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Autore: 1Beatris_    15/09/2019    1 recensioni
Ah, l'adolescenza. Il periodo più confuso nella vita di una persona, quegli anni in cui le emozioni sono un unico turbinare confuso di sensazioni ancora più confuse all'interno della nostra mente.
Scorpius Malfoy è sempre stato tutt'altro che confuso, ha sempre avuto ben chiaro in mente ciò che desiderava, che si trattasse di scegliere cosa mangiare o cosa indossare, o dove andare in viaggio, lui ha sempre saputo cosa rispondere, e non si è mai pentito di una decisione presa.
Ma quando si tratta di scegliere la persona che vuole avere al suo fianco... beh, lì diventa più complicato: sente di amare più di una persona, di aver bisogno di tutte loro per essere veramente felice. Ma così non va bene, e nel contesto di una Hogwarts in cui ormai la pace e la concordia regnano sovrane ( all'incirca), deve trovare un modo per sbrogliare la matassa di sentimenti confusi e compiere l'ennesima, importante scelta perfetta.
Che il divertimento abbia inizio.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Nuova generazione
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                                                                              -Capitolo 2-
                                                                          
Late night talks

 

 

La pioggia batteva sulle vetrate della sala comune di Grifondoro, producendo un ritmico ticchettio che cullava la mente di una Rose estremamente assonnata.

 

All’improvviso la porta della sala si aprì, per poi richiudersi, e uno sconsolato Albus Severus fece il suo ingresso andando a stravaccarsi su una sedia vicina al tavolo a cui si trovavano le sue cugine preferite. Sentiva il bisogno di una “seduta psico-gossipeutica”.

 

“Buonasera Al”, disse Dominique senza alzare lo sguardo dal suo minuzioso lavoro.

Rose gli indirizzò un cenno del capo; lui fissava un punto sul legno.

 

“Cosa state facendo?”

“Metto lo smalto a Rose.”

“Da quando Rose si fa mettere lo smalto?”

“Non lo so, da oggi. Sta iniziando a tirare fuori il suo lato femminile.”

“Così, di punto in bianco? Mah...Secondo te le piace qualcuno?”

“Sì, ci ho pensato, potrebbe essere possibile. Prima a cena l’ho beccata a fissare il tavolo dei Corvonero, secondo me-”

“Ma prego, fate pure come se non fossi qui, davanti a voi!”

 

Rose si agitò, piegando il capo per nascondere tra i capelli le gote leggermente arrossate.

 

“Infatti, è esattamente ciò che stiamo facendo. Non disturbarci.”

“Già, e per l’amor del cielo, tesoro, stai ferma, altrimenti sbavo.”

“Bello quel blu, comunque; ti dona, cuginetta.”

 

“Potreste smetterla di chiamarmi ‘tesoro’ o ‘cuginetta’ o simili? Mi sto mettendo lo smalto, okay, ma non mi sono ancora rammollita.”

 

“Se lo dici tu. Comunque Al, se vuoi, posso prestartelo.”

 

Albus si accasciò sul tavolo, sospirando.

“Non sono in vena di battute, taci.”

 

Calò il silenzio; a parte loro tre, la sala comune era deserta. Il camino era vuoto e spento, non c’era ancora bisogno del riscaldamento.”

 

“Voi lo sapevate?”, se ne uscì ad un tratto il Serpeverde.

 

“Sapere cosa?”, domandò Domi improvvisamente incuriosita.

 

“No, nessuno lo sapeva, a quanto pare-, rispose Rose facendo spallucce. -Ti da fastidio, la faccenda?”

“Assolutamente no, era solo per sapere.”

 

“Sapere cosa?”

 

“Lily e Scorpius sono stati insieme quest’estate”, l’informò Albus.

 

”Ah, sì.”

 

Il ragazzo si drizzò, assottigliando lo guardo in direzione di Domi con l’aria improvvisamente inquisitoria.

“Tu lo sapevi”, sentenziò.

 

Dominique si strinse nelle spalle, slanciando i boccoli castano chiaro all’indietro con un movimento del capo.

“Sì, me l’ha detto James. Una volta li aveva beccati a pomiciare o una cosa del genere.”

 

Al si alzò di scatto, facendo strusciare rumorosamente la sedia sul pavimento.

“E perché a me non l’ha detto nessuno?”

“Esatto, perché non ce l’hai detto? Perché Lily non ce l’ha detto? Pensavo che fossimo una squadra!” Rose sembrava indignata quasi quanto il cugino.

 

Perché? Guardatevi. Seriamente. Sappiamo benissimo che avreste dato di matto, che tutti avrebbero dato di matto- ferma, Rose!- Volevano solo evitare lo scandalo.”

 

Albus si rigettò a sedere sconsolato per l’ennesima volta.

“Scorpius ci sta male. Nemmeno al funerale di suo nonno l’ho visto così giù.”

 

“Albus, tesoro, il nonno di Scorpius era uno stronzo, mi sembra normale che non si sia disperato quando è morto”, gli fece saggiamente notare Domi.

 

“Esatto! E anche Scorpius è uno stronzo, quindi tu non devi soffrire per lui, non se lo merita. Si è fatto tua sorella, Al, hai tutti i motivi per distruggere la vostra amicizia. Ti prego, fallo, prima che trascini anche te nel suo oblio di stronzaggine e puttanieraggine.”

 

“Ecco, è proprio questo il problema!”

 

Rose gli rivolse un sorrisone, e se non avesse avuto le mani imprigionate tra quelle della cugina si sarebbe precipitata ad abbracciarlo e congratularsi.

Finalmente!, si disse.

 

“Scorpius pensa che io ce l’abbia con lui perché stava insieme alla mia sorellina eccetera, perciò ci sta male e non mi parla e abbassa lo sguardo ogni volta che lo guardo, e se ci troviamo per sbaglio nella stessa stanza lui se ne va… Ma io non sono arrabbiato, mi spiace solo che non mi abbia detto niente, odio che l’abbia saputo James e non io, ma so che sarebbe stato perfetto per Lily! E mi manca il mio migliore amico, anche se è passato solo un giorno, mi manca, che cazzo!”

 

Finito il discorso il Serpeverde riprese fiato abbassando lo sguardo, passandosi per la milionesima volta la mano tra i capelli che avevano raggiunto livelli di altezza vertiginosi.

 

La mascella di Rose toccava terra. Siccome Dominique aveva finito di stendere lo smalto, si alzò con rabbia.

“Sai una cosa, Al? Vaffanculo!”

E se ne andò sulla scala che conduceva al dormitorio femminile, pestando i piedi con forza e facendo oscillare vertiginosamente la coda di cavallo.

 

Dominique scosse la testa, chiudendo con cura il botticino dello smalto, per poi togliersi e posare sul tavolo gli occhiali dalla sottile montatura rotonda, che su chiunque altro sarebbero parsi ridicoli, ma poggiati sul suo delicato naso sembravano l’accessorio più chic del mondo.

 

Osservando il cugino più piccolo di un anno, provò tenerezza. Albus aveva sempre avuto un modo tutto suo di vedere il mondo, e, nonostante la corazza da Serpeverde menefreghista e insolente, era forse una delle persone più innocenti che avesse mai conosciuto, e sicuramente una delle più complessate (cosa che a volte poteva anche essere fastidiosa, in effetti).

Le piaceva, sapere di essere una dei pochi in grado di comprenderlo.

Accavallando con grazie le gambe si sporse sul tavolo per prendergli le mani, cercando i suoi occhi verdi, ben diversi dal luminoso nocciola del fratello.

 

“Albus.”

 

Lui la guardò, triste.

“Lascia stare, non importa.”

“Invece sì, importa. Ascolta: Scorpius è ferito, primo perché è stato lasciato, e secondo perché crede di essere stato abbandonato anche da te. E ti evita perché crede di farti un favore, e ha paura che tu ti possa incazzare. Perciò devi andare tu da lui, a dirgli come stanno le cose, e se prova a scappare tiri fuori la bacchetta e lo immobilizzi lì, hai capito?”

Al arrossì e abbassò lo sguardo sulle loro mani. La pelle perfettamente abbronzata della cugina creava un visibile contrasto con la sua, mortalmente pallida.

 

“Va bene.”

 

“Certo che va bene, i miei consigli vanno sempre bene. Adesso vai da Scorp e aggiustate la cosa, non è mica morto nessuno!

E così dicendo si alzò, radunando i suoi attrezzi per manicure.

 

Albus si mise in piedi a sua volta.

“’Notte.”

“Buonanotte, Al.”

“Domi?”

“Sì?”

“Hai il trucco un po’ sbavato, a sinistra.”

 

Lei s’immobilizzò, lasciando perdere ciò con cui stava trafficando.

“Oddio, cosa? E me lo dici adesso, dopo tutto questo tempo? Si vede tanto?- si precipitò alla finestra, per captare il riflesso sul vetro. -Oddio! Chissà da quanto sono così…”

 

E mentre la cugina blaterava istericamente, Albus uscì dalla sala rosso-oro con un ghigno soddisfatto sul volto.

 

 

***

 

 

“Scorp? Scorp, svegli-ahia!”

 

Il biondo sbattè le palpebre un paio di volte, cercando di abituarsi al buio per capire cosa stesse succedendo.

 

“Albus…? Perché sei nel mio letto?”

 

“Sono seduto sul tuo letto, non sono nel tuo letto”, precisò Al.

 

Anche Scorpius si tirò su a sedere, improvvisamente agitato. Sentiva che il momento della resa dei conti era arrivato.

Doveva tirare fuori le palle.

Inspirò.

“Senti amico, calmati. Mi dispiace, okay? “

Fu soddisfatto di sé stesso e della ragionevolezza che stava dimostrando.

 

“Ma io sono calmo.”

 

“Avrei dovuto parlartene, non avrei dovuto neanche osare avvicinarmi a tua sorella senza il tuo permesso...”

 

“Scorpius...”

 

“No, Albus, ascoltami, ti prego, parliamone. Insomma, sono cinque anni che ci conosciamo, cinque anni che siamo migliori amici! Questo dovrà pur significare qualcosa… Tutti sbagliano, ti ricordi quella volta che il tuo gatto aveva mangiato il mio pulcino di civetta?”

 

“Scorp...”

 

“Ecco, era stata una cosa orribile, e mi aveva spezzato il cuore, ma ti ho comunque perdonato, e siamo andati avanti, e così dobbiamo fare anche questa volta, ti prego, metti da parte il tuo odio e non gettiamo nel cesso anni di amicizia!”

 

Scorpius!

 

Non uccidermi, Al, ti prego!

Malfoy ormai era paonazzo, e per la prima volta dopo svariati secondi inspirò, aggrappandosi al cuscino.

 

Albus lo schiaffeggiò.

 

“Non voglio ucciderti, e non ce l’ho con te, coglione! Cazzo, vuoi ascoltami?”

 

Scorpius allentò un po’ la presa, illuminandosi.

“Davvero?”

“Sì, e se al posto di cagarti addosso mi avessi permesso di parlarti te ne saresti accorto già da tempo.”

 

Il biondo sorrise timidamente.

“Va bene, scusa. Ma comunque non c’è bisogno di essere tanto scurrili. Vai, ti ascolto.”

 

Al alzò gli occhi al cielo, poi si bloccò. Si rese conto di non essersi preparato nessun discorso.

Alla fine, disse:

“Sarei molto felice se tu diventassi mio cognato, e non mi arrabbierei, per niente.”

 

Il sorriso di Scorpius si trasformò in un ghigno.

“Quindi ho la tua benedizione per sposare James?”

 

Improvvisamente il moro si sentì nello stesso momento più sollevato e più a disagio.

“No, scemo, parlavo di Lily. Non mi sarei arrabbiato se avessi saputo che stavate assieme. E, per la cronaca, mi spiace che ti abbia lasciato. Condoglianze, amico.”

 

Scorpius stette per un po’ in silenzio.

“Quindi mi aiuteresti a riconquistarla?”

 

Albus ci pensò un attimo.

“Sì. Certo, sì. Sarebbe figo.”

 

La bocca di Scorpius ormai fungeva da filo di congiuntura tra le orecchie.

“Grazie amico. Non so cosa farei senza di te.”

 

“Già”, Al ricambiò il sorriso.

 

Calò il silenzio, mentre i due si guardavano, in attesa.

 

“Senti amico, non ti abbraccerò; non qui, nel tuo letto, a notte fonda, okay?”

“Okay amico, tranquillo. Puoi anche abbracciarmi domani mattina.”

“O magari anche mai.”

“O magari mai, certo, come vuoi tu.”

“Già.”

“Esatto.”

“’Notte, Scorp.”

“’Notte, Al.”

 

Il moro scese dal letto dell’amico, infilandosi sotto le sue coperte.

Quella sera entrambi i Serpeverde andarono a dormire col cuore leggero, ma allo stesso tempo leggermente pesante.

   
 
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