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Autore: Blackvirgo    18/09/2019    2 recensioni
“Salvo? Come mai hai le chiavi di casa mia? Non ricordo di avertele date.”
Gentile si strinse nelle spalle, noncurante. “Ho corrotto la portinaia con il mio fascino. Sai com'è: ho pensato che mi sarebbe tornato utile averle.” Guardò Gino di sottecchi, come per studiare la sua reazione di nascosto. “E così è stato.”

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Un breve spaccato ambientato subito dopo "La tua Valencia".
Serie 'What a Wonderful World'
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gino Hernandez, Salvatore Gentile
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'What a Wonderful World'
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“Salvo? Come mai hai le chiavi di casa mia? Non ricordo di avertele date.”
Gentile si strinse nelle spalle, noncurante. “Ho corrotto la portinaia con il mio fascino. Sai com'è: ho pensato che mi sarebbe tornato utile averle.” Guardò Gino di sottecchi, come per studiare la sua reazione di nascosto. “E così è stato.”
“Non credo sia una cosa legale!” Gino aggrottò le sopracciglia, il labbro inferiore stretto tra i denti. “E di sicuro non è stato un esempio di rispetto per la mia privacy!”
“Rimane il fatto che è stato utile.”
Gino distolse lo sguardo: come faceva Salvatore a sfidarlo anche quando aveva platealmente torto? Non se lo sapeva spiegare. Eppure il difensore aveva sempre la risposta pronta e sapeva pronunciarla con un tono così convinto che, a volte, aveva quasi la tentazione di capitolare senza discutere. Solo quasi, però. Perché con lui non ce la faceva a tacere, a prendere la via facile. Salvatore lo spingeva a portare avanti discussioni che di solito evitava come la peste. Aveva bisogno di contrapporsi alla sua forza, aveva bisogno di dimostrare sia a lui che a se stesso di non essere da meno. Anche se Gentile riusciva comunque a coglierlo in fallo, nel rigoglioso giardino delle sue fragilità. Senza quelle chiavi, per esempio, non lo avrebbe trovato ubriaco, riverso sul divano. “Di certo non ha giovato alla mia dignità.”
“Al mio povero cuore sì, però!” rispose il difensore portandosi le mani al petto, teatrale. Quindi le lasciò cadere assieme allo sguardo: “Ero preoccupato marcio.” Un sorriso appena accennato gli stirò le labbra dalle quali gli sfuggì un sospiro.
“So cavarmela da solo,” aggiunse Gino, ostinato a non dargliela vinta. O a non darsi per vinto. Tuttavia ammorbidì la voce perché vederlo così, nella sua fragilità, lo aveva costretto a lasciare andare ogni vestigia di risentimento. Perché il calore che gli faceva sentire Salvatore – la consapevolezza che qualcuno si prendesse cura di lui, nonostante tutto – ridimensionava parecchio il concetto che si era fatto di orgoglio e di amor proprio.

Gentile annuì e il suo sorriso divenne più pieno, sincero. “Lo so,” rispose. Era lui a non essere più capace di cavarsela senza Gino.

***

Black-notes:

  • dato che io sono ancora al writober dell'anno scorso, questo sarebbe stato il prompt.19: rubare.

  • Avevo bisogno di un po' di fluff perché i capitoli che sto scrivendo di I was born to love you mi stanno succhiando l'anima. E sì, arriveranno anche loro, con calma eh!, ma arriveranno.

 

 

 

   
 
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