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Autore: Be_Yourself    15/09/2019    2 recensioni
Anno 2018: due gemelle caratterialmente diverse che non fanno altro che battibeccare, un pomeriggio di studio in biblioteca, uno strano manoscritto dalle pagine troppo vecchie ma tuttavia ancora perfettamente intatte. Saranno questi gli elementi per l'inizio di un'avventura inattesa attraverso il tempo, alla scoperta di sé stessi e di una realtà persa nella leggenda.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Galvano, Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note autrice
*Sbuca da dietro l'angolo con aria guardinga e preoccupata*
Ehm... Salve gente. No, non sono morta come potete vedere, e se non mi uccidete voi, miei amati lettori, giuro che presto avrete gli aggiornamenti di tutte le storie in corso (se ne seguite più di una tra quelle che ho pubblicato) ed aggiornamenti abbastanza rapidi anche per quanto riguarda questa.
Io e la mia socia Merlin_Colin_Emrys ci scusiamo per questa lunga assenza, ma purtroppo negli ultimi mesi l'università ci ha tenute molto occupate (se tra voi c'è qualche universitario credo che capirà), assieme ad altri impegni vari.
Adesso però eccoci di nuovo qui pronte a tormentarvi ancora xD
Ringrazio tutti quelli che leggono la storia e la inseriscono in qualche categoria, e chi è rimasto fedelmente in attesa di un aggiornamento nonostante i lunghi mesi di assenza. Ringrazio in particolare AmeliaRose e sara criso che hanno recensito la storia, e Federica11 che ha recensito ogni capitolo da quando ha scoperto la storia, dandoci, con le sue parole, la motivazione per continuare a scrivere e pubblicare.
Un ringraziamento speciale anche alla nostra amica Sunny9719 che ogni tanto ci chiedeva molto diplomaticamente di sbrigarci ad aggiornare xD
Spero che questo nuovo capitolo  a tutti voi, e che continuerete a seguire la storia.
Buona lettura!


 

Capitolo 6



Honey
I letti a Camelot erano veramente comodi, doveva ammetterlo, anche se non se l'aspettava. Erano così comodi che Honey trovava estremamente piacevole – quando non era impegnata in qualche attività tipicamente medievale – starci sdraiata a giocare con la sua adorata PSP. Aveva già spremuto fino all'osso due caricabatterie portatili, e sapeva che la batteria residua non sarebbe durata ancora a lungo, ma finché c'era ne avrebbe approfittato.
«Sei incredibile, anche qui con quei videogiochi, non riesci proprio a farne a meno?» disse Sarah ridendo. In altre circostanze avrebbe probabilmente dato di matto, blaterando cose su quanto fosse infantile, ma dalla sera della festa pareva che sua sorella si fosse, in un certo senso, rilassata.
«Beh, tecnicamente, è un gioco sul medioevo. Vuoi che ti presenti il caro Sir Daniel Fortesque?» disse ridendo mentre guidava lo scheletrico cavaliere attraverso la Foresta Incantata di Gallowmere.
Sentì la risatina di sua sorella, divertita e tranquilla «No grazie, mi bastano quelli che ho conosciuto qui, in carne ed ossa».
«Beh, quelli sono sicuramente meglio: spalle larghe, muscoli, aspetto piacevole. C'è qualcuno che ha catturato la tua attenzione, sorellina?» disse scherzosamente senza staccare gli occhi dal piccolo schermo. Qualsiasi eventuale risposta dell'altra venne però interrotta da qualcuno che bussava alla porta. Honey sobbalzò, cercando immediatamente di spegnere la PSP che però pareva essersi bloccata irrimediabilmente.
«Chi è?» domandò Sarah per poi andare ad aprire quando dall'altra parte le rispose la voce di Merlin.
Honey continuò ad imprecare in ogni lingua possibile, anche quelle inventate, ma alla fine dovette accontentarsi di nascondere la console sotto al cuscino, che si limitava però ad attutire solo leggermente il suono del gioco ancora attivo.
Dall'altra parte della porta spuntarono le facce sorridenti di Merlin e Gwaine.
«Buonasera, principesse!» esordì il cavaliere «Ho convinto il nostro caro Merlin a seguirmi alla taverna per questa sera, e ci chiedevamo se per caso avete voglia di unirvi a noi... ma cos'è questo suono?».
«Quale suono?» dissero in coro le gemelle.
«In effetti c'è come una musica, non la sentite?» a parlare era stato Merlin, mentre faceva un passo all'interno della stanza per cercare di capirci qualcosa.
«Io non sento nulla» disse Honey con il sorriso più innocente che era capace di fare.
«Io neanche» le fece eco Sarah andando a sedersi sul cuscino della sorella e facendo dei piccoli saltelli nel disperato tentativo di spegnere la PSP.
«È bloccata, e poi il tasto è di lato, così mi rompi solo lo schermo» sussurrò l'altra a denti stretti. «In ogni caso, dateci qualche minuto e arriviamo» disse ai due uomini mentre si alzava dal letto e li spingeva fuori dalla porta per poi chiuderla. Proprio in quel momento la musichetta di Medievil cessò.
Sarah sgranò gli occhi ed afferrò l'oggetto da sotto al cuscino, evidentemente spaventata di aver rotto qualcosa «Giuro che non ho fatto niente».
«Batteria scarica, grazie al cielo. Certo, poteva scaricarsi un po' prima» disse osservando la spia lampeggiante di lato. Prese la PSP e la ripose nuovamente al sicuro nella propria borsa, dopodiché si rivolse alla sorella «Ci vieni alla taverna, vero? Perché pur di cacciarli ho detto a Merlin e Gwaine che a breve li avremmo raggiunti».
Sarah annuì, ma fece una smorfia contrariata «Non è che la taverna è un posto di criminali?».
Honey scoppiò a ridere «Cara sorella, la maggior parte dei clienti sono cavalieri, puoi stare tranquilla. Dai, sono certa che ti divertirai!».



Sarah
Merlin, Gwaine e le due gemelle – vestite con abiti maschili per essere più comode – entrarono al The rising sun, la taverna di Camelot. Il corvino e il Cavaliere salutarono con il braccio alzato la moglie dell'oste - la quale era al bancone del bar, intenta a riempire tre boccali di birra.
«Buonasera, Eloise, splendida come sempre» Gwaine prese la mano destra della donna e si profuse in un teatrale baciamano
«Certo, certo, buonasera anche a te Gwaine. Merlin» Eloise ritirò immediatamente la mano ridacchiando, per poi fare all'altro un cenno di saluto «E queste belle fanciulle chi sono?» chiese al Cavaliere mentre guardava Honey e Sarah. Probabilmente doveva averle notate per via dei colori dei capelli.
Honey si fece avanti per prima, rivolgendo alla donna un caloroso sorriso «Il mio nome è Honey e questa è mia sorella Sarah» la ragazza indicò sé stessa e poi l'altra, la quale si profuse in un piccolo inchino con la testa, poggiando una mano sul petto «Piacere di fare la vostra conoscenza».
Eloise le guardò meglio, dopodiché indicò Honey «Ora che ci penso mi ricordo di te. Sei la ragazza che ha battuto il prode Sir Gwaine ad una gara di bevute. Venite!» così dicendo portò il gruppetto a un tavolo a quattro posti.
Sarah osservò Gwaine, aveva l'aria di uno a cui era appena stato inflitto un duro colpo; poi guardò sua sorella, che sorrideva soddisfatta e divertita.
«Cosa vi porto? Qualcosa di forte e in gran quantità, immagino» disse ancora la locandiera.
«Tu si che ormai mi conosci, tesoro» disse Gwaine sfoggiando il suo solito sorriso da donnaiolo vissuto.
La donna gli diede un piccolo schiaffo affettuoso sulla spalla «Smettila di sprecare quei sorrisi affascinanti con una signora come me, pensa piuttosto alle giovani fanciulle che hai accanto» così dicendo fece l'occhiolino a Honey – che sussultò e la guardò sbigottita – poi si voltò per andarsene.
Merlin attirò nuovamente la sua attenzione posandole una mano sul braccio «Per favore, portate anche una caraffa d'acqua per la mia amica, non beve vino o simili».
«Oh d'accordo. È una richiesta strana in questo posto, ma fortunatamente ancora ci ricordiamo cosa sia l'acqua» rispose ridendo e tornando dietro al bancone.
Poco dopo entrò un gruppo di cinque uomini dall'aria piuttosto losca, tutti barcollanti, segno che erano brilli già prima di mettere piede nella locanda. Quello che pareva essere il “capo” era alto e grosso, ma più che muscoloso pareva solo eccessivamente in sovrappeso.
Sarah nel frattempo era al bancone, voleva dare una mano a quella donna che vedeva così indaffarata, ed era andata a ritirare almeno i boccali per Gwaine ed Honey, quando l'uomo grosso le si mise accanto fin quasi a sfiorarla, poggiando pesantemente le braccia sul bancone in legno che scricchiolò leggermente.
«Donna, prepara cinque boccali di birra per noi, subito» urlò questi con tono prepotente.
Sarah si ritrovò a storcere impercettibilmente il naso sia per la zaffata di alito fetido che le arrivò alle narici, e sia per i modi da caprone di quell'uomo. Ma evidentemente non era stata abbastanza discreta come credeva, perché quel bestione si voltò meglio verso di lei, dapprima guardandola con astio, poi sorridendo in maniera viscida.
«E tu chi saresti, bellezza? Il mio nome è Elliot. Cosa ci fa una fanciulla come te da sola in una taverna con tanti uomini? Forse io e i miei compari dovremmo farti compagnia» così dicendo afferrò una ciocca dei capelli della ragazza e cominciò ad attorcigliarsela intorno alle dita sudicie «Non sei di queste parti, vero? Meglio ancora!» aggiunse mentre gli altri quattro lo affiancavano, divertiti dalla situazione.
Sarah sentì lo stomaco rivoltarsi per il disgusto di quella vicinanza e di quei sorrisi pieni di cattive intenzioni. Con la coda dell'occhio vide Merlin scattare in piedi con aria preoccupata – evidentemente intenzionato a fare uso della sua magia se fosse stato necessario - mentre Gwaine faceva lo stesso sguainando la spada, già pronto a correre in difesa della principessa. Honey però gli posò una mano sulla spalla e con poca delicatezza lo costrinse a sedersi di nuovo
«Tieni a freno la spada, prode cavaliere, mia sorella sa badare a sé stessa. Ora, taci e divertiti» disse lei tranquillamente, guadagnandosi due occhiate sbigottite da parte dei ragazzi, che tuttavia non osarono obbiettare, restando però sempre allerta.
Intanto Eloise stava cercando di evitare il peggio «Elliot, è tardi, tu sei ubriaco e noi vorremmo evitare altri problemi con le guardie. Per favore, torna domani e sarò felice di servire te e i tuoi compagni».
A quanto pareva non era la prima volta che quegli uomini creavano problemi alla taverna.
Lui batté un pugno sul bancone, visibilmente irritato «Donna, fa come ti ho detto e portami da bere, non sei certo tu a dovermi dire quando smettere».
Sarah sospirò spazientita, pensando a cosa fare. Era cosciente che il The rising sun ne sarebbe uscito completamente distrutto ma il fastidio di avere quelle persone intorno era giunto al culmine da un pezzo. Mise giù la caraffa di idromele che aveva in una mano e i boccali che aveva nell'altra «Signora Eloise, potete mettere al sicuro questo idromele? Mia sorella non apprezzerebbe se finisse sprecato. E vi chiedo anticipatamente scusa per quanto sta per succedere, farò in modo di ripagare tutto quanto» la donna la guardò sbigottita, tuttavia eseguì la richiesta senza fiatare.
A quel punto Sarah si voltò nuovamente verso il gruppetto di Elliot «Sapete, avrei un paio di cosine da dire a voialtri. La prima è un caldo consiglio sul non rovinare mai la serata di una donna, se è da sola probabilmente è perché non ha voglia di vedere dei brutti grugni simili ai vostri» disse sorridendo con falsa innocenza, per poi spingere via con un calcio ben centrato uno degli uomini – che si era messo dietro di lei come per impedirle ogni eventuale fuga – facendolo finire contro il tavolo alle sue spalle, che nell'impatto si ruppe e l'uomo finì a terra, svenendo.
Nel frattempo molte persone abbandonarono i propri posti, alcune corsero a disporsi sui lati, come se volessero godersi lo spettacolo della rissa imminente. Eloise era sparita immediatamente dietro una porta, probabilmente quella della cucina o della cantina.
«La seconda cosa, quella più importante» continuò Sarah osservando gli altri quattro uomini «è che le maniere definiscono l'uomo. E voi, signori, ne siete sprovvisti».
Dall'altra parte della sala le giunse l'inconfondibile suono della risata di Honey, evidentemente divertita nel sentire sua sorella citare la frase di uno dei loro film preferiti anche in una circostanza come quella.
Uno degli uomini le si avventò contro, ma per Sarah non fu difficile afferrarlo per la collottola per poi farlo volare oltre il bancone. Una mensola piena di boccali si ruppe finendo per rompere la testa all'uomo, che perse i sensi come l'altro. Sarah sperò di non averlo ucciso, ma non ebbe troppo tempo per pensarci.
Mentre si guardava intorno, pronta a fronteggiare altri attacchi, notò Merlin e Gwaine con un'espressione di totale sgomento dipinta in volto, mentre Honey ghignava divertita «Ve l'avevo detto» disse ai due prima di alzarsi e dirigersi verso il bancone, ma non per aiutare l'altra ragazza – come si sarebbe potuto pensare – bensì per afferrare la caraffa di idromele che aveva ordinato.
Tornò al suo posto e cominciò a bere senza neppure premurarsi di versare la bevanda in un boccale.
Sarah valutò attentamente Elliot - rimasto solo; tutti i suoi compari erano stati sconfitti. L'uomo era alto, questo si ma la sua stazza non spaventò la ragazza: era tutto grasso e niente muscoli, in fin dei conti, e lei conosceva delle tecniche di combattimento che avrebbero messo al tappeto chiunque a prescindere dalla forza fisica.
Elliot ghignò, sicuro di sé, ma in fondo si vedeva che era irritato per la figuraccia fatta dai suoi amici «Credi che una fanciulla esile come te riesca a mettere al tappeto me, Elliot soprannominato la Bestia?» così dicendo si scagliò contro di lei.
«La situazione è peggiore di quanto pensassi, sei pure narcisista» replicò la giovane con aria annoiata, stufa di tutto quel casino. Con prontezza bloccò l'attacco del bestione, poi saltò ed allacciò le proprie gambe attorno a quel grasso collo. Fece una rotazione su stessa e stese l'altro a terra. Il bestione mugolò di dolore. Avrebbe ripreso la piena funzione del suo collo nei mesi successivi... forse, ma senza la fisioterapia dubitava che ci sarebbe mai riuscito del tutto.
Sarah sbuffò per tirarsi via una ciocca di capelli dalla faccia, prese la caraffa piena di acqua che Eloise era riuscita a preparare per lei prima di tutto quel trambusto, con l'altra mano afferrò dei boccali e tornò al tavolo. In tutta la taverna era calato un silenzio carico di sgomento e sorpresa, sentimenti che si vedevano benissimo anche sui volti di Merlin e Gwaine, ma misti ad un certo compiacimento. Honey invece non aveva perso la sua aria tranquilla, seduta scompostamente con i piedi sopra il tavolo di legno e con in mano la brocca di idromele di cui ormai aveva rivendicato il monopolio.
Intanto un gruppo di guardie era entrato alla taverna e, dopo che Eloise ebbe spiegato loro cosa era successo, provvidero a portare via gli uomini che più volte avevano infastidito i clienti al The Rising Sun.
«Beh, ora si che vedo bene una certa somiglianza tra voi due. Tutte le principesse combattono così bene dalle vostre parti?» disse Gwaine guardando Sarah, mentre con la mano cercava di strappare la caraffa di idromele dalle mani di Honey.
«Gwaine, allontana quelle mani o te le stacco a morsi» lo avvertì la ragazza, sotto lo sguardo divertito degli altri due.
Se non avesse già un fidanzato penserei che Honey ha trovato l'uomo perfetto per lei. Pensò Sarah guardando con affetto la sorella. «Comunque quell'idromele era per tutti, sorellina. Ora ti alzi e vai a prenderne dell'altro.
«C'è una locandiera che per lavoro porta da bere a chi lo chiede, e ci sei tu che hai giurato di pagare i danni causati dalla tua rissa, e io so bene che lo farai con i soldi che io ho vinto al torneo. Quindi sappi, sorellina, che non mi separerò né da questa caraffa e neppure da questa sedia» fu la risposta di Honey, seguita da una lunga sorsata di idromele.
Sarah alzò gli occhi al cielo ed andò da Eloise a chiederle dell'altro idromele. Non appena arrivò vicino alla donna, questa la sorprese abbracciandola e ringraziandola per aver finalmente dato una lezione a quei balordi che da tempo portavano scompiglio nella locanda; le disse anche che non doveva preoccuparsi di ripagare i danni e, addirittura, offrì loro un assaggio della sua miglior riserva di idromele. Quello destinato a Sarah finì ovviamente per deliziare il palato di Honey.

Camelot era vuota e silenziosa, l'alba era forse prossima quando Sarah – con l'aiuto di Merlin – trascinò sua sorella fuori dalla taverna, mentre Gwaine era ormai collassato sul tavolo. Honey non era ancora collassata e per fortuna riusciva a reggersi in piedi abbastanza bene anche senza aiuto, e proprio per quello Sarah preferì portarla via, non voleva essere costretta a dover chiedere a Merlin di portare in braccio sua sorella fino alla loro camera da letto. Oltre ad essere una cosa tremendamente imbarazzante, era certa che sua sorella l'avrebbe uccisa.
«Se non sono troppo sfacciato, oserei dire che Gwaine ha trovato la sua anima gemella» disse Merlin ridacchiando mentre la seguiva, pronto ad intervenire se per caso Honey fosse collassata a terra.
«Che? Gwaine ha una gemella? Pure lui?» domandò Honey biascicando le parole.
Sarah non riuscì a trattenere una risata «Non credo, Merlin. Mia sorella ha già un'anima gemella che la aspetta a casa nostra» le si strinse il cuore quando pensò a Jason, alla bellissima storia che lui e Honey avevano. Una storia che forse sarebbe finita nel modo più terribile: con una separazione che nessuno dei due aveva voluto, e senza neppure la possibilità di dirsi addio.
«Ehi, che ti prende? All'improvviso hai cambiato umore» disse il giovane, a cui – a quanto pareva – non sfuggiva nulla.
Nel frattempo erano arrivati fuori la stanza delle due ragazze, e Honey si buttò sul letto non appena la porta venne aperta.
Sulla soglia rimasero Merlin e Sarah, a guardarsi. Lui attendeva una risposta e lei non sapeva cosa dire.
Alla fine decise di essere onesta «Honey ha la sua vita a... Tyrosh. Ha un fidanzato, dei progetti, dei sogni, ma ora siamo qui e non so se riusciremo mai a tornare a casa. Non che io lo voglia, ma lei... non ha neppure avuto l'occasione di salutare la persona che ama».
Merlin la guardò intensamente, poi spostò lo sguardo su Honey, già addormentata e con ancora i vestiti addosso «Le vuoi molto bene, non è vero? Ti preoccupi sempre per lei».
Sarah annuì «È mia sorella-gemella, e per quanto gli anni ci abbiano cambiate rendendoci diverse, per quanto mi faccia disperare, niente potrà rompere il legame che abbiamo. È qualcosa che sta nelle nostre vene, nelle nostre anime».
Il ragazzo la guardò negli occhi «Siete molto più simili di quanto pensi, in realtà. La differenza è che tu hai una sorta di... luce dentro di te, una purezza ed un'innocenza che ti rendono bellissima come un fiore raro. In un mondo così oscuro e devastato dalla cattiveria, in cui i fratelli si uccidono tra loro, in cui la brama di potere vince anche sull'affetto, tu mi ricordi che mai nulla è perduto veramente».
Sarah sentì il cuore impazzirle nel petto. Quella non era una semplice dichiarazione d'amore, non aveva nulla a che vedere con le stupide frasi scritte nei cioccolatini o dette nei film. Quella era la cosa più bella che si potesse mai dire ad una persona, e superava ogni sentimento umanamente concepibile.
«Oh... Merlin» sussurrò, con le lacrime agli occhi, appena prima di allacciargli le braccia al collo e baciarlo con tutto l'amore di cui era capace.



Honey
Si svegliò lentamente, sentendo la bocca impastata, lo stomaco sottosopra ed un mal di testa così forte da darle quasi l'impressione di essere finita con la testa sotto la ruota di un camion. Ricordava di aver bevuto fiumi di idromele e birra la sera precedente, per la maggior parte generosamente offerti da Eloise come segno di ringraziamento per aver finalmente. Ricordava anche che Gwaine le avesse proposto una nuova gara di bevute nel tentativo di riscattare il proprio nome, ma aveva perso di nuovo... e senza neppure essere drogato.
A quel pensiero le venne da ridere, e probabilmente lo avrebbe fatto se quello non avesse contribuito ad aumentarle ancora di più il mal di testa.
Con una certa fatica cercò di mettere a fuoco ciò che la circondava: era nella propria stanza, anche se non ricordava come di fosse arrivata, ed era sola.
Aggrottò la fronte con aria perplessa, domandandosi che ore fossero e dove fosse finita Sarah. Ipotizzò che molto probabilmente doveva essere mattina tardi, se non addirittura primo pomeriggio.
Alla fine decise che era il caso di smetterla di pensare a tutte quelle cose; innanzitutto doveva riprendersi dai postumi della sbornia, poi avrebbe affrontato una domanda per volta. A fatica si alzò dal letto e si trascinò verso la porta per dirigersi dal medico di corte, non si prese neppure la briga di cambiarsi, incurante del fatto che stesse ancora indossando gli abiti del giorno prima.
Arrivata alla porta notò un piccolo post-it verde evidenziatore appiccicato al legno ad altezza occhi. Assottigliò lo sguardo e notò che era un messaggio di Sarah in cui la informava di essere fuori per un picnic con Merlin.
Honey si grattò la testa con aria perplessa, non capendo perché mai la sorella dovesse fare un picnic con il servitore del principe Arthur, ma infine decise di archiviare quei dubbi in un angolino della propria mente e si diresse verso le stanze di Gaius per farsi dare uno dei suoi miracolosi intrugli contro la sbornia. Tutte le domande avrebbero dovuto aspettare finché non le fosse passato il mal di testa.
Era quasi arrivata alla meta quando sentì due persone discutere non troppo distanti da lì, oltre le colonne dietro le quali stava passando lei. Riconobbe le voci di Merlin ed Arthur ma non vi prestò troppa attenzione finché non sentì il nome di sua sorella nella conversazione.
A quel punto si arrestò di colpo e si nascose per bene dietro una colonna, iniziando ad origliare la conversazione.
«Sei forse uscito di senno? Come ti è saltato in mente di fare la corte a lady Sarah?» stava dicendo Arthur, visibilmente nervoso «Lei è una principessa e tu soltanto un servitore, pensi davvero che questa storia possa avere un futuro?».
Honey si sporse un po' oltre la colonna ed osservò Merlin sbattere le palpebre con aria stralunata ed infastidita al tempo stesso «E perché mai questo dovrebbe essere un problema? Lady Sarah ricambia i miei sentimenti così come Gwen ricambia i vostri, perché la cosa dovrebbe essere diversa in questo caso?».
Arthur si passò le mani nei capelli in un gesto nervoso «Perché purtroppo viviamo in un mondo che, giuste o sbagliate che siano ha le sue leggi, e secondo la legge di Camelot un servo che seduce una principessa merita di essere messo a morte. Non che io voglia farlo, sia chiaro, ma se qualcuno venisse a sapere di voi due e mi chiedesse di far rispettare la legge io sarei costretto ad esiliarti pur di salvarti la vita» rispose in tono serio e visibilmente preoccupato «Inoltre è vero che io amo Gwen, e proprio per questo so bene quanto una simile situazione possa essere complicata. Io la amo, ma non posso sposarla».
Merlin rimase in silenzio ed abbassò lo sguardo con aria affranta, probabilmente rendendosi conto della veridicità delle parole del principe.
Ad Honey però non importava un fico secco di cosa stesse passando per la testa del ragazzo in quel momento, la sua testa già dolorante aveva preso a pulsare in maniera ancora più fastidiosa nell'apprendere quella notizia.
Merlin e Sarah avevano una relazione, una relazione che poteva rivelarsi un bel problema.
E Sarah non le aveva detto niente.
Decise che non voleva restare un solo istante ad ascoltare ancora quella conversazione. Cominciò a camminare rapidamente verso gli alloggi di Gaius, il quale quando la vide le domandò perché avesse quella faccia sconvolta e fosse pallida come uno spettro. Fortunatamente il fatto che fosse andata lì a richiedere il suo intruglio contro i postumi della sbornia sembrò una risposta più che sufficiente per l'anziano medico.
Presa la medicina tornò immediatamente in camera propria, sedette a gambe incrociate sul letto e – nonostante la testa ancora dolorante e lo stomaco in subbuglio – iniziò a riflettere su quella situazione.
Innanzitutto la feriva il fatto che Sarah non le avesse detto nulla, nonostante i loro caratteri diversi tra loro non erano mai esistiti segreti di quel tipo. La cosa più preoccupante però era un'altra: Sarah non era un tipo da buttarsi in una relazione tanto facilmente, era così cauta in certe cose che non aveva mai dato neppure il suo primo bacio; se lo aveva concesso a Merlin significava che a lui ci teneva sul serio, che probabilmente se ne era innamorata. Loro due però non potevano stare insieme, appartenevano ad epoche totalmente diverse e distanti tra loro, e prima o poi lei e sua sorella sarebbero dovute tornare nel Ventunesimo secolo, non potevano concedersi di legarsi troppo a persone conosciute in quell'epoca.
Mille pensieri le attraversarono la mente ancora leggermente annebbiata dall'alcool, pensieri molto poco piacevoli riguardo la direzione che quella situazione strana ed inaspettata avrebbe potuto prendere.
Era ancora immersa nelle proprie elucubrazioni mentali quando Sarah entro nella stanza sorridendo radiosa. Honey le lanciò uno sguardo bieco.
«Oh sei sveglia? Sono circa le due del pomeriggio, hai dormito bene?» domandò dolce ed allegra, slacciando il proprio mantello e poggiandolo accuratamente sullo schienale di una delle sedie poste intorno al tavolo.
Honey non rispose, continuò a fissarla con aria indagatrice, notando ora tutti quei segnali a cui non aveva fatto caso prima; improvvisamente le divenne fin troppo chiaro il fatto che la sorella fosse innamorata.
L'altra le rivolse uno sguardo preoccupato aggrottando la fronte «Honey, va tutto bene?».
Lei la scrutò ancora qualche istante prima di parlare «Perché non mi hai detto che tu e Merlin state insieme?» domandò in tono freddo.
Sarah la fissò per alcuni istanti, sbattendo più volte le palpebre «Io non...».
«Non mentire, so che è così» la interruppe lei in tono quasi minaccioso «Ho sentito Arthur e Merlin che ne parlavano, Arthur sa di voi due... E in effetti avrei dovuto capirlo anch'io visto il tuo comportamento strano degli ultimi tempi, ma sai, ho sempre pensato che se ti fossi innamorata me lo avresti detto, che mi avresti raccontato tutto come io ho sempre fatto con te» aggiunse accusatoria.
Quella volta fu il turno di Sarah di restare in silenzio, abbassando lo sguardo con aria dispiaciuta.
«So perché me lo hai tenuto nascosto» continuò Honey in quel tono freddo ed arrabbiato «Lo hai fatto perché non volevi sentirti dire da me una cosa che tu sai fin troppo bene, e cioè che la storia tra te e Merlin è destinata a finire, che sei stata un'incosciente a gettarti in questa storia senza pensare alle conseguenze».
Vide l'altra stringere i pugni in un gesto nervoso, mentre gli occhi le si inumidivano di lacrime «Io mi sono innamorata di lui, per la prima volta ho trovato qualcuno che mi capisce davvero, che non mi fa sentire strana o sbagliata».
«Ma per favore! Lo conosci appena. Probabilmente è solo un'infatuazione che tu hai scambiato per qualcosa di più. Lui è Merlin, ti sei innamorata della leggenda che lui rappresenta e di ciò che credi di conoscere su di lui, per questo ti sei aggrappata a questa infatuazione come se fosse amore, perché i ragazzi del nostro secolo non ti sono mai piaciuti e credi che Merlin possa essere adatto a te, ma non è detto che sia così» ribatté in tono acido, per poi sospirare ed alzarsi dal letto guardandola dritta negli occhi con espressione seria ed intensa «Ascoltami bene, tu sai che prima o poi io e te torneremo a casa, ed allora tu dovrai dirgli addio, ma capisco anche che tu voglia vivere quest'esperienza per te così nuova, quindi togliti pure lo sfizio con lui finché siamo intrappolate qui a Camelot. Ma fa che non sia più di questo, uno sfizio» così dicendo uscì rapidamente dalla stanza e si diresse verso il cortile. Aveva bisogno di un po' d'aria, lì dentro cominciava a sentirsi soffocare.


 

  
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