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Autore: Iuccy_97    17/09/2019    0 recensioni
[M.I. High]
Blane Whittaker non era mai stato particolarmente alto rispetto ai suoi compagni, fin dall'asilo. [...] ​continuava ad essere disposto in prima fila nel coro di Natale, nella foto di classe e in ogni attività in cui dovessero vedersi i volti di tutti gli alunni. Sempre in prima fila, con le femmine e gli sfigati, mentre gli altri maschi, file indietro, ridevano e scherzavano.
.
Piccolo racconto sull'infanzia di Blane, dall'amicizia con Stewart all'amore per il karate.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per quanto onorevoli, le intenzioni della famiglia Whittaker non ebbero un buon esito. Dopo qualche mese, Susan era a lavoro quando le arrivò una telefonata.
-Susan Whittaker, buongiorno.-
-Buongiorno signora, sono il preside Flatley, la chiamo dalla Saint Hopes.-
La donna si irrigidì sulla sedia.
-Preside?- balbettò -È successo qualcosa di grave?-
-Suo figlio è stato protagonista di un'altra rissa. Stiamo convocando tutti i genitori. Può venire al più presto qui a scuola?-
-Sì, signore, farò il possibile.-
-Grazie signora, e scusi per il disturbo.-
-Non c'è problema. A più tardi.-
Appena messo giù, Susan si precipitò nell'ufficio della sua superiore.
-Anne, ti disturbo?- chiese, affacciandosi alla porta aperta.
-No, dimmi pure.-
-Ho avuto un problema, devo andare a prendere mio figlio…-
Leggendole il panico negli occhi, la dirigente la interruppe, temendo il peggio.
-Quale? Quello nell'esercito o il piccolo?-
-Il piccolo, Blane.-
-Ah, ok.- rispose, sospirando.
-È un problema se stacco per un'ora? La recupero stasera.-
-Certo che no! Vai, Susan!-
-Grazie.-
La donna si precipitò giù dalle scale fino alla macchina, lasciata nel parcheggio aziendale. Per fortuna Anne era comprensiva.
Si diresse il più velocemente possibile alla Saint Hopes e una volta lì si incamminò verso l'ufficio del preside.
-La signora Whittaker?- chiese una voce alle sue spalle.
Susan si voltò. Da una delle porte che affacciavano sul corridoio era uscita una donna dai capelli rossi.
-Sì, sono io.-
-L'ho riconosciuta dalla somiglianza con suo figlio. Piacere di conoscerla, sono la signorina Templemann.-
Le sue donne si strinsero la mano.
-Che cosa ha fatto mio figlio?- mormorò Susan, leggermente imbarazzata.
-Signora Whittaker, suo figlio è un ragazzo incredibilmente buono e che agisce con gli ideali più nobili.- iniziò l'insegnante -Ma quello che gli manca è un po' di controllo delle sue emozioni.-
La madre stava per interromperla, ma Helen non glielo permise.
-Il che è normale alla sua età, su questo non deve preoccuparsi. Crescendo imparerà a gestirle. Ora però deve capire che non può essere il paladino di tutti gli innocenti.-
-In che senso?- chiese confusa la donna.
-Vede, signora, da quando suo figlio è iscritto a quel corso di karate è nettamente migliorato: voti più alti, è più sereno e con più autostima. Ma se prima non potendo difendersi restava da parte, ora interviene ogni qualvolta qualcuno alza la voce. E i tre ragazzi, quelli che lo avevano picchiato ad ottobre, immagino che se li ricordi, non aspettano altro che lui salti fuori per iniziare una nuova rissa. Blane agisce con il massimo della bontà d'animo e protegge i suoi amici, ma non si rende conto che in realtà gli altri lo sfidano.-
-C'entra di nuovo con Stewart Crichter?-
-Sì, e una ragazzina, Daisy Miller.-
-Non la conosco.-
-Sono ragazzi: Stewart a quanto pare ha una cotta per lei e voleva invitarla a prendere un gelato. Tanto basta per essere deriso dai più grandi.-
-E Blane cosa ha fatto?-
-Quando ha visto l'amico in difficoltà gli è andato incontro e subito è iniziata una rissa.-
Susan deglutì.
-Per fortuna questa volta il signor Bicknall era nei paraggi e li ha fermati. Adesso sono tutti nell'aula di scienze. Aspettiamo ancora la madre di Julian Hanley e poi ci sarà una piccola riunione. Volevo solo prenderla da parte per spiegarle che suo figlio probabilmente non avrà seri provvedimenti disciplinari, ma solo perché è un bravo e sappiamo che non era sua intenzione fare del male a nessuno.-
-Grazie, signorina Templemann.-
-Grazie a lei. La accompagno da suo figlio.-
Si incamminarono e l'insegnante la condusse fino all'aula di scienze, i cui tavoli erano stati uniti in una grande isola centrale. Su un lato erano seduti tutti i genitori, tra cui Mary, che le fece un cenno appena vide entrare l'amica. Dall'altra parte, i ragazzi, tutti in silenzio e a testa bassa. Susan fulminò il figlio e andò a prendere posto vicino alla madre di Stewart.
-Devo ringraziarti perché tuo figlio ha di nuovo aiutato il mio.- la accolse la donna, sottovoce.
Blane, con la fronte graffiata e già livida, fissò per un istante la madre negli occhi e poi distolse lo sguardo per bisbigliare qualcosa al biondino al suo fianco.
 
-Kyle, dobbiamo parlare.- esordì Susan rientrando a casa, seguita dal figlio minore che, silenziosamente, andò fino sulla soglia della camera da letto, scalciò via le scarpe e tornò nella zona giorno.
Il maggiore, seduto sul divano, spense la televisione.
-Perché sento che è successo qualcosa?-
-Blane è finito dal preside.-
-Kyle non è mio padre.- sbottò il ragazzino, prendendo posto anche lui sul divano verde.
-Che è successo?- chiese il giovane militare, rivolgendo il busto verso il fratello.
-È di nuovo finito in una rissa! E questa volta non c'entrava nulla!-
-Blane, te lo dico quando ci alleniamo e te l'avrà sicuramente spiegato il tuo maestro: mai attaccare per primo.-
-A proposito dei vostri allenamenti: d'ora in poi sono sospesi.- decretò la mamma, iniziando a preparare la cena.
-Cosa?!- esclamarono in contemporanea i figli.
-Perché?- chiese poi Kyle.
-Perché così facendo lo esalti e poi è troppo pericoloso, finirai per fargli del male.-
-Mamma, guarda che Blane è bravo! Ha un talento naturale! E poi mica ci vado pesante con lui.-
-Kyle, puoi dimostrare i tuoi vent'anni in questo momento? Mi sarebbe d'aiuto.-
-Ma ha ragione! Non ci facciamo del male! E poi non sono stato io ad iniziare la rissa.- intervenne Blane.
-La signorina Templemann mi ha spiegato che hai evitato la sospensione solo perché sei intervenuto in difesa di Stewart. Ma devi capire che le risse ci sono solo se tu intervieni. Se impari a stare zitto e al tuo posto, probabilmente smetteranno di attaccarti.-
-Se lo dici tu.- borbottò il ragazzo.
-Lo dico io e lo dicono i professori. Quei tre ragazzi ora sono sospesi, ma il prossimo potresti essere tu.-
-Cosa? C'erano anche Julian, Daniel e Tony!- sbottò il figlio.
-Non sono la loro madre! E poi non eravate amici voi?-
-Certo. Prima che si unissero a quelli più grandi e fighi.- sottolineò le ultime parole segnando delle virgolette con le dita.
-Quanti eravate a fare a botte?- chiese sottovoce il fratello maggiore, per non farsi sentire dalla madre.
-Sei.-
Kyle fece un sorriso compiaciuto e alzò il pollice con orgoglio.
-Aiutatemi ad apparecchiare.-
I due si alzarono e obbedirono. Per qualche minuto ci fu solo il rumore delle stoviglie e il borbottio delle pentole sul fuoco.
-Blane.- sospirò ad un certo punto la madre, voltandosi verso i figli.
-Non voglio che tu smetta karate, vedo che ti rende felice. Ma devi promettermi che imparerai a stare fuori dai guai.-
-Ma Stewart…-
-Blane.- lo interruppe Susan -Ascoltami, ti prego. Ci sono delle occasioni in cui devi semplicemente accettare che le cose accadano. Capisco le tue ragioni e capisco che tu voglia aiutare i tuoi amici. Ma non puoi salvare tutti e rimetterci sempre tu. Devi accettare che qualcosa ti scivoli di mano. Ti prego, non rispondere alle prese in giro, almeno finché non diventano violente. È giusto che tu ti difenda e che aiuti Stewart. Ma impara a capire quando puoi lasciare perdere.-
La donna fissò negli occhi il figlio finché questo non annuì.
-Va bene.- mormorò -Voglio solo continuare karate.-
-Sì, certo.- rispose Susan sorridendo e scompigliandogli i capelli.
Blane arricciò il naso a questo gesto ma non si ritrasse.
-Ma tu devi imparare ad ascoltarmi! Come puoi prendere la cintura gialla la prossima settimana se non sai controllarti?-
Il ragazzino non rispose. Vedendo che non reagiva, la donna gli diede un colpetto sulla spalla.
-Ehi, era ironia. Sono sicura che andrà benissimo.-
 
 
 
 
Angolo autrice
Ciao a tutti! Eccoci arrivati alla fine! Spero che questa breve storia vi sia piaciuta e vi ringrazio per essere arrivati fino a qui! Ma ora, la mia parte preferita: la revisione.
Controllo delle emozioni e riservatezza: possono andare d’accordo e in Blane lo fanno. Gli si legge in volto se qualcosa non gli piace ma allo stesso tempo non vuole parlarne. E non so quanto faccia bene dal lato spirituale e psicologico del karate.
Ironia: pedagogia, didattica e tutte queste belle scienze insegnano che i bambini iniziano a comprendere l’ironia intorno ai dieci anni, in base alla consapevolezza e alla maturità. Ma Blane non mi sembra ancora così brillante e quindi l’ho abbandonato nella sua ingenuità con un pizzico di terrore di non superare l’esame.
Quello che mamma Susan vuole insegnare a Blane è che non tutte le avversità si devono combattere a pugni e calci. A volte si risolvono da sole, altre il modo migliore è parlare o ascoltare. Me la immagino come una brava mamma, che sa di non dover demonizzare il karate ma la violenza, soprattutto quella gratuita.
Grazie a tutti per essere qui e per aver letto i miei scleri. Vi auguro le più belle cose.
Saluti!!:)
   
 
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