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Autore: Will Darklighter    20/09/2019    13 recensioni
"Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio!". Questa celeberrima frase racchiude in se tutto il desidero di un padre di ricongiungersi alla propria discendenza e al contempo la volontà di un apprendista di voler mettere fine una volta per tutte al legame che lo vincola al proprio Maestro. E se questa duplice intenzione avesse avuto una possibilità di realizzarsi? E se al padre fosse riuscito quantomeno di porre il seme del dubbio nel cuore del proprio emotivo figlio? A questo e ad altri interrogativi, come un possibile approfondirsi della relazione sentimentale tra gli inconsapevoli gemelli Skywalker e un miglior trattamento di alcuni comprimari sin troppo maltrattati nei film, provo a rispondere in questa storia.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 20 – Una richiesta d’aiuto


HAN
 


“E questo è il rapporto completo di quanto è avvenuto, Generale Rieekan. Non credo ci sia altro da aggiungere.”

Dalle profondità di Ord Mantell, nella base segreta della Rete Bothan, stava per concludersi una lunga conversazione olografica in cui gli interlocutori erano da una parte i tre Comandanti Solo, Carlissian e Kev’lya mentre dall’altra parte vi era il Generale Carlist Rieekan, capo di stato maggiore delle forze di terra dell’Alleanza Ribelle e diretto superiore dei tre ufficiali.


Il grande protagonista di quella conversazione era stato l’ex contrabbandiere, il quale sin dal principio si era assunto l’intera responsabilità dell’operazione condotta su Tatooine che aveva portato alla morte di Jabba Desilijic, potente esponente del Cartello Hutt di Nal Hutta e di tutta la sua corte, con la sola eccezione del maggiordomo personale del gangster, Bib Fortuna.
Han non era mai stato tipo da uccidere chi lo supplicasse di risparmiarlo e non intendeva certo cominciare con quel twi-lek sanguinario, sebbene la voglia di terminarlo era stata fortissima.
Rieekan aveva ascoltato silenziosamente il rapporto fatto dal proprietario del Millenium Falcon, valutando con attenzione ogni sua singola parola. 
 
“I suoi colleghi ufficiali intendono aggiungere qualcosa al suo rapporto, Comandante Solo? – Rieekan guardò prima Kev’Lya il quale scosse il capo in senso di diniego. Poi passò a guardare Lando Carlissian, il più recente acquisto dell’Alleanza, il quale fissò a lungo il suo vecchio amico, senza che questi ricambiasse il suo sguardo, per poi fare lo stesso cenno del Bothan.
“Molto bene. Kev’lya, Carlissian. Lasciate la stanza, desidero conferire con Solo in privato.”
I due commilitoni fecero come ordinato e Han restò in compagnia dell’ologramma del Generale.
Le comunicazioni tramite Holonet dovevano essere in teoria un privilegio usufruibile unicamente dall’Esercito e dalla Marina Imperiale ma i Bothan avevano imparato da tempo ad hackerarne gli accessi. Per motivi di sicurezza ci si serviva di quel tipo di media soltanto nei casi più importanti, come quello per l’appunto.

“Comandante, si rende conto di quello che ha fatto? – disse Riiekan dopo un lungo silenzio.
“Si, signore. E non me ne pento affatto. La galassia è un posto migliore senza Jabba – l’ex contrabbandiere corelliano non pensò minimamente ad addolcire la sua risposta – e come ho già detto, le chiedo di non punire in nessun modo i miei due commilitoni. Entrambi mi hanno aiutato soltanto perché sono stato particolarmente insistente con loro.”
“Punire? No no – il volto compassato del Generale Ribelle si coprì di un lieve sorriso – affatto, avete eliminato un pericolosissimo collaborazionista dell’Impero. Gli accordi che aveva stipulato con il nemico nel settore Arkanis, di cui fa parte anche Tatooine, rendevano molto complicate le nostre operazioni in quel settore.”
Han fissò tra il compiaciuto e il sorpreso il suo superiore; il suo occhio cyborg emise per un breve istante un rapido bagliore rossastro. Stare in quel luogo in penombra lo costringeva a sforzare la vista e la sua parte non umana reagiva di conseguenza.
“E grazie alle informazioni che i Bothan hanno raccolto, sappiamo che colei che lo sostituirà, Gardulla Besadii, non ha le stesse capacità nel tessere trame e nello stipulare accordi; siamo certi che sarà molto meno abile nel trovare compromessi con l’Impero e in tutto questo noi potremmo approfittarne.”
A quel punto il corelliano si chiese se quando aveva accettato di supportarlo, il Bothan Bond Kev’Lya non avesse già pensato a tutto questo. Conoscendo la lungimiranza della specie alla quale apparteneva, non era affatto una possibilità da escludersi.
“Ciò detto, Comandante, le rammento che lei è un Ufficiale dell’Alleanza, agire per vendetta è sconveniente e di pessimo esempio per tutti coloro che vedono in lei un eroe. Se ne rende conto?”
L’ex contrabbandiere emise un sospiro, quante volte doveva ripetersi?
“Si, Generale. Comprendo di aver potuto dare un pessimo insegnamento ma non sono affatto pentito. E mai lo sarò.”
Rieekan cominciò a ridere in maniera composta.
“Lei è il più ostinato dei miei ufficiali, Solo. E sia, è pronto ad affrontare le conseguenze del suo atto?”

“Ci siamo finalmente, detesto le attese.”

“Si, signore!”
“Molto bene – l’anziano ufficiale assunse un tono molto formale – Comandante Solo, per aver liberato il pianeta Tatooine dalla presenza di un conclamato collaborazionista imperiale e aver consentito all’Alleanza la possibilità di cominciare operazioni di infiltrazione nel Settore Arkanis, in qualità di Capo di Stato Maggiore delle Forze di Terra dell’Alleanza per la Restaurazione della Repubblica, la promuovo Generale sul campo.”

A Han mancò il respiro per un istante.
“Cosa ?! – esclamò, non riuscendo a trattenere l’irritazione e con il tono insolente che gli era proprio – non è possibile! Devo farle un disegnino? Ma ha compreso quello che ho fatto e perchè?”
“Perfettamente – rispose compostamente l’alderaaniano, ignorando la provocazione – e se stava pensando di farsi cacciare, Generale, purtroppo le è andata male. Comprendo che ha cercato di uccidere il suo dolore tramite la vendetta ma non le permetterò di lasciare l’Alleanza e di andarsi ad ubriacare in qualche bettola sperduta di chissà quale pianeta. No, giovanotto, che lei lo voglia o no, è un eroe e continuerà ad esserlo per tutti coloro che credono in lei!”
L’ex-contrabbandiere venne preso in contropiede, Rieekan aveva imparato a conoscerlo bene in quei quattro anni che era stato un suo subalterno, ed era un attento osservatore come ogni buon abitante del distrutto pianeta di Aldeeraan e proprio come una certa principessa.

“Leia” 

Gli venne proprio in mente lei, la ragazza che lo aveva stregato e che con ogni probabilità avrebbe deluso per prima se fosse riuscito nel suo intento di farsi degradare e ancora meglio, allontanare da quella guerra. E forse non avrebbe deluso soltanto lei ma anche qualcuno che non c’era più ...
Lasciò che quel pensiero gli scivolasse addosso, non aveva ancora intenzione di piangere per Chewie, il momento sarebbe arrivato, prima o poi ma per ora preferiva provare a non pensarci, come era solito fare con tutti i suoi problemi.
“E poiché conosco il suo animo da uomo d’azione – continuò l’anziano, non dandogli letteralmente tregua – le affiderò immediatamente un incarico. Uno che immagino le piacerà moltissimo.”

Il corelliano si passò rapidamente una mano sul volto, per aiutarsi a ritrovare la concentrazione. Nel frattempo, nella comunicazione comparve accanto a Rieekan l’immagine tridimensionale di un pianeta.
“Kashyyyk, pianeta d’origine della specie Wookie.”
A sentir pronunciare quel nome, Han ebbe un sussulto ma restò in silenzio.
“Fino a due mesi standard orsono, la forte presenza della Marina Imperiale aveva sottoposto il pianeta ad un isolamento pressoché totale dal resto della galassia. E non c’è neanche da ricordare che sin troppo spesso, gli abitanti del luogo sono stati utilizzati come schiavi da parte del nemico, specialmente in stabilimenti minerari sparsi in tutta la galassia, per via della loro grande forza fisica.”
Certo che non c’era bisogno di ricordarlo, specialmente all’ex-contrabbandiere viste le circostanze nelle quali lui e suo fratello si erano conosciuti ma continuò a tacere.

La proiezione olografica a quel punto incluse al suo interno anche il vicinissimo pianeta di Trandosha, che Han conosceva quasi altrettanto bene.
“A seguito della stipula di un trattato con un Signore della Guerra trandoshano di nome Raihsska , secondo il quale viene affidato in esclusiva ai suoi sudditi la caccia e la riduzione in schiavitù degli Wookie, il numero di navi imperiali è stato fortemente ridimensionato. Un unico Star Destroyer classe Victory è rimasto a proteggere l’orbita del pianeta.”
Tra le due specie esisteva una faida sanguinosa che andava avanti da secoli e non c'erano schiavisti più esperti dei trandoshani quando si trattava di catturare i loro antichi nemici. L’occhio cibernetico di Han emise nuovamente un bagliore rossastro quando si concentrò sull’immagine appena comparsa del più piccolo incrociatore che l’Impero avesse a disposizione nel proprio arsenale, quell’incarico cominciava ad essere molto interessante.

“Anche a causa di questo nuovo dislocamento di forze, è iniziata ben presta un’insurrezione sul pianeta: dico anche perchè i giganti di Kashyyyk hanno trovato un modo per disattivare i chip inibitori che impedivano loro qualunque resistenza violenta e hanno cominciato a liberare i loro simili nei vari campi di prigionia prima che venissero fatti imbarcare nei luoghi dove la loro forza lavoro potesse essere sfruttata.”
L’immagine si aprì su una planimetria dove venivano evidenziati i luoghi segnalati da Rieekan; a quanto pare se la flotta imperiale era stata di molto ridimensionata, lo stesso non si poteva dire dei reggimenti delle truppe d’assalto. La loro presenza era massiccia fra i giganteschi alberi di Wrroshyr i quali costituivano circa il 70% della superficie planetaria.

“Da quanto abbiamo appreso – continuò a parlare l’alderaaniano – possiamo affermare con certezza che non c’è stato mai dalla fine della Guerra dei Cloni ad oggi, un simile numero di Wookie in armi contro un nemico comune. Mentre stiamo parlando, la rivolta è già stata più che devastante per il locale presidio imperiale. Le loro truppe sono in rotta un po’ dovunque, con l’esclusione di un unico caposaldo.”
L’immagine si focalizzò su quella che aveva tutta l’aria di essere una vera e propria fortezza armata fino ai denti; trovandosi in campo aperto, su di una altura rocciosa e non circondata dagli alberi mastodontici, era chiaro comprendere perché non fosse stata ancora attaccata. Per catturarla sarebbe stato necessario o avere armi a lungo raggio per un assedio oppure attaccarla dall’alto con i giusti mezzi. Un dubbio però colse Han a quel punto.

“Le chiedo scusa per l’interruzione, Generale – disse l’ex contrabbandiere – ma se l’insurrezione è tanto generalizzata e pericolosa per l’Impero, come mai non sono stati chiamati rinforzi per domarla e sopprimerla?”
“E’ presto detto, Solo – un leggero sorriso comparve sul volto dell’anziano – il governatore del settore di cui fa parte Kashyyyk, il Moff  Lozen Tolruck, ha imposto un rigidissimo silenzio radio verso l’esterno a tutti i suoi subalterni, pena la morte. Evidentemente teme di essere giustiziato per via dell’infelice gestione del problema che egli stesso ha causato, essendo Tolruck anche il responsabile della stipula del trattato con i Trandoshani.”
Tutto quadrava; l’arroganza imperiale aveva sottovalutato ancora una volta la volontà e la capacità di un popolo non umano, pagandone un caro prezzo.
“Gli Wookie sono riusciti a liberare una stazione radio e a lanciarci un segnale di soccorso oltre ad informarci della situazione che le ho appena esposto – continuò Rieekan – e a questo SOS abbiamo intenzione di rispondere. Avevo pensato a lei per guidare una spedizione su Kashyyyk. Accetta?”
Han non ci pensò nemmeno un istante.
“Accetto, Generale! Grazie per aver pensato a me per questo incarico!”
“Non c’è di che – rispose l’alderaaniano – per questa missione, metterò al vostro comando la fregata Nebulon B Hope, comandata dal Capitano Nien Numb e la squadriglia Rogue, comandata dal Capitano Wedge Antilles.”

     

Li conosceva ambedue, Numb era un ex contrabbandiere, proprio come lui, originario di Sullust e intraprendente come tutti i Sullustani e Wedge era più un amico che un commilitone. Luke lo aveva scelto per sostituirlo nella guida dei Rogue da che era stato preso dalle sue manie di grandezza e si era fissato con quella storia di diventare uno Jedi.
“Non avrei potuto desiderare una squadra migliore – commentò il corelliano compiaciuto – le chiedo il permesso di utilizzare la nave Slave One come mio mezzo personale, giacché il Falcon è nelle mani della Principessa Organa, e di avere Lando Carlissian come mio vice.”
Se la sua adorata nave fosse stata con qualunque altra persona, Han non sarebbe stato così calmo parlandone. Ma saperla con Leia lo tranquillizzava.
“Accordato – rispose Rieekan – bene, Generale Solo. Ritengo non ci sia molto altro da dire. Domande?”
“No, signore. Tornerò presto a farle rapporto – l’ex contrabbandiere, mise le mani sui fianchi e fece il suo consueto ghigno di soddisfazione – ha la mia parola!”
“Ne sono certo, figliolo – il tono dell’anziano si fece più mesto – ma farà il suo rapporto al Generale Madine, sarà lui a sostituirmi come suo superiore e Capo di Stato Maggiore delle Forze di Terra. Questo è stato il mio ultimo compito da militare dell’Alleanza, tra un’ora presenterò le mie dimissioni.”
Han non poteva credere alle sue orecchie.
“Il Cancelliere ha perso la testa!”. Eccolo di nuovo con la sua schiettezza corelliana. “Non c’è nessuno che meriti questa mansione più di lei.”
“Può darsi – rispose Rieekan visibilmente divertito – ma sto per occupare un incarico ancora più importante e non posso più essere un soldato se desidero accettarlo.”
Ad Han vennero cento domande da fare al suo superiore ma l’anziano fu più veloce.
“Dia agli Wookie l’aiuto che serve per liberare il loro pianeta. E che la Forza sia con lei!”
Prima che l’ex contrabbandiere potesse anche soltanto salutarlo, la comunicazione venne interrotta. Sbuffò, ma la seccatura durò solo un istante. Avrebbe fatto quanto gli era stato chiesto e lo avrebbe fatto per Chewie!
 
Alcune ore più tardi, Han e Lando erano ancora una volta uno di fianco all’altro a bordo dello Slave One, la nave che un tempo era appartenuta a Boba Fett.
“Quando questa missione sarà finita – disse il giocatore mentre erano nell’iperspazio – la prima cosa da fare sarà cambiare il nome di questo gioiellino.”
“Lo vuoi per te eh? – replicò il corelliano ghignando – beh, potremmo giocarcelo a Sabacc, che ne dici?”
“Accetto! – l’ex amministratore di Cloud City non perse tempo a rispondere – così mi prenderò la mia rivincita per aver perso il Falcon!”
“Attento, vecchio mio – gli fece eco il neo Generale – continua così e rischi di rimanere appiedato per sempre!”
I due commilitoni presero a ridere di gusto.
“Cosa vi siete detti tu e il comandante Kev’Lya prima che lasciassimo Ord Mantell? Ora puoi dirmelo, spero”
“Quanta curiosità, comandante Carlissian – lo canzonò pronunciando il grado dell’amico con voce nasale – nulla di particolarmente importante.  Il nostro amico Bothan si era dimenticato di dirci che Jabba, oltre ad essere il fetente bastardo che era, si occupava di collaborare un po’ troppo con l’Impero. Il che presto o tardi ne avrebbe fatto un bersaglio per l’Alleanza. Diciamo che abbiamo soltanto anticipato un po’ i tempi.”
“Capisco – disse Lando facendosi più serio e Han comprese che era meglio non fare menzione più all’argomento. Il suo vice era rimasto molto scosso per la devastazione che avevano portato su Tatooine e sarebbe dovuto passare un po’ di tempo prima che riuscisse a digerire la cosa.
“Vogliamo ripassare il piano? – disse dopo un minuto buono il correliano per spezzare quell’inutile tensione.
“Certo – gli fece il giocatore, risvegliandosi dal suo fugace torpore – permetti che sia io ad illustrarlo?”
 
L’ex contrabbandiere gli fece un cenno d’assenso.
“L’attacco sarà sincronizzato al secondo: i Rogue saranno i primi ad arrivare, la loro uscita dall’Iperspazio avverrà nei pressi della poppa della Star Destroyer. Attaccheranno sfruttando l’effetto sorpresa, colpendo il sistema di comunicazione e gli emettitori di scudi della nave. Si tratta di tre bersagli molto vicini e piloti della loro esperienza, non dovrebbero avere alcun problema in questo compito.”

Il comandante fece una pausa per poi proseguire.

“Poi toccherà alla fregata Hope; abbiamo calcolato un tempo sufficientemente lungo per dare ai Rogue il tempo di compiere il loro compito e solo a quel punto, ci auguriamo, giungerà la nostra nave capitale, comparendo non distante dalla prua della nave e attaccandola con tutto quello che ha a disposizione. Se i caccia TIE non sono impiegati sul pianeta, a questo punto è molto probabile che attaccheranno i ragazzi del Capitano Antilles.”

Han sorrise, ora toccava a loro.

“Infine, compariremo noi e punteremo di volata alla plancia di comando dove lanceremo una bomba sismica, il che dovrebbe concludere la battaglia nello spazio. Appena finito, noi e i Rogue ci dirigeremo verso la superficie di Kashyyyk per colpire duramente la fortezza del Moff Tolruck. Frattanto la fregata Hope, munita di disturbatore anti-comunicazione impedirà qualunque tardiva richiesta di rinforzi che potrebbe arrivare dal pianeta.”

Il corelliano cominciò ad applaudire.
“Bravissimo, comandante Carlissian. Se fossimo ancora all’Accademia, ti avrei appena dato il massimo dei voti!”
Lando rise di gusto, tutta la precedente tensione era svanita.
“Ancora pochi minuti, prepariamoci! – disse il neo-generale, facendo un nuovo check dei sistemi di bordo e assicurandosi che tutto fosse a posto.
E finalmente uscirono dall’iperspazio.

La battaglia stava andando come aveva previsto: i Rogue avevano preso completamente di sorpresa lo Star Destroyer; gli scudi deflettori erano inattivi nonostante ci fosse una battaglia il che equivaleva a dire che erano stati distrutti. E ancora più importante, la nave capitale non aveva più la possibilità di comunicare con chicchessia, come gli mostrò il navicomputer dello Slave One.
I caccia Ala X e Ala B di Wedge erano stati ingaggiati da un numero leggermente superiore di TIE, evidentemente il capitano imperiale aveva deciso di tenerne una squadriglia di riserva a bordo nella nave per qualsiasi evenienza. Tutte le batterie turbolaser dell’incrociatore erano concentrate sulla fregata Hope, la quale ovviamente faceva lo stesso contro la nave nemica. Ma non avrebbe retto a lungo contro uno Star Destroyer, pur con il vantaggio dell’assenza di scudi.
Senza alcun indugio, il corelliano attivò i deflettori frontali e accelerò alla massima velocità dritto davanti a sé.
Poco dopo, una coppia di caccia imperiali si distaccò dal gruppo principale e si mise di coda alla nave pilotata dal Generale.
“Lando, a te le armi!”
Prontamente Carlissian fece quanto ordinato. Non avevano tempo da perdere con i caccia, dovevano sbarazzarsene il più velocemente possibile.
L’ex contrabbandiere eseguì un’impennata improvvisa, cimentandosi in un ardito loop della morte. Manovra difficile per un pilota nella media ma Han Solo non era un pilota nella media!
In men che non si dica furono alle spalle dei TIE e prima che potessero compiere qualsivoglia manovra evasiva, Lando fece fuoco abbattendoli in rapida successione.
“YEEEAW! – gridò il giocatore, elettrizzato per quanto era appena avvenuto.
“Preparati a sganciare il confetto, Lando. Resta concentrato, ci siamo quasi! – gli rispose di rimando il corelliano.

Arrivarono finalmente davanti alla plancia dell’incrociatore; a Han sembrò di vedere il capitano imperiale, in piedi e impettito, con il voltò saldo di chi stava guardando la morte negli occhi.
“Ora! – e l’ex amministratore di Cloud City fece il lancio.
L’onda di energia cinetica spazzò completamente via l’intero centro di comando della nave e buona parte di ciò che lo circondava. Lentamente ma inesorabilmente, la nave cominciò a spegnersi, le sue batterie turbolaser tacquero e priva di qualsiasi input centrale, prese ad andare alla deriva.

Han accese il comunicatore. “Capo Rogue, a che punto siete con quelle zanzare? Riuscite a sganciarvi per la discesa sul pianeta?”
La voce familiare di Wedge Antilles gli rispose.
“Negativo, Capo Oro. Abbiamo bisogno di qualche altro minuto!”
I piloti imperiali non si arrendevano, encomiabile da parte loro ma non c’era tempo da perdere.
“Capo Verde, attivate il disturbatore e bloccate le comunicazioni nemiche. Noi diamo una mano ai caccia per poi scendere sul pianeta.”
“Dighè * – sentì dire all’ufficiale sullustano.
Sbarazzarsi di ciò che restava dei TIE fu soltanto una questione di tempo. Tutti i Rogue erano ancora vivi ma un paio di Ala B, i migliori caccia-bombardieri della flotta Alleata, erano troppo danneggiati per poter proseguire.
“Rogue 6 e 7 – disse il Generale, riferendosi proprio a loro – tornate a bordo della Hope. Tutti gli altri, seguitemi!”
Con lo Slave One in testa, l’attacco ribelle si diresse di punto in bianco alla volta della fortezza nemica. Quando furono nell’atmosfera del pianeta, all’orizzonte videro un altro gruppo di caccia venire loro incontro; erano tutto ciò che li separava dalla vittoria dato che la base imperiale, stando alle informazioni che avevano, non aveva una contraerea efficace per tutti loro.
“PER KASHYYYK! – Han gridò nel comunicatore ancora acceso e chiunque fosse in ascolto gli fece eco.



*: Affermativo nella lingua sullustana
   
 
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