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Autore: __Talia__    16/09/2019    22 recensioni
Isabella era una ragazzina sciocca ed innocente la prima volta che aveva visto Dean Winchester, e lui aveva sperato di trovare un angolo di normalità con lei.
Sono passati 3 anni; Isabella è stata costretta a crescere e Dean ha capito che le distrazioni non sono più concesse. Eppure la prima volta che si sono visti vecchi sentimenti e nuovi rancori hanno invaso le anime del due ex amanti, che non sono più gli stessi. Dopotutto Isabella era cambiata, ora inseguiva una vendetta che l'avrebbe, forse, portata alla distruzione mentre Dean aveva superato troppo dolore ed orrori indicibili per pensare che ci possa essere un lieto fine alla sua vita.
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Dean

 

<< Dovresti chiederle scusa, lei veramente vuole collaborare, probabilmente ha capito di aver esagerato ieri >> disse Sam mentre sfogliava ancora una volta il diario di loro padre. Dean aveva visto Sam ed Isabella allontanarsi e li aveva trovati nella hall del vecchio motel a parlottare, una birra davanti a loro. I due sembravano quasi vecchi amici e ciò gli dava fastidio. Il biondo li aveva osservati a lungo e poi era salito in camera, ignorando suo fratello quando era salito. Si sentiva quasi tradito da lui; solamente quella mattina gli aveva detto ciò che era successo, gli aveva rivelato ciò che c'era stato tra lui ed Isabella e qualche ora dopo lo trovava al bar insieme a lei... Grugnì, continuando a pulire le pistole davanti a sè, premendo il panno con forza sulla canna.
<< Posso capire perchè sei sempre tornato da lei >> continuò Sam e Dean notò che non aveva neanche alzato gli occhi dal diario. Sembrava quasi che lo stesse spingendo a fare qualcosa.
<< è affascinante, misteriosa, forte, determinata, decisa, gentile e dolce...completamente il contrario di ciò che sei tu >> mormorò il più piccolo dei fratelli facendolo spazientire. Sbattè la pistola con stizza sul tavolo e lanciò via il panno, sedendosi stancamente sulla poltrona scricchiolante
<< Posso sapere cosa hai mente Sammy? >> domandò, guardando le spalle magre e larghe del fratello alzarsi in un segno di noncuranza, cosa che lo fece uscire fuori di testa. Non si dissero più niente, Dean prese le chiavi della stanza ed uscì, dirigendosi verso la camera di Isabella. Doveva sembrare un idiota, doveva essere un idiota ad ascoltare suo fratello. Bussò alla porta, notando che i cardini quasi si stavano spezzando...non era neanche sicura quella stanza, qualcuno avrebbe benissimo potuto sfondarla e non voleva neanche immaginare cosa la gente avrebbe potuto farle, così bella e delicata. Aspettò qualche secondo prima di vedere due grandi occhi verdi scrutarlo dalla porta socchiusa e dovette aspettare qualche altro secondo prima di vedere Isabella che lo guardava con sguardo interrogativo.
<< Cosa ci fai qua? >> domandò lei rimanendo sulla soglia della camera, i lunghi capelli lucidi le ricadevano fin sotto il seno, il volto era stanco e pallido ed indossava una canotta a spalline sottili che lasciavano scoperte le spalle ossute e i bicipiti leggermente muscolosi mentre gli avambracci avevano vistose fasciature macchiate di rosso.
<< Disturbo? >> domandò di rimando lui guardando dentro la camera notando che tutto sembrava buttato all'aria. Isabella non disse nulla, semplicemente si spostò dall'uscio e lo lasciò entrare. Dean subito si guardò intorno notando che la ragazza aveva acceso la stufa per riscaldare l'ambiente. Strana scelta visto che non faceva affatto freddo.
<< No >> rispose lei andando verso il minibar prendendo una bottiglia di birra, porgendogliela con un mezzo sorriso. Sembrava più calma rispetto alle volte precedenti, anche se poteva capire benissimo che la metteva a disagio averlo così vicino ed essere soli nella stessa stanza. La conosceva troppo bene ormai. Poteva ormai leggere i movimenti del suo corpo, dando una motivazione.
<< Ti ha mandato Sam? >> domandò lei, la voce sicura di chi sapeva già la risposta. Dean annuì lentamente, bevendo un sorso di birra. Suo fratello non gli aveva detto esplicitamente di andare a parlare con Isabella, ma Dean sapeva quando Sam cercava di dargli consigli e, se lo faceva, solitamente c'era un buon motivo. Il maggiore dei Winchester si soffermò a lungo su Isabella; se lei non fosse stata importante a quest'ora le sarebbe saltata addosso, dicendole di stare zitta, e avrebbero finito per andare a letto insieme. Perchè sapeva perfettamente che entrambe lo volevano, era così chiaro e cristallino, i loro corpi continuavano ad avvicinarsi, a cercarsi. Ed invece era lì per parlare, una cosa che non gli veniva molto bene. Era Sammy il diplomatico, era lui quello bravo con le parole.
<< Volevo scusarmi per quello che ho detto prima, a volte non penso prima di parlare >> continuò, guardando attentamente Isabella che sembrava molto stanca e, sopratutto, sofferente. Il suo viso era pallido e leggermente sudato, gli occhi erano lucidi e pesanti, le fasciature là dove il licantropo l'aveva ferita erano bagnate di sangue fresco. Nuovamente.
<< Sappiamo che non sei qui per questo, ci conosciamo fin troppo bene >> sussurrò lei, lasciandosi andare sul letto. Fragile. Quello era l'aggettivo che più identificava Isabella e lei avrebbe potuto far di tutto per cercare di nascondere quella fragilità e poteva anche riuscire a nasconderla a Sam, ma non poteva tenerla nascosta a lui.
<< Sei stata molto chiara ieri, mi sembra >> constatò lui guardandola da sotto le ciglia chiare notando che lei si stava guardando le mani, andando a sfiorarsi i polpastrelli. Qualcosa non andava.
<< Eppure sei qui >> rispose lei con un accenno di sorriso sul volto alzando nuovamente lo sguardo verso di lui, stendendolo. Suo padre gli aveva chiesto se lei era per caso una strega e l'avesse stregato. L'aveva fatto, ma non era una strega. La osservò ancora, rimanendo in silenzio assoluto per non spezzare quella specie di pace, di tregua, che si era instaurata tra di loro.
<< Stai bene? >> domandò notando gli asciugamani gettati a terra, sporchi di sangue e quasi zuppi.
<< Perdo solo sangue,quel mannaro ha fatto un bel lavoro >> rispose lei portandosi le braccia al petto, improvvisamente sulla difensiva. Dean si bloccò immediatamente, non volendo tirare troppo la corda. Ogni volta che lui si protraeva verso Isabella, lei si ritraeva. La guardò e notò che era solamente una ragazzina, senza più nessuno, completamente sola e gettata in un mondo pericoloso. Lui e Sam avevano avuto la guida di loro padre e dei suoi amici, avevano avuto il suo diario e l'avevano osservato per anni, imparando trucchi e vivendo sempre a contatto col pericolo mentre Isabella...lei aveva vissuto in una cittadina sperduta nel Montana dove la cosa più pericolosa che poteva succedere era venire investito dal vecchietto col pick up. Lei era sola, lui aveva Sam.
<< Fammi vedere >> sussurrò gentilmente lui sedendosi di fianco a lei sfiorandole la pelle chiara delicatamente e fu felice di vedere che lei si lasciò guidare senza controbattere. Il biondo cominciò a slegare le bende che ormai erano da buttare, rivelando quattro vistosi buchi su ciascun braccio là dove il licantropo l'aveva bloccata al terreno e quelle ferite continuavano a sanguinare lentamente, goccia dopo goccia, mentre l'intero avambraccio era rosso e gonfio, completamente infiammato.
<< Sì...so cosa devo fare, ma non posso permettermi di perdere troppo sangue, non ne ho abbastanza, non mi si rigenera abbastanza velocemente >> rispose lei cominciando a tamponare nuovamente le ferite prima di prendere delle garze e bende nuove dal suo zaino.
<< Dovresti cauterizzarle >> mormorò lui allungandole un pugnale in acciaio di Damasco, il suo preferito. La giovane annuì distrattamente e prese l'accendino, cominciando a surriscaldare la lama che lentamente diventò bollente e poi la premette contro le singole ferite, trattenendo un urlo a stento. Subito nell'aria cominciò a sentirsi odore di carne bruciata e Dean rimase incredulo dalla forza che lei dimostrò; non disse niente, non si lamentò e quando finì gli porse il pugnale con gli occhi un poco lucidi ed una espressione dolorante sul volto. La aiutò a spalmarsi una pomata contro le ustioni e fasciarsi nuovamente le braccia, vedendola sudare freddo ad ogni movimento.
<< Ora ti lascio risposare, domani ci troviamo alla hall? >> domandò lui, aprendo la porta, chiudendola dietro di sé solamente quando vide la giovane annuire in un gesto stanco. Tornò in camera trovando Sammy ancora sveglio, un sorriso timido sul volto. Non lo calcolò neanche e si infilò a letto, pensando che forse non tutto era perduto.

 

Il risveglio fu a dir poco traumatico, sopratutto perchè aveva dormito decisamente male, il sonno continuamente interrotto da incubi, da una finestra macchiata di sangue ed una figura femminile e giovane che veniva trascinata via nell'oscurità. Aveva sognato tutto, eppure perchè sembrava tutto così vivo e vero?
<< Non hai sentito nessuno urlare sta notte? >> domandò Dean al fratello mentre scendevano le scale lentamente, ancora addormentati. Sam non disse niente, fece di no con la testa e poi si lasciò andare ad un lungo sbadiglio. Doveva averlo sognato, eppure sembrava così reale...Arrivarono alla hall e trovarono Isabella già sveglia e pronta, i lunghi capelli erano legati in una alta coda di cavallo che le spazzolava dolcemente la schiena, il volto era contratto ed era ancora più pallida del solito, le fasciature alle braccia si vedevano da sotto la maglia a maniche lunghe e la giacca di pelle.
<< Ciao Isa >> disse Sam, sorridendole cordiale mentre lei salutava i due ragazzi con un gesto della mano distratto mentre con l'altra si portava alle labbra una grossa tazza piena di fumante caffè nero. Lei adorava il caffè amaro e lungo, se lo ricordava.
<< Novità? >> domandò Dean, sedendosi di fronte a lei che però neanche alzò gli occhi dal giornale, immersa in una lettura che, a quanto pare, era decisamente più importante.
<< Sì a dir la verità >> rispose lei dopo qualche secondo, poggiando il giornale sul tavolo, indicando con l'indice un articolo.
<< é stata trovata un'altra testa, di un ragazzo, venticinque anni, giovane, intelligente e bello. Era arrivato ieri al campeggio, ieri sera è stato visto fare una festa insieme a delle ragazze e sta mattina di lui è rimasta solo la testa >> disse lei finendo il suo caffè in un lungo sorso, poggiando la tazza sul tavolo in maniera sgraziata.
<< Sempre detto che le donne ci uccideranno tutti >> bofonchiò Dean leggendo con attenzione l'articolo, tentando probabilmente di suscitare risate che, però, non ci furono. Dean allungò il giornale verso Sam, in modo tale che anche lui potesse leggere l'articolo che la giovane aveva trovato quella mattina.
<< è il quarto ragazzo che fa questa fine...mai ragazze, mai anziani o bambini...tutti ragazzi giovani, ma provenienti dalle parti più disparate del paese, non c'è nessuno schema >> disse Sam, la voce ancora assonnata e un poco impastata.
<< A dir la verità c'è uno schema. Il gruppo di ragazze collegiali che alloggia lì da due settimane. Gli attacchi sono iniziati tre giorni dopo il loro arrivo >> disse Isabella con un sorriso leggermente contento stampato sul volto. Come era possibile che lei fosse riuscita a tessere le fila di questo intricato piano? Isabella? Lei che cacciava da quanto? Tre anni? No, sicuramente meno.
<< Gli Each Uisge assumono spesso la forma di cavalli neri, ma non tutti sanno che possono prendere anche la forma di ragazze o ragazzi di bell'aspetto che ti trascinano lentamente verso il fondo dell'acqua e poi, semplicemente, ti mangiano. Hanno una preferenza verso giovani single in quanto la loro parte del corpo preferita è il cuore, ed un cuore privo di sentimenti è più appetitoso a quanto pare >> continuò la mora, la voce convinta e sicura mentre sembrava cercare qualcosa dentro il suo zaino nero e sgualcito. Dean scosse subito la testa; tutto quello era semplicemente assurdo. Quegli esseri non esistevano, loro non li avevano mai trovati e non erano neanche mai stati riportati dentro il libro di loro padre. Erano mostri che non esistevano.
<< Quegli esseri non esistono Isabella...>> sospirò lui guardandola attentamente negli occhi notando improvvisamente che l'aveva ferita. Isabella si era rabbuiata ed aveva cominciato a stringersi in sé stessa, le spalle che puntavano verso il centro del corpo, le dita che continuavano ad intrecciarsi tra loro, nervose.
<< Sì che esistono...sono stati riportati un sacco di casi in Scozia ed in Scandinavia...>> sussurrò lei venendo però interrotta dalla voce decisa e perentoria del biondo che quasi la fece tremare
<< Esatto, Scozia. Qui siamo in America >> tagliò corto lui prima di alzarsi ed andarsene, uscendo dal motel per dirigersi verso l'Impala. Voleva chiudere quel caso, far vedere che aveva ragione una volta per tutte. Voleva lasciarsi indietro lei e ciò che significava.
<< Perchè ti comporti così con lei? Dannazione Dean non ha detto niente di che! >> disse Sam, raggiungendolo in poche lunghe falcate. Pure suo fratello si doveva mettere? Eppure aveva pensato che Sam fosse un ragazzo intelligente e sveglio, ma a quanto pare era bastato il bel faccino di Isabella per farlo rincoglionire.
<< Da quanto tempo facciamo questo lavoro Sam? E quante volte abbiamo sentito parlare di quelle...cose? Mai! Nè sentito parlare né letto...Isabella pensa di poter essere una cacciatrice, ma lo fa solamente per farmi un fottutissimo torto! Non è in grado di farlo e mai lo sarà, smettila di andarle dietro come un cagnolino e di alimentare le sue speranze! Siamo noi i cacciatori, lei spera solamente di non rimanere uccisa! Fa questo perchè le avevo detto chiaramente che non avrebbe potuto farlo! Smettila di pensare col cervello inferiore e comincia a ragionare con la testa >> urlò Dean, quasi ormai al limite. Finchè era Isabella ad essere convinta della presenza di quelle strane creature gli poteva andare ancora bene, ma non Sam, non lui che cacciava da quando era bambino!
Stava per aggiungere altro quando notò la figura dietro Sam, il corpo mingherlino che tremava per il freddo, le labbra leggermente socchiuse e i pugni chiusi. In quel momento si rese conto di ciò che aveva detto, si rese conto di ciò che aveva vomitato fuori e di quanto fosse stato cattivo nei confronti della ragazza. Non si meritava quelle parole. La mora non fece altro che annuire debolmente mentre si mordeva con rabbia il labbro inferiore, forse cercò anche di parlare, ma Dean non riuscì a sentire nulla e rimase impalato mentre la vedeva dirigersi dalla parte opposta di dove erano loro, le chiavi della macchina in mano.
<< No aspetta...>> disse Sam cominciando a correrle incontro, arrivando però troppo tardi. La vecchia Ford con uno sbuffo partì e si allontanò velocemente dal parcheggio, lasciandoli improvvisamente soli.
<< Sei un idiota Dean! Che motivo c'era per metterla sul personale eh? Ricordati che ti ha aspettato per cinque anni mentre te eri in giro per l'America, a spassartela! Puoi aver ingannato lei, ma non puoi mentire a me Dean! Non sappiamo neanche perchè è diventata cacciatrice! >> disse il fratello strappandogli le chiavi dalla mano prima di gettarsi in auto, sbattendo la portiera. No, non lo sapeva e, forse, neanche gli importava perchè Isabella era troppo pura per fare quel lavoro e quel lavoro l'avrebbe rovinata. Quel lavoro gli avrebbe portato via anche lei, ancora una volta.
<< Andiamo >> sussurrò entrando in macchina, non guardando mai verso suo fratello.

 

Arrivarono al campeggio trovando la macchina di Isabella parcheggiata in mezzo a due grossi pick up. Sperava di non incrociarla, di non vederla, perchè altrimenti si sarebbe sentito terribilmente in imbarazzo. Era stato cattivo con lei, aveva sputato fuori parole che sicuramente l'avevano ferita nel profondo perchè erano parole che volevano ferire, volevano colpirla.
<< Andiamo a sentire il gruppo di ragazze >> disse, camminando con le mani in tasca, lo sguardo basso. Il lago era increspato quel giorno, grigio e irrequieto.
<< Sono lì >> disse il fratello, andando verso la casetta dove le ragazze sembravano star facendo baldoria; si sentiva una musica alta e rimbombante. Si divertivano, dannazione se si divertivano! Mentre lui e Sammy erano lì, uno incazzato con l'altro, i musi lunghi e gli occhi bassi. Da quanto tempo non si divertivano? Troppo, e da quando aveva rivisto Isabella tutto sembrava andare a rotoli. La situazione tra lui e Sammy era già tesa da diverso tempo, da quando era andato all'Inferno tutto era cambiato; Sam si sentiva in colpa e Dean aveva passato orrori talmente indicibili che ancora si portava dietro le cicatrici. Avevano superato l'Apocalisse, avevano, avevano superato il problema dell'anima persa di Sam...ed ora c'era qualcosa di incredibilmente normale a dividerli.
<< Vai tu a parlarci, io non ho voglia di sentirti dire qualcosa di idiota solo per far colpo>> disse Sam, allontanandosi da lui, lasciandolo da solo a vedersela con quel gruppo di ragazze...non che Dean avesse problemi anzi, era da un po' di tempo che non affrontava un gruppo così nutrito di sesso femminile e non vedeva l'ora.
Rimase con loro per tutto il pomeriggio scambiando battute e numeri di telefono, flirtando con molte di loro sentendosi nuovamente irresistibile, sentendosi nuovamente sulla piazza, sentendosi nuovamente desiderato. Le ragazze gli erano sembrate normalissime ragazze in cerca di divertimento e di svago dopo una sessione di esami interminabili e nessuna di loro gli era sembrata posseduta da demoni o fantasmi, nessuna di loro gli era sembrata strana o con strani comportamenti.
<< Ci vediamo sta sera? Facciamo un'altra festa, anche più movimentata di questa...con meno vestiti >> sussurrò Coleen, una ragazza bionda di venticinque anni dalle labbra carnose e i profondi occhi nocciola e il biondo si era ricordato di aver sorriso in maniera idiota ed aver accettato, lasciandosi baciare sulle guance e lasciandosi investire dal suo profumo dolce e quasi nauseante. Se ne era poi andato con difficoltà, trovando difficile staccare gli occhi da quel bungalow pieno di perdizione e con fatica si diresse verso il parcheggio. Era arrivato davanti alla vecchia macchina quando sentì la suoneria del suo telefono suonare, riportandolo momentaneamente alla realtà. Portò il telefono all'orecchio sentendo la voce dura del fratello.
<< Sto seguendo una traccia, ci vediamo al motel per cena >> stava tagliando corto il moro, ma Dean subito lo bloccò, parlando immediatamente.
<< Io sono invitato ad una festa sta sera, ci vedremo domani mattina >> rispose lui sentendo che dall'altra parte era sceso il gelo e così chiuse il telefono, andando verso il parcheggio per prendere la sua Impala per andare verso il motel; voleva darsi almeno una sciacquata e voleva cambiarsi, indossando qualcosa di più consono per quella serata. Voleva far colpo su Coleen e le sue amiche e, forse, da un lato, voleva allontanarsi da Isabella e da quello che lei voleva dire per lui. Voleva divertirsi per una volta dannazione! Voleva far finta di essere normale, per una fottutissima volta. Arrivò al parcheggio notando subito la sua Impala in mezzo a macchine moderne e fu quello che subito gli fece storcere il naso. Non c'era più traccia della Ford vecchia e grigia di Isa e subito il suo cervello fece due più due. Sam era con lei, ci avrebbe scommesso quello che di più caro aveva il mondo e si sentì tradito da entrambe. Veramente Sam preferiva cacciare con la mora? Preferiva lei a lui? E per quale motivo? Ed Isabella? Perchè con Sammy si comportava in maniera quasi dolce mentre con lui era sempre fredda e distante?

 

<< Sei proprio un bel tipo tosto >> gli aveva sussurrato Coleen ad un orecchio, sfiorandolo con le sue labbra voluttuose facendolo quasi arrossire. Si sentiva bene, si sentiva quasi rinato. Era arrivato e tutte le ragazze erano in bikini, mostrando i loro corpi perfetti e fin da subito avevano cominciato ad offrirgli da bere in quantità fino a che la testa non aveva cominciato a girargli e i pensieri non divennero sempre più torbidi e sconnessi, offuscati.
<< è proprio il tuo tipo >> disse una seconda ragazza guardando Coleen con sguardo malizioso e malinconico, come se quella constatazione le costasse molto. Era sempre stato ambito da molte donne, ma lì dentro sembrava che tutte lo trovassero irresistibile e la cosa era decisamente strana, anche per una persona con un ego smisurato come il suo.
<< Piaccio a molte >> farfugliò lui, la voce impastata dall'alcol
<< Oh, lo sappiamo...abbiamo visto come ti guarda la ragazza che è con te >> disse Coleen, la voce improvvisamente triste e sconsolata mentre la sua mano andava a sfiorare il ginocchio di Dean con dolcezza e malizia.
<< Chi Isabella?...Lei è solo una vecchia storia >> rispose lui bevendo ancora, annegandosi ulteriormente. Non pensava di sentire quel nome quella sera, non pensava di dover tornare a pensare a Lei.
<< Quindi il tuo cuore non è...impegnato? >> domandò ancora la bionda con voce improvvisamente innocente ed eccitata, fremente, e anche la sua mano era andata a chiudersi intorno al suo ginocchio con forza. Il cacciatore si limitò ad annuire, bevendo ancora, vivendo l'ennesimo flashback.

Era inverno e nel Montana le strade erano completamente ghiacciate. Aveva lasciato suo padre a qualche chilometro di distanza da un suo amico cacciatore perchè avevano avvistato un covo di vampiri e lui era andato da Lei, nonostante suo padre gli avesse chiaramente detto che forse era meglio cominciare a troncare quella storia. Era arrivato e si era fatto trovare sotto la scuola della ragazza, aspettando la sua uscita appoggiato alla macchina nera e ricordava ancora come il volto di Isabella si fosse illuminato non appena lo aveva visto; gli si era lanciata contro e gli era saltata in braccio, stringendolo con forza prima di baciarlo dolcemente, sussurrandogli che gli era mancato.


Sembravano essere passati decenni da quella scena.
<< Ti va di andare a farci un bagno nel lago? L'acqua è particolarmente accogliente questa sera >> gli sussurrò Coleen, un sorriso malizioso stampato sul volto mentre la sua mano si era infilata sotto la sua camicia e gli graffiava debolmente i pettorali. Dean non si accorse neanche di essersi alzato e neanche si accorse di aver risposto, ma in pochi minuti era sulla riva del lago indossando solamente i boxer e stava seguendo la bionda sempre più verso il centro del lago, incurante dell'acqua che ormai gli arrivava alle spalle e poi al mento...
   
 
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