Il Signore Oscuro era scomparso da ormai sette anni lasciando il mondo magico in pace e armonia.
La notte in cui era stato sconfitto non ci fu mago o strega che non avesse gioito o festeggiato fino allo stremo.
Lui no.
Per lui la morte del Signore oscuro implicava un altro straziante avvenimento.
Quella notte Lily era morta.
Lui l'aveva uccisa senza pietà per poter arrivare a suo figlio, Harry, il bambino della profezia, il bambino che lo avrebbe annientato.
Così, quella notte, mentre il mondo magico riassaporava la libertà, lui si disperava accanto al corpo della sua amata.
 
Preso dalla malinconia per l'anniversario della morte della sua Lil quel giorno decise di andare a vedere quel bambino, quel piccolo essere umano per cui non sapeva se provare amore o odio.
Dopotutto se lui non ci fosse stato lei sarebbe ancora viva.
 
Si smaterializzò all'inizio di Privet Drive.
Era pomeriggio e doveva fare attenzione a non farsi notare dai babbani, i suoi abiti sarebbero stati strani ai loro occhi, dopotutto non erano avvezzi ai mantelli o alle lunghe vesti.
Passeggiando lungo la via si fermò davanti al numero 4.
sapeva che il piccolo Harry viveva lì con i suoi zii, babbani della peggior specie, quelli che sono terrorizzati dalla magia, ma non riuscì a percepire la sua presenza perciò decise di camminare un po' per schiarirsi la mente.
 
Cosa pensava di ottenere andando fin la?
Era solo un enorme rischio.
Se qualche mangiamorte nascosto lo avesse visto la sua copertura sarebbe saltata e sarebbe finito nei guai.
Lo avrebbero ucciso.
Alla fine era un traditore.
Era riuscito a tradire chiunque: il mondo magico stando tra le fila di Voldemort, e Voldemort stesso facendo la spia per Silente in cambio della protezione di Lily.
Eppure Lily era morta lo stesso.
Quanti rischi corsi invano.
 
Mentre  i suoi pensieri vagavano liberi in quel pomeriggio assolato, si imbattè in un gruppetto di bambini che giocavano al parco e rimase in disparte a guardare la scena.
Quattro ragazzini stavano prendendo in giro un loro coetaneo più piccolo e mingherlino.
Gli vennero in mente i tormenti subiti dai Malandrini ai tempi di Hogwarts.
Tirò fuori la sua bacchetta e quasi divertito decise di intervenire in soccorso del poveretto che ormai era finito a terra e si stava preparando a ricevere una corposa dose di calci e pugni dagli altri.
Era un po' una vendetta personale.
 
Lanciò un piccolo incantesimo contro quei teppistelli che si spaventarono talmente tanto da scappare a gambe levate e urlando.
Dentro di sé rise divertito.
Mentre riponeva la bacchetta nella tasca del mantello il suo sguardo si fermò sulla povera vittima che si stava rialzando e togliendo la polvere rimasta sui pantaloni troppo grandi per un bambino così minuto.
I ragazzini sono davvero crudeli.
Non capiva proprio che gusto ci provassero nel…
 
..e poi li vide.
Quegli occhi.
Un verde smeraldo, gli stessi occhi di lei.
E lo riconobbe, era Harry, il bambino che stava cercando.
Il respiro gli si bloccò in gola e si nascose meglio per paura di essere visto.
 
Il bambino iniziò a dirigersi verso casa un po' perplesso, non aveva capito cosa fosse successo. Un attimo prima Dudley e i suoi amici erano pronti a pestarlo per bene e un attimo dopo se la stavano dando a gambe spaventati da non si sa cosa.
Sarà stata una magia pensò tra sé e sé il piccolo Harry.
Non aveva idea di quanto fosse vero.
 
Si strinse nelle spalle e continuò per la sua strada senza accorgersi dell'uomo vestito di nero che lo fissava nascosto, mentre Severus lo guardò andare via.
Lo avrebbe sempre protetto da qualunque pericolo.
Lo avrebbe fatto per Lily.
E mentre formulava mentalmente questa promessa si smaterializzò per tornare a casa.