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Autore: Francesca_H_Martin    14/09/2019    0 recensioni
"[..] —Schmidt è l’unico modo. Dovete per forza farmi bere e farmi di nuovo ubriacare, così, trovandomi nelle stesse condizioni di ieri, magari posso ricordare qualcosa su Jess. —
—Ok—disse Winston con rammarico. —Lo faccio solo per Jess. Lo sai che quando ti ubriachi diventi…ancora più cattivo del solito. Mi fai paura. —la sua espressione era un misto di emozioni contrastanti.
—E poi…diventi pazzo. Completamente pazzo e senza senno. —aggiunse Schmidt, guardandolo come se fosse l’ultima volta.
—E’ proprio per questo che mi legherete alla sedia. Senza se e senza ma. Per Jess. —
—PER JESS! — risposero in coro, ponendo le loro mani una sull’altra come incitamento prima di una gara."
* “Questa storia partecipa alla Fast Challenge dei Fandom Deserti: Occhi indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp”;*
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Day, Nick Miller, Sam Sweeney, Schmidt, Winston Bishop
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“FATTO IL MISFATTO”


Appena Nick sentì la voce di Sam, si girò improvvisamente.
Aveva un’espressione contorta e nervosa. Le sue sopracciglia inarcate incutevano timore.
—Cosa ci fai-tu-qui, Samuel—disse con tono beffardo e al contempo minaccioso.
—Il mio nome intero non è Samuel, Nick. —rispose Sam con tranquillità.
Nick lo guardò nuovamente; i suoi occhi nocciola brillavano come quelle stelle distese nel cielo.
—Come dici tu, Samuel. —replicò, come se l’altro ragazzo non avesse detto nulla.
Jess, invece, era rimasta a guardare la scena senza proferir parola.
Il suo sguardo passava da uno all’altro.
—Allora…Che ci fate qui a quest’ora? —disse Sam con coraggio, ignorando tutta la situazione imbarazzante.
Nick finalmente si alzò e si avvicinò a lui. Voleva incutergli timore, ma il risultato fu un enorme fiasco.
Sam era decisamente più alto di lui. A confronto, sembrava un nano da giardino.
Nonostante ciò, decise di provarci.
Fissò il ragazzo con il suo “sguardo orribile”, quello che faceva per allontanare i clienti che non erano di suo gradimento. Sam di certo sarebbe stato uno di loro.
—Che ci fai-tu-qui. Per di più con un bambino. —ripetè Nick in tono inquisitorio.
 L’altro stava per rispondere quando Jess intervenne, stufa di quella scenetta patetica su chi ce l’aveva più lungo.
—Smettetela di litigare, siete ridicoli! —urlò, rompendo il silenzio della notte.
Nick e Sam la guardarono con occhi sgranati.
—Ma Jess, lui è la fogna più fogna che esista. Ti ha dato buca senza spiegazioni…Ti ha scaricata, mollata, messa in imbarazzo…Ha preferito uscire con un bambino, anziché con te….—Nick continuò l’elenco finchè l’amica non gli tappò la bocca.
—Grazie Nick, tu si che mi stai facendo sentire meglio! —disse Jess tutto d’un fiato.
Nick le rivolse uno sguardo di scuse mentre gli occhi di Sam passavano da Jess al ragazzo, sconvolti.
—Come al solito non hai capito niente, Miller. —rispose, esasperato. —Eppure, non ti devo nessuna spiegazione. La devo solo a lei. —indicò Jess, poi aggiunse—sempre se vuole. —abbassò lo sguardo, come se non riuscisse a reggere quello della sua ex ragazza.
—Ok—disse quest’ultima senza far trasparire il segno di un’emozione. —Voglio sentire cosa hai da dirmi. —aggiunse, questa volta guardandolo negli occhi.
Lo stomaco di Nick era ormai diventato poltiglia.
Poche volte si era sentito in quel modo.
Una di queste fu quando persero i Chicago Bulls, la sua squadra del cuore.
Pianse fino al giorno dopo, rinchiuso in camera sotto le coperte, senza uno spiraglio di luce che entrava nella stanza.
Avrebbe voluto singhiozzare anche in quel momento ma per non essere deriso da Sam, si trattenne con tutta la forza che aveva.
—Jess, non mi sembra un’ottima idea. Meriti di meglio, ricordi? —disse Nick all’amica, cercando di sembrare più calmo possibile.
—Nick, ti prego. —rispose Jess, guardandolo negli occhi.
Il ragazzo ormai riusciva a decifrarli alla perfezione.
Aveva intuito che per lei era importante capire il perché del comportamento di Sam, quindi a malincuore le sorrise, annuendo.
Jess e Sam si allontanarono da Nick e mentre lo facevano, la ragazza si girò verso quest’ultimo, sussurrandogli un “grazie”  .
Fu più un movimento delle labbra che una parola vera e propria, ma a Nick arrivò comunque forte e chiaro.

 

 
Dopo circa venti minuti, Jess tornò con Sam.
Il cuore di Nick batteva così forte che quest’ultimo credette di morire da un momento all’altro.
Guardò per un attimo l’amica, cercando di decifrare cosa Sam le avesse mai potuto dire.
Il viso di Jess era l’incarnazione dell’incredulità e dello stupore.
Sembrava alquanto sconvolta.
Senza neanche fargli proferire parola, Nick iniziò per primo: —Jess, anche io ho bisogno di dirti due cosucce. In privato—il suo tono era serio e illusoriamente pacato.
Jess non rispose. Dalla sua bocca uscì solo un suono confuso che al ragazzo sembrò una specie di accondiscendenza.
Nick trascinò Jess per un braccio (visto che sembrava spaesata, come se si trovasse in un mondo sconosciuto) e la condusse nei bagni pubblici, chiudendosi la porta alle spalle.
—Ok, qui possiamo parlare senza problemi. —disse, guardandola negli occhi.
Jess, senza apparente motivo, tirò lo sciacquone.
Nick spostò il suo sguardo sul water, poi nuovamente sull’amica.
—Insomma, cosa ti è preso Jess? —lo urlò così tanto forte che tossì subito dopo.
Jess continuava a fingere di non trovarsi lì, in quel posto.
Guardava ovunque tranne che negli occhi di Nick.
Era come se cercasse di evitare qualcosa.
—Terra chiama Jess! Mi dispiace deluderti, ma i viaggi ultradimensionali funzionano solo per me. Non me la bevo! —disse alzando il tono di voce alla fine, proprio come faceva ogni volta che si  sentiva preso in giro.
Jess improvvisamente cambiò espressione.
Guardo Nick dritto negli occhi, incutendogli timore.
—Che vuoi che ti dica, eh Nick? —rispose, con una punta di nervosismo nella voce.
—Voglio sapere perché sei stata così imbecille da parlargli ancora! —il suo tono aumentava man mano sempre di più.
Jess fece per rispondere, ma Nick riprese subito la parola: —Senza che mi spieghi, mia cara Jessica Day. So perché ti sei comportata così. Perché  sei troppo buona per questo mondo, vero? Perché dai chance su chance a tutti, pensando che un giorno o l’altro potranno cambiare, vero? —le parole uscivano come veleno.
Gli occhi di Nick e Jess erano due fessure.
—E invece mi dispiace deluderti, Bambi! —continuò. La voce aumentava sempre di più; gli occhi fuori dalle orbite. —La gente non cambia! Chi marcio è, marcio rimane! —le vene sul collo erano più visibili che mai.
Jess strinse i pugni più che poteva e avanzò di un passo in segno di sfida.
—Oh, ma certo! Mr “odio la vita e le persone” ha capito tutto dell’esistenza! Le persone non cambiano, tutto nasce dall’egoismo e muore con esso! —disse con una vocina strana, più profonda. Sembrava l’imitazione di un attore di qualche soap opera anni cinquanta.
—E invece no, Nicholas Miller! Se non fossi così pessimista e diffidente, ti accorgeresti della verità! — queste parole furono come due forti schiaffi sul viso.
Il colorito di Nick passò ad un rosso scuro.
Quest’ultimo avanzò un altro passo verso di lei .
—Ah Ah! Almeno non vivo di sogni e speranze, come fai tu. Bisogna essere realisti nella vita. Così non ci rimani male quando va tutto storto —un attimo di silenzio che sembrò durare un eternità, poi continuò: —perché, al contrario di quel che pensi, alla fine andrà tutto storto. —un sorrisetto amareggiato gli incorniciò il viso.
Jess era furiosa.
Sentiva il sangue ribollire nelle vene e per la prima volta il desiderio di commettere un omicidio.
—“Ciao, sono Nick e nella vita non voglio fare niente. Mi accontento di qualunque cosa.
Ancora meglio se c’entra del cibo o dell’alcol, le uniche risorse di cui abbiamo bisogno.
 I sogni sono per i pivelli senza cervello.” —disse Jess, strizzando gli occhi e facendo l’ok con il dito stile spot pubblicitario.
“Salve sono Jessica Day e ora salverò quel millepiedi che sta per affogare nell’acqua del water perché sono buona, altruista e perché ho a cuore la vita di ogni specie esistente. ” —disse Nick con voce sottile ed espressione da psicopatico.
Si spostò da dove si trovava e con un salto si catapultò vicino al water.
 Con ferocia mise le mani nell’oggetto di ceramica e pescò il millepiedi agonizzante.
Lo mostrò a Jess come un trofeo, facendoglielo sventolare ad un palmo dal suo naso.
La ragazza era a dir poco fuoribonda.
Aveva le narici dilatate, segno che era arrivata quasi al limite.
“Salve, sono Nick Miller e mi piace dormire ventiquattro ore su ventiquattro.
 Il mio motto è ‘Bisogna sforzarsi e fare il minimo indispensabile nella vita, come i panda.
Se sono sporco di fango…’ —Jess prese con tutta la rabbia possibile del terreno accumulato agli angoli del bagno e lo mescolò con l’ acqua del rubinetto.
Dopo un istante portò le sue mani su Nick, sporcandogli tutto il viso e la maglia di marrone, continuando a parlare con voce stridula: —“è uno spreco di tempo lavarsi. Sono troppo pigro per farlo. Va bene fare solo finta. Anzi no, anche quello è faticoso.”
Jess continuava a spargere quella specie di melma sull’amico.
Le sue mani andavano su e giù.
Non si era mai accorta di quanto le clavicole di Nick al tatto fossero così pronunciate e di come il suo addome fosse così soffice e caldo…
Scosse la testa, cercando di eliminare quei pensieri.
Sentiva il suo cuore battere forte e il respiro morire in gola.
Il contatto con la pelle del ragazzo le provocava brividi lungo la schiena che facevano lo stesso tragitto continuamente. Su e giù. Su e giù.
Gli occhi di Nick ora fissi nei suoi le causavano degli scompensi. Sembravano due cioccolatini al caramello; cioccolatini che avrebbe scartato e gustato volentieri.
Le labbra poi, arricciate in quel modo…basta Jess!, urlò nella sua testa.
Fece un bel respiro, calmando tutto il turbinio di emozioni che c’era in lei.
—P...Perchè Nick? Perché ti ha dato così fastidio il fatto che io abbia riparlato con Sam? —disse con voce quasi assente, prendendo fiato tra una parola e l’altra per smorzare la tensione.
Nick per ripicca raccolse dal suo viso il fango rimanente e con un sorriso compiaciuto lo spalmò su quello di Jess.
—Oh ingenua Jess, ancora non l’hai capito?! Perché ti voglio bene e tengo a te! —lo urlò, avvicinandosi ancora di più a lei.
—Dimmi la verità, Nick Miller. Perché?!— gridò esasperata.
—Ma non ci senti? Forse sarà il fango che ti copre le orecchie—
—Sei un idiota Nick Miller—disse Jess, rassegnata.
Nick la guardò; ci fu un attimo di silenzio, poi il rumore dei loro respiri rotti fece da colonna sonora a quella scena.
Nick avanzò di un altro passo. Erano ormai ad un centimetro di distanza.
—Se io sono idiota, lo sai tu cosa sei? Sei una sciocca. —un sussurro quasi impercettibile che rendeva quell’atmosfera ancora più magica.
—Lo sai perché? —Nick le pose una ciocca di capelli ribelli dietro l’orecchio.
Jess ormai non riusciva più a parlare.
—Perché Sam è l’uomo più stupido della Terra e tu gli sei corsa dietro. —erano fronte contro fronte.
Neanche Nick sapeva più cosa stesse dicendo.
Riusciva solo a sentire il profumo di fiori che emanavano i capelli di Jess e quell’irresistibile suono che faceva inconsapevolmente quando era in imbarazzo.
—Tu sei il tipo di ragazza per cui si ritorna indietro, Jessica. Non il contrario. —disse Nick senza peli sulla lingua e avvicinandosi ancora di più.
Ormai la distanza di sicurezza era già stata superata da troppo tempo.
—Sei ubriaco, perciò stai dicendo questo—rispose Jess in un sussurro.
—Può darsi. —sentenziò Nick.
I respiri affannati, i corpi attratti come calamite, desiderosi di conoscersi meglio; i cuori che battevano allo stesso ritmo.
—Siccome sono ubriaco, allora posso fare questo. —Nick prese il polso di Jess e lo bloccò al muro, poi continuò: —e questo —fece la stessa cosa con l’altro, aderendo completamente il suo corpo a  quello di Jess.
Erano occhi dentro occhi, ad un centimetro di distanza.
Un turbinio di emozioni passava da Nick a Jess, devastandoli completamente.
—Sei un idiota, Nick Miller—
—Tu lo sei, Jessica Day—
—No…tu—
—No…tu—un sussurro impercettibile nell’orecchio di Jess.
Il calore dei loro respiri gli provocava sensazioni magiche.
—No…—
—Ora basta parlare. —disse Nick.
E poi la baciò.
Si gettò su di lei, imponendo le labbra sulle sue.
La passione e la voglia di proibito aleggiavano più forti di qualsiasi cosa.
Nick all’improvviso lasciò i polsi di Jess e portò a sé il suo viso, continuandola a baciare con tutta la foga possibile.
Era come se desiderassero quel momento da tutta la vita.
Una forza invisibile teneva uniti i loro corpi: non si riusciva a capire dove iniziasse l’uno e finisse l’altro.
Erano una sola persona, una sola anima.
Quella danza di lingue coinvolgeva anche le loro teste; si muovevano in perfetta sintonia.
Le mani di Nick si spostarono dal viso ai capelli di Jess, arruffandoglieli selvaggiamente.
Erano come degli animali che bramavano il loro cibo; invece di mangiarlo in un istante, preferivano gustarselo a pieno.
Non erano mai stati attratti in quel modo da qualcun altro in vita loro.
Il fuoco tra loro divampava e si innalzava fino ad arrivare al soffitto.
Entrambi erano tutto un fremito.
Nick prese Jess e la spinse nuovamente al muro.
Il suo corpo, come un automa, si stava avvicinando a lei senza aver più  bisogno di comandi.
Ormai la chimica aveva preso il sopravvento.
Nick la ribaciò, poi la prese in braccio e la fece sedere sul lavandino.
I loro visi stavano per fondersi nuovamente quando un tonfo li fece uscire dallo stato di trans in cui si trovavano: era il lavabo che si era smontato, cadendo a terra con Jess sopra.
Nick ritornò completamente alla realtà.
Fissò la ragazza come se avesse visto un fantasma.
—Oh mio Dio! Io…Io…Che cosa abbiamo…Vado a prendere un po’ d’aria— fuggì urlando e sbattendo la porta in malo modo.
Jess rimase senza parole, ancora scossa e sbalordita da quel che era successo poco prima.
Lei e Nick si erano baciati.
Lei e Nick.
Nick Miller, la persona più diversa da sé che potesse esistere.
Eppure quel bacio era stato così…intenso.
Dov’era fuggito? Era scappato per paura di  affrontare il dopo? Per paura di capire cosa fosse successo?
I suoi pensieri furono bloccati da un altro rumore strano.
Un clangore metallico echeggiò nel bagno pubblico: si era rotta la maniglia.
—Ci mancava solo questa. Che bagno di…—si fermò, non terminando così la frase.
 
 ANGOLO AUTRICE: Salve a tutti! Questo capitolo è incentrato sulla chimica e la passione tra Nick e Jess **
Spero vi piaccia e se si, fatemelo sapere con una recensione! Mi sono troppo divertita a scriverlo! 
Buona lettura a tutti!

 
 
 
   
 
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