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Autore: Cometa1975    18/09/2019    2 recensioni
La vita a volte ci sorprende portandoci in sentieri inesplorati ma dobbiamo essere coraggiosi e guardare oltre le apparenze per scoprire tesori nascosti in luoghi e persone a noi lontani anni luce..
Chissà se Andrea, giovane donna della società bene, vorrà guardare oltre a ciò che le viene mostrato e dare a Leonardo, architetto rampante, una possibilità per essere entrambi felici?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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1. Andrea

Andrea nome maschile singolare, peccato che lei era una femmina.

Quel nome così stravagante glielo aveva dato suo papà.

Il Commendator Brandi, non aveva voluto sapere il sesso del suo erede fino alla fine della gravidanza, perché doveva essere maschio. Nella famiglia Brandi tutti maschi, mai una femmina da generazioni. Infatti, come volevasi dimostrare, in un'afosa giornata di fine agosto era nata lei: Andrea 3 kili e 200 grammi, femmina fino al midollo.

Il padre sin da piccola l'aveva fatta vestire preferibilmente di rosso o di blu, le aveva insegnato l'equitazione, la scherma e la vela ma niente, lei ostinata, restava comunque femmina.

Andrea era ora una giovane donna di trentadue anni con occhi verdi chiarissimi, capelli ramati e corporatura minuta. Guardava con malinconia la spiaggia deserta di fronte a lei, aveva deciso di prendersi carico della vecchia casa dei nonni materni sulla costa livornese. Però si sa il mare d'inverno può essere spietato, specie se i ricordi spingono dolorosi per uscire fuori.

Aveva appuntamento con l'Architetto Forti davanti alla vecchia villa che affacciava sul lungomare, in una zona un pò lontana dal paese. L'idea di Andrea era quella di ristrutturarla e farne un'affittacamere di lusso in modo che lei potesse continuare il suo lavoro di traduttrice freelance e godersi la vita sulla costa.

La giornata era uggiosa, quel novembre in Toscana era stato piovoso e anche se non faceva freddo il tempo era pessimo. Il vento batteva forte e la pioggia cadeva incessante. L'architetto, con cui aveva parlato solo al telefono, era in ritardo; era pur vero che essendo sabato mattina, sarebbe venuto solo per lei, -ma che diamine la puntualità ci voleva comunque- pensò fra sé cercando riparo sotto l'ombrello troppo piccolo.

Provò quindi a chiamarlo al cellulare ma nulla.

Stava per andarsene quando una Mercedes SL sportiva nera arrivò sgommando e parcheggiando quasi in mezzo di strada. Ne uscì un uomo alto, con i capelli sparati in testa come se non avesse dormito, con dei Ray-Ban completamente fuori stagione e contesto, pantaloni jeans Lewis attillati e giubbotto di pelle nero. Sembrava uscito da una rivista di moda. Il tipo atletico, ma non palestrato, di età indefinita intorno alla trentina non poteva certo essere l'architetto Ernesto Forti, che da quello che ne sapeva lei aveva circa sessant'anni.

Il soggetto in questione le si avvicinò con fare trafelato porgendole la mano "Leonardo Forti, mi scusi il ritardo. Mio zio, che oggi non sta molto bene, mi ha detto solo all'ultimo di quest'appuntamento fuori orario d'ufficio."

Andrea lo squadrò alzando un sopracciglio. Quello era un progetto da migliaia di euro e lui osava farle notare che non fosse orario d'ufficio?

-Ma vedi questo damerino- pensò tra sé con un cipiglio per niente amichevole.

"Mi scusi Architetto, perché anche lei è Architetto giusto? Se suo zio non sta bene mi dispiace ma, purtroppo, io ero libera solo stamani e capirò se non siete in grado di soddisfare le miei esigenze, posso sempre rivolgermi ad un altro studio. In fondo suo zio sa bene che siete stati i primi a essere contattati solo per la vecchia amicizia che legava suo nonno al mio." disse Andrea con tono pacato, ma irritato e un falso sorriso.

Quando voleva sapeva essere stronza fino al midollo. Suo padre era stato, in fondo, un buon maestro.

Il biondastro si tolse i Ray-Ban sicuramente colpito sul vivo e rispose prontamente "Si figuri non mi volevo lamentare, era solo un modo goffo per scusarmi del ritardo, davvero l'ho saputo all'ultimo e non si ripeterà. E si sono Architetto da quasi un anno e in futuro sostituirò mio zio nella gestione dello studio Forti, ma se vuole essere seguita da lui la farò richiamare lunedì, oggi proprio non si sente bene."

Andrea socchiuse leggermente gli occhi soppesando mentalmente se accettare queste banali scuse oppure no, ma poi decise che lo studio Forti era rinomato e che forse poteva soprassedere sull'accaduto. Non sapeva bene cosa l'aveva infastidita, se il fatto che fosse arrivato palesemente in ritardo o che Forti Senior non l'avesse avvisata o quell'aria da eterno Peter Pan dipinta sulla faccia dell'uomo davanti a lei. Inoltre sembrava reduce da una serata di bagordi, con tanto di succhiotto sul collo mal celato dalla camicia e dal giubbotto che indossava.

"Andrea Brandi, nuova proprietaria di Villa Ginestra. Accetto le sue scuse ma, la prego, di non tardare altre volte. Ad ogni modo voglio che mi seguiate voi, mi è piaciuta l'idea di una villa ecosostenibile che mi avete proposto e in questa perlustrazione vorrei mostrarle le miei necessità per poi esaminare il vostro progetto finale" disse infine distendendo I tratti del viso e anche i nervi.

L'uomo di fronte a lei sembrò rincuorato e si mossero verso l'interno dove Andrea una volta aperta la villa gli mostrò quello che aveva in mente.
   
 
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