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Autore: paoletta76    18/09/2019    0 recensioni
Ecco Gubbio, il suo profilo lungo la collina. Laura chiudeva gli occhi, e si apriva la scatola dei suoi ricordi.
Indietro, indietro, fino al suo primo salire lungo quella strada fra le case, fino alla prima volta di fronte alla facciata di pietra della caserma. Poco più di due anni fa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Piccole Storie'
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La ragazza entrò leggera come una piuma, nonostante il nero della sua divisa.
- Questi sono i risultati che ha chiesto.- disse, appena, come appena aveva bussato per introdursi.
Il capitano Lotti si sporse oltre la scrivania, raggiungendo quella manciata di fogli nella sua mano. La sentì ritrarre le dita al contatto con le sue, e la cosa gli diede un inspiegabile fastidio.
La ragazza scattò mano alla fronte, mormorando:
- Comandi..-, e com'era entrata si dileguò oltre la porta dell'ufficio.
- Chi è? - chiese il capitano, tornando ad accomodarsi, più attento a quella figura che alle carte passate nella sua mano.
- Chi è chi? - seduto dall'altra parte della scrivania, il maresciallo cadde dalle nuvole.
-..La ragazza, Cecchini.- rispose quello, con un moto di sconforto.
- Carabiniere scelto Laura Capobianco da Acireale; sta qui da una settimana - Cecchini prese a far sfoggio delle nozioni che conosceva, contando sulle dita - è siciliana. Come me. Bellissima ragazza.- e sollevò il naso, sentendo per un attimo il superiore in difetto per non averla ancora notata.
A quel naso in su da fine intenditore, il capitano rispose con una smorfia, affrettandosi a cambiare discorso:
- Va bè, maresciallo; pensiamo a cose serie.
 
Una settimana, due. Un mese. Sulla scrivania, il sorriso chic in bianco e nero di Amanda, la sua fidanzata. Oltre la vetrata dell'ufficio, gli occhi cristallini di Laura. Meno sofisticati, ma reali, presenti. A colori.
 
Una fitta al cuore, senza motivo, ogni volta che bussava alla sua porta e compariva battendo i tacchi, ogni volta che la incrociava. E poi dolore latente, fra una fitta e l'altra.
Laura era rigida, rigidissima. E gelida, quasi fosse stata tutt'altro che siciliana. Ma solo quando indossava la divisa e, soprattutto, solo con lui.
Perché, accidenti.. perché? Più il tempo passava, più la cosa lo infastidiva. E più cresceva il fastidio, più si ritrovava a pensare a quegli occhi del color del mare in tempesta.
 
Si sentì infinitamente piccolo, una sera, sfilando come un ladro quella cartella dall'archivio, nascondendosi in ufficio e chiudendosi alle spalle la porta come non aveva mai fatto prima. E si sentì uno stupido, aprendo quelle carte: lì intorno non c'era nessuno.. da cosa si stava nascondendo?
Nella prima pagina, la foto di quella ragazza. Rigida e seria, in divisa e in bianco e nero come il sorriso di Amanda. Allungò la mano, sdraiò la foto a faccia in giù, come per paura di tradirla. Poi iniziò a leggere, a cercare differenze. Occhi di miele, occhi di mare; abito firmato, divisa nera. Una hostess da voli internazionali, un carabiniere. Buona famiglia di avvocati alle spalle della prima, e per la seconda..
Una fitta fra lo stomaco e il cuore. Laura non aveva più nessuno, alle spalle. Sotto la voce genitori, lo spazio era impietosamente riempito dalla frase: deceduti.
- E' un'orfana di mafia.- la voce del maresciallo Cecchini lo riportò alla realtà come dopo un volo di tre piani. Nessuna ironia, in quella voce. Nessuna nota di gioia, neanche un cenno per sdrammatizzare.
Il capitano chiuse di scatto quelle carte, cercando le parole per giustificarsi. Cecchini raccolse tutto, e senza dire una parola scivolò fuori dall'ufficio. Il capitano lo seguì a lungo con lo sguardo, poi intrecciò le mani, strette, sulla scrivania. Aveva una cosa in comune, con quegli occhi di ghiaccio: anche lui era solo.
Non allo stesso modo, ma era solo. Da una vita. Un padre generale dei carabinieri da poco in pensione, una madre tremendamente apprensiva. Un milione di aspettative da non deludere, fin da bambino. Il liceo, lo sport al pomeriggio, poi l'università. La festa di laurea, e quel locale in centro a Roma, pieno di fighetti da giurisprudenza. La prima volta in cui s'era sentito solo.
Poi, Amanda. Amanda la sua fidanzata, quella della foto in bianco e nero rivoltata a faccia in giù sulla scrivania. Vedersi una volta ogni tanto, aspettare con trepidazione la prossima occasione e poi starci scomodo tutto il tempo. Amanda era bella, elegante, un po' snob. Una dea. E a lui non restava che osservarla dal basso, e accontentarla in ogni capriccio, continuando a sentirsi piccolo e solo nonostante le tre stelle per spalla.
 
Due mesi, tre. Laura continuava a battere i tacchi, a sorridere appena. Poi scompariva nella sua stanzetta provvisoria affacciata sul cortile, e ne usciva trasformata come Cenerentola.
Tacchi, gonna corta, capelli sciolti. Un'altra donna, pensava il capitano, osservandola dalla finestra.
Uno scambio di baci con la figlia del maresciallo, e le due ragazze si allontanavano, ridendo e tenendosi a braccetto, lasciandolo col desiderio inspiegabile di stare fra loro.
Laura e Patrizia avevano legato molto, erano diventate quasi sorelle. Il maresciallo lo sapeva; le vedeva uscire, chiacchierare fitte fitte, ridere insieme.
Laura era una ragazza sola, e poi era siciliana come lui.. gli faceva tenerezza. Per questo, aveva messo ai voti l'idea di accoglierla in casa, e le sue donne avevano accettato di buon grado. Laura aveva sorriso, aveva annuito. Aveva raccolto le sue due o tre borse, e lasciato la sua stanzetta oltre il cortile.
 
Il capitano non ne fece parola a nessuno, di quell'inspiegabile peso che gli stringeva il cuore al vederla andare via. Nell'ufficio l'aspettava Amanda, la sua fidanzata. Vera, a colori, arrivata apposta per lui in un ritaglio di tempo fra un turno ed un altro di volo. Certo, questo avrebbe voluto dire rinunciare al giro in canoa che sospirava da un mese, alla partita in tv. Come sempre, l'avrebbe vinta lei. Come sempre, si sarebbe inchinato a servirla, anche se lo irritava sentirselo dire.
Succube di suo padre, di sua madre, di Amanda.
 
Un sospiro, pesante. Laura si allontanava, leggera, e il suo cuore volava fuori dalla gabbia dietro a lei.
- Andiamo? - caricò un sorriso forzato, tornò in ufficio. La sua ragazza bellissima e chic gli diede il braccio.
 
Il cuore del capitano tornò dal suo volo fra le nuvole soltanto la mattina dopo. Amanda dormiva ancora, non lo sentì scivolare fuori dal letto e passo passo a piedi nudi fino alla cucina. Mise su il caffè, andò in soggiorno alla ricerca della felpa sparita chissà dove la sera prima. La trovò, la raccolse, e come d'abitudine andò a dare un'occhiata alla finestra. Uno sguardo, un altro più attento. E un sorriso di cuore.
Laura era lì davanti, a tre metri da lui, oltre la finestra del soggiorno di Cecchini. Faceva le pulizie, col sottofondo della radio, e cantava usando la scopa come microfono. Non l'aveva mai vista così felice. Tre metri da lui, tre metri sopra il cielo.
Il capitano indossò la felpa, incrociò le braccia e rimase a guardare, appoggiato all'angolo della finestra. Adesso era arrivata anche Patrizia, e la scopa era diventata il microfono delle Spice Girls.
 
La magia durò fino a quando Patrizia non si trovò davanti le spalle di quel giovane, e lo indicò ridendo:
- Uh! Abbiamo il pubblico!
Laura corse a vedere, e trovandoci proprio la persona che più la metteva in soggezione sulla faccia del pianeta, diventò rossa rossa e si affrettò a chiudere finestra e tende.
- Quello.. abita qui di fronte?! - s'indicò alle spalle, con una mano sulla faccia.
- E da quant'è..! - fece Patrizia, con un gesto di ovvietà con la mano.
Rise, raccontando alla sorellina della passione del giovane capitano per la corsa e la canoa, della sua voglia di coinvolgere anche il povero pigrissimo maresciallo, dei numeri fatti da quest'ultimo pur di trovargli una casa il più possibile lontano da lì, e della faccia che aveva fatto quando quello l'aveva salutato dalla finestra di fronte..
- Ogni tanto arriva..- continuava Patrizia, divertita - specie se vengono a trovarlo i suoi..- si fece vicina, parlando sottovoce - sono piuttosto stressanti..- poi si allontanò, mantenendo una cert'aria maliziosa - una volta gli sono piombate in casa prima sua madre, poi la fidanzata, che non si sopportano.. beh.. quella tipa se la tira così tanto.. e lui è scappato qui a chiedere asilo politico; ha dormito sul divano, e se devo proprio dirtelo.. mi sembra così carino.. anche se è il capo di papà..
Patrizia fece spallucce, con l'allegra ingenuità dei suoi vent'anni, e a Laura il cuore diede una botta nel petto: speriamo non succeda mai, si disse. Non l'avrebbe mai sopportato, un imbarazzo del genere..
 
Un mese dietro l'altro, e passò un inverno intero. Il capitano continuava ad essere il capitano, e lei continuava a battere i tacchi, con uno strano pizzico al cuore ogni volta che la sua bellissima ed elegante fidanzata varcava la porta della caserma.
Poi arrivò quel giorno.




NDA: eccomi qui con uno dei prequel di "She's Not Afraid": come mio solito (ma ormai ci sarete abituati), ho preso qualche personaggio e l'ho modificato, ne ho tolti di esistenti nel "movieverse" e ne ho inseriti altri.. brutto vizio, ahimé! Spero di aiutarvi con questa (e la prossima) da chiarirvi qualcosa sul background che ha accolto Anna al suo arrivo in caserma, fate conto che qui siamo indietro di tre anni, più o meno. Quello che non cambia mai è Cecchini :D
a presto!
  
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