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Autore: Seira Katsuto    18/09/2019    1 recensioni
Sono una persona che fa pensieri strani e senza senso anche nei momenti meno appropriati, solitamente tengo per me tutte le cazzate che il mio cervello spara, ma essendo che mi sono rotta di parlare da sola ho voluto fare questa specie di diario in cui scriverò ciò che voglio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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[pubblicato il 2 settembre notte]

Ho sentito spesso dire che la ricerca del proprio io sia ardua. 
Alla fine ho notato che la maggior definizione che si possa dare di sé stessi è ciò che si mostra coi fatti.
"Sei la strada che hai percorso fino ad ora" o qualcosa del genere.
Però anche questa spiegazione ha le sue lacune.
Dopotutto cosa si intende con "percorso"? Cos'avrebbe valore e cosa no? Il percorso sarebbe ciò che hai mostrato di te agli altri, ciò per cui ti ricordano oppure è qualcosa di personale, qualcosa che riguarda il percorso dei tuoi pensieri?
Non lo so onestamente, ma di certo non voglio credere che siano gli altri a stabilire chi io sia.
Più passa il tempo più me ne rendo conto: ogni persona a questo mondo pensa davvero tantissimo e per un sacco di cose diverse.
Tutto questa sarebbe inutile perché non concreto? 
Ci sono cose a questo mondo che non si possono esprimere a parole, quindi perché ognuno guarda solo i fatti?
Io sono la prima a riconoscere quanto siano importanti, però ciò che rende un'azione realmente importante è ciò che c'è stata dietro, è tutta l'ideologia che ha portato a quell'azione.
Ricordo che una volta una persona mi disse "mi piace il fatto che tu abbia un sogno al contrario mio".
Ho sempre pensato di voler poter trasmettere ciò che provo tramite le mie storie, però penso che in questioni di fatti questo non abbia alcun valore.
Alla fine se io non riuscissi a scrivere o disegnare nulla di "fatto", ciò che rimarrebbe di me alle persone sarebbe il ricordo di una persona fallita, non una persona con un sogno.
Non una persona che piaceva a qualcuno.
Mi sembra tutto così temporaneo, tutto che vada avanti solo coi "se".
Se fai quello va bene. Se fai quell'altro va bene.
Se vai a scuola, se prendi buoni voti, se non ti fai bocciare, se parli, se stai sempre con noi, se ti fai andare bene tutti eccetera eccetera.
Per andare bene a qualcuno dev'esserci sempre un se.
Questo è normale nei rapporti umani penso, ma io me ne sono resa conto troppo tardi.
O meglio l'ho sempre ignorato perché "è normale tra ideologie diverse avere dei se", dopotutto anch'io ho cose che sopporto e cose che non sopporto.
Però ad un certo punto ho iniziato a pensarci troppo.
Mi sono resa conto che ovunque vada, seppur per motivi differenti ci sarà sempre qualcosa che non va. Qualcosa che potrebbe andare meglio se.
Più avevo problemi più se ne sono creati altri, più tempo è passato più ho incominciato a chiedermi per cosa stessi facendo tutto quello che faccio, perché stessi soffrendo tanto.
È come se non avessi più uno scopo o un sogno.
Ma nel senso di "fatti".
Perché io non ho perso la voglia di creare storie e di viverle, però non ricordo più perché ci tenessi tanto a mostrarle alle altre persone.
Fin da quando sono piccola ho sempre saputo crearmi una felicità da sola senza bisogno di nessuno.
E non perché non avessi amici, al contrario alle elementari ne avevo tanti, ma mi divertiva comunque immaginare qualcos'altro da sola.
È una continua risorsa di emozioni.
Per questo posso essere felice.
Però la realtà è diventata troppo opprimente, nessuno può aiutare qualcuno che non ha motivo per fare nulla.
La verità è che vorrei sapere anch'io come potermi godere la vita come prima non affidandomi unicamente alle mie storie.
Ma al contempo non vorrei nessuno.
Ci sono troppe incoerenze in tutto ciò.
Ho sempre ammirato con facilità le persone e per questo ora non riesco a gestire il dolore.
Forse ora riuscirei a mettere un vero muro con le future persone che incontrerò ma quelle vecchie ormai non possono cambiare.
Le motivazioni per cui sto male sono sempre legate a qualcun altro. Per questo ho perso la voglia di tutto.
Io penso che esistano molte persone gentili a questo mondo, persone da ammirare a prescindere da che rapporto abbiano con me.
Ed è questo il problema, forse ora riuscirei ad ammirarle da lontano o non essere sopraffatta dalle buone azioni, ma con le persone che ho già conosciuto non ci riesco.
Questo perché a prescindere dalla loro opinione ho sempre dato una determinante importanza a loro.
Non penso sia sbagliato farlo, perché erano importanti per una ragione valida.
Però nessuno dovrebbe essere tanto importante da farmi soffrire.
Voglio soffrire per me stessa.
Sono stanca di dover piangere per qualcun altro.
Anche per la bocciatura sarà così.
Non sarò mai triste perché "ho perso un anno".
Ma sarò triste "perché i miei prof si aspettavano tanto da me".
Sono stanca di questo.
Ed è anche per questo che ho perso i miei obbiettivi.
Mi sembra di essere sempre triste per gli altri e ora mi chiedo se me ne importi davvero della scuola o della promozione.
Sì sarei felice. Ma ciò che mi opprimerebbe in caso contrario non sarebbe la sensazione di sconfitta e di incapacità, non sarei io a sentirmi fallita o altro.
Sarei triste perché gli altri si aspettavano qualcosa. Sarei triste perché mi sentirei dire "dai non importa se la finisci alla fine".
Dopo tutto questo tempo come può non importare.
Che venga promossa o bocciata come posso lasciare tutto così.
Che cosa avrei fatto fino ad ora se adesso va bene non finirla più.
Sono stanca di dare importanza alle parole altrui.
Alla fine io non sono in grado di ricambiare gli altri.
Non ho più bisogno di soffrire per gli altri se non so offrire niente.
Sono troppo egoista per poter piangere per qualcun altro.
È solo ipocrisia la mia.
Penso che quel giorno l'abbia capito maggior mente.
L'ultimo giorno di scuola ho compreso di essere troppo debole per essere chi vorrei essere.
Non so con esattezza la ragione per cui non mi sono potuta muovere, ma ho come l'impressione che mi fossi stancata.
"che senso ha andare da chi non ti cerca".
Se è basato così poco a farmi sentire in quel modo significa davvero che sono spacciata, non ha senso che mi sforzi per nessuno.
Fin da quando ne ho ricordo ho sempre pensato che ciò che provavo era troppo importante per rovinarlo per qualcosa come la gelosia. O invidia. O desiderio di possesso, non saprei il termine esatto.
Insomma "è bello perché esiste". Solo questo.
È bastato così poco per farmi cominciare a comportare in modo diverso solo perché "ad altri non andava bene".
Ed è bastato così poco per perdere tutta la mia forza.
È per questo che soffro.
In un istante ho capito che muovendomi avrei sofferto ancora così mi sono fermata e mi sono detta "fa niente, alla fine importava solo a me".
Non sono capace nemmeno di amare decentemente.
Ma quale fa niente e quale "importa solo a me".
Perché dovrebbe importare qualcosa questo? Come ci si può arrendere così.
Da quando mi dovrebbe importare se gli importa o meno.
L'avevo già deciso. È importante per me perché è giusto che sia così.
Quindi chissenefrega di sapere se a lui freghi o meno.
"Gne Gne non mi ha manco vista quindi non gliene frega niente" MA CHE LAGNA.
Perché sono nata così, con un cervello che deve metterla sempre come se fossi io la poverina di sto cazzo.
È ovvio che poi la gente rompe i coglioni.
Gesù santo mi prenderei a testate.
Ero venuta qui solo perché domani vado al patibolo a farmi bocciare facendo la figura di non sapere una ceppa.
Perché è finita parlando di stronzate?
Perché mi deprimo così facilmente?
Io lo so che in fondo in fondo un po' mr x mi vuole bene, anche se dopo averlo scritto quel fondo si decuplica.
Chissenefrega se ho deluso chissà chi, se anche i miei prof si irritassero che importa, se anche lo deludessi fa niente, è la mia vita e l'unica a dover essere triste per essa sono io.
Che mal di testa atroce... Ogni volta che c'è qualcosa di reale da affrontare finisce così che palle.
Ma perché mi devo deprimere facendo discorsi a caso.
Alla fine intanto mi riprendo e torno a sparare cagate sull'amore e amicissimità.
È come se avessi un parassita al mio interno che cerca di impedire la fuoriuscita della mia "voglia di vivere".
Va beh ho sonno, dormirò 5 ore e domani studierò quel poco per far finta di aver fatto qualcosa... O forse non ci vado e basta.
Mmmmh. 
Sapete quella sensazione che ti fa pensare che non facendolo me ne pentirò tutta la vita? Ecco.
Però a forza di fare così sto continuando a pigliarlo in culo per cui sono sempre più propensa a lasciar perdere... UFFAAA.
Va beh intanto quasi nessuno legge sta roba quindi come va va, sarà solo palloso dover parlare di questo con i miei amici o parenti.
... Se penso che devo ripetere l'anno mi si prosciuga la vita, ehhh.
Anche se in effetti sarebbe meglio dato che non so un cazzo di tutto quello che abbiamo fatto in quarta.
Ah, il prof di educazione fisica mi urta il cuore.
CHE PALLE MI DA COSÌ FASTIDIO.
Ho così paura che farà o non farà nulla così da spezzarmi il cuore.
Ma perché do importanza a persone che per me possono nutrire solo delusione? 
Perché una persona così bella doveva essere un prof poi, è così ignoto che non ho idea di come si comporterà.
Forse dovrei cambiare classe... Però voglio continuare a vederlo.
Perché le persone interessanti sono sempre così.
È una maledizione.
Gentili ma spaventose.
Quasi non si accorgono del potere di distruzione che possono avere nei miei confronti.
Come si dice "l'ignoto fa paura" ahah... Ah.
Che bello prendere decisioni smidollate sulla propria vita alle 4 di notte.
Ho sonno per cui non ci vado. 
Mi sa che è meglio che non abbia figli in futuro o non ho idea di cosa io potrei insegnargli.
Procrastinare come primo comandamento.
Anime > studio (beh ho finito black clover almeno)
Manga > studio (devo leggere tutto il manga prima di fare altro)
Ecco i motivi per non avere pietà di me! 
Non c'è niente da compatire da una persona che non fa un cazzo consapevolmente e piange comunque. 
Detto questo direi che non voglio sapere nessuno critica sulla mia vita o persona attualmente. 
Sono qui solo per sfogo personale. 
Se invece volete giocare e divertirvi magari ci potrei fare un pensierino. Anche se non so quando ritornerà questa improvvisa iperattività.

Sayonaraa, vi lascio col mio amato Yami ~
Non amavo tanto un personaggio da secoli.
Rozzo, coglione, divertente, sciatto e con uno stile fighissimo di combattimento. 
Caga tutto il giorno e appena gli gira è pronto a minacciare di morte chiunque. 
Ha un cuore d'oro che gli porta a salvare chi vive discriminato da tutto, sempre comportandosi da strafigo però. 
Aah, lui sì che è una gioia.

   
 
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