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Autore: Zamia    20/09/2019    3 recensioni
Ranma è un perfetto Mr Darcy, scontroso e timido ma coraggioso e capace di grandi gesti d'amore; Akane è un'Elizabeth Bennet vivace e piena di vita ma con una certa propensione a fraintendere ciò che Ranma dice. Siete pronti ad affrontare questo crossover che ci condurrà, attraverso fraintendimenti e personaggi comici, ad uno splendido lieto fine?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9
Per tutto il resto della festa Akane rivolse la sua attenzione quasi interamente alla sorella e al dottor Tofu, e la serie di piacevoli riflessioni suscitate da quelle osservazioni la rese forse quasi felice quanto Kasumi.
La vedeva con la fantasia sistemata in quella stessa casa con tutta la felicità che può provenire da un matrimonio d'amore, e in circostanze come quelle si sentiva persino capace di sforzarsi per farsi piacere gli amici del dott. Tofu. Vide con chiarezza che i pensieri del padre erano rivolti nella stessa direzione ma di questa cosa si vergognava perché non avrebbe mai voluto ascoltare i suoi discorsi con gli astanti riguardanti le sue aspettative sul fatto che Kasumi si sposasse presto con il dottor Tofu. Era un argomento eccitante per lui e Soun Tendo sembrava incapace di stancarsi nell'enumerare i vantaggi di quell'unione: parlava del fatto che Tofu fosse un giovanotto affascinante e ricco, che abitasse ad appena tre miglia da loro, che l’unione con la sua famiglia era una cosa molto promettente anche per le figlie minori, dato che l'ottimo matrimonio di Kasumi avrebbe potuto dar loro modo di frequentare altri uomini facoltosi. Akane tentò invano di frenare il rapido flusso di parole del padre, o di convincerlo a descrivere la sua felicità con un tono di voce meno udibile, poiché, con inesprimibile irritazione, aveva notato che gran parte del discorso era stato sentito da Ranma, che era poco distante da loro. Il padre la rimproverò "Ma scusa, chi è mai Ranma Saotome per me, perché debba aver paura di lui? Sono certo che non gli dobbiamo nessuna particolare cortesia come quella di essere costretti a non dire nulla che possa non piacergli."
"Per l'amor del cielo, papà, parla più piano. Che vantaggio può derivarne a offendere Ranma Saotome? Non ti raccomanderai certo al suo amico comportandoti in questo modo."

Nulla di ciò che poteva dire, tuttavia, ebbe la minima influenza. Il padre continuò a parlare dei suoi punti di vista con lo stesso tono udibilissimo. Akane arrossì più volte per la vergogna e l'irritazione. Non poteva fare a meno di lanciare frequenti occhiate a Ranma Saotome, anche se ogni sguardo le confermava ciò che temeva, poiché, sebbene non guardasse di continuo il padre, era convinta che la sua attenzione fosse invariabilmente concentrata su di lui e sui suoi discorsi circa un matrimonio finora premeditato solo da lui stesso e di cui invece i diretti interessati non avevano mai parlato. L'espressione del volto di Ranma si trasformò gradualmente da un indignato disprezzo a una composta e ferma serietà. Quando il padre si zittì Akane cominciò a riprendersi. Ma l'intervallo di tranquillità non durò a lungo, poiché, una volta finita la cena, vide Nabiki avvicinarsi ai tavoli dove si giocava a carte per fare scommesse allo scopo di spillare più soldi possibili ai ricconi presenti. Con molti sguardi significativi e mute preghiere cercò di impedire che la sorella facesse qualcosa di così poco adatto alla casa e alla situazione in cui erano. Lo sguardo di Akane, di biasimo, restò fisso su di lei ma non fece alcun effetto; poi guardò Kasumi, per vedere come stesse reagendo; ma Kasumi stava tranquillamente chiacchierando con il dottor Tofu. Guardò Shampoo e Ukjo e vide che si scambiavano segni di derisione tra di loro e verso Ranma, che tuttavia continuava a restare impenetrabilmente serio. Guardò Nodoka per implorare il suo intervento, temendo che Nabiki continuasse per tutta la sera. Lei colse l'accenno e fermò Nabiki, attirando la sua attenzione sulla preziosa argenteria in esposizione. Non poco lontano Tatewaki Kuno si rendeva ridicolo con i suoi sermoni lunghi e pieni di paroloni privi di significato.

Ad Akane sembrò che se la sua famiglia si fosse messa d'accordo per dare spettacolo durante la serata; e ritenne una fortuna, per il dottor Tofu e per la sorella, che a lui fosse sfuggita parte di quell'esibizione. Quanto a Ukjo, Shampoo e Ranma, avevano fornito loro una tale opportunità di mettere in ridicolo la sua famiglia che non riuscì a decidere se fosse più intollerabile il silenzioso disprezzo del gentiluomo, o gli insolenti sorrisi delle signore.
Il resto della serata produsse ad Akane ben poco divertimento. Fu importunata continuamente da Kuno, che continuava a insistere per restarle accanto e pareva convinto che lei non desiderasse altro. Invano lo pregò di invitare qualcun'altra, e si offrì di presentarlo alle altre signorine in sala. Lui le assicurò che il suo scopo principale era quello di raccomandarsi a lei con le sue delicate attenzioni, e che perciò si era ripromesso di rimanerle vicino per l'intera serata.
Non c'era nulla da ribattere a un progetto del genere.

Perlomeno Akane non si trovò costretta a discorrere con Ranma; sebbene si fosse trovato spesso a breve distanza da lei, e completamente libero, non le si avvicinò mai abbastanza per parlarle. La sua impressione era che lui la guardasse con distacco e disprezzo.
Quando la serata volse al termine la sua felicità non aveva pari.

******

Il giorno dopo a casa Tendo il sipario si aprì su una nuova scena. Tatewaki Kuno fece la sua dichiarazione formale. Avendo deciso di farlo senza perdere tempo e, considerata la sua cecità e presunzione, non provando nessun sentimento di insicurezza che potesse procurargli una qualche ansia, si accinse a farlo in modo molto meticoloso, seguendo tutte le regole che supponeva fossero di prammatica nella faccenda. Subito dopo colazione al cospetto di tutta la famiglia, si alzò in piedi e disse: "Posso sperare, Soun, nel tuo appoggio nei confronti della tua bella figliola Akane, affinché possa avere con lei un colloquio privato nel corso della mattinata?"
Prima che Akane avesse tempo per nient'altro che arrossire per la sorpresa, Soun Tendo aveva già risposto:
" Sì... certo. Sono sicura che Akane non abbia nulla in contrario.” E costrinse tutti glia ltri familiari ad alzarsi da tavola e a lasciare soli i due piccioncini.
Akane resasi conto, dopo un attimo di riflessione, che sarebbe stato più saggio farla finita nel modo più veloce e tranquillo possibile, si rimise seduta, e cercò di nascondere il tumulto dei propri sentimenti, divisi fra timore e divertimento.

Kuno cominciò:
"Credimi, mia cara Akane, sono certo che non puoi avere dubbi sullo scopo del mio discorso, anche se la tua delicatezza ti porta a dissimulare; le mie attenzioni sono state troppo evidenti per essere fraintese. Quasi subito, una volta entrato in questa casa, ho scelto te come la compagna della mia vita futura. Ma prima di lasciarmi trasportare dai miei sentimenti in proposito, forse sarà opportuno che esponga le ragioni che ho per sposarmi. Le ragioni per sposarmi sono, in primo luogo, che una bellezza e un’intelligenza come la mia non possano non trasmettersi a futuri eredi, sarebbe un peccato per l’umanità tutta…poi, sono convinto che ciò contribuirà moltissimo alla mia felicità; e terzo - ma forse avrei dovuto menzionarlo per primo - il fatto è che essendo, come sono, l'erede di questa proprietà dopo la morte di tuo padre non avrei potuto ritenermi soddisfatto se non avessi deciso di scegliere una moglie tra le sue figlie, affinché la perdita per loro potesse essere ridotta il più possibile, quando avrà luogo il triste evento - che, tuttavia, come ho già detto, mi auguro non avvenga prima di diversi anni.  E ora non mi resta che assicurarti con le parole più appassionate la violenza del mio affetto. Per il resto ti assicuro che nessun rimprovero uscirà mai dalle mie labbra dopo esserci sposati sul fatto che tu non abbia sostanze economiche a tua disposizione."
A questo punto era assolutamente necessario interromperlo.
"Sei troppo frettoloso, Tatewaki", esclamò lei. "Dimentichi che non ho dato nessuna risposta. Permettimi di farlo senza ulteriori indugi. Accetta i miei ringraziamenti per l'omaggio che mi stai facendo. Sono consapevole dell'onore della tua proposta, ma per me è impossibile fare altro che rifiutarla."
"So bene, e non da ora", replicò Kuno, con un cerimonioso gesto della mano, "che tra le signorine si usa respingere la proposta di un uomo che esse intendono segretamente accettare, quando lui richiede per la prima volta i loro favori; e che talvolta il rifiuto è ripetuto una seconda e persino una terza volta. Non mi ritengo quindi minimamente scoraggiato da ciò che hai appena detto, e spero di condurti all'altare quanto prima."
"Parola mia,", esclamò Akane, "la tua speranza è piuttosto singolare dopo la mia dichiarazione. Ti assicuro di non essere una di quelle signorine (se esistono signorine del genere) così audaci da affidare la propria felicità alla possibilità di una seconda proposta. Sono perfettamente seria nel mio rifiuto. Tu non potresti rendere felice me, e sono convinta di essere l'ultima donna al mondo che potrebbe rendere felice te. Facendomi questa proposta hai certamente soddisfatto la delicatezza dei tuoi sentimenti riguardo alla mia famiglia, e, a suo tempo, potrai prendere possesso dei nostri beni senza farti nessun rimprovero. La faccenda, quindi, può essere considerata definitivamente conclusa." Ed essendosi alzata mentre stava parlando, avrebbe lasciato la stanza, se Kuno non si fosse rivolto a lei in questo modo:
"Quando avrò l'onore di parlare di questo argomento la prossima volta spero di ricevere una risposta più favorevole di quella che mi hai dato ora, poiché so che è una radicata abitudine del tuo sesso respingere un uomo in occasione della prima proposta."
"Insomma, Kuno", esclamò Akane con una certa veemenza, "mi metti in enorme imbarazzo. Se ciò che ho detto finora può apparirti una forma di incoraggiamento, non so proprio come esprimere il mio rifiuto in un modo che possa convincerti che proprio di questo si tratta.".
"Sei sempre adorabile!" esclamò lui, con aria di goffa galanteria; "e sono convinto che una volta sanzionata dall'esplicita autorità di tuo padre, la mia proposta non mancherà di essere accettata."
Di fronte a una tale perseveranza nell'illudersi, Akane non trovò nessuna riposta. Lo avrebbe volentieri colpito con qualunque oggetto contundente a portata di mano ma sapeva che ciò non era conveniente per una ragazza, e si ritirò subito e in silenzio, decisa a parlare col padre e con Nodoka.

Ma fu su padre a venire da lei. "Vieni qui, bambina mia", esclamò non appena la vide. "Ti ho mandata a chiamare per una faccenda importante. Ho saputo che Kuno ti ha fatto una proposta di matrimonio. È vero?" Akane rispose di sì. "Molto bene; e questa proposta di matrimonio tu l'hai rifiutata?"
"Si, papà."
"Molto bene.” si introdusse Nodoka “Ora veniamo al punto. Tuo padre vorrebbe che tu accettassi. Non è vero, Soun?"
"Sì, farebbe al caso nostro. Temo che non la vorrò più vedere se non salverà la nostra proprietà."
"Hai di fronte una triste alternativa, Akane. Da oggi dovrai essere un'estranea per uno di noi. Tuo padre non vorrà più vederti se non sposi Kuno, e io non vorrò più vederti se lo sposi.
Akane sorrise a Nodoka e continuò: “Papà, non puoi costringermi a sposare una persona che non amo e per giunta talmente stupida!”
“Dobbiamo salvare la palestra!!!” rispose lui
“Sai che ti voglio bene ma non puoi costringermi a una vita tanto orribile, troveremo una soluzione”
E Soun Tendo, che a dispetto delle apparenze amava le sue figlie sopra ogni cosa non resistette alle richieste di Akane e abbandonò il suo proposito di vederla moglie di Tatewaki Kuno. (Bisogna dire che influenza nella decisione ebbe anche lo sguardo di Nodoka che era così truce che sembrava volesse colpirlo con una katana da un momento all'altro).
Avrebbero trovato un’altra soluzione. Nodoka, dunque, si recò da Kuno che aspettava fuori la porta e gli comunicò la decisione di Akane.
Lui si arrabbiò tantissimo e per il resto della giornata non le rivolse più la parola, e le assidue attenzioni che riteneva tra sé così apprezzabili, furono trasferite a Nabiki, che in cambio di piccoli doni, accettò di assecondarlo. Almeno per quel giorno.
   
 
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