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Autore: Smeralda Elesar    20/09/2019    0 recensioni
L'Aether, la gemma della realtà, è stata ritrovata da una ragazza di Midgard dopo cinquemila anni di oblio, ed il suo ritrovamento porta al risveglio degli Elfi Oscuri.
Tra la Convergenza dei mondi che si approssima, il fatto che gli esseri umani non hanno abbastanza forza per resistere al potere di una gemma dell'infinito, e Malekith deciso a riappropriarsi di ciò che gli appartiene, l'unico modo per evitare il disastro potrebbe essere quello di patteggiare con il maestro di magia più abile dei nove regni.
Peccato che Loki sia anche l'essere meno incline a collaborare con Asgard di tutti i nove regni.
Insomma, i problemi sono appena iniziati per Thor, Odino, Asgard... e soprattutto per Darcy Lewis.
Perché è lei la custode dell'Aether, adesso.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Darcy Lewis, Loki, Malekith, Thor
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un mondo oscuro

4

La tela del Wyrd


*

Il tramonto visto dalla spiaggia era di una bellezza incomparabile.

Il cielo ed il mare si fondevano in una linea sfumata di indaco e violetto, e l'aria era tiepida e profumata di estate.

Sulla volta celeste, Sol si era appena nascosta sotto l'orizzonte per riposare, ed aveva lasciato posto a Mani, adesso libero di risplendere della sua luce di perla.

Il boschetto vicino alla spiaggia era un luogo incantato, con betulle e frassini, e poi, lontano dalla salsedine, un albero di tasso millenario.

Ma nemmeno rievocare un paesaggio così dolce e familiare riuscì a calmare il suo spirito, e così Loki lasciò svanire l'illusione e rimase nel buio artificiale delle prigioni.

**

Era ormai buio quando Thor bussò agli appartamenti del Fensalir.

-Thor. Stavolta sei in ritardo per la cena-

-Perdonami, Madre. C'era una cosa che dovevo fare-

-Che non dovevi fare, piuttosto- lo riprese lei gentilmente.

Thor riuscì a sorridere.

-Sei davvero la regina degli dei-

-Odino è un grande re per Asaehim. La regina non deve essere da meno, non credi? Ora andiamo: non facciamo attendere oltre le nostre ospiti-

***

Quella sera c'era qualcosa che preoccupava Thor, Jane lo capiva.

Quando, alla fine della cena uscirono tutti sulla terrazza, lei fece in modo da restare indietro con lui mentre Frigg spiegava a Darcy qualcosa a proposito di una certa collana (il cui nome di sicuro non era Bricioline come lo pronunciava la sua assistente).

Quando Jane fu sicura di essere sentita solo da lui gli chiese -C'è qualcosa che non va? A parte la sostanza malvagia che sta covando Darcy, intendo-

Thor sorrise e scosse la testa.

-Forse hanno ragione a dire che sei una strega-

-Oh, grazie!-

-É un complimento. Hai l'intuito di una seidrkona, e la discrezione e la grazia di una regina-

-E tu non stai per caso tentando di eludere la domanda distraendomi con i complimenti?-

-Povero me, che sbaglio che ho fatto a portarti qui! Ancora pochi giorni alla corte di Asgard e saprai destreggiarti meglio di me in certe situazioni-

Per un attimo risero tutti e due all'assurdità dell'idea, poi però Thor ridivenne serio.

-Hai ragione, Jane, sono preoccupato. È giusto che tu sappia perché-

Lei gli fece cenno di continuare. Si erano fermati del tutto, Thor si era appoggiato con i gomiti al parapetto, e le voci di Darcy e Frigga erano mormorii incomprensibili a distanza.

-L'Aether è un pericolo per tutti i nove regni, ed io vorrei avere la certezza di affrontare questa minaccia insieme a mio fratello come è stato in passato. Purtroppo però temo che le nostre strade siano ormai irrimediabilmente separate-

Ah, dunque c'entrava Loki. Jane lo aveva visto in qualche spezzone del telegiornale e dei successivi speciali che avevano fatto sull'attacco a New York, ma sopratutto ne aveva sentito parlare da Erik Selvig.

Loki non le piaceva, e questa era l'ennesima conferma.

-Non te l'ho mai chiesto perché so che è un argomento che ti fa soffrire, ma ora devo chiedertelo: che ne è stato di Loki dopo New York? Erik mi ha raccontato delle cose che... Thor, qualsiasi cosa gli abbia fatto Loki, abbiamo temuto che Erik avesse perso il senno-


-Mi dispiace per quello che ha fatto. Adesso Loki sta pagando per i suoi crimini: è in cella e ci resterà a vita-

C'era una tale amarezza e sconforto nella voce di Thor che Jane non se la sentì di esternare l'unico commento che le veniva in mente, e cioè “Bene, se lo è meritato. E forse è troppo poco”.

-Mi dispiace- gli disse solo.

Provò a prendergli una mano e lui rispose stringendola con entrambe.

-Ti ringrazio per la comprensione, mia signora. So che non deve essere facile per te-

No, non era facile proprio per niente, ma il modo di Thor di chiamarla “mia signora” le rendeva la cosa più sopportabile.


****

Svartálfar.

Le stanze del Fensalir.

Le conosceva: ci era stato tante volte da giovane.

Ma ora c'erano le guardie e le porte erano sbarrate dall'interno.

E c'era battaglia nelle stanze di Frigg.

Madre!

Il clangore delle armi nelle sale della regina.

Svartálfar.

Loki era intrappolato dentro i frammenti spezzati della sua visione.

Svartálfar.

Avrebbe voluto combattere al suo fianco per difenderla, perché nessuno doveva osare minacciare...

Madre!

E poi c'era solo silenzio, e lui sapeva che c'era sangue, e lui non voleva vedere, non voleva più vedere...

Svartálfar!

*****

Ulf era al secondo turno di ronda assieme a Honir.

Percorrere i corridoi delle prigioni di notte era noioso, ma ogni tanto il suo compito era quello, ed Ulf non se ne lamentava perchè essere parte degli Einherjar che prestavano servizio dentro il perimetro del palazzo reale era un onore.

Svoltarono l'angolo e già sapeva che l'ultima cella in fondo al corridoio era quella di Loki.

Lui evitava persino di guardarci dentro più del necessario, perché incrociare lo sguardo una sola volta con il principe rinnegato gli era bastato per tutta la vita.

Erano occhi capaci di inchiodare per il terrore.

Ulf si chiese di sfuggita se anche Honir avesse paura di Loki, ed a giudicare da come il suo compagno si era fatto silenzioso e da come stringeva l'impugnatura della lancia, nemmeno lui era tranquillo all'idea di passare davanti a quella cella in particolare.

Ulf sperava che Loki dormisse, o che si nascondesse con qualche illusione ed ignorasse il loro passaggio, ed invece appena arrivarono davanti alla cella il principe era lì: in piedi davanti alla parete, sveglio e che sembrava li stesse aspettando.

-Guardie! Voglio che andiate a chiamare il Padre degli dei. Devo parlare con lui immediatamente-

Loro si girarono a guardarlo ma non gli risposero.

Sembrava pallido, agitato, con il respiro affannoso. Come tutti i prigionieri dopo un lungo periodo di reclusione.

Si scambiarono un'occhiata e poi passarono avanti.

-Non osate ignorarmi! Si tratta della sicurezza di Asgard!-

Ulf esitò un attimo.

Va bene che Loki era chiamato fabbro di menzogne, ma l'urgenza nella sua voce sembrava proprio vera.

-Non farti fregare- lo ammonì Honir accanto a lui, non abbastanza piano da non essere sentito anche da Loki.

-Bada a come parli tu, bifolco! E tu, che sembri avere ancora un minimo di buonsenso, vai a chiamare Odino-

Alla seconda volta che veniva ripetuta la stessa richiesta si erano fermati.

-Perché? Di cosa devi parlargli- si azzardò a chiedere Ulf.

-Di questioni che solo il re di Asgard può conoscere. Ora fai in fretta-

-Sì, certo- fece annoiato Honir -È solo un altro trucco, Ulf, e Padretutto si arrabbierà con noi che ci siamo cascati. Vieni via, che ne ho abbastanza di stare a sentire questo pazzo-

Loki sembrò essere stato colpito da qualcosa.

Prima rimase rigido, ad occhi sgranati, annientato dall'umiliazione di essere apostrofato così da un suo suddito, poi però tornò ad essere il principe di sempre: pericoloso e potente anche se imprigionato.

-Ah, è così, dunque? Bene!-

All'improvviso Loki aveva in mano un pugnale, ma invece di usarlo per attaccare in qualche modo se lo puntò sotto il mento.

-E adesso andate immediatamente da Odino, oppure giuro che mi taglierò la gola e riterrò voi due personalmente responsabili della mia morte. E sapete cosa potrei fare ai miei nemici se tornassi dalla morte in forma di draugr?-

Ulf si sentì impallidire. Aveva sentito storie sui draugr: aveva sentito di persone rapite, portate alla pazzia, dilaniate, rese cieche da qualcosa che aveva strappato i loro occhi...

L'idea di Loki che si trasformava in un draugr era terrificante: già da vivo il principe era perverso e maligno, figurarsi cosa sarebbe diventato se fosse sfuggito alle barriere del corpo fisico che poteva essere confinato in prigione.

Chissà se una cella avrebbe contenuto uno spirito malvagio?

Loki premette più forte la punta del coltello proprio dove correva la vena giugulare, e lungo la lama scorse una goccia di sangue.

Accidenti, stava facendo sul serio!

-Allora?! Volete scoprire a vostre spese cosa potrei fare?-

Ulf riuscì a non dire “no”, però non potè fare a meno di scuotere la testa, spaventato a morte.

-Andate a chiamare Odino- ripetè Loki.

-Domani mattina...- tentò debolmente Ulf.

-ADESSO!!!-

Ulf scattò di corsa, lasciando indietro Honir.

Preferiva di gran lunga affrontare l'ira di Odino disturbato durante il sonno che l'ira di Loki che lo perseguitava dall'oltretomba!


******

Era affacciato ad uno dei piani più alti, alla ricerca dei segnali di vita dei suoi compagni superstiti nel buio dell'astronave.

-Malekith-

-Lo so già: molti non si sono risvegliati-

Algrim abbassò la testa.

-Quanti?- chiese Malekith.

-Poco meno della metà. Troppo tempo è passato per alcuni di loro-

Malekith non rispose. Chiuse gli occhi e prese un lungo respiro prima di voltarsi.

Battè la mano sulla spalla di Algrim, l'unico che lo avesse mai compreso davvero, e rimase a stringerlo forte.

-Gli asgardiani pagheranno anche per questo. Attendiamo che tutti i superstiti abbiano ripreso le forze, e poi potremo decidere come distruggere Asgard-

-Siamo ai tuoi ordini, Malekith. Guidaci ancora una volta-

*******

A tarda sera, al momento di salutare Jane e Darcy, Thor fu impeccabile e galante fintanto che sua madre era nelle vicinanze. Quando lei si voltò un attimo però ne approfittò per fare l'occhiolino a Jane.

La regina lo stava riaccompagnando fuori dagli appartamenti del Fensalir quando o fermò un attimo posandogli la mano sul braccio.

-Figlio mio, sei stato ombroso stasera. Vuoi sedere un attimo con me e dirmi cosa ti turba?-

-Volentieri, Madre. Forse solo tu potresti aiutarmi a capire-

Le ancelle si erano ormai ritirate dopo la cena, e Frigga prese da sé due calici ed una caraffa d'argento.

Era un liquore leggero, adatto per fare conversazione senza essere storditi dall'alcol.

-Sai che ho parlato con Loki anche se era stato proibito- iniziò Thor -Sono stato poco e solo per chiedere se ci avrebbe aiutati in caso di minacce esterne, ma lui ha rifiutato. Ha detto cose terribili-

Frigga poteva benissimo immaginare che genere di cose potessero passare per la mente di Loki e qunto potessero essere esacerbate dalla presenza di Thor.

-La prigionia è la peggiore delle punizioni per uno spirito come il suo. E mi dispiace che l'abbia meritata-

-Nonostante tutto anche a me dispiace sapere che è prigioniero. Vederlo di persona mi ha fatto capire delle cose, e parlare con lui mi ha fatto venire dei dubbi. È stato davvero giusto imprigionarlo? È stato giusto nascondergli le sue vere origini?-

Sua madre gli prese le mani.

-Thor, ascoltami bene. La mente di Loki è affilata e contorta. C'è del buono in lui, ma a modo suo. Il fatto che lui non abbia più delle certezze da quando ha scoperto la sua discendenza dagli Jotnar non deve far vacillare le certezze che hai tu-

-Non credo di avere più molte certezze-

-Ma sei in grado di distinguere il bene dal male. Fidati di te stesso, e non avere mai paura di ammettere i tuoi errori. Non aver paura di voler cambiare le cose. Adesso vai a dormire: domani ci aspetta una nuova giornata-

Frigg accompagnò alla porta suo figlio, e per salutarlo gli accarezzò il viso come faceva quando era solo un bambino.

Non sapeva perchè l'aveva fatto.

Le era sembrato giusto così, e stranamente anche Thor non si era tirato indietro imbarazzato come faceva di solito.

********

Quella sera Jane non riusciva a rilassarsi. Quello che era successo a Darcy, l'incontro della mattina con Lady Sif, il fatto che solo in quel momento lei stava realizzando appieno cosa significasse Asgard, bastava a non farle venire sonno.

Si alzò dal letto e prese uno dei cristalli luminescenti che Frigg le aveva prestato.

Bastava scuoterlo perché si accendesse ed illuminasse la strada con un tenue bagliore aranciato, e lei avrebbe potuto passare ore a studiare come accidenti funzionasse.

Ma prima aveva bisogno una boccata d'aria; si infilò un mantello blu sopra la veste da notte ed uscì sul balcone.

In realtà era la stessa terrazza su cui uscivano dopo la cena, che girava tutto intorno e chissà ancora fino a dove. Forse intorno all'intero palazzo.

L'unica cosa che metteva un freno alla sua voglia di esplorare era il fatto che non voleva abusare dell'ospitalità.

E comunque quello che vedeva affacciandosi al parapetto era spettacolare: luci a perdita d'occhio, in basso quelle della città, in alto le stelle ed il velo luminoso che ondeggiava ogni notte sopra Asgard.

La luna di Asgard, Mani, aveva un ciclo diverso che la luna della Terra.

E allora come funzionavano le maree? E la gravità? E le stagioni? Chissà ogni quanto cambiavano le stagioni ad Asgard?

La fisica di quel mondo la confondeva e la affascinava oltre ogni dire.


Welcome to the Holy Land

find your peace in blood and in sand



“Aspetta, ma che...?”

Quella sembrava una delle terribili canzoni spaccatimpani di Darcy, e se lei riusciva a sentirla poteva significare solo una cosa: che Darcy era vicina!

Si incamminò in direzione del suono e la trovò rannicchiata a terra, anche lei infagottata in un mantello e con il cappuccio tirato sulla testa.

Più che alla solita Darcy somigliava alla strega di Biancaneve, ma la rapidità con cui picchiettava sullo schermo dell'IPod non lasciava dubbi che fosse proprio lei.

-Darcy! Ma che ci fai qui fuori a quest'ora?-

Quando alzò la testa ed il cappuccio le cadde sulle spalle, Jane fu proprio sicura che era Darcy, con i capelli raccolti sotto il cappellino viola e gli occhiali da nerd; era incredibilmente rassicurante vedere qualcosa di così familiare.

-Oh, Jane, sei tu! Niente, non mi andava di dormire e così mi sono messa a creare la playlist giusta-

-La... la cosa, scusa?-

-Sei seria? Jane, come hai fatto a prendere tre lauree in materie scientifiche senza sapere cos'è una playlist?-

-Lo so che cos'è! Non capisco perché devi crearne una a quest'ora di notte-

-Mi sento ispirata. Un viaggio epico come questo merita una colonna sonora altrettanto epica-

Ah. Certo. Darcy ed i suoi voli di fantasia.

-Se ti siedi ti faccio vedere cosa ci ho messo-

Normalmente Jane si sarebbe ben guardata dall'accettare la proposta, ma insomma, erano su un pianeta alieno a chissà quanti mila anni luce da casa, la sua amica portava in giro una cosa pericolosa, ed in più certi discorsi che Jane aveva sentito su una cosa chiamata Convergenza non l'avevano rassicurata per niente. Le ci voleva un po' di normalità.

-Va bene. Fai vedere-

-Evvai! La dottoressa Jane Foster raggiunge le file dell'esercito del metal!-

-Ho detto che vedrò la playlist, non che mi piacerà- le disse mentre si sedeva anche lei per terra, ben attenta a non strofinare la veste da notte sul pavimento.

-Sì, sì, certo... allora, ci ho messo “Shining oasis”, poi la sigla di “Game of Thrones”..-

-Ma qui non ci sono troni da conquistare-

-Dettagli. Quella è così epica che sta bene con tutto. E poi “Starlight to heaven”, il tema de “il signore degli anelli”, “Incense and Iron”...-

-Incenso e cosa?-

-Metallo-

-Incenso e metallo? Davvero? Come può...? no, aspetta, non voglio saperlo. E perché l'hai messa nella playlist?-

-Non tanto per il testo, però il video è tutto oscuro e fiammeggiante, come il rosso di questa cosa qui... Eather-

-Aether-

-Eather suona molto meglio. È un bel nome-

Tutto quello non aveva il minimo senso. Insomma, Darcy aveva dentro una cosa pericolosa e se ne stava lì a scegliere canzoni ed a darle un nome come fosse un animaletto domestico?

-Non ti fa paura?-

-Ti ho appena detto che è un bel nome-

-Intendevo la gemma dell'infinito. Non ti spaventa?-

-Ah, quella! All'inizio sì, ma adesso mi sono abituata. E poi Frigg ha detto che troveranno un modo di toglierla, quindi va tutto bene. Fino ad allora sarò Lady Darcy, la custode dell'Eather!-

Jane era allibbita. E Darcy era completamente fuori di testa.

Ma vederla normale le dava un senso di sollievo che le scaldava il cuore.

-Sei... strana. Ma in senso buono. Ora però sarebbe meglio che andassimo a dormire, non credi?-

-Forse sì. E va bene... tanto domani mi ficcheranno di nuovo in uno dei loro forni magici-

Jane sorrise. Era incredibile come Dacy riuscisse a trovare il lato leggero di ogni situazione.

Si alzò in piedi, leggermente anchilosata per la posizione accovacciata, ed aspettò che Darcy facesse lo stesso.

-Allora buonanotte, Lady Darcy-

-Buonanotte a te, Lady Jane-

Darcy le fece una riverenza e poi tornò nella sua stanza attraverso il balcone.

Era una persona straordinaria, pensava Jane, e gli asgardiani avrebbero fatto meglio a trovare il modo di farla tornare normale... cioè, normale... senza Aether, almeno.

*********

Svartálfar.

**********

Odino congedò le guardie all'ingresso dei sotterranei e proseguì da solo verso la cella di Loki.

A dire la verità era curioso di sapere cosa fosse successo, e se tutta la messinscena che Ulf gli aveva raccontato serviva solo a disturbare il suo sonno per dispetto oppure aveva un fondamento reale.

Certo che... minacciare una guardia di suicidarsi e di tornare a tormentarlo dopo morto... avrebbe potuto essere divertente.

Inoltre Odino voleva controllare di persona le condizioni di quel figlio che gli aveva dato tanti problemi e preoccupazioni.

Al suo arrivo si era aspettato di trovare l'illusione della cella vuota o qualche altro inganno, ed invece trovò Loki che misurava la stanza a grandi passi. Sembrava davvero impaziente di vederlo.

Forse dopotutto quella volta non c'era nessun inganno.

-Loki. Hai chiesto un colloquio con me-

Loki era esattamente come lo ricordava il giorno del processo: pallido, nervoso, con il viso smagrito. Solo gli occhi erano diversi, perché in quel momento non c'era nessuna traccia di sorriso malizioso.

-Ho chiesto udienza, sì-

-Ed hai usato una minaccia alla tua vita come merce di scambio. Ti sei chiesto se per me la tua vita vale ancora qualcosa?-

-Altrimenti perché saresti qui?-

-Per curiosità di vedere quale ennesimo trucco tenterai stavolta. A proposito: so che non puoi avere con te un pugnale, ed allora come hai fatto a terrorizzare quella povera guardia?-

Loki sorrise solo per un attimo.

-Un'illusione, Padretutto- face apparire nella sua mano un pugnale e subito dopo lo fece sparire per continuare con -Un'illusione, grandi capacità teatrali, e sfruttando spudoratamente il terrore che ispira la mia fama di malvagio-

Non era sano che Loki fosse così compiaciuto. Ne parlava come se avesse compiuto una grande impresa.

-Non sono certo titoli di cui vantarti, lo sai?-

Loki rispose con un gesto infastidito.

-Basta con questi stupidi giochi. So che qui ad Asgard è arrivato qualcosa di molto potente, e so che il popolo degli Elfi del mondo oscuro si è risvegliato. Non avevo il diritto che me lo diceste?-

Odino non rispose.

Come poteva Loki sapere degli Elfi oscuri?

L'unica risposta poteva essere che Thor avesse disobbedito ai suoi ordini.

-Chi ti ha detto degli Svartálfar?-

-Nessuno me lo ha detto. Ma la Convergenza dei mondi si avvicina, ed io sono, purtroppo o per fortuna, sensibile a cose che non tutti sono in grado di percepire-

-Hai avuto una visione?-

Vide il viso di Loki contrarsi in qualcosa che sembrava autentica sofferenza.

-Non sarebbe sbagliato definirla così-

-Perché mi hai mandato a chiamare? Volevi avvisarmi del pericolo?-

Loki non era poi così bravo a nascondere le sue emozioni. Si vedeva benissimo che era offeso con lui.

-Oh, no, io credo che tu lo sapessi molto bene. Ti ho mandato a chiamare per dirti che avrete bisogno delle mie conoscenze, e che prima uscirò da qui e ci metteremo al lavoro meglio sarà per tutti-

-Stai parlando come se tu già fossi libero. Non lo sei, Loki, e non lo sarai mai. Ed io non chiederò il tuo aiuto fino a quando non avrò esaurito tutte le altre possibili risorse che ho a disposizione-

Non si aspettava che Loki picchiasse un pugno sulla parete della cella.

-Sei un folle! Non ci sono risorse migliori di me, e tu questo lo sai! Io potrei essere la vostra unica possibilità di salvezza!-

Odino non riusciva a spiegarsi come mai Loki fosse così preoccupato. Aveva davvero visto qualcosa che lo aveva terrorizzato? Oppure tentava di sfruttare il pericolo degli elfi oscuri per fingere un'alleanza e poi evadere? O forse entrambe le cose?

-Non mi fido di te, Loki-

Se lo avesse fatto frustare gli avrebbe fatto meno male.

Erano passati anni, erano accadute tante cose, e Loki lo guardava con lo stesso sguardo deluso, ferito, tradito, di quando aveva scoperto di essere “un'altra reliquia rubata”.

Il principe aprì una volta la bocca per parlare ma per una volta non riuscì ad emettere un singolo suono. Per le Norne, che cosa stava succedendo? Loki che non riusciva a ribattere?

Per un attimo Odino ebbe la tentazione di aprire la cella per andare a consolarlo.

Questo finché il dolore di Loki non fu superato dalla rabbia, anzi dalla furia cieca che era un pericoloso misto del suo retaggio jotun e dell'educazione bellica di Asgard.

Si scagliò contro la parete incurante del campo di forza che gli ustionava le mani.

-Tu prova a relegarmi qui! Prova a non usare le mie conoscenze, e se le succederà qualcosa, io verrò a mozzarti la testa prima che lo facciano i tuoi nemici!-

C'era la parete a separarli, eppure Odino sentì tutta la rabbia di Loki come se gli fosse stata scagliata addosso.

O lui non aveva più l'età per certe cose oppure Loki aveva una forza fuori dal comune che veniva dalla disperazione.

-Adesso basta. Non ti darò la possibilità di scappare, e questo è quanto-

Non avrebbe resistito a quello sguardo un momento di più, per questo se ne andò finché poteva farlo come un re che chiude un'udienza e non come un re spaventato che scappa.

Dentro la cella Loki colpiva ancora lo schermo invisibile e continuava ad urlare -Fammi uscire di qui o te ne pentirai! Mi hai sentito? Io te ne farò pentire!-

***********

C'era qualcosa di nuovo nell'aria, Frigg lo sentiva nella percezione ai confini del Sogno.

I fili della tela del Wyrd si intrecciavano di nuovo in armonia, ora che un filo che aveva creduto perduto era appena tornato nell'insieme.

Un filo nuovo eppure conosciuto, verde cangiante in oro.

Loki.

Nel Sogno, Frigg sorrise.

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Cantuccio dell'Autore


Ragazzi... ma che davvero?! Ci sono cinque persone che seguono la storia! E dunque grazie dal più profondo del mio cuoricino ad AryaCat, Creamy761, Lady Tsuky, Silvermoon00 e Thranduil_Laufeyson. Non so dirvi quanto vi voglio bene <3 vi meritate un regalo: Questa è “Incense and iron”, una delle canzoni citate da Darcy youtube.com/watch?v=uttlRqHpvNs .

E vi meritate anche le note, ma a quelle ormai dovreste essere abituati.

-Bricioline, il cui nome corretto è Brisingamen, è la leggendaria collana della dea Freyja. La storia della collana, di Freyja e dei nani sarebbe da raccontare a parte.

-Sol e Mani sono le divinità del sole e della luna nella mitologia norrena. Contrariamente alle tendenze di quasi tutti gli altri popoli, per i vichinghi il sole era una divinità femminile, mentre la luna era maschile. Io ne ho fatto i nomi del sole e della luna di Asgard, che gli asgardiani considerano femmina e maschio come i loro allievi vichinghi.

-Asgard come è strutturata secondo l'MCU va contro tutte le leggi della fisica. Sapetelo.

-Ulf, letteralmente “lupo”, è un nome ancora oggi comune nei paesi nordici.

-I Draugr sono spiriti maligni per cui vi rimando al link https://it.wikipedia.org/wiki/Draugr

-Ho in mente una brutta immagine di Odino che dorme con il cappellino da notte ed abbracciato ad una Grungnir di peluche. E con le gocce calmanti sul comodino.


Vi saluto, e ci risentiamo al prossimo capitolo. Arriverà prima o poi, abbiate fede e tanta pazienza.


Makoto

   
 
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