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Autore: Lady Brandon    15/09/2019    1 recensioni
L'ideale seguito della mia precedente ff "A second life", ambientata nel futuro ma con un occhio al passato, con una new generation che suo malgrado imparerà a guardare oltre i ruoli e comprendere l'animo umano.
La storia potrebbe non seguire fedelmente la narrazione dei libri.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Aprile 1994

Piton e Silente rimasero fuori dall'infermeria per più di un'ora ma mentre il preside tentava di avviare una conversazione l'insegnante di pozioni rimase in silenzio tutto il tempo perso nei suoi pensieri.
"Ora potete entrare" Madama Chips aprì la porta facendoli sussultare.
Entrarono, Madama Chips non gli lasciò il tempo di parlare dicendo seria: "Starà bene ma se l'è vista brutta, a parte lividi ed escoriazioni ha una brutta frattura al braccio, spero si aggiusti bene".
"Ora come sta?" chiese Silente; "Le ho dato una bella dose di pozione aggiustaossa, l'ho medicata e ho optato per la sonno senza sogni, era agitatissima oltre che sofferente. Povera piccola, chiamava i genitori...Albus non sarà il caso di avvisarli?" li ragguagliò l’infermiera..
"Purtroppo si trovano negli Stati Uniti, quando starà meglio li avviserà lei stessa, trovo inutile angosciarli visto che la cosa si risolverà per il meglio" sentenziò pragmatico il preside mentre l'infermiera annuiva.
Il professor Piton che fino a quel momento era rimasto in disparte a fissare il paravento dietro al quale c'era Kathryn chiese distaccato: "Non è stata morsa vero?".
"Oh no no, grazie al cielo, ho controllato accuratamente" assicurò Madama Chips mentre lei e Silente si avvicinavano per vedere la ferita, Piton invece si voltò guadagnando l'uscita incurante della voce del preside che lo chiamava.

Entrò come una furia nelle sue stanze lasciando cadere a terra il mantello e strappandosi quasi di dosso il froak coat prima di versarsi uno dietro l'altro tre bicchieri di whisky incendiario che trangugiò senza dare importanza alla sensazione di bruciore alla gola, respirò profondamente prima di versarsi e bere il quarto bicchiere per poi infrangerlo nel camino dove il fuoco aumentò a contatto con l'alcol, finalmente placato si abbandonò su una poltrona e chiuse gli occhi ma la quiete durò poco perché il viso di Kathryn gli appariva in continuazione turbando un sonno già agitato; Quando si svegliò era madido di sudore, l'ultima immagine che ricordava era quella del mannaro che dilaniava le carni di Kathryn, si alzò e spalancò la finestra, stava albeggiando, decise di farsi una doccia ma neppure il getto di acqua calda riuscì a distendergli i nervi, si vestì velocemente ed uscì dopotutto era inutile fare resistenza visto che c'era un unico posto dove voleva stare.

Entrò in infermeria senza fare rumore, Madama Chips probabilmente stava riposando nella stanza adiacente, andò direttamente da Kathryn che giaceva immobile coi capelli corvini sparsi sul cuscino in netto contrasto con la federa candida, aveva un cerotto sulla fronte ed il braccio sinistro immobilizzato, Piton la fissava come ipnotizzato scrutandole il viso in ogni minimo dettaglio alla ricerca di un qualcosa che confermasse ciò che sosteneva quella ragazza ma non c'era nulla a suo avviso eppure non riusciva a smettere di cercare con la sua voce che gli martellava nella testa 'Papà sono qui...papà sono qui...papà...papà..' ; Fu allora che lei si mosse girando la testa e rendendo visibili sul collo i lividi lasciati dagli artigli del lupo e riportandogli prepotentemente alla mente il ricordo di quella belva che la sollevava in aria scuotendola come fosse una marionetta, una stretta al cuore lasciò subito il posto ad una rabbia incontrollabile che lo spinse ad andare a risolvere un'altra questione che era rimasta in sospeso prima di affrontare quella che vedeva come l'incarnazione delle sue paure.

I corridoi del castello erano ancora pressoché deserti mentre l'insegnante li percorreva per raggiungere il quarto piano, una volta salite tutte le scale imboccò il corridoio di sinistra fermandosi davanti alla seconda porta e la aprì senza troppi convenevoli, lo spettacolo che gli si presentò davanti era a dir poco indescrivibile: mobili rovesciati, oggetti di vario genere sparsi sul pavimento, poltrone e divani sventrati, finestre rotte; Sospirò chiudendosi la porta alle spalle prima di entrare, evitando di mettere un piede in fallo, fece pochi passi e lo vide. Il professor Lupin giaceva a terra, rannicchiato su sé stesso completamente nudo, il corpo coperto di escoriazione sulle quali il sangue si era ormai rappreso, sul fianco e sul petto gli ematomi causati dagli Stupeficium che lui stesso gli aveva scagliato contro; In quel momento si scoprì a pensare che se non lo avesse odiato probabilmente avrebbe provato pena per lui, ma lo odiava e quello era ormai un sentimento troppo radicato, perché Lupin solo per il fatto di essere lì era diventato il capro espiatorio sul quale riversare anche tutto l'odio per James, Sirius e Peter; Piton sorrise amaro pensando che per ironia della sorte Remus era sempre stato inerme davanti alle tragedie della sua vita, pur di fatto non avendo mai fatto nulla era stato incapace di ribellarsi e pagava le conseguenze per tutti. Il pozionista gli posò pesantemente un piede sul fianco livido e lo scosse con violenza: "Svegliati feccia!". Lupin si mosse dolorante prima di ricevere un calcio nello stomaco che lo fece diventare livido mentre bofonchiava alla ricerca di aria, Piton gli lanciò addosso una coperta dicendogli sprezzante: "Copriti! Non sei un bello spettacolo". Finalmente Lupin riprese a respirare regolarmente e si mise a sedere stringendosi la coperta addosso: "Cosa mi è successo?".
"La domanda esatta è: 'cos'ho combinato'" lo apostrofò rabbioso il collega:"Ti rispondo subito. Essendo un'idiota non hai seguito le mie istruzioni sulla pozione antilupo e ieri sera durante una delle tue scorribande mannare hai aggredito una studentessa, se ti senti peggio del solito è perché ho dovuto schiantarti due volte per evitare il peggio". Lupin si alzò in piedi sconvolto: "Hai fatto benissimo, grazie Severus. Ma la ragazza sta bene?".
Piton rimase spiazzato ma non lo diede a vedere: "Per fortuna le ferite non sono gravi ma avrebbe potuto andare peggio", proseguì con un ghigno malvagio: "Sei stato fortunato, per un attimo ho pensato di ucciderti e per me sarebbe stato un enorme piacere". Lupin lo guardò dritto negli occhi: "Non illuderti, sarebbe stato un piacere anche per me, una liberazione". I due uomini rimasero in silenzio per qualche minuto prima che Piton si congedasse dicendo: "Lo terrò a mente se dovesse ricapitare".

Ormai era ora di colazione ma l'insegnate non si recò in sala grande, si fece portare un caffè nero in aula mentre attendeva gli studenti. Era chino a leggere dei compiti ai quali in realtà non stava prestando la minima attenzione quando fu raggiunto dal preside che vagò un po' per l'aula osservando le ampolle prima di iniziare a parlare con apparente non curanza: "La signorina Kathryn si è svegliata, sta meglio. Ricorda vagamente quello che è accaduto perciò le ho raccontato la tua versione, è mortificata e spaventata; voleva chiedere di te ma non l'ha fatto. Cos'hai intenzione di fare?".
L'insegnante che fino a quel momento era rimasto in silenzio appoggiandosi allo schienale  della sedia disse distaccato: "Niente. Cosa dovrei fare?".
Silente si sedette di fronte a lui: "Andare da lei, parlarle. Credo che tu voglia delle risposte no?".
"Non le ritengo indispensabili" liquidò Piton.
Anche Silente si appoggiò più comodamente allo schienale della sedia: "Severus io stanotte ho pensato molto. Credo di averti chiesto tanto, troppo in questi anni prendendo senza mai farmi domande...penso che tu abbia paura di affrontare quella ragazza perché temi di scoprire chi sei davvero dietro le maschere di ex-mangiamorte, di spia, di insegnate arcigno. Io ho una vaga idea di come sia tu dietro tutte queste maschere, la signorina Kathryn invece lo sa con certezza".

 Piton si raddrizzò poggiando le  mani sulla scrivania: "Sempre che sia chi dice di essere” replicò beffardo, poi parve rattristarsi e proseguì con un tono più disteso: “Il fatto è che ho sempre pensato che se mai si arrivasse ad uno scontro con le forze oscure io non ne uscirei vivo, non ho mai pensato a un 'dopo', tutta questa situazione mi confonde anche se mi fa ben sperare di non arrivare allo scontro e di ricacciare prima le forze oscure, sempre che lei non viva in tempo di guerra o peggio in un tempo in cui sarà l'oscurità a regnare".
"Non ne abbiamo parlato ma non credo sia così. E' una ragazza molto sveglia sai? Dal quel poco che mi ha lasciato intendere vive in un luogo sereno ed è amata" sorrise.
"E si caccia nei guai! In ogni caso non saprei cosa dirle visto che in definitiva lei non può parlare e io non voglio sapere" si incupì di nuovo il pozionista.
"Ti spaventa la ragazza in s’è o hai paura di sapere che amerai un'altra donna dopo Lily Evans?"; Piton distolse lo sguardo imbarazzato ma il vecchio mago era implacabile: " Severus tu non ti senti mai solo? Io a volte si, purtroppo le cause per quanto buone e giuste non ti riscaldano il cuore. Mi piace pensare che la signorina Kathryn non sia giunta qui solo per uno sfortunato incidente, certo dobbiamo rimandarla nel suo tempo ma ora è qui non sprecare questa straordinaria opportunità, stai con lei, sarà una ventata di aria fresca per il tuo cuore".
Nonostante quelle parole Piton appariva pensieroso: "Albus tu tendi sempre a fantasticare, magari la realtà non è così rosea come immagini".
"So bene a cosa alludi ma,correggimi se sbaglio, mi sembra che la ragazza ti sia sinceramente affezionata e ti cerchi spesso, sei tu che fino a questo momento sei rimasto distaccato" tacque studiando il volto del suo interlocutore: "Severus prenditi questo tempo, non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, dai respiro al tuo cuore" concluse prima di andarsene.

Quella mattina Piton presenziò a tutte le lezioni distrattamente assegnando esercitazioni così da avere il tempo per tenere a bada i sentimenti contrastanti che gli si agitavano dentro, finalmente giunse l'ora di pranzo e mentre tutti si avviavano in sala grande lui deviò per l'infermeria.
Anche questa volta entrò senza fare rumore, sapeva che Kathryn era sola perché aveva incrociato Madama Chips che andava a pranzo, il paravento era stato rimosso e la vide subito: era seduta sul letto con le gambe a penzoloni, una camicia da notte bianca come il colore della sua pelle, i capelli neri balzavano subito all'occhio, stava giocherellando col cucchiaio affondato in una tazza presumibilmente di porridge. Il fruscio del mantello la fece voltare, appena lo vide si alzò in piedi spostando il tavolino che aveva davanti, si asciugò veloce una lacrima che le era affiorata e attese. Piton si avvicinò con passi misurati mentre si toglieva il mantello, lo ripiegò posandolo su una sedia, quando fu di fronte a Kathryn chiese con voce neutra: "Come stai? Sono venuto a riportarti questa" disse mostrandole la sua bacchetta che era andato a recuperare dopo aver lasciato l'infermeria quella notte.
La giovane strega alzò il viso rigato di lacrime e gliela prese dalle mani sforzandosi di parlare normalmente: "Grazie...mi dispiace, per tutto" poi fece un passo e con cautela lo abbracciò con l'unico braccio che poteva usare, quasi sorpresa di non essere respinta lo strinse più forte affondandogli il viso nel petto. Piton si irrigidì, non ricordava da quanto tempo qualcuno non lo abbracciava, forse sua madre quando era un ragazzino ma non ne era certo, era una sensazione strana e ancora più strano era sentire il suo cuore che batteva all'impazzata, l'ultima volta che era accaduto teneva il corpo di Lily esanime fra le braccia dopo non era  più successo perché si era spezzato...ma ora...quasi inconsapevolmente affondò una mano nei capelli setosi di Kathryn che era lì fra le sue braccia, viva e avvertì che i loro cuori battevano all'unisono, qualcosa gli urlava dentro che la ragazza non mentiva, che lei era parte di lui, che lei era parte di quel sogno che non era riuscito a distruggere con le sue azioni sconsiderate ma che si era costretto a nascondere in un angolo buio e dimenticato del suo cuore, che ora tornava prepotentemente alla luce prendendo vita, ora quel sogno era reale ed aveva perfino un nome: Kathryn.

  
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