua della White Rose, la
pasticceria di
Kajitsu. E ho frequentato alcuni con
all’università insieme a Clarky e Yuuki.”
Poi Mai si
abbassò, mettendosi a rovistare nella borsa. Dan
si sporse per vedere che cosa stesse facendo.
“Puoi prendere
un attimo il bouquet?”
“Certo.”
Si voltò
fulminea, la macchina fotografica stretta tra le
mani, e scattò una foto di un allibito Dan.
Continuò a fissarla con gli occhi
sgranati anche mentre controllava come fosse venuta.
“Questa Kajitsu
e Clarky la adoreranno.”
“Non puoi dire
sul serio!”
Mai gli schizzò
l’occhio. “Ovvio che sì, sono la
fotografa
del matrimonio! E adesso scusami, ma il dovere mi chiama!”
Corse via ridendo.
Gettò uno sguardo oltre la spalla e lo
vide saltare in piedi, trottandole dietro.
“Mai!”
SPAZIO
AUTRICE:
Siamo arrivati
alla fine della seconda BS Week! Quasi quasi mi commuovo! Anche
quest’anno ho
voluto concludere con una storia un po’ più
corale, dove ci fossero tutti i
Maestri della Luce.
Ero riuscita a depistarvi
all’inizio? Immaginavate che fosse di qualcun altro
il matrimonio? Lo so, sono perfida. Ma l’idea mi piaceva
troppo. Ho cercato di
immaginarmi come avrebbero potuto essere le vite dei Maestri
della Luce in un mondo come al nostro, senza portali per altri mondi o
missioni
per salvare la Terra (quindi niente Angers, sorry).
Quindi, è
nata questa piccola storia. Dove Yuuki e Kajitsu
non portano con loro il peso delle vite passate e dove i Maestri della
Luce non
si sono per forza conosciuti tutti da ragazzi. Ma voi che dite, Kajitsu
ci avrà
visto giusto? Dopotutto,
in Gekiha sembrava averci
visto lungo.
Non penso
di avere molto altro da dire, se non ringraziare tutti coloro che hanno
letto e
in particolare Elinacrisant per aver partecipato insieme a me a
quest’avventura! Grazie!
Detto questo,
si chiude il sipario su questa settimana. Forse in futuro se mi
verrà
l’ispirazione aggiungerò un capitolo
“bonus” per il giorno in cui non ho
scritto niente. Si vedrà!
Mi prenderò
un paio di giorni per ricaricare le energie (è stato davvero
un tour de force) e
vi do appuntamento all’episodio 4 che spero di pubblicare il
prima possibile!
Varco
apriti, energia!
HikariMoon