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Autore: LorasWeasley    14/09/2019    0 recensioni
AU [Spamano|FrUK|PruCan| Accenni Gerita]
"-Va bene, sei ufficialmente il nostro nuovo coinquilino, finché non ci tiri brutti scherzi.
Antonio non poté fare a meno di sorridere –Ho 25 anni, direi che sono abbastanza grande per gli scherzi.
...
-Quindi sei uno spagnolo che sta andando ad abitare con un tedesco, un inglese e un italiano, sembra l’inizio di una barzelletta."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Bad Friends Trio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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30.Arthur

-Ti prego Ludwig! Che ti costa dirmelo?
Il tedesco sospirò dall’altro lato del telefono, Arthur sentiva anche Feliciano in sottofondo che diceva qualcosa, ma non riusciva a distinguere le sue parole.
-Va bene, va bene… Feliciano smettila! Sto arrivando, ho capito!
Velocemente il tedesco dettò l’indirizzo di suo fratello al suo coinquilino per poi chiudere in fretta la chiamata e occuparsi del suo fidanzato che richiedeva attenzioni.
Arthur sorrise soddisfatto e scrisse l’indirizzo su google per cercare le indicazioni stradali.
Venti minuti dopo, dopo diversi metri fatti a piedi e un tratto di strada con la metro si trovò di fronte la villetta dell’altro tedesco.
La scrutò un po', si accertò che fosse la casa giusta leggendo lo stesso cognome incomprensibile di Ludwig e solo a quel punto si avviò lungo il vialetto.
Suonò e attese mordendosi le labbra.
Ad aprirgli fu Matthew, il ragazzo sussultò sulla porta quando lo vide, Arthur sentì un peso sullo stomaco per la reazione involontaria che l’altra aveva avuto.
Sorrise triste –Ciao Matthew.
-C… Ciao- balbettò l’altro restando sull’uscio, non sapeva come comportarsi –Gilbert è sotto la doccia- spiegò dopo.
Arthur annuì, le guancie vagamente rosse mentre alzava lo sguardo e arrivava dritto al punto –Francis si trova qui?
Matthew strabuzzò gli occhi e iniziò a balbettare scuse incomprensibili per mandarlo via diventando completamente rosso.
Arthur lo ascoltò per i primi tre secondi, poi agì d’istinto –Scusa, ma devo davvero vederlo.
Lo scostò dalla porta quasi con facilità entrando dentro la casa nonostante non fosse stato invitato.
-Francis!- iniziò a urlare avviandosi velocemente lungo tutte le stanze e scrutando dentro, ignorando Matthew che lo inseguiva cercando di fermarlo senza alcun risultato –Francis lo so che sei qui!
Iniziò a salire le scale per il piano di sopra quando la ricerca al piano di sotto fu del tutto inutile, continuava a urlare il nome dell’altro e fu per questo che attirò anche l’attenzione del padrone di casa.
Gilbert uscì da una stanza che doveva essere il bagno, tutto bagnato e con solo un asciugamano a coprirgli la vita, aveva un’espressione annoiata mentre chiedeva –Che diavolo sta succedendo in casa mia?
Matthew corse da lui, lo abbracciò ignorando il fatto che fosse bagnato e con voce bassa iniziò a scusarsi –Mi dispiace, non sono riuscito a fermarlo, è entrato prepotentemente e io…
Smise di mormorare quando Gilbert gli mise una mano tra i capelli e gli sussurrò che andava tutto bene.
Arthur però non era concentrato su di loro, tutta la sua attenzione era rivolta verso la persona che stava cercando, attirato anche lui da tutto quel rumore era uscito dalla stanza dove si trovava fino a un attimo prima e ora lo stava scrutando dallo stipite della porta.
Gilbert fece per dirgli qualcosa, ma Arthur anticipò tutti, con voce ferma e con lo sguardo che non si spostava dagli occhi azzurri di Francis disse –Non ho nessuna intenzione di andarmene da qui fino a quando non avremo parlato.
Francis guardò il suo amico e semplicemente annuì, come a dirgli che andava tutto bene, poi fece segno ad Arthur di seguirlo in camera.
L’inglese non se lo fece ripetere due volte e quando l’latro chiuse la porta alle sue spalle e si girò verso di lui il braccio di Arthur agì quasi da solo mentre si alzava per dare un forte schiaffo sulla guancia dell’altro.
Francis rimase con la testa inclinata mentre si portava lentamente una mano a coprire la parte del volto lesa –E questo per cosa è?- domandò con voce bassa.
Arthur strinse i pugni e le labbra, poi gli diede le spalle e si tolse il giubbotto con rabbia, gettandolo malamente sul letto immacolato che il francese doveva aver usato in quei giorni.
Sembrava in tutto e per tutto una camera degli ospiti quella, in un angolo riuscì anche a intravedere degli scatoloni chiusi e una valigia mezza aperta dal quale uscivano un paio di vestiti, non aveva sistemato le sue cose perché non voleva rimanere li per troppo tempo.
La rabbia esplose nel petto dell’inglese e tornando a guardarlo gli urlò contro, infilandogli l’indice nel petto a ogni frase –Sei solo un bastardo! Un cretino! Perché diavolo non mi hai raccontato nulla? Perché continui a tenermi segrete le cose come quando sei andato alla festa di Alfred!? Cosa credi, che sia così stupido o fragile da non poter gestire tutto questo? E perché poi hai iniziato a fare la primadonna quando hai totalmente frainteso quello che stavo dicendo l’altra mattina e hai anche smesso di rispondermi al cellulare sparendo? Ho dovuto pregare Ludwig di darmi l’indirizzo di suo fratello solo perché speravo che tu fossi qui. Non avevo idea che Romano ti avesse già cacciato di casa e non sapevamo di certo la situazione.
Francis lo stava guardando, in silenzio, aveva uno sguardo che Arthur non riusciva a decifrare e questo lo fece infuriare ancora di più.
Lo spinse con entrambe le mani urlando –Rispondimi!
A quel punto il francese sospirò chiudendo gli occhi, si passò una mano tra i capelli e si andò a sedere sul bordo del letto.
-I miei genitori hanno avuto problemi finanziari, cose noiose che non ti sto qui a raccontare, non potevo più permettermi l’appartamento che pagavano loro, sto finendo l’università solo perché ormai mi manca solo un esame per prendere la laurea… Poi non lo so, non ho idea di quello che farò, Gilbert e Antonio non potranno aiutarmi per il resto della vita, forse me ne tornerò in Francia, mi troverò qualcosa…
-Dovevi dirmelo.
Francis sorrise triste –Non volevo farti pena.
-Avrei potuto aiutarti, sai che studio economia, sai che…
Francis concluse la frase per lui –So che ami i soldi, non volevo che ti sentissi obbligato a fare qualcosa.
Arthur rimase in silenzio, trattenne il fiato e solo dopo diversi secondi sussurrò pianissimo –Ma amo anche te.
-Eh?- Francis strabuzzò gli occhi e si alzò di scatto, sentiva solo il rimbombo del suo cuore che batteva veloce.
Arthur gli diede le spalle, troppo imbarazzato per guardarlo direttamente negli occhi, si strinse le braccia intorno al busto come per proteggersi da se stesso e da quello che stava per confessare.
-Ci penso da quando me l’hai detto, da quel giorno le tue parole non fanno altro che persistere nel mio cervello. E pensandoci, io… Non voglio perderti. Non posso. E non so quando è successo, quando è cambiato, ma io con te faccio l’amore. E quando te ne sei andato, quando hai smesso di rispondere ai miei messaggi e alle mie chiamate… non voglio sentirmi più così male.
Sussultò quando sentì il corpo dell’altro poggiarsi sulla sua schiena, le sue braccia stringerlo a sé e il suo volto avvicinarsi al suo collo, rabbrividì quando sentì le sue labbra che gli accarezzavano piano la pelle e gli occhi gli si riempirono di lacrime quando sentì sussurrato direttamente nel suo orecchio –Je t’aime aussi.
Arthur si girò tra le sue braccia e si avventò sulle sue labbra, lo baciò voracemente, stringendogli i capelli tra le dita quasi a fargli male.
Francis rispose con enfasi, stringendoselo di più contro e facendolo alzare quasi da terra.
Finirono sul letto, quando Arthur sentì la sua schiena contro il materasso diede un colpo di reni e modificò le posizioni, gli si mise sopra bloccandogli la mani ai lati della testa.
Lo fissò negli occhi, uno sguardo furente che poteva uccidere, la bocca socchiusa mentre cercava di riprendere fiato.
-Se provi ad andartene ti uccido- minacciò.
Francis rise, una risata genuina e sincera –Se mi minacci così non posso mica rischiare.
Arthur mise su una faccia soddisfatta –Perfetto allora- gli diede un nuovo bacio, breve e a stampo, poi tornò a parlare –Sistemeremo tutto, ti aiuterò io, devi solo spiegarmi tutta la situazione.
Francis fece per parlare, ma Arthur lo interruppe continuando a parlare sopra.
-È inutile che mi dici che sono cose noiose, ti ricordo nuovamente che studio economia, per me queste cose non sono noiose, tutt’altro.
Francis lo scrutò, poi sospirò annuendo lentamente –Va bene, ma…
-Ma?
-Ma prima potremo continuare quello che stavamo iniziando? Non la senti la mia presenza molesta?- diede un colpo di bacino per enfatizzare la cosa –Visto che sei il mio ragazzo è diventato un tuo dovere occuparti di certe cose.
Arthur divenne completamente rosso –Sei un pervertito- borbottò sempre più imbarazzato e per evitare che l’altro commentasse il suo rossore o contestasse quello che aveva appena detto tornò a baciarlo con così tanta enfasi che non ci fu più bisogno di parole.
  
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