Dedicata
a kurooreo,
naturalmente,
che
soffre tanto quanto me per questi due. ♥
Quel che il tempo non scandisce
Le labbra
di Giyuu erano delicate al tatto, appena dischiuse nel
dormiveglia mattutino. Sfiorandole con il polpastrello Sabito lo
sentì sospirare – come se nonostante le palpebre
abbassate potesse
ben intuire le sue intenzioni. Sorrise, percorrendo il profilo della
mascella, il pomo d'Adamo, per infine soffermarsi sulla lieve
abrasione violacea sulla clavicola di lui.
«Hai
finito?»
La
voce arrochita di Giyuu non lo sorprese, e Sabito proseguì
nella sua
muta contemplazione. Lasciò che il pollice sfiorasse con
gentilezza
quel livido fresco ma benigno e
proseguì verso il plesso solare, compiacendosi del leggero
brivido
che il suo tocco provocava sulla pelle dell’altro. Fa
freddo, sarebbe stata
la scusa perfetta per
uscire da quella situazione scomoda,
ma Giyuu decise
di tacere: in
silenzio
osservava i suoi movimenti, talvolta spostando lo sguardo sul viso di
Sabito con quell’espressione indecifrabile che
lui riusciva comunque a leggere
con chiarezza. Nel frattempo la
mano continuava a scendere, piano, tracciando a memoria le sporadiche
cicatrici sparse sul suo petto.
Giyuu
trattenne il respiro per un istante, ma fu abbastanza perché
Sabito
se ne accorgesse. Allora avvicinò il proprio viso a quello
altrui,
lasciando che i capelli ne
sfiorassero disordinati i lineamenti affilati; e
quando il
palmo di Giyuu trovò
nell’albeggiante penombra
l’incavo tra il
collo e la
spalla di Sabito,
lui
sorrise ancora, portando a
contatto le loro labbra in un bacio dal retrogusto di sonno e
l’uno
del sapore dell’altro.
Giyuu
passò le dita sulla nuca di Sabito, in attesa, mentre con
l’altra
mano andava a imitarlo nel ripercorrere la cicatrice che gli solcava
gloriosa la guancia – fremendo appena sotto al tocco ruvido
dei
suoi polpastrelli,
fermi sul suo addome a disegnarvi
ghirigori lenti e viziosi nella loro innocenza.
«Sì»
rispose Sabito alla domanda implicita di Giyuu, riavvicinando i loro
visi. «Abbiamo tempo.»
→ Angolo
dei Crisantemi.
Come
si dice, l’ispirazione
mi ha colpita come un treno in corsa
e dunque eccomi qui, con questa sabiyuu improvvisata
in un pomeriggio di necessaria distrazione (anche se avrei potuto
studiare, ma vabbè). Come ha detto una cara amica questa
coppia è
troppo angst perché non possa scriverci qualcosa;
e avrebbe anche ragione se questa flashfic non fosse in
realtà un’idea che
è troppo
self
indulgent
e
(forse) troppo poco canon (per questo gli avvertimenti missing
moment
e what
if?).
Oh, beh, li amo da morire e questo basta.
Grazie
a tutti coloro che passeranno per di qua, eventuali commenti sono
sempre apprezzati!
❀ daniverse