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Autore: Sophietta88    21/09/2019    0 recensioni
Amicizie perdute, amori distanti, amori persi, legami che tornano, pensieri oscuri, dolore, pianto.
Tutto questo raccolto in un diario, specchio della mia anima.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Oggi 28 Settembre 2011 inizio il mio diario segreto.
Ero intenzionata ad acquistare un vero diario ma non ne ho trovati e mi accontento di questo piccolo quaderno... che poi alla fine è lo stesso.. anzi ho risparmiato che con la crisi che stiamo vivendo è meglio così.
L'idea di iniziare a scrivere un diario segreto l'ho avuta ieri quando, parlando su Facebook con un mio amico caro Francesco, ho cominciato a raccontargli tutte le mie storie d'amore, la mia adolescenza, tutte le cazzate, le paure, gli sbagli.. ma anche le cose buffe ecc.
E così ho deciso di mettere tutto per iscritto se casomai un giorno dovesse prendermi il morbo di Alzhaimer :D
Attualmente ho 23 anni, studio all'Università degli studi di Salerno a Fisciano alla Facoltà di Scienze dell'Educazione (con scarso interesse e voglia).
Sono fidanzata da 4 anni e 5 mesi con Rosario.
La mia più grande passione è il canto ed era ciò che volevo fare nella mia vita ma purtroppo è un sogno inesaudibile se non si ha denaro o raccomandazioni.
Domani ho un esame ma non so se ci vado.. so già che andrà male e mi mortifica questa cosa.
Meglio che ora dorma..
Ciao diario.
PS: Ho un cane si chiama Snoopy.. ora dorme raggomitolato sulla sua copertina sul pavimento della mia cameretta.
Ora chiudo il quaderno non riesco a scrivere bene a letto. Ciao.

Buongiorno caro diario, oggi 29 Settembre.. mi sono alzata e come al solito c'ho ripensato, non vado a fare l'esame.
Nessuno può capire come mi sento. Chiunque mi ascoltasse direbbe:" Ma provaci, che ti costa!" Ma per me mi costa eccome. E' una sorta di sfida contro me stessa. Devo riuscire a sostenere un esame almeno preparata al 50% e non il 15% 10% come accade quasi sempre.
E' la volontà che mi manca. Mi sento una fallita, un'incapace. Non riesco ad accettare il mio fallimento sul canto. Mi sono iscritta all'Università per darmi un ulteriore possibilità in campo lavorativo ma il mio scopo principale... il mio obiettivo era la MUSICA.
Tutti sanno che mi mancano solo 6 esami ma in realtà sono 10.
Non so come farò a nasconderlo ancora per molto.
Oggi ho voglia di scrivere ma la mano è stanca.. non è più abituata a scrivere tanto.
Vorrei tanto sistemarmi presto e sposare il mio amore, costruire un futuro insieme a lui.
Lui lavora a Roma in una scuola come collaboratore scolastico. Quest'anno al nostro 4° anniversario sono andata a trovarlo abbiamo passato dei giorni stupendi insieme.
La lontananza è brutta ma il mio cuore non soffre perchè è certo del suo amore.

Vorrei iniziare a parlare un po' della mia vita, ricominciando dalla mia infanzia.
Sono molto legata al mio passato, gli devo molto per ciò che son diventata oggi.
Ho vissuto un'infanzia, si può dire, quasi inesistente... Sono sempre stata più grande delle bambine della mia età. Non ho molti ricordi felici già partendo dal fatto che prima di nascere già ho subito il primo rifiuto... in questo caso ovviamente non c'è stato altrimenti  non sarei qui a scrivere non ti pare?
La mia famiglia è numerosa i miei genitori Carmine e Carmela e i miei fratelli maggiori Alfonso, Filippo e Pietro (che noi in casa chiamamiamo Piero). Io sono la piccola di casa e unica figlia femmina..
Potete quindi immaginare. Quando mia mamma e mio padre si sposarono nel 73' quasi subito mia mamma partorì il mio primo fratello Alfonso nel 74'. Già l' mia mamma si dispiacque..desiderava una femmina. Nel 77' nacque Filippo.. un altro maschio... che tragedia per mia madre.
Non contenti.. non si arrendono.. nell'82' di nuovo gravida e indovinate?.. un altro maschio e che diamine!
Ma la cosa bella è che quando nell'88' (per la 4° volta incinta)  a mia mamma viene la brillante idea di abortire. -.-''
Mio padre non era d'accordo ma mia madre era convinta ormai e andaroono in ospedale.
Improvvisamente dalla porta di una delle stanze compare un'infermiera con in braccio un bebè appena nato. Mia madre scoppiò in lacrime e mio padre la portò via.
Quel bebè mi deve la vita!
E fu così che dopo 9 mesi nacque questo gioiello di femmina tanto desiderato.
Mi chiamarono Sofia con il nome della sorella di mio padre.. un nome che non mi è mai piaciuto... non lo sento mio, lo trovo troppo PRINCIPESCO! ..io sono un maschiaccio :P
Appena nata avevo un viso rosso e i capelli neri tutti arruffati e piangevo come una pazza gridando.. (avevo già capito tutto della vita)
I primi giorni mi tennero nell'incubatrice per via della trachea piccola. Da piccola inoltre avevo una macchia rossa sulla manina fortunatamente scomparsa subito dopo un anno.
Mia cugina Annamaria una volta disse a mia madre:" Zia quando si farà grande non avrà bisogno del Rimmel ha già le ciglia lunghe" (anche se io lo metto ugualmente)..

Da bambina il mio fratello preferito è sempre stato Filippo .. Ricordo quando mi metteva vicino al muro in alto e mi faceva scivolare fin in basso al muro tenendomi ... e mi diceva "Questa è l'ascensore" ..Spesso però mi stuzzicava il nasino facendomi uscire sempre il sangue... Ma non so per quale motivo era il mio preferito.. Eppure l'ho vissuto pochissimo.. andò via quando avevo solo 9 anni. Si dovette sposare perchè la fidanzata era incinta. Alfonso e Filippo facevano i dj.. quella era vera musica da Disco non questa di oggi UNZ UNZ UNZ senza senso.
Ho sofferto molto la solitudine fin da piccolina. Non avevo cugini, fratelli con cui giocare. Amici? Ancora peggio.. nessuno e allora mi rifugiavo in cameretta ascoltando canzoni d'amore e facendo ballare Barbie con Ken e fantasticavo ..."Un giorno anche io avrò il fidanzato.. staremo sempre insieme, usciremo, andremo al mare, balleremo abbracciati e ci baceremo." Tutte cose che poi crescendo diventano banali. Specialmente per i ragazzi. Col mio fidanzato ci sto bene, lo amo tanto.. ma le cose che io sognavo da piccola non sono poi accadute. Non ho mai ballato un lento.. non mi sono mai venuti a prendere la sera per portarmi fuori a cena.. mai una cosa romantica.. Queste cose non esistono nella realtà e com'era bello sognarle.
I ragazzi pensano più alle cose materiali, non sono come noi.
Io ormai ho smesso di essere romantica.
Ma torniamo al passato.

All'asilo ero una vera peste. Sono sempre stata come si dice una bambina con l'arteteca. Iperattiva, non stavo mai un secondo ferma,  e questo ce l'ho ancora oggi.
Ho messo gli occhiali da vista già all'asilo (erano celesti di Puffetta).
Un giorno, ricordo, nella mia classe c'era una bambina che aveva sempre la bocca sporca di cibo, tutti i giorni, e il muco che le colava dal naso e si seccava. A me faceva schifo. Si chiama Gerardina. Portava i capelli corti corti tipo maschiaccio ed era sempre piena di graffi sul volto.
Un giorno le tirai i capelli e lei gridò piangendo. La maestra chiese: "Chi è stato?" ed io risposi "Giuseppe  è stato". Incolpai un mio compagno.
Poi ricordo anche quel giorno che stavo sulle giostre nella struttura stesso dell'asilo e mi entrò un sassolino nella scarpa. Non potei toglierlo perchè non sapevo poi riallacciarmi la scarpa.. AHAHahah.
All'asilo già mi piaceva un bimbo (ero precoce) di nome Pierpaolo. Alle elementari, invece, iniziò il mio calvario.
Essendo l'unica della classe ad avere gli occhiali mi insultavano QUATTROCCHI.
Da lì è incominciato il mio complesso sugli occhiali da vista che ancora oggi ho.
Non ho mai instaurato con nessuno della classe un bel rapporto amichevole.
Le uniche persone che mi si avvicinavano erano le bimbe insicure. Diciamo quelle più emarginate come me. Si sedevano al mio fianco perchè io le facevo sempre sorridere e le difendevo dagli insulti.
Poi qualche anno dopo divenni amica del cuore (come si diceva all'epoca) di Filomena (mia ex migliore amica per 18 anni).
Ci scrivevamo sempre letterine, che ancora oggi tengo custodite.
Un giorno poi nel mio palazzo incontrai Irene una mia compagna di classe e le chiesi che ci facesse lì. Lei mi rispose che ci abitava. Avevo una compagna di classe nel mio stesso palazzo e non lo sapevo.
Era molto socievole, spesso passavamo del tempo insieme. Il padre era stato in carcere per droga, armi da fuoco e mio padre non voleva ch'io frequentassi casa sua.
Ma quando c'erano le sue amiche Irene cambiava completamente.
Non mi chiamava più per giocare, oppure quelle poche volte che lo faceva mi insultava insieme alle sue amiche.
Il nostro gioco preferito era cantare giù al parco del palazzo. Scambiandoci i ruoli una volta io presentavo e lei cantava e poi viceversa.
All'epoca ci piacevano le Spice Girls.
Oppure giocavamo a Terry e Maggie, un cartone animato all'epoca molto famoso di due gemelline che si teletrasportavano ovunque dandosi il mignolino.
Io ero Meggie per via dei capelli lunghi e lei Terry.
Spesse volte mi citofonava perchè voleva in prestito il mio Ken anche se poi ci giocava con le sue amiche senza invitarmi e quando poi me lo riportava aveva i vestiti tutti stracciati e i capelli ingrifati.
Ma io non le dicevo nulla. Non volevo perdere anche lei.. già non mi parlava mai nessuno.
A lei piaceva Salvatore  della classe e a me Andrea.
Un giorno Ilaria in classe lo disse davanti a tutti e Andrea con una faccia schifata rispose: "Che schifo... Sofia!" E io mortificata al massimo.
Non piacevo a nessuno.
Le maestre per un periodo ci mandavano in bagno a coppie, ovvero maschio e femmina, così da evitare chiacchierate nei corridoi e perdite di tempo. Il mio turno era proprio con Andrea.
La cosa stupenda è che lui appena uscivamo dall'aula mi dava la mano e diceva:" Chi finisce prima, aspetta." (capii che quando un ragazzo è da solo sa essere tenero ma davanti agli altri deve, per sopravvivere, fingersi diffidente con chi viene considerato fuori dal cerchio, in quel caso io).
Arrivati al bagno poi uscivamo e ci ridavamo la mano fino in classe. Io ero cotta di lui. Mi facevo i film mentali.
Anche la maggior parte delle femmine mi insultavano.. Non ho avuto un'infanzia esaltante. Ricordo un mio episodio imbarazzantissimo dell'epoca. Quel giorno   avevo un vestitino rosso e le calze a rete (ovviamente quelle per bambini), e il grembiule sopra. Andai in bagno e il vestito rimase incastrato nelle calze ma non me ne resi conto. Abbassai normalmente il grembiule e tornai in classe. Ad una certa ora cominciava a fare molto caldo.. decisi di togliermi il grembiule. Un mio compagno mi chiese se gentilmente potevo andare alla lavagna perchè lui da lontano non riusciva a captare cosa c'era scritto. Andai e arrivata di fronte alla lavagna, quindi volgendomi di spalle all'intera classe col sedere di fuori. Tutti a ridere e io mi imbarazzai talmente tanto che il giorno seguente non volevo andare a scuola.

A 9 anni un altro tabù.. le prime mestruazioni.
Il seno iniziò ad evidenziarsi molto rispetto alle altre mie coetanee col petto ancora piatto. Il mio si iniziava a notare sempre di più e tutti i ragazzi iniziavano a prendermi in giro perchè avevo già le tette. Infatti dovetti mettere il reggiseno già all'età di 10 anni e per me era vergognosa la situazione.
Ho sofferto un po' per questa cosa tanto che cercavo di nascondere l'evidenza ma si notava troppo.
Un'infanzia abbastanza triste e sola.
Il fatto di aver tre fratelli maggiori con differenza d'età notevoli mi costringeva a giocare sempre sola.
Ricordo che, nel 1995 all'età di 7 anni più o meno, ero a Maiori precisamente a Ponteprimario una frazione di Maiori in costiera amalfitana. Paesino nativo di mia madre. Ero a casa dei miei nonni materni per le vacanze estive come ogni anno.
C'era la festa del paese e andai con mio padre in piazzetta.
C'era la musica e si ballava.
Tanti erano i ragazzini, i bambini e inaspettatamente uno mi si avvicina. Aveva un anno in più rispetto a me e mi invita a ballare.
Ballammo tutta la serata. Era Giovanni. A fine serata mi chiese di tornare a ballare il giorno seguente poichè la festa sarebbe continuata. Purtroppo, nonostante gli avessi detto di si non potei andare. Lui mi venne a cercare ma gli dissi di no.
La Domenica andai a Messa con la zia di mia mamma, cioè la sorella di mio nonno che era rimasta zitella e abitava coi miei nonni. Zia Teresa si può dire che mi ha cresciuta.
Arrivate lì ci sedemmo e dietro di me c'era Giovanni con altri ragazzini e si burlava di me.
Andammo poi in Sacrestia io e mia zia e Giovanni con i suoi amici ci seguirono. Arrivati lì Giovanni mi alzò il vestito davanti a tutti e scappò.
Da quel giorno l'avevo preso in odio, non lo sopportavo più.. ma forse in fondo un po' mi piaceva.
Poi finì l'estate e lo vidi l'anno seguente ma non ci salutammo.
Mi fissava quando io fingevo di non guardarlo. Poi negli altri anni successivi non lo vidi.
Fino a che, ormai cresciuti, lo ritrovai ad aspettare la navetta per andare da Ponteprimario a Maiori giù al mare.
Viaggiammo insieme e mi parlò.
Come fu strano ritrovarlo, eravamo cresciuti entrambi senza rendercene conto.
Facemmo il bagno insieme come vecchi amici ma poi da quel giorno non lo vidi più. Col tempo i miei nonni materni morirono e dovettimo vendere la casa al mare.
Nel 2010 l'ho contattato su Facebook, erano anni e anni che non lo sentivo ma sapevo che era molto cambiato.
Era gay.
Mi confessò di aver subito anche un abuso sessuale da un uomo.
Entrando in confidenza mi svelò che da piccolo aveva una cotta per me, la sua prima cotta.
Iniziò a parlarmi delle sue paure, dei suoi dubbi sui suoi gusti sessuali.
Io lo ascoltavo da buona amica anche se al mio ragazzo infastidiva molto la cosa.
Io non me la sentivo di eliminarlo perchè avevo captato il suo bisogno di esporre i problemi e di sfogarsi con qualcuno. E' una persona in difficoltà, diamine non siamo mica bestie?
Mi rese felice pensare che sono stata la sua prima cotta anche se poi pensare che dopo si è convertito all'altra sponda mi suona alquanto strano.
   
 
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