Annette corre attraverso corridoi che conosce fin troppo bene, oltrepassando colleghi morti e i cadaveri degli agenti dell'Umbrella.
Piega le ginocchia, scivola sotto una barricata improvvisata.
I passi si fanno sempre più vicini, divorano il poco spazio che le è rimasto.
"William." dice, ed è quasi una preghiera "Sono io, Annette. Tua moglie."
Alza la mano sinistra, gli mostra una sottile fascia d'oro bianco e giallo.
A sfilarsela, potrebbe ancora leggere l'incisione che Birkin aveva voluto per il loro matrimonio; conosce l'amore solo chi ama senza speranza.
Bellissima, aveva detto Ellen, la sua collega.
Poetica, la replica di John.
Appropriata, il commento di Ada.
Per sempre, la promessa di William.
Annette trattiene un singhiozzo, fissa le dita deformi di quello è
"William... " mormora "Ti prego: non mi riconosci più?"
La creatura inclina il capo, il volto di Birkin un profilo quasi del tutto assimilato dal virus.
Annette chiude gli occhi, toglie la sicura alla pistola.
"Mi dispiace."
La mano che la colpisce è la stessa sulla quale si erano giurati amore eterno.