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Autore: MusicAddicted    16/09/2019    20 recensioni
Perché a volte le cose si fanno e basta, senza un motivo preciso… no?
Questa storia partecipa all’iniziativa de ‘Il Giardino di EFP ‘Angst vs Fluff, The War’ … e io ovviamente sono per #TeamFluff. Prompt 4: Regalo inaspettato.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A tutto fluff!/A tutto prompt! (Perché a volte...)'
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Disclaimer: niente di tutto ciò mi appartiene, è tutta proprietà indiscussa di quegli straordinari angeli o demoni sotto mentite spoglie che siano di Neil Gaiman e Terry Pratchett (R.I.P. :’( )
Chiedo scusa ai due eccelsi se continuo a profanare così indegnamente le loro creature!!


jb-cover


Just because!

 
Crowley parcheggia la sua Bentley in un posto tranquillo e ben sorvegliato. Da quanto è ‘rinata’ dopo l’Apocalisse che non fu, se possibile, il demone ha ancora più cura della sua adorata macchina.
E questa è la parte più facile.
Prima di scendere, apre il cruscotto e ne estrae qualcosa.
E questa comincia a essere una parte meno semplice.
Si allontana con in mano il pacchettino, continuando a chiedersi se abbia fatto la cosa giusta.
E si sa, un demone può essere terrorizzato dal fare la cosa giusta.
Ecco perché questa comincia ad esser una parte più difficile.

A grandi falcate raggiunge la libreria di Aziraphale, ma altrettanto rapidamente se ne allontana.
Poi ritorna sui suoi passi e nuovamente cerca di dileguarsi.
Basterebbe trovare il coraggio di entrare, cercarlo e magari parlargli pure.
Ma questa sembra la parte più impossibile.

Il fatto che non ci sia nessuno nei paraggi se non altro gli dà la soddisfazione di poter parlare a sé stesso, ad alta voce.

“Oh, andiamo, stupido demone, di cosa hai paura? Entri, lo saluti, gli dai lo stupido pacchetto e te ne vai. Non eri così nervoso da quando gli hai passato il bigliettino con la richiesta dell’acqua santa… e lui lo ha gettato furibondo nel laghetto… e se ci getta pure questo? No, perché mai dovrebbe?” continua a torturarsi di domande, a formulare ipotesi più o meno pessimistiche su come possano evolversi gli eventi.

“Ricordati che tu per lui vai sempre troppo veloce; sono passati poco più di due mesi da quando non abbiamo più fazioni, senza che né dai piani bassi o alti qualcuno ci abbia più disturbato; e al di là di qualche cena nei ristoranti o qualche passeggiata al parco non è cambiato nulla. Forse è meglio se tutto resta così…”

Getta uno sguardo verso la libreria dalla quale si è allontanato per quella che ormai deve essere la quattordicesima volta nel corso di quella mattina, poi guarda il pacchettino. E poi vede un cestino dell’immondizia lì nelle vicinanze, dall’altra parte della strada. E un piano si forma nella sua mente.


Intanto, all’interno della libreria, il suo titolare mostra il più affabile dei sorrisi all’unico cliente che ha in negozio, che si mostra pienamente soddisfatto per l’acquisto appena effettuato.

“Ne abbia una gran cura, mi raccomando, quello che adesso possiede è un tesoro prezioso!” esclama, consegnando al nuovo proprietario il libro dentro a un sacchettino, assieme alla ricevuta.
“Mi creda, lo so.” si rallegra l’uomo di mezza età. “Non pensavo di riuscire a trovare una prima edizione autentica!”

- Ne avevo tre. In questo modo me ne rimangono pur sempre due, di cui una autografata dal mio caro amico Antoine e quella è off-limits. – si consola Aziraphale, mentre accompagna il cliente verso l’uscita.

Ha amato ‘Il Piccolo Principe’ sin dalle prime pagine e un po’ gli piace pensare che sia stato lui a ispirargli un po’ il protagonista, durante il periodo in cui ha avuto modo di conoscerlo.
In particolar modo adora il passaggio sulla volpe, forse perché è rossa, forse è perché è apparentemente selvatica, ma con un cuore d’oro.

- E io la mia volpe credo di averla addomesticata, più o meno seimila anni fa! – sorride fra sé e sé compiaciuto, mentre esce fino in strada per salutare il suo cliente.


“Arrivederci, torni a trovarmi quando vuole!” sventola la mano e l’uomo ricambia, incamminandosi per la sua via.
“Ma non lo faccia troppo in fretta.” aggiunge a bassa voce, prima che da lontano scorga qualcosa di piacevolmente familiare.

- Bene, bene, eccola là la mia volpe! –


Dall’altra parte della strada, Crowley ha raggiunto il cestino. Ed è pure vuoto, un motivo in più per riporre senza fatica il pacchetto e andarsene, come se nulla fosse successo.
Tuttavia, in fondo, Crowley sa che qualcosa vuol farlo succedere, ed è questo che non permette alla sua mano di lasciar la presa sul pacchetto, facendolo cadere, per quanti tentativi faccia.

- Dannazione! Quel noioso tizio imbranato al Globe Theatre nel sedicesimo secolo a confronto sembrava molto più deciso di me! – si maledice, continuando la sua lotta interiore.  

È talmente assorto che non si accorge minimamente di qualcuno che si avvicina con passi cadenzati ma silenziosi, riuscendo a sorprenderlo alle spalle.

“Buongiorno, caro!” trilla la squillante voce di Aziraphale.

L’effetto può essere solo uno: Crowley sussulta per la sorpresa, finendo per lanciare in aria il fragile pacchettino.
Un conto è abbandonarlo placido e intatto in un cestino, un altro è vederlo frantumarsi contro l’asfalto, come le sue speranze.
Grazie a un agile scatto o a un miracolo demoniaco tempestivo, Crowley riesce a recuperare il pacchetto fra le sue mani.

“E quello che cos’è?” si incuriosisce Aziraphale, attirato soprattutto dalla carta dai colori vivaci.

Evidentemente è il destino che ha deciso per il demone, che ora sa di non potersi più tirare indietro, ma forse è proprio quello che voleva.

“Facciamo così, è già abbastanza patetico quello che sto per fare, almeno non farmelo fare così, in mezzo alla strada. Andiamo alla tua libreria!” lo esorta Crowley, sforzandosi più che può per dar l’impressione di non dare peso alla cosa.
“Come vuoi tu; tanto non ho più clienti per stamattina, possiamo stare tranquilli.” gli fa strada il biondo.

Solo quando è finalmente tra quelle quattro mura che ormai considera una seconda casa, il demone si decide a recapitare quel pacchetto al suo legittimo destinatario.

“Questo è per te…” bofonchia a denti stretti, scegliendo di lasciarglielo proprio sopra lo scrittoio dove l’angelo è solito leggere i suoi libri.

Inutile dire che Aziraphale si precipita subito a vedere di cosa si tratta.

“Per me, davvero?” chiede conferma, mentre un sorrisone lo attraversa da parte a parte.
“Ho detto di sì…” risponde nervosamente Crowley, che non ama ripetersi. “Piuttosto, giuro che l’ho cercata per ogni dove, ma una carta regalo con sopra le crepes temo che non esista…” mormora, indicando quella celeste cosparsa di Macarons di svariati colori per la quale ha optato.
“È stupenda anche questa. Crowley, io non ho parole, solo che non capisco perché…”

“Perché sì!” lo interrompe un po’ brusco il demone. “Dài, aprilo!” lo esorta.

E così fa Aziraphale, stando molto attento a non strappare la carta, la libera da ogni pezzetto di scotch, applicato in modo grossolano, estendendola in tutta la sua interezza e conservandola con cura.
E se queste sono le attenzioni che rivolge alla sola carta, figurarsi a quello che essa cela.
E’ una scatola blu chiaro, con la scritta ‘Kindle’ e la raffigurazione di qualcosa che ben non comprende. Sollevandola, si accorge che è piuttosto leggera. La apre e all’interno ci trova un dispositivo che occupa ancora meno spazio di quanto non facesse la confezione. È bianco, di forma rettangolare, con una superficie un po’ ruvida ed è molto sottile.

Aziraphale stringe quel dono a sé, voltandosi verso Crowley, con gli occhi ricolmi di meraviglia.
È una visione che scioglie il demone, felice di essersi tenuto su gli occhiali per mantenere un’aria da duro. Si siede anche su una delle poltrone, ma solo per evitare che le gambe gli cedano.

“Oh, Crowley, grazie. È davvero bellissimo!” cinguetta felice.
“Ma almeno lo hai capito cos’è?”

Dopo la domanda di Crowley cala un silenzio imbarazzante, che spezza solo la risatina un po’ nervosa dell’angelo.

“Ehmm, no, ma lo adoro comunque, davvero!” assicura, raggiungendo nuovi apici di tenerezza inaudita, anche per quel demone che lo conosce da sempre. “Solo che, davvero non capisco… non è il mio compleanno… non che ne abbia uno. Andiamo, vecchio mio, converrai con me che non sarebbe piacevole festeggiare qualcosa a quattro cifre, se non cinque, altre apocalissi permettendo…” prosegue e Crowley concorda facendo un’espressone contrariata, con un piccolo ringhio.
“Non siamo nemmeno lontanamente vicini a Natale…” osserva il biondo e il rosso scuote vigorosamente la testa in risposta.
“Né, tantomeno è san Valentino…”

Cala un silenzio ancora più imbarazzante del precedente.

- Che...che c’entra ora San Valentino? Che abbia capito qualcosa? – si agita Crowley, cominciando a sudar freddo.

Dal canto suo Aziraphale vorrebbe mordersi la lingua.

- Stupido angelo che parli senza pensare! Di tutte le festività come ti viene in mente proprio questa? – si rimprovera, sentendo anche lui l’esigenza di sedersi, ma sulla poltroncina opposta a quella della sua nemesi.

“O qualsiasi altra festa, per dire!” cerca di salvare le apparenze il biondo, col rosso che gli dà corda con un “Giaaaà…” un po’ troppo affrettato.

Sia Aziraphale, sia Crowley potrebbero detenere un primato universale nel negare l’evidenza.

“E quindi, perché questo regalo?” insiste il biondo.
“Perché sì! E se non la pianti con questa maledetta inquisizione giuro che farò diventare questo giorno la Giornata Mondiale degli Angeli ficcanaso; almeno avrai la sssstupida ricorrenza per ricevere il tuo ssssstupido regalo!” sbotta Crowley, sibilando il suo nervosismo.

- Perché vuoi sempre trovare una spiegazione a tutto, angelo?-

“Come ti ho appena detto, l’ho fatto... perché sì! Perché deve esserci a tutti i costi un motivo particolare? Vuole solo essere un regalino alla ‘Hey, che figata, abbiamo evitato l’Apocalisse, visto che i negozi esistono ancora, fammi approfittare!’” fa spallucce il rosso, alzandosi per dar sfogo alla sua adrenalina.

“Oh, allora arriva da un negozio vero?” si stupisce Aziraphale.
“Sì, come la carta regalo per la quale ho girato almeno ventotto cartolerie! Non c’è niente di miracolato, per una volta. Mi andava di fare le cose in stile umano.” spiega, cominciando a gironzolare attorno a quel tappeto circolare dove qualche settimana prima Aziraphale ha evocato Metatron e la cocente delusione che il vice di Dio ha recato con sé.

Ma quello è stato prima che Aziraphale capisse che l’unica fazione di cui vale la pena fare parte è quella di lui e Crowley insieme, contro tutti, se necessario.

“Anzi, io nemmeno avevo intenzione di farlo! Me ne passeggiavo tranquillo per Carnaby, quando ho visto che c’era una promozione all’Amazon Store e non puoi capire… so una cosina o due sulla tentazione, ma queste promoter erano di un’insistenza che credo che i corsi di formazione li seguano direttamente all’Inferno!” fa una pausa Crowley per ridere alla sua stessa battuta, mentre Aziraphale continua a osservarlo senza capire, travolto dall’ondata di parole che gli stanno arrivando. “Insomma, quasi senza che me ne accorgessi mi sono ritrovato dentro a questo negozio, bombardato da tutte queste ultime novità tecnologiche, quando uno di quei malefici commessi mi si è avvicinato dicendo: ‘Chiunque ami leggere non potrà fare a meno di questo’!” giunge alla conclusione della sua storia.

“Oh, e hai pensato proprio a me, che caro!” lo guarda quasi commosso Aziraphale, continuando a stringersi quel regalo al petto.

- Io penso solo a te, possibile che non lo capisci, idiota di un angelo?- tamburella le dita nervosamente Crowley, sopra uno dei libri impilati sui tavolini circolari.

“E comunque, ti risolvo io l’enigma, angelo: è un e-book reader.”

Il biondo reclina un po’ la testa, guardandolo con un’espressione assai confusa.

“Temo di saperne quanto prima, caro.” risponde desolato, prima di rifletterci meglio. “Ho colto solo ‘libro’ e ‘lettore’ … oh, aspetta, ho capito!” si illumina tutto d’un tratto “È una lente che devo mettere sul libro che leggo, così non mi affatico la vista. Che caro che sei!” e dicendolo, l’angelo fa una prova proprio sul libro su cui tamburellava Crowley.

Gli applica l’e-book reader sopra ma – ovviamente – non succede niente. Prova anche a rivoltarlo, a girarlo da ogni lato. “Solo che ancora devo capire come fare…” borbotta, tutto concentrato, prima che lo distragga la risata genuina di Crowley.

“Per Satana! Sei talmente buffo che potrei osservarti tutto il giorno!” commenta fra le risate, prima di raggiungere la poltrona di pelle marrone, quella vicino alla scacchiera, un po’ più grande rispetto alle altre, sufficiente per ospitarli entrambi.

 “Vieni qui, angelo, te lo spiego io come funziona e tutto quello che ci puoi fare.”

L’angelo si rende conto di quanto quella vicinanza sia promiscua, ma la sua curiosità è più forte e si lascia scivolare con nonchalance sulla poltrona, toccando la coscia destra di Crowley, che gli fa più spazio, facendo ciondolare la gamba sinistra dal bracciolo.

“Intanto lo devi accendere, così.” comincia la spiegazione, premendo un piccolo ma fondamentale tasto, che fa illuminare tutto il dispositivo, che quasi come per magia comincia a svelare tutte le sue funzioni.
“Però avevi ragione sul fatto che non volevo che ti affaticassi la vista. Su questo dispositivo la luce viene riflessa, quindi è meno aggressiva di quella che potrebbe arrivare da un PC, ma decisamente un po’ più funzionale delle vecchie lampade che tieni accese fino a notte fonda, quando ti addentri nella lettura.” continua il rosso, mostrandogli i comandi per ogni cosa.

“Ma... tu che ne sai di me che leggo fino a notte fonda?” lo guarda sbalordito il biondo.

Crowley si toglie gli occhiali di proposito per fargli un occhiolino.

“Mi piace immaginarti così, angelo!”

Inutile dire che Aziraphale arrossisce all’istante.

“E comunque le mie lampade non sono vecchie, ma vintage!” si impunta, anche per sviare argomento.
“Guarda, ti sono già grato che non abbiano una fantasia tartan!” sbuffa l’altro, prima di proseguire la lezione.

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All’incirca dopo un’ora e mezza, Aziraphale ha acquisito ogni tipo di nozione su quel dispositivo.
E i due sono ancora a stretto contatto l’uno dell’altro, su quella poltrona.

“Non avrei mai pensato che gli umani si potessero inventare una diavoleria simile… senza offesa eh!” si affretta a precisare Aziraphale.
“Nessuna offesa!” ridacchia il rosso. “Più che altro, sì, lo so che starai pensando ‘ma questo coso freddo e rigido non può certo essere paragonato alle pagine di un libro, al loro profumo, alla consistenza blah blah blah…'” brontola.
“Tranne il blah, blah blah finale, sì… la penso esattamente così!” borbotta il biondo.

“Ma il punto è che nessuno vuol competere coi tuoi stupidi libri antichi e polverosi. Questo ti serve per avventurarti alla scoperta di nuovi libri… in questo secolo ci stanno dando parecchio dentro lo sai? Dai gialli, ai fantasy a quelle cose iper romantiche e sdolcinate che di certo apprezzerai tu!” commenta Crowley, con una faccia schifata.
“Eh già, lo vedo…” sorride intrigato Aziraphale, scorrendo fra gli elenchi delle novità o i best seller proposti o le offerte gratuite del mese.

“Non ci credo… ci sono pure e-book gratis! Capisci quant’è gentile quella gente di Amazon? Mi beano del piacere di una lettura e non si aspettano nemmeno che io li paghi per questo!” continua a fare le sue scoperte l’angelo, sempre più appassionato.

“Io più che altro la vedo così. Puoi portarti appresso anche migliaia di libri da leggere con un peso irrisorio di cui farti carico. E non c’entra nessun miracolo… è proprio questo affarino qui!” gli riassume Crowley, indicandogli l’e-book reader.

“Già, davvero incredibile!” approva l’altro.
“L’ideale da portarti a un picnic… quello che mi hai promesso dal 1967…” si gioca la sua carta Crowley, rievocando ricordi dolorosi di una serata che non ha più dimenticato.

E da come lo sta guardando, pare che non l’abbia dimenticato nemmeno Aziraphale.

“Oh, davvero non l’abbiamo più fatto?” domanda esitante, mordendosi il labbro inferiore nervosamente.
“Se sei uscito a fare un picnic con un demone, ti assicuro che quello non ero io!” ribatte Crowley, geloso al solo pensiero.
“Non potrei mai, per me esisti solo tu.” si lascia andare a quella confessione il biondo.

“Vado ancora troppo veloce, angelo? Hai idea delle paranoie che mi son fatto anche solo per darti questo stupidissimo regalo? Temevo di rovinare tutto, un’altra volta, temevo che tu…”

Aziraphale pone fine a tutte le paure del suo demone, posandogli un dito sulle labbra, per zittirlo e avvolgendolo dentro un abbraccio impulsivo.

“Shh, non dire più niente, caro. Questa velocità va benissimo. Tu non hai idea di quanto adori il regalo che mi hai fatto, di quanto mi ha reso felice… di quanto io… io ti amo!”

Aziraphale sussulta non appena si rende conto di ciò che ha appena detto e Crowley lo scosta da sé, ma solo per poterlo fissare negli occhi.
Giallo intenso che si specchia in un celeste pastello.
Crowley lo sta guardando con lo stesso stupore malcelato di oltre seimila anni prima, quando il biondo gli aveva confessato di aver donato la sua spada infuocata, con l’intenzione di far la cosa giusta.

“Tu…” mormora il demone.
“Io… stavo solo leggendo un titolo dei libri negli elenchi ad alta voce!” corre ai ripari l’angelo, sventolandogli il lettore e-book davanti agli occhi e ricorrendo a un piccolo miracolo angelico che possa fargli apparire per tempo un titolo che sia in grado di cavarlo fuori dai guai. “Vedi? ‘P.S. I love you’, ha l’aria di essere una storia strappalacrime struggente che non vedo l’ora di leggere e…”

Crowley lo guarda sorridendo, perché il suo angelo può ricorrere a tutte le scuse che vuole, ma in quel rossore in volto e in quei pezzi di cielo limpido che non sanno mentire lui ci ha già letto una verità ben più grande.

Per questo non perde tempo e lo tira a sé, anche a rischio di sbilanciarsi sul bracciolo della poltrona. La bocca demoniaca si posa su quella angelica, con l’intento di dare quel bacio che aspetta di dargli più o meno da quando si è mostrato a lui sulle mura dell’Eden.
Aziraphale nemmeno ci prova a tirarsi indietro, forse perché aspettava di riceverlo dalla medesima eternità.
Le labbra si dischiudono, le lingue iniziano a battagliare con entusiasmo, intrecciate in una danza che potrebbe non aver mai fine.
Con una mano, Crowley gli fa i grattini dietro la nuca, risalendo con le dita sui capelli così morbidi, mentre con l’altra giocherella col suo papillon di tartan.
Aziraphale invece lo tira più a sé, utilizzando i lacci del suo cravattino come se fossero delle redini.

Potrebbero essere passati solo pochi minuti o potrebbero essersi susseguite tutte e quattro le stagioni fuori da quella libreria… e loro non noterebbero la differenza.

Il primo a separarsi è Aziraphale, forse perché si sente bruciare le labbra, gonfie di baci o forse per la sua poca esperienza, se comparata a quella del compagno.
“Mi hai baciato… perché sì?” si diverte a provocarlo un po’, con un sorrisetto divertito, mentre affonda le mani in quel ciuffo rosso fuoco che sembra sfidare ogni legge di gravità.

“No, angelo, ti ho baciato perché … ti amo anch’io. E io non sto facendo finta di leggere nessun titolo di libro!” mormora a un soffio dalle sue labbra Crowley, prima di scostarlo da sé, quanto basta per alzarsi dalla poltrona, inforcarsi gli occhiali e andarsene soddisfatto, con un risultato che ha decisamente superato le sue aspettative.

- Se serve a farmi baciare così da te, ti farò un regalo ogni giorno, angelo! – medita tornando dalla sua Bentley, mentre si passa il pollice sulle labbra che sanno ancora così tanto del suo angelo.

Perché ora ha la conferma definitiva che sia davvero suo.
 

Sedotto e abbandonato, eppure immensamente felice, un angelo se ne sta semisdraiato sulla poltrona della sua libreria, con la testa che gli gira ancora per tutte le forti emozioni e il sapore delle labbra e della lingua del suo demone ancora così prepotente nella sua bocca.

Tuttavia, si ricorda di avere ancora sul grembo il prezioso regalo di Crowley. Lo prende e comincia a scorrere freneticamente fra i titoli.

- Chissà se lo trovo un manuale del tipo ‘Come organizzare un primo appuntamento perfetto con il demone che ami da seimila anni'! -

FINE

Buonasera… ok, più che sera ormai è notte fonda!
Ormai questa cosa mi sta sfuggendo di mano ^^’


Qualche nota:

- Mi piaceva un sacco l’associazione del Piccolo Principe: se ci pensate, Azi è Principato, biondo e dolcioso come e quanto lui … e anche se quell’altro è serpente ce lo vedo molto anche volpe ;)
- Quello splendore di ‘Good Omens’ è in onda su Amazon Prime, va da sé che il negozio dovesse essere quello, troppo autoreferenziale dite? XDD

- Okay, forse quell’ ‘io ti amo’ stona perché in inglese sarebbe stato tutto più fluido resta sempre ‘I love you’ , ma Azi che in una fanfic italiana si metteva a dirlo in Inglese risultava ancora meno naturale… quindi… passatemelo, please ^^’
- Spero non risultino troppo OOC i personaggi, stavolta li ho travolti in un’ondata di fluff eccessivo, prendetevela con il prompt ^^’

Scherzi a parte, spero vi sia piaciuta e se vorrete lasciarmi un parere (non per forza positivo, e poi le critiche aiutano a migliorarsi) mi farete felicissima
Questa cosa potrebbe avere un seguito (in effetti Cro è sempre in attesa di un picnic…) oppure no, dipende se riesco a prendere in consegna un altro prompt (forse più di uno ^^’, ho una guerra da far vincere al mio team!XD) e concluderlo entro i tempi stabiliti ;)

Alla prossima (per lo più potrebbero arrivare aggiornamenti di RBR, ma molto più probabilmente della fanfic a 4mani con Loka98 (tesoraaaa, quanto ti adoro e grazie che sopporti i miei scleri!! <3 ))

‘notte a tutte/i




 
   
 
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