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Autore: realshaka    16/09/2019    0 recensioni
Molte storie iniziano con "Era una notte buia e tempestosa", ed in effetti lo è. Seiya non riesce a prendere sonno e vaga nei propri ricordi guidato dall'amore.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dragon Shiryu, Pegasus Seiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cinque minuti alle quattro
 

Qualcosa sveglia Seiya all'improvviso. Un rumore forte, lontano. Il cavaliere apre gli occhi di colpo e si alza per verificare che non si tratti dell'ennesimo nemico pronto ad attaccare il Grande Tempio. Palesati, scellerato invasore! sussurra tra i denti guardandosi intorno. Non percepisce alcun cosmo ostile, ma i suoi occhi hanno ben presto la risposta. Un lampo illumina la stanza, il secondo tuono arriva dopo qualche istante. Il ragazzo sorride: evidentemente la vita da soldato lo ha abituato così tanto a stare all'erta da non fargli più riconoscere un innocuo temporale estivo.

Controlla l'orologio appoggiato sul comodino. Le due di notte; meglio rimettersi a dormire. Ma tornando a sdraiarsi non può fare a meno di imbattersi in quei capelli neri come la pece e lisci come la seta più pregiata di tutta la Cina. I suoi capelli. E lui, d'altra parte, è ancora accoccolato fra le lenzuola in un sonno che ha tutta l'aria di essere piuttosto profondo. Il Saint di Pegasus glieli sposta delicatamente per liberare lo sguardo feroce del dragone che ha tatuato sulla schiena. Lo trova un dettaglio bellissimo. Anzi, a dire il vero adora tutto di Sirio. Lo adora dal primo giorno in cui l'ha visto durante la Guerra Galattica. Nonostante siano trascorsi anni, ricorda quel momento come se fosse ieri. La tensione prima di salire sul ring e confrontarsi con il più forte degli avversari, l'adrenalina nel sangue e il desiderio di mostrare il proprio valore. Poi lui. Così elegante, fiero e sicuro di sé. E sexy. Dannatamente sexy, sia con, sia (e soprattutto) senza l'armatura addosso. Non era stato facile allora mantenere la concentrazione sulla lotta, senz'altro anche per via dello zampino della pubertà.

Seiya accarezza dolcemente il corpo del compagno, facendo scorrere le dita lungo il disegno delle squame verdi. Raggiunge la zampa del drago e si ferma. Lì, sotto la pelle, pulsa il cuore di Sirio. Lo ascolta per un po', cullato dall'idea di essere l'unica ragione per cui esso batte. E, oltre che metaforicamente, ha pure ragione in un certo senso medico. Senza il colpo ben assestato dopo il termine del loro primo duello, il Dragone sarebbe finito dritto nell'Elisio. Poi, visto lo stato in cui era ridotto pure Seiya, fortuna che a dargli una mano c'erano Shun e Hyoga. E Fiore di Luna. Già, Fiore di Luna. Per lei un tempo provava un miscuglio di disprezzo, invidia e ammirazione. La odiava perché gli aveva sottratto il ragazzo (che i due si frequentassero già da tempo, per la mente del giovane di Nuova Luxor, era del tutto irrilevante). Tuttavia per la stessa ragione non poteva fare a meno di riconoscerle una sorta di superiorità: allora la vittoria era nelle mani di lei. Certo, allora.

Adesso invece Sirio giace accanto al Saint di Pegasus che, d'altra parte, non può che ringraziare gli dei e il fato per il dono che ha ricevuto. Desidera con tutto il suo spirito che ogni notte sia come questa, come la scorsa, come due, tre, quattro notti fa. Vorrebbe trovarselo vicino ad ogni risveglio, baciarlo prima di andare a dormire, fare l'amore con lui. Probabilmente non c'è niente di meglio su questa Terra. Nemmeno (sperando che Atena non abbia da ridire) difendere la giustizia e salvare l'umanità dalle forze del male. Se non fosse così carino mentre dorme, Seiya lo sveglierebbe all'istante. Sospira; può sempre consolarsi ripensando a poche ore prima, oppure aspettando il mattino. E intanto? La notte è ancora lunga e i fulmini perturbano incessantemente il silenzio. D'un tratto ha un'idea. Forse geniale o forse stupida, ma a chi importa? Bacia dolcemente Sirio dietro il collo, sicuro che questo possa stimolarlo a fare dei bei sogni e continuare a riposare. Scende dal letto prestando attenzione a non produrre troppo rumore. È nudo, fruga tra i vestiti gettati a terra per cercare qualcosa con cui coprirsi. Non per il freddo o per pudore, sia chiaro, vuole solo evitare di sporcarsi coi colori. Perché sì: da quando Ade se n'è tornato negli inferi, il ragazzo ha scoperto di avere una passione per la pittura. Quanto poi i risultati si possano definire buoni e tutt'altro discorso, ma intanto ama sentirsi un piccolo Picasso.

Per ritrarre il suo amato vuole iniziare proprio dal drago. Traccia con cura le linee di contorno in modo tale da avere una guida per il pennello, schematizzando esattamente ciò che vede coi propri occhi. Il letto disfatto, i capelli spettinati di lui, il temporale fuori dalla finestra. Dopodiché impugna la tavolozza e si lascia trasportare dal suono della pioggia. La sua mano destra danza davanti alla tela sul cavalletto, la sua anima invece riprende a vagabondare tra i ricordi. Ha in mente gli Steel Saints. Non sa nemmeno il motivo. Forse perché per ironia della sorte è stato proprio Sho il primo a consigliargli di confessare al Dragone i propri sentimenti. Prima di sparire nel nulla insieme ai suoi due colleghi, naturalmente. Chissà che fine hanno fatto: nemmeno Saori li ha più saputi trovare. Ad ogni modo, col senno di poi, il cavaliere di bronzo avrebbe senz'altro dovuto seguire quel suggerimento. Che poi se non si fosse messo di mezzo Argor con lo stramaledetto scudo di Medusa magari lo avrebbe anche fatto per davvero.

E invece no. Gli ci sono volute altre settimane per fare il primo passo. Settimane in cui entrambi hanno rischiato di morire almeno una trentina di volte, Sirio è rimasto temporaneamente cieco e il mondo ha sfiorato ripetutamente l'apocalisse (quindi un periodo lavorativo piuttosto standard per i cavalieri di Atena). Prima le follie di Arles, coi cavalieri d'oro che ai tempi non erano abbastanza hippie per conoscere il motto make love, not war, poi le avventure tra i ghiacci di Asgard con Babbo Natale e in fondo al mare da Nettuno. E infine la cosa più bizzarra e imprevedibile: Sirio con un mazzo di alghe, uno sguardo timido e Seiya, c'è una cosa che vorrei dirti da tempo sulle labbra. Labbra su cui il ragazzo non ha esitato più un secondo a posare le proprie. Naturalmente stentava a credere di essere veramente ricambiato, e una parte di lui è ancora convinta che sia tutto un sogno meraviglioso, che l'indomani si sveglierà abbracciato ad un pupazzo a forma di drago o sul lettino di un ospedale scoprendo di essere stato quasi ucciso da Kanon o un altro generale degli abissi. Nondimeno ha ancora perfettamente in testa la memoria incredibilmente realistica dello schiaffo preso in pieno viso per mano di Fiore di Luna, che alla notizia di essere rimasta single ha perso la sua proverbiale serenità per darsi alle botte (e la gelosia in amore, come è noto, non si vince né col settimo né col ventottesimo senso).

Il Dragone si volta nel letto per dormire sull'altro fianco, Seiya può guardarlo in faccia, occhi chiusi e bocca semiaperta. Oh cavalier che mi doni tanto amore e gaudio, perché mi mostri il dolce viso interrompendo il mio pittar? Intinge il pennello nel rosa carne; per fortuna ha la bozza in matita. Sorride. Ovviamente possiede un'infinità di ricordi positivi con il suo amato compagno. Ad esempio il loro primo viaggio insieme a Napoli, in Italia. Una meta scelta un po' a caso, a dire il vero, ma che entrambi hanno amato proprio perché vi si trovavano da soli. Idillico passeggiare mano nella mano a Mergellina piuttosto che correre sulle scale del Santuario. Sirio ha anche avuto una breve e oscura infatuazione per la musica neomelodica, fortunatamente spenta grazie alla divina intercessione di Apollo. E ricorda bene anche l'arrivo di quell'uccellaccio del malaugurio d'un Mylock a comunicare che no, nessun cavaliere aveva più il tempo di gustare una pizza con il proprio ragazzo ai piedi del Vesuvio perché il dio della morte stava dichiarando guerra a Saori. Insomma, un po' di creanza: almeno il tempo di arrivare all'ammazzacaffè! Ovvia conseguenza la Guerra Sacra. Altri nemici, altre battaglie, altre sconfitte e altre vittorie ma sempre la stessa storia.

La camicia di Seiya e il pavimento imbrattato di macchie annunciano che il ritratto è concluso. Anche il temporale è finito, come se la Natura volesse premiare il giovane con la possibilità di tornare a dormire ora che ha svolto il proprio dovere. Osserva compiaciuto la propria opera e si lascia scappare uno sbadiglio. Apparentemente uno sbadiglio molto forte, dal momento che il Dragone si desta e spalanca i suoi bellissimi occhi verdi.

«Seiya...» farfuglia mezzo addormentato «Cosa stai facendo?»

Il Saint di Pegasus gli sorride e gira il cavalletto in modo tale da mostrargli il dipinto.

«Arte contemporanea?» domanda Sirio ridacchiando.

«No» il ragazzo scuote la testa «Sei tu, amore mio.»

L'altro annuisce. Sa perfettamente quanto Seiya ci tenga alla propria arte e per questo si diverte a prenderlo un po' in giro. In realtà adora l'idea di essere la sua fonte di ispirazione.

«Ti sei messo a dipingere in piena notte? Che ore sono?»

«Cinque minuti alle quattro.»

Sirio si copre il viso con una mano per nascondere il sorriso enorme che non è in grado di trattenere. Fa segno al compagno di raggiungerlo accanto a sé nel letto. E Seiya, chiaramente, non se lo fa ripetere due volte. Ad una velocità da fare invidia ai Gold Saints si precipita tra le braccia del Dragone. Lo ama. Lo ama con tutto il proprio cosmo. Lo ha sempre amato fin dal primo giorno in cui l'ha visto durante la Guerra Galattica.


Fine

   
 
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