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Autore: Cossiopea    17/09/2019    1 recensioni
Strinsi le chiavi nella mano e l'emozione che provai fu più che soddisfacente.
Alzai gli occhi su Tony, che mi squadrava attraverso gli occhiali da sole con il tipico fare sospettoso e per niente convinto.
-Ti sto affidando una grossa responsabilità, Parker- mi fece, gli occhi che sembravano volermi scavare nell'animo per farne emergere i segreti più cupi della mia vita -Non mi deludere.
Deglutii.
-Tenterò di non farlo, signore- gli dissi mentre le chiavi che stringevo nel pugno sembravano diventare incredibilmente roventi.
Il signor Stark alzò un dito.
-È qui che sbagli, ragazzo- mi disse, serio -Non devi TENTARE di non farlo, tu devi proprio NON FARLO.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morgan Stark, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11. Bagnati di pioggia


Mentre dormo il mio Senso di Ragno è terribilmente vigile.

Mentre il mio corpo è immobile, il mio respiro regolare, l'acqua cade da nuvole di catrame bagnandomi completamente e la mia coscienza vaga in qualche luogo sperduto e dimenticato... il mio sesto senso si libera.

Smette di essere prigioniero della mia mente e, dopo qualche strattone, è finalmente fuori... Oltre il ragazzino a cui è legato, oltre il proprio sporco mestiere di avvertirmi ad ogni momento di pericolo.

Regala un sorriso intenerito alla mia figura. La mia testa appoggiata sopra quella di Morgan... Sembriamo quasi fratelli così, due persone che dormono l'una appoggiata all'altra sotto una pioggia battente che profuma di rugiada.

Volge lo sguardo verso il mondo esterno e, in un urlo liberatorio, corre ad esplorarlo...

 

Happy è fradicio.

Sente come se il proprio corpo fosse pesante, una forza invisibile che lo tira verso la direzione da cui sta arrivando.

Si è reso conto troppo tardi delle chiavi che ha in tasca e ormai ha percorso troppa strada per poter anche solo considerare l'idea di tornare indietro e aprire la macchina a Peter e alla piccola Stark.

Ad ogni doloroso passo è come se i suoi piedi affondassero sempre di più nell'asfalto... e per tutto il lungo pezzo di marcia nemmeno una maledettissima auto si è ancora degnata di passargli accanto.

Gli sembra di risentire una vecchia conversazione fatta con Tony parecchi mesi prima e che aveva quasi dimenticato... Un argomento così sciocco ma allo stesso tempo tremendamente utile.

"Ah, la strada più breve non è mai la più facile!" aveva detto Stark, con il solito tono canzonatorio di chi crede di sapere più degli altri.

Era evidente che fosse solo una di quelle perle di saggezza ripescate da internet e che chiunque poteva intuire... ma solo ora Happy sembra aver compreso il significato di quelle parole, ricordando il momento in cui ha impostato il navigatore sul percorso più veloce... ma probabilmente il più isolato dal resto della civiltà e da cui passa qualcuno ogni morte di papa.

E adesso si maledice dal profondo per non aver dato retta (una volta che la dice giusta) al buon vecchio Tony e alla sua lunga esperienza in campo tecnologico.

Sono le 18:34 quando finalmente Hogan varca l'entrata di Newport.

I piedi a brandelli, i polmoni in fiamme, i vestiti fradici.

Piove ancora, ma adesso la tempesta si è leggermente quietata e i barili che prima sembravano piombare dal cielo come bombe sganciate dall'esercito nemico si sono trasformate in piccole gocce leggere e innocenti... di quelle che ti entrano negli occhi rapide e senza avvisare.

Happy ha la mente piena di insulti per l'intero mondo e quando finalmente riesce a trovare una panchina sotto un portico decide immediatamente di sedersi lì, scosso da brutali brividi di gelo e con il naso che sembra quasi fatto di ghiaccio.

Si prende un attimo per riprendere fiato.

Pensa a Peter e Morgan, che lo staranno aspettando sotto l'acqua senza un riparo... e in un impulso di egoismo si ritrova a riflettere che sia in realtà colpa loro e che fanno bene a morire congelati.

Fissa per un istante la pioggia che cade oltre il limite del suo riparo e prende profondi respiri, provocando leggiadre nuvolette di condensa.

Deglutisce, poi si ricorda in un attimo di lucidità del cellulare che tiene ancora in tasca.

Lo estrae e storce il naso, vedendo le piccole perle trasparenti che rigano lo schermo lucido.

Accende il display e con soddisfazione accerta che il suo telefono scassato ancora funziona nonostante la tormenta.

Adesso riesce a collegarsi alla Rete senza problemi e, come una serie di colpi di mitraglia, decine e decine di messaggi gli lampeggiano davanti in lampi di notifiche.

Tutti da una sola persona.

Happy si acciglia e si asciuga la faccia con una mano prima di aprire gli SMS con un leggero tocco confuso.

Chilometri di parole e punti esclamativi non letti... Gli occhi dell'uomo, però, cadono solo sull'ultimo messaggio arrivato e il suo cuore perde un battito.

Arrivo

 

Un allarme mi si accende nella testa come un fulmine a ciel sereno e per poco non salto in aria.

Gli occhi mi si spalancano con uno scatto agitato e l'adrenalina mi fluisce nel corpo a fiumi senza che io ne sappia il motivo.

Ho il fiatone, ma non so perché...

Mi accorgo di essermi addormentato solo quando noto che la tempesta non infuria più come ricordavo e ora solo una leggera nebbia fatta di gocce riempie il bosco a ridosso della strada.

Deglutisco e stringo le mani congelate, tentando di recuperarne la sensibilità.

-Peter?

Mi volto verso Morgan, che si sta strofinando un occhio con il pugnetto fradicio e mi fissa confusa.

Va contro tutto ciò in cui credo, ma le sorrido.

-Ciao- dico mentre lei si sposta dietro l'orecchio una ciocca di capelli impregnata di pioggia.

-Ho sognato che tu morivi- mi fa mentre il mio sorriso si spegne di botto -Bel sogno.

E te pareva... penso con un sospiro mentre mi alzo lentamente in piedi e stendo le gambe indolenzite e congelate.

Morgan mi imita e raccatta dal terreno lo zaino bagnato, ormai sporco di terra.

-Piove ancora- fa notare la piccola con una smorfia.

Annuisco distrattamente prima che il mio sguardo si posi sulla macchina di Happy, ancora ferma in mezzo alla strada, congelata nell'attimo. Il suo proprietario ancora non si è fatto vivo e questo mi mette un attimo in soggezione.

Mi avvio verso la vettura e, con la pioggia che mi cade negli occhi, levo lo sguardo verso la direzione in cui si è diretto l'uomo e faccio una smorfia.

-E ora, genio?

Mi volto di scatto verso la piccola Stark, in piedi dietro di me; i capelli scuri appiattiti in testa e gli occhi carichi di sarcasmo... pare che la dormita le abbia fatto bene all'umore...

-Sempre molto gentile tu, eh?- le faccio, accigliato -Dopo tutto quello che hai fatto ancora ti impunti ad essere superiore a chiunque.

-Io sono superiore- ribatte Morgan, mostrandosi tutta impettita sebbene abbia l'aspetto di un cagnolino bagnato -Sono anche riuscita a ingannare Spider-Man!

Alzo le sopracciglia.

Ma che parlo a fare?

-E poi- continua lei -Mio padre ovviamente ti punirà per questo.

-Nessuna punizione è peggiore dello stare qui con te- commento, alzando gli occhi al cielo.

Un rombo di motore mi fa voltare verso la strada mentre il cuore prende a battermi forte. Sento gli occhi illuminarsi mentre la vettura rapidamente si avvicina a noi, scintillando sotto il sottile raggio di sole che si è affacciato timidamente dalle scure nubi.

Chiunque sia mi prometto che lo costringerò a portarci al primo aeroporto disponibile. Forse c'è ancora speranza di fuggire a Tony Stark!

L'auto è grande, lussuosa, di un grigio metallizzato che riflette perfettamente la poca luce presente e con un motore che ruggisce furioso.

Faccio cenno a Morgan di farsi da parte e mi piazzo in mezzo alla strada. Basterebbe già la macchina di Happy a far fermare l'autista, ma preferisco mostrare subito la mia presenza.

Quando il mezzo si fa più vicino e rallenta vedendomi, un dubbio mi appanna la mente per un secondo...

Perché qualche riccone che può permettersi una macchina simile dovrebbe venire da queste parti? Mi domando... ma poi scaccio il pensiero rapidamente, affiancandomi al finestrino oscurato con il cuore che tenta di evadere dal corpo.

Il vetro si abbassa ed è come se davanti agli occhi mi passasse tutta la vita.

Un terrore che niente potrebbe eguagliare mi si dipinge rapido sul viso e per un secondo mi sento svuotato da ogni certezza.

Poi l'uomo al volante mi sorride e si toglie gli occhiali da sole assolutamente inutili in un pomeriggio nuvoloso... ma comunque d'effetto con qualunque tempo.

I miei occhi incrociano i suoi e non posso far altro che deglutire, incerto; le parole bloccate in gola.

-Beh?- fa Tony Stark.

Ore: 19:00.

   
 
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