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Autore: ONLYKORINE    15/09/2019    2 recensioni
Ginny e Ron si fanno sempre dispettucci e durante le vacanze di Natale del 1998, Ginny pensa di organizzare un grande scherzo per il fratello. Ma se questa volta lui si vendicasse?
Scritto per il concorso di Natale di FanfictionIt, buona lettura!!!
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley, Ron Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il Natale delle donne

 

 

I personaggi della saga di Harry Potter sono di proprietà dell’autrice JK Rowling e l’opera, di mia invenzione, è stata scritta senza scopo di lucro

 

 

 

Dicembre 1998

 

“Sveglia Ginny, guarda, ha nevicato!” La voce di Ron, attraverso la porta chiusa, era assordante e il suo battere il pugno contro il legno, fastidioso.

Ginny aprì un occhio alla luce del mattino. Il calore della notte l’avvolgeva ancora e lei stava così bene sotto il piumone... però... la neve!!! Immaginando già pupazzi e battaglie a suon di palle di neve, si alzò di scatto dal letto e corse alla finestra, affrontando il freddo gelido di dicembre. Sbuffò, delusa. Niente neve. Il cortile della Tana era, come al solito, marrone di fango e ghiaioso: niente neve.

“RON!!!” gridò girandosi ed andando ad aprire la porta della camera. “RON!!” gridò ancora, sul pianerottolo.

Una risatina dal piano di sotto la fece infuriare ancora di più. Scese le scale praticamente volando e si trovò in soggiorno, davanti al più giovane dei suoi fratelli e, probabilmente, il più stupido. Che rideva a crepapelle.

“Bel pigiama, Ginny” continuò a ridere lui, piegato a metà. “Harry, hai visto che bel pigiama che ha mia sorella?” disse rivolto all’amico.

Ginny vide in quel momento Harry, e sentì chiaramente le guance arrossarsi. Poi abbassò lo sguardo sul suo abbigliamento notturno. Una tutona in pile viola con stelline rosa. Effettivamente, era molto infantile, ma a Ginny piaceva perché era comoda, morbida e calda. Però di sicuro non si sarebbe fatta vedere in giro con quell’indumento addosso.

“Secondo me è carino.” Harry strizzò un occhio verso Ginny e lei gli sorrise.

Poi si rivolse a Ron: “Sei un troll!” E detto ciò, si girò e tornò su per le scale. Lentamente.

Una volta in camera si appoggiò alla porta e pensò a quanto fosse idiota suo fratello. Poi un sorriso, lentamente, le si disegnò sul viso: aveva appena avuto un’idea. Doveva scrivere a Hermione. Subito.

***

“Quindi, Ginny, devi scrivere una pergamena sulle principali tradizioni babbane sul Natale?” chiese, ancora, Hermione.

“Sì.”

Però Hermione sembrava ancora dubbiosa.

“Cos’è, non mi credi?” rise Ginny.

“No, no ti credo...” disse l’amica, poi continuò “Però io non ce l’ho come compito...”

“Pensi che io voglia fare dei compiti in più? Ti assicuro che ce ne hanno dati abbastanza.”

Hermione annuì, più convinta.

Ginny sorrise. Doveva effettivamente fare la pergamena sulle tradizioni natalizie, quello che invece non doveva fare era... “Dobbiamo anche provare una tradizione a scelta. E commentarla”. Sorrise.

Ora Hermione sembrava ancora più convinta. Annuì anche lei, mentre tirava fuori i libri dalla borsetta. Aveva portato a casa tutti i libri sulle tradizioni natalizie che aveva trovato nella biblioteca babbana di Londra. “Diamoci da fare, allora”.

Si misero alla scrivania di Ginny e passarono tutto il pomeriggio a documentarsi sul Natale.

“Hai visto? In Austria si vestono da demoni. Come a Halloween. Sono strani, gli austriaci.”

Ginny era stupita, quella tradizione non l’aveva mai sentita.

“Si chiamano Krampus. Lo fanno anche in nord Italia” ci tenne a precisare Hermione.

Ginny sapeva già quello che voleva fare, perché la tradizione che aveva scelto, la conosceva già, ma era rimasta affascinata dalle altre cose che avevano trovato. C’erano anche alcune immagini, seppur immobili, in cui si vedevano le varie tradizioni del mondo babbano. Non tutte erano assurde, ma una… “In Giappone si abbuffano di pollo fritto! Guarda, Hermione!” Ginny ora rideva, mostrando all’amica una pagina stampata. Così era quasi troppo facile.

***

Quella sera a cena, Ginny buttò la sua bomba.

“Come compito di babbanologia devo scegliere alcune tradizioni natalizie dei babbani, metterle in pratica e scriverci una pergamena di mille parole.”

Molly la guardò. “Sembra una cosa carina, tesoro”, Arthur, invece, era molto più entusiasta.

“Sarebbe fantastico! Conosco tantissime tradizioni veramente belle! Potremmo costruire una capra di legno, corde e paglia e darle fuoco in giardino. Lo fanno a Gläve, in Svezia.”

George guardò suo padre, sorridendo. “Sarebbe grandioso, papà. Potremmo aggiungere un po’ di fuochi d’artificio del Tiri Vispi e…”

Arthur scosse la testa. “Dobbiamo farlo come lo farebbero i babbani. Possiamo usare la magia per costruirlo, ma non aggiungeremo niente dall’originale. Sarà più divertente!”

George non era pienamente convinto della cosa, ma annuì.

“A me non interessa” disse Ron, calò la testa sul piatto e continuò a mangiare. Harry, al suo fianco, lo guardò un po’ pensieroso.

“Peccato. Oggi ho scoperto che in Giappone si mangia pollo fritto per tutto il 25 dicembre. Una vera e propria abbuffata.”

Ginny aveva buttato lì anche quell’informazione.

Ron alzò la testa di scatto dal piatto. “Mi prendi in giro?”

Ginny scosse la testa sorridendo. “No, no. Ti giuro che è vero”.

Il fratello guardò la madre e questa annuì. “Ti piacerebbe, caro?”

Date a Molly il modo di nutrire figli affamati e salverete il mondo. Gli occhi di Ron brillarono. Davvero. Ginny sorrise. Forse…

Molly annuì. “Posso farlo, non è un grosso problema”.

Harry sorrise e disse: “Sembra interessante”. Ginny gli sorrise di rimando.

“Ok, allora sapete cosa faremo?” Ginny prese il bicchiere e bevve un sorso d’acqua per creare un po’ di attesa. Lo riappoggiò sul tavolo ancora pieno e continuò: “Papà e George costruiranno la capra svedese. Ron e Harry mangeranno pollo fritto per Natale e io e la mamma, il sei di gennaio, festeggeremo il Natale delle donne irlandese!” Fece un cenno a Molly e questa, che si era alzata per prendere il vassoio con il secondo, annuì.

“Io e George saremo al lavoro, quel giorno, Ginny” disse Arthur.

Ron alzò la testa dal piatto e annunciò: “Io e Harry invece saremo a casa. Il corso dell’accademia inizia l’otto.” Si girò verso l’amico e rise contento. “Ci aspettano delle belle vacanze, eh, Harry?” Il moro annuì e sorrise.

“Va bene”, Ginny sventolò una mano verso il fratello, ma lui aveva ripreso a mangiare senza considerare più nessuno.

“Cosa si fa, Ginny per il Natale delle donne?”chiese Molly riempiendo il piatto a Harry che la ringraziò.

La figlia sorrise alla madre e spiegò: “Il sei di gennaio tutte le donne escono di casa per festeggiare fra di loro, senza uomini. Fanno quello che vogliono”.

Molly sorrise. “E cosa faranno gli uomini quel giorno?”

Ginny si agitò un po’ e mentre gesticolava ancora, spiegò: “Gli uomini devono…” Mentre parlava con la mano colpì il suo bicchiere che si rovesciò sul vassoio del secondo e Ron, che sedeva di fronte a lei,  scattò indietro alzando il piatto per non rovinarsi la cena. Purtroppo la panca su cui era seduto si spostò, facendo perdere l’equilibrio a Harry, che cadde per terra sul sedere. Ginny si alzò in piedi chiedendo al ragazzo se si fosse fatto male, mentre Molly aveva già tirato fuori la bacchetta per sistemare la tavola e salvare la cena.

“Calma calma” Molly fece levitare il vassoio in alto e l’acqua rovesciata sul tavolo verso il lavello, asciugò la pozza d’acqua per terra e rimise tutto sulla tavola.  “Stai bene, Harry?” Harry annuì alzandosi in piedi e risedendosi sulla panca.

Nessuno chiese più a Ginny cosa dovessero fare gli uomini nel giorno del Natale delle donne. E lei si guardò bene da dare spiegazioni.

***

24 dicembre 1998

 

La vigilia di Natale era arrivata. Molly, Ginny, Harry e Ron erano nel cortile della Tana, quello sul retro, a guardare la grande capra costruita da Arthur e George a cui si accostarono, bacchetta alla mano, per darle fuoco. Harry si avvicinò a Ginny con in mano una tazza di eggnog, di cui Molly si era innamorata quando Hermione aveva spiegato la ricetta di sua nonna e aveva deciso di prepararla in nome delle tradizioni babbane.

Ginny sorrise a Harry, che le si era avvicinato. “Hai avuto una bella idea. Tuo padre è entusiasta della capra”.

Guardarono tutti e due verso l’alto. La capra di paglia era veramente grande. Probabilmente misurava quaranta piedi d’altezza. “Se ti confesso un segreto, prometti di non dirlo a nessuno?” Ginny si era avvicinata a lui e aveva sussurrato. Harry la guardò inclinando la testa e poi disse, sorseggiando la bevanda.

“Certo.”

Ginny circondò la sua tazza con tutte e due le mani e l’avvicinò alla bocca. “Non ho avuto il coraggio di dire a papà che in verità non andrebbe bruciata la capra.”

Harry tossì. “Come?” Ginny rise. Harry pensò che fosse un suono melodioso.

“Gli svedesi danno fuoco alla capra, ma non è una tradizione. È un po’ come una sfida. La tradizione è soltanto costruire la capra.”

Il moro fece una faccia strana, prese un altro sorso di eggnog e poi alzò le spalle. “Va beh. Si stanno divertendo così tanto!”

Ginny sorrise ancora. “Vero?” disse. Prese un sorso di bevanda anche lei.

Quando la capra prese fuoco, tutti alzarono le mani e gridarono festosi. Arthur e George si sorrisero soddisfatti e il figlio alzò un braccio per far battere una mano al padre e scambiarsi il ‘cinque’. Ma quando i fuochi d’artificio del Tiri Vispi schizzarono incontrollati, da tutte le parti Molly urlò, Arthur spalancò la bocca e George iniziò a saltellare con le mani in alto puntando la bacchetta. Rideva a crepapelle. Gli altri fecero un veloce dietrofront e rientrarono in casa. Seguirono il resto del falò dalla finestra del soggiorno. George, invece continuò a saltellare intorno al fuoco. Quando tutto finì, rientrò in casa soddisfatto e Molly decise di dare il via alla cena.

 

***

 

25 dicembre 1998

Il giorno di Natale, il giorno dopo, fu il giorno più bello di quelle vacanze per Ron. Molly aveva cucinato pollo fritto (e qualcosa anche di non fritto, a dir la verità) in svariate ricette. Alle erbe, al burro, ripieno, con le verdure, con altra carne e in tantissimi altri modi. Quando arrivò la sera, Ron si sentì soddisfatto, sfamato ed estremamente appagato. Ginny, secondo lui, aveva avuto un’idea fantastica. I giapponesi erano un popolo avanti anni luce rispetto al resto del mondo. Loro sì che avevano capito come godersela. Si sedette in poltrona con i pantaloni slacciati e guardò verso il camino, contento.

***

6 gennaio 1999

“Sicura di quello che fai, giusto?” Hermione, in camera di Ginny, glielo chiese ancora.

Ginny sospirò. “Certo. Te l’ho detto. Ho tutto sotto controllo.” Hermione la guardò, ancora un po’ dubbiosa, ma annuì.

“Mamma, sei pronta? Hermione ha prenotato in quel centro di bellezza per le nove.” Ginny entrò in cucina seguita dall’amica. Molly stava preparando la colazione per tutti. Arthur e George sarebbero andati al Ministero e al Tiri Vispi, mentre Harry e Ron stavano discutendo su cosa fare in quella giornata.

“Potremmo fare un giro sulla scopa. Tiriamo due lanci con la pluffa, e magari, dopo facciamo un giro a Diagon Alley, guardiamo le novità al Negozio degli accessori di Alta qualità di Quidditch e andiamo da Fortebraccio, che dici, Harry?”

“Ah, no.” Lo interruppe Ginny. Ron e Harry si voltarono verso di lei. “Come, Ginny?”

Ginny passò una tazza di tè a Harry, che le sorrise ringraziandola e spiegò al fratello: “Oggi è il giorno del ‘Natale delle donne’. Le donne escono in gruppo da sole, con altre donne e gli uomini restano a casa a sistemare.”

“COSA?” Ron aveva spalancato occhi e bocca.

Ginny ghignò un pochino. “Sì, gli uomini che restano a casa, tolgono le decorazioni natalizie, fanno le pulizie, spolverano e tutte quelle cose lì” spiegò la ragazza sventolando una mano in aria.

“Ma… Non avevi detto che avremmo dovuto fare questo!” cercò di ribellarsi Ron.

“Sicuro? Quando abbiamo parlato di scegliere la tradizione che ci piaceva di più, io ho scelto il ‘Natale delle donne’ mentre tu hai scelto la tradizione giapponese. Papà e George avevano detto che non ci sarebbero stati e tu non hai detto che non andava bene, quindi…” Ginny alzò le spalle.

Ron guardò la sorella socchiudendo gli occhi. Capì di essere stato fregato. “Ti aiuto io” disse Harry, all’amico. Ron lo guardò riconoscente. Ma Ginny sorrise ancora.

Arthur si alzò dal tavolo della colazione e salutò gli altri per andare al lavoro. “Vedrai che ce la farete, Ron. Non preoccuparti.” E si avviò verso il camino per prendere la metropolvere.

“Harry! Che brutta faccia che hai! Sicuro di stare bene?” Hermione si era sporta verso di lui, osservandolo.

“Effettivamente hai un colorito strano, Harry.” Anche Molly si avvicinò a lui.

 Harry tossì. “In effetti, non mi sento benissimo...” Tossì ancora.

“Non è che hai la febbre, Harry?” chiese anche Ginny, avvicinandosi a lui. Gli toccò la fronte e poi si voltò verso la madre. “Mamma, sentilo anche tu, scotta”.

George salutò dicendo che faceva tardi al negozio e si avviò al lavoro anche lui.

Molly si avvicinò a Harry e gli appoggiò una mano sopra la cicatrice. “Tesoro, scotti davvero. Hai la febbre, Harry”.

Ginny si sedette vicino a lui sulla panca e chiese: “Vuoi che rimanga a casa con te?”

Harry scosse la testa. “È solo febbre, Ginny, non preoccuparti. Vai e divertiti. È il tuo giorno”.

Ginny annuì e si alzò. “Ron, assicurati che resti sul divano con una coperta e non si alzi da lì. Ha trentanove di febbre” disse al fratello, con tono severo. “E non ti azzardare a fargli fare i lavori al posto tuo!” lo minacciò con il dito e Ron sospirò, sempre più convinto di esser stato incastrato. Guardò Harry, per vedere se fingesse, ma effettivamente sembrava che stesse male davvero.

Ron guardò fuori dalla finestra, poi si alzò dalla panca velocemente, indicando il cortile “Ma c’è ancora tutta quella roba là fuori!” gridò indicando il resto del falò della capra svedese a cui avevano aggiunto legna per fare un falò con gli amici di Hogwarts per l’ultimo dell’anno.

“Sono sicura che ti inventerai qualcosa” Ginny alzò le spalle e continuò a sorridere innocentemente.

Ron si voltò verso di lei e l’accusò: “L’hai fatto apposta!”

“Per passare un giorno con mia madre e la mia miglior amica?”

Il ragazzo si innervosì ancora di più. “No! Per far pulire me!”

“Sei un po’ egocentrico eh, Ron? Vorresti che mamma rinunciasse al suo giorno fuori con noi per rimanere a casa a pulire il casino che hai fatto per la tua festa di capodanno?” Ginny era bravissima a farlo sentire in colpa.

Quando uscirono di casa, Harry era sul divano con una coperta e un termos di tè aromatizzato alla cannella e Ron fumava rabbia davanti alla porta della cucina. Ginny salutò tutti e due e suggerì al  fratello: “Ron, sai vero, la differenza fra Aguamenti e Aqua Eructo e quale dei due sia meglio per lavare il pavimento, vero?” Si smaterializzò quando Ron tirò fuori la bacchetta per colpirla.

***

Ron si passò la mano sul viso stanco. C’era acqua dappertutto. Ginny era riuscita a imbrogliarlo anche con la storia degli incantesimi. Nessuno dei due che gli aveva consigliato andava bene per pulire il pavimento. Guardò rassegnato l’acqua scorrere lungo le scale e gocciolare al piano di sotto, gradino per gradino e inzuppare il pavimento del soggiorno per continuare in cucina. Riuscì a raggiungere il salotto, dove Harry, rannicchiato sul divano, cercava di limitare i danni, ma avendo la febbre, non riusciva a concentrarsi abbastanza.

“Prova con un Finite Incantem. Io non ci riesco”. Harry tossì dopo aver parlato. Ron eseguì e l’acqua sparì.

“Grazie” Si sedette vicino al moro sul divano. “Penso che ti abbiano dato qualcosa per farti venire la febbre” disse Ron, guardando l’amico.

“L’ho immaginato anch’io”, Harry sospirò “penso che Ginny volesse vendicarsi di quando le hai detto della neve e lei è scesa in cucina in pigiama”.

Ron si girò verso di lui. “Dici?”

Harry annuì. “Forse pensa che tu non possa farcela.”

Ron si alzò di scatto dal divano. “Adesso vedrà.” Appellò pergamena penna e calamaio e si sistemò al tavolo.

“Che fai?” gli chiese Harry.

“Preparo la mia vendetta. La neve, dicevi?” Harry sorrise un po’ stranito, ma alla fine annuì.

***

Entrarono al locale giusto in tempo per una burrobirra calda. Ginny, Hermione e Molly avevano passato la giornata al centro benessere e ridevano come ragazzine spensierate. Si sedettero a uno dei tavolini e ordinarono anche i pasticcini. Quel Natale delle donne, era favoloso, pensò Ginny.

“Dovremmo farlo anche l’anno prossimo” disse la rossa mentre la cameriera appoggiava un piattino di dolci sul tavolo.

“Ma non l’abbiamo fatto per farti scrivere un compito?” chiese Hermione, scegliendo un pasticcino. Aveva immaginato che non fosse tutto vero, quello che l’amica aveva raccontato.

“Ho scritto la pergamena la settimana scorsa.”

“Aha!” Molly guardò la figlia. “Quindi non c’era bisogno di uscire oggi tutte insieme?”

Ginny era disinvolta. “Non ti è piaciuto, mamma?”

“Oh, sì, mi è piaciuto tantissimo. Stare con voi in questa giornata, è stato bello. Ma lasciare a casa Ron a fare le pulizie…”

Ginny sbuffò. “Per una volta che quel troll fa qualcosa.” Molly spalancò gli occhi scandalizzata e forse un po’ arrabbiata.

 “L’hai fatto apposta. Per fare un dispetto a Ron!” Ginny sorrise ancora. Un sorriso come quello di George.

“Hai anche fatto ammalare Harry?” chiese Hermione, non meno scandalizzata della strega più anziana.

Ginny sospirò. “Gli ho dato un nuovo preparato del Tiri Vispi. Ti viene solo la febbre, ma non veramente. Harry deve essersi ingannato da solo quando ha visto la temperatura. Dura solo poche ore. Stasera non avrà più niente”.

 Ginny guardò da sotto in su le altre. Aveva esagerato?

Un gufo entrò nel locale e si diresse verso Hermione. Lei lesse la pergamena ed esclamò: “Per Godric!”, alzandosi in piedi.

 “Che succede, cara?” chiese Molly alla ragazza.

“Harry si è fatto male!”

Ginny si alzò di scatto. “Come? Harry!” Si smaterializzò direttamente a casa, senza aspettare le altre.

Hermione si risedette, prese un altro pasticcino e sorseggiò la burrobirra. Molly la guardò. “Ma… Harry?”

La riccia sorrise. “Oh, Molly, per una volta ho assecondato Ron: Harry sta benissimo”. Molly fece una smorfia strana, ma non si alzò dal tavolo.

***

“Harry!” Ginny si smaterializzò nel soggiorno della Tana e non si accorse di quanto fosse tutto in ordine, preoccupata com’era per Harry. Tutte le decorazioni di Natale erano state tolte e tutto era stato sistemato. Non notò neanche che il pavimento fosse perfettamente pulito (e asciutto!). Gridò ancora:

“Harry!” salendo le scale. Quando passò davanti alla sua camera al terzo piano, diretta al quinto in camera di Ron, dove pensava di trovare Harry, vide una pergamena attaccata alla porta della stanza. Si fermò e la lesse.

Harry sta bene, sorellina.

Anche se non è stato carino da parte tua dargli quel preparato per fargli venire la febbre.

Siamo stati bravi lo stesso e siamo riusciti a fare tutto quello che dovevamo. Abbiamo anche sistemato la tua camera!

 

Come lesse quelle parole, Ginny capì che suo fratello aveva capito il tranello.

Aprì la porta della sua camera prima di leggere il resto. La sua stanza era freddissima. E completamente bianca. C’erano almeno due pollici di neve su ogni superficie disponibile. Due pollici! Neve sul letto, sul comodino, sul tappeto viola vicino alla scrivania. Sgranò gli occhi quando si rese conto che nella stanza stava ancora nevicando. Santo Merlino! Aveva in mano ancora la pergamena. Finì di leggere.

 

Volevi la neve? Buon Natale sorellina! 

Ron

                                                     

*** sì, l'avevo già pubblicata, ma per sbaglio l'ho cancellata invece di revisionarla e allora ho pubblicato ancora!!! :-)

   
 
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